CAPITOLO 36
<<La prima volta che sono stato coinvolto dalle scorribande fra club ognuno di noi ha dovuto fare un sacrificio. Scott non era il primo e non sarebbe stato l'ultimo. Ogni volta che uno di noi metteva qualcosa in cambio di altro le nostre anime diventavano nere. La mia è nera.>> deglutì <<Non voglio raccontarti queste cose, Annie. Non c'è la faccio>>
<<Ti prego, va avanti.>>
<<Noel e io, come capi banda, abbiamo dovuto fare il sacrificio più grande: lui rapinò una banca, per un valore di diecimila euro. Io, spavaldo come sempre, chiesi a lui di decidere per me.>> tirò un pugno sul muro.
<<Calmati..>>
<<È stato terribile! Ma dovevo farlo capisci? Ero il capo, dovevo dare l'esempio!>>
Prese a camminare su e giu per la stanza. Si teneva la testa con le mani e farfugliava parole incomprensibili.
<<Jonas, ti prego, parla con me.>>
<<Perché vuoi odiarmi? Perché devi farmi questo?!>> urlò.
<<Non ti odierò!!>> strillai a tono.
Mi alzai avvicinandomi sempre di più a lui. Presi la sua mano, intrecciando le dita con le sue.
<<Parla con me..>> sussurrai <<Io non ti odierò.>>
<<Non voglio perdere anche te..>> disse.
<<Non mi perderai.>>
Jonas si rilassò e si mise a sedere sul letto, mentre io restavo davanti a lui, in piedi e con le braccia conserte. Non volevo costringerlo a parlare, a stare male o a ricordare cose passate, ma volevo sapere. Anzi, dovevo sapere. Quella situazione si faceva ogni