CAPITOLO 45
Quando tutti andarono via, io e Jonas ci buttammo sul divano.
<<Tu sapevi che Noel prova queste cose per me?>>
<<Si.>> sospirò <<Ma non è stato lui a dirmelo.>>
<<Che vuoi dire?>>
<<Quella voce robotica che mi chiama lo sa. La conversazione che ha sentito Eleonora te la ricordi? È stata quella la telefonata in cui mi hanno detto che Noel si era innamorato di te e che il gioco si faceva più interessante perché adesso possono prendere due piccioni con una fava.>>
<<Capisco..>>
Non avevo nient'altro da dire. La situazione era già assurda di per se.
<<Sono andato da Noel incazzato nero. Quando mi ha visto arrivare ha capito subito che ce l'avevo con lui e perché. Mi ha subito ammesso tutto, non ha nemmeno provato a negare...Ci siamo picchiati un po', poi mi sono reso conto che tu sei mia. Non mi importa se un altro ti vuole, l'importante è che stia al suo posto. Noel ci serve e so che tu gli vuoi bene, però una volta finito il liceo ce ne andiamo via da qua. Ti va?>>
<<E lui cosa farà? È solo...>>
<<Non è un problema mio.>>
<<Si, comunque, mi va.>> gli sorrisi.
<<Andiamo a vedere se tua sorella ha fame?>>
<<Vai tu. Io inizio a cucinare qualcosa.>>
<<Jonas Martin cucina?>>
<<Jonas Martin fa tante cose che ancora non sai..>> ammiccò.
"Quanto è bello.." Lo pensavo spesso quando lo guardavo.
Andai a cercare Marion. La porta della sua stanza era chiusa così bussai.
<<Marion!>> chiamai <<Sono io, Annie. Mi chiedevo se volessi cenare insieme a noi.>>
Marion aprì la porta e mi fece cenno di entrare.
<<Annie, devo dirti una cosa.>>
<<Che succede?>>
<<Per caso ho sentito quello che ti ha detto Noel Roman. Mi stupisco come mio fratello non gli abbia rotto qualcosa, ma ad ogni modo evita di stargli troppo vicino. Ogni volta che una persona si affeziona a lui finisce in situazioni spiacevoli e tu non lo meriti.>>
<<Sta tranquilla Marion... Io amo tuo fratello e non ho alcuna intenzione di lasciarlo.>>
Sorrisi. Era veramente carina a preoccuparsi per me.
<<Posso dirti anche un'altra cosa?>>
<<Certo>>
<<Jonas ti ha...ti ha raccontato di quello che è successo?>>
<<Parli...di Scott?>>
Marion annuì.
<<Lo stava facendo anche a me. Non ci darà più problemi, te lo prometto.>>
<<Io ho odiato Jonas per tantissimi anni. Davo la colpa a lui e alle sue bravate per quello che mi è successo...adesso però ho capito che Scott è una persona malata e che Jonas ha solo la colpa di non essere stato lì per difendermi.>> iniziò a piangere.
<<Oh, tesoro!>> l'abbracciai <<Lui ne paga ancora le conseguenze per questo. Si punisce da solo per i problemi che ha causato a te, te lo assicuro. Quando Scott ci ha aiutati a scappare da quell'inferno non immaginavo nemmeno lontanamente che fosse malato. Jonas si è arrabbiato tanto con me quando l'ho incontrato per ringraziarlo e solo dopo ho capito perché.>>
<<Hai detto che ha provato a...anche su di te?>>
<<Si. Mi ha tenuta nello stesso posto in cui mi aveva aiutata a scappare per un paio di giorni e quando gli ho detto che con tuo fratello le cose si erano fatte più serie è andato completamente fuori di testa. Per fortuna però Jonas e Lucas sono arrivati in tempo.>>
<<Immagino la rabbia di Jonas...>>
<<Avrebbe potuto ucciderlo, ma non l'ha fatto per fortuna perché ha capito che non vale la pena andare in prigione per un verme del genere. Però ti assicuro che gliele ha date per entrambe...e non l'abbiamo più rivisto.>>
Marion mi abbracciò forte. Era bello sapere che non aveva più rancore verso suo fratello, Jonas ne sarebbe stato felicissimo.
Ci dirigemmo in cucina, dove un Jonas cuoco provetto stava cucinando.
