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CAPITOLO 42

<<Annie! ANNIE!!>> chiamò Jonas.
Quando aprii gli occhi mi ricordai della notte passata, di Eleonora, di Noel...
"Merda!"
<<Posso spiegarti..>> biascicai mentre mi svegliavo.
Noel fumava una sigaretta vicino alla finestra e mi guardava mentre mi alzavo dal letto.
<<Buongiorno>> disse.
Lo guardai torva e poi mi avvicinai a Jonas.
<<Stanotte...anzi, qualche ora fa, come ricorderai siamo andate da Eleonora e mentre tornavamo abbiamo incontrato Noel ubriaco e senza speranza.>> guardai Sara,  che mi lasciava spiegare senza intervenire <<Non poteva guidare in quelle condizioni, così gli ho chiesto di venire e gli ho anche detto che stamattina l'avreste accompagnato voi a casa.>>
Mi aspettavo ira e urla da parte di Jonas, avrebbe avuto pure ragione, ma non si arrabbiò.
<<Hai fatto bene. È un pezzo di merda ma ci serve ancora, quindi è bene che non gli accada nulla.>>
<<Hey, io sono qui. Ti sento.>> fece Noel.
<<Meglio così.>> rispose Jonas.
Sara non smetteva di guardare Noel e io non capivo. Lucas guardava lei che guardava lui e andavo in confusione ancora di più.
Ultimamente non era affiatati come un tempo, ma non davano segni di cedimento o, perlomeno, erano bravi a nasconderlo.
<<Bene, andiamo!>> fece Lucas aprendo la porta a Noel.
Questo raccolse il suo giubbotto e fece un cenno a me e Sara uscendo, tallonato da Jonas che mi baciò velocemente prima di uscire.
Quando restammo da sole, Sara sbuffò e si avvicinò per abbracciarmi.
<<Scusami se sono stata una stronza...>> disse.
<<Non fa niente. Che succede fra te e Lucas?>>
<<Non lo so. Lui mi nasconde qualcosa e, come se non bastasse, due giorni fa mi ha detto che quest'estate partirà per Vienna e non sa quando farà ritorno.>>
<<Perché deve partire?>>
<<Ha parenti lì dice, ma io non gli credo eh. C'è qualcosa di più grosso sotto e io scoprirò che cosa.>>
<<E con Noel?>> mi imbarazzava chiederlo ma...fu più forte di me.
<<È una brava persona, in fondo. Non c'è niente più di una bella amicizia e, si, ogni tanto la notte lo raggiungo al muretto e chiacchieriamo.>>
<<E di cosa parlate?>>
<<Stai facendo un provino per entrare a far parte della polizia di Rosewood? Perché mi fai tutte queste domande?>>
Già, perché facevo tutte quelle domande?
Feci spallucce <<Semplice curiosità>> e mi rinchiusi in bagno.
Non dovevo solo combattere contro le bugie e i segreti di Jonas, adesso avevo anche quelli di Sara e Noel.
Quest'ultimo mi dava i nervi, prima si comportava da mascalzone, poi diventava l'uomo migliore su questa terra... Ma chi era, in realtà, Noel Roman?
Uscii dalla doccia e non trovai nessuno in stanza.
La Domenica era un giorno inutile, durava troppo tempo e io non avevo mai nulla da fare.
Ero già pronta per affrontare l'ultimo giorno di scuola e non avevo bucato o commissioni da fare, così mi sdraiai sul letto.

<<Ciao bellezza.>>
Era tutto sfocato. Non capivo.
<<Chi sei? Fatti vedere!>> urlavo.
<<Girati>>
<<Cosa vuoi da me Scott!?>>
<<Sono venuto a prendermi quello che il tuo ragazzo e il suo amico mi hanno tolto dalle mani.>> rideva.
Non riuscivo a distinguerlo da tutto il resto. Le pareti erano grigie e la stanza non smetteva di girare. Scott, o meglio la sua ombra, si avvicinò a me e io indietreggiavo.
<<Non toccarmi!>> urlavo.
<<Non devi avere paura di me. Io voglio amarti>>
<<Tu sei completamente fuori di testa!>> provavo a scappare ma lui mi raggiungeva sempre. <<Lasciami stare, ti prego!>> iniziai a piangere.
<<Sei venuta tu qui, come la prima volta...>>
<<Che stai dicendo?>>
<<Hai capito. Comunque ti sta molto bene quel vestito addosso, peccato che non puoi indossarlo.>>
Mi guardai addosso e indossavo l'abito regalatomi per il ballo.
<<Perché ce l'ho addosso?>>
<<Perché ti piace tanto, no?>>
<<Voglio che mi lasci in pace!>> strillai.
<<Lo farò, ma prima voglio assicurarmi che tu non lo indosserai al ballo.>>
Si avvicinò a me e iniziò a strapparlo.
<<Fermati!>> urlavo.
Continuava a tirare, strappare e sgualcire ogni pezzo di stoffa sul mio corpo e io continuavo a piangere.
<<Non devi indossarlo!!>> urlava.

<<Annie! Tesoro, sveglia!>>
Aprii gli occhi. Jonas mi stava tenendo per le braccia e sentivo il sudore colare sulla mia fronte.
Era stato un sogno.
<<Era solo un brutto sogno..Sono qui.>> mi abbracciò forte e io ricambiai stringendolo ancora di più.
<<Ho sognato Scott..>>
<<Lui non ti darà più problemi, Annie.>>
<<Non ce l'aveva con me.>> pensai, ricordando il mio sogno.
Mi alzai di scatto e corsi verso l'armadio dove avevamo sotterrato lo scatolone con gli abiti per il ballo. Lo gettai a terra e iniziai a cercare il mio. Quando finalmente lo trovai lo tirai con tutta la mia forza e...uscì fuori solo il corpetto.
<<Ma che..>>
<<Nel mio sogno io lo indossavo e Scott non voleva. Ha iniziato a dirmi di non indossarlo al ballo e a strapparmelo di dosso. Io non l'ho toccato, come è possibile?>>
<<Calmati..>>
Jonas fece su e giù per la stanza e io uscii tutti i pezzi del vestito. Quello di Sara era intatto. Stavo impazzendo.
Il cellulare di Jonas suonò un paio di volte e lui non rispose. Continuava a sbuffare e a guardare i pezzi del mio abito.
<<Non rispondi?>> chiesi.
<<No>>
<<Chi è?>>
<<Niente di importante.>> iniziò ad infastidirsi. Lo faceva ogni volta, appena si sentiva sotto accusa passava all'attacco e si incazzava prima degli altri.
Ma io non glielo avrei permesso questa volta.
<<Jonas so che è importante invece. So che preghi qualcuno al cellulare perché non mi faccia nulla, so che mi nascondi ancora qualcosa.>> ero esausta.
<<Come sai queste cose?>>
<<Eleonora ti ha sentito mentre parlavi al cellulare nell'aula di letteratura inglese. Gli chiedevi degli abiti e di prendersela solo con te..con chi stavi parlando? Sai chi ci ha mandato quei vestiti?>>
Jonas prese a giocherellare con il bordo strappato del mio abito e rise.
<<No, Annie. Pensi che se l'avessi saputo non te lo avrei detto?>> prese il cellulare e mi mostrò l'elenco delle chiamate ricevute <<Vedi? Le chiamate anonime sono iniziate dopo che Scott ti ha contattato la prima sera per vederti e Noel vi ha visti. Non parlo con una vera persona, ma con una specie di robot che esprime il volere di vere persone. Non so nulla perché non hanno mai risposto ad una mia domanda, ma mi hanno chiesto di non dire niente a nessuno.>>
<<Ma cosa ti dicono? Perché ti chiamano?>>
<<Vogliono il mio aiuto. Mi hanno chiesto di... fare un sacrificio...>>
Chiusi gli occhi, sospirando.
<<Che tipo di sacrificio?>>
*Toc toc*
Mi alzai e andai ad aprire, forse un po' troppo velocemente.
<<Noel.. Che ci fai qui?>>
Entrò nella stanza andando dritto su Jonas. Lo prese per il colletto della maglietta e lo spinse all'indietro.
<<Che cazzo fai?!>> urlò Jonas.
<<Devi smetterla!>> urlò Noel, picchiando sul comodino. <<Perché li aiuti? Perché non riesci a farti i cazzi tuoi eh? È per Annie?>>
Non capivo.
<<Io non li ho aiutati!>> urlò <<E...Annie non c'entra.>>
<<Scusate, posso sapere il perché di questa irruzione?>> urlai io.
Noel si girò verso di me e si avvicinò.
<<Noel..>> fece Jonas.
<<Sta tranquillo, fidanzatino>> rispose lui, avvicinandosi a me. <<Annie, cara, piccola, bellissima, Annie.>> fece.
Me ne stavo lì, immobile. Cercavo di capire qualcosa di quella situazione ma non avevo idea di cosa pensare.
<<Che succede ragazzi?>>
<<Abbiamo un problema.>> disse Noel.
<<Che problema?>>
<<Ho ricevuto una telefonata. Una specie di robot parlante mi ha detto che adesso che qualcuno lo aiuta gli sarà più facile riuscire a prenderci. Tutti noi. Ha detto che adesso sa come fare per farci soffrire entrambi>> disse guardando Jonas <<Uccidendo una persona, prima di far fuori noi due. Molto prima.>> guardò me.
<<Dovreste spiegarmi meglio, forse..>> balbettai.
<<Vogliono te, per colpire noi.>> disse Jonas, nero di rabbia.
<<Voi? Sapevo che volevo me per colpire te, ma che c'entra Noel?>>
Mentre il mio fidanzato apriva la bocca per parlare e spiegarmi qualcosa, Sara e Lucas aprirono la porta.
<<C'è una riunione degli "amici che sono stati rapiti" per caso?>> fece lui sorridente. Erano mano nella mano e, finalmente, li riconoscevo.
<<Hai ricevuto qualche telefonata?>> gli chiese Noel.
<<No, perché?>>
Raccontò anche a loro della telefonata. Sara si mise a sedere, scioccata quanto me.
<<Hanno chiesto un sacrificio sia a me, che a Jonas..>>
<<Sicuramente il prossimo sarai tu Lucas..>>
<<Oh no. Ragazzi no. Io ne sono uscito da quelle stronzate e sono felice così, ok? Non risponderò ad alcun numero privato.>>
<<Ci serve che tu risponda>> dissi avvicinandomi a lui <<Lucas, proveranno a farsi aiutare anche da te e dovrai far finta di essere dalla loro parte. Ti daranno un appuntamento o, comunque, sapremo cosa vogliono sapere di preciso.>>
<<Non saranno così stupidi da farsi vedere da uno di noi, Annie>> fece Noel.
Jonas lo guardò torvo e si avvicinò a me, mettendomi un braccio sulle spalle a mo di abbraccio.
Noel lo guardò e si girò verso Lucas e Sara.
<<Mi duole chiedervelo, ma in questo momento dobbiamo fare fronte comune.>>
<<Non ce lo stai chiedendo, lo stai imponendo.>> disse irritato Lucas.
<<Non vi ho messi io in questo casino, ci siete finiti da soli.>>
Aveva ragione.
<<Ha ragione. Restiamo uniti e aspettiamo questa telefonata.>> dissi.

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