<<Che buon odore!>> esclamò Marion.
Jonas si girò a guardarla. A primo impatto la sua espressione era di stupore, ma poi si addolcì.
<<Spero vi piaccia. È la prima volta che cucino per due persone molto importanti per me.>>
Io e Marion ci guardammo sorridenti.
La serata andò avanti a cibo, film e chiacchiere.
<<E il fidanzatino?>> chiesi.
Marion e Jonas arrossirono.
<<C'era, in realtà, un ragazzo che mi piaceva. Mi piaceva tanto a dire il vero.>>
<<E adesso dov'è?>>
<<Ha dovuto cambiare città. Sono sicura che lui non voleva ma è stato costretto, diciamo così.>>
<<Non era uno spacciatore o cose del genere, giusto?>> fece Jonas.
<<No, tranquillo.>> rise.
<<Comunque troverai quello giusto, ne sono sicura. Sei bellissima.>>
<<C'è tempo..>> mi canzonò Jonas.
<<È stato davvero bello passare del tempo insieme a voi. Ho pure scoperto che mio fratello cucina benissimo!>> scherzò <<Vado a dormire adesso! Ci vediamo al ballo?>>
<<Contaci.>>
<<Forse è meglio che tu non vada al ballo.>>
Giusto, quasi dimenticavo del nostro "problemino".
<<Non devo venire al ballo di fine anno? E perché?>>
<<Perché c'è troppo...alcool.>>
Guardai Jonas con una espressione divertita.
<<Quello che tuo fratello cerca di dire è che le feste del college non sono esattamente come quelle di compleanno. Io l'ho capito la prima sera che sono arrivata.>> mi venne il disgusto solo a pensarci.
<<Ci vanno tutte le mie compagne. Non posso non andare, passerei per la sfigata di turno.>>
<<È proprio quello che vorrei che tu fossi.>> ammise Jonas.
<<Anche questa volta ti spiego cosa intende dire tuo fratello: Vorrei che tu non bruciassi le tappe. Una matricola non ha bisogno di feste, balli o popolarità...te lo assicuro.>>
<<Voglio andare, ragazzi. È il mio sogno da praticamente sempre. Un ballo di fine anno è un sogno per tutte le ragazze, non è vero Annie? Ho già comprato un abito. Per favore fratellino non dirmi di non venire.>>
Mi fece così tenerezza che guardai anch'io Jonas con un espressione implorante.
<<Va bene>> sbuffò <<Però a mezzanotte a casa, ok?>>
<<Come Cenerentola.>> sorrise e andò verso la sua stanza. <<Buonanotte>> urlò.
<<Buonanotte!>> urlammo.
Quando, finalmente, restammo da soli gettai le braccia intorno al collo del mio fidanzato.
<<Sei felice?>>
<<Per Marion? Certo. Wow, non ci speravo più.>>
<<Potresti provare a far andare d'accordo la tua faccia e le tue parole?>>
<<Scusa, è che...ho l'ansia per domani.>>
<<Andrà tutto bene.>>
Jonas mi prese in braccio, mi portò verso la sua stanza e mi gettò dolcemente sul letto.
Tolse la maglietta grigia e sfilò i pantaloni con un gesto abile delle gambe. Era bellissimo.
<<Tu dormi vestita?>>
<<Che? Io?>> tornai alla realtà <<Si, cioè, no.>>
Jonas rise.
Quello spettacolo non era una novità per me, ma era comunque da mozzare il fiato.
<<Vieni qui.>>
Mi alzai e mi avvicinai a lui. Prese a girarmi intorno, sorridendo. Mi accarezzò la schiena un paio di volte e poi mi sollevò la maglietta fino a toglierla del tutto. Si mise davanti a me e mi sbottonò i jeans, facendoli calare fino ai piedi. Li tolsi con un gesto simile al suo e lo guardai. Jonas mise un braccio sotto le mie gambe e uno dietro la mia schiena, sollevandomi in aria e accompagnandomi sul letto.
<<Sei così...bella>> disse tra un bacio e un altro.
Le sue mani addosso mi provocavano tempeste dentro.
Mentre entrava e usciva da me i pensieri svanivano completamente.
<<Ti piace?>>
Io annuivo.
<<Dimmelo!>>
<<Si>> ansimavo <<Mi piace!>>
Lui sorrideva.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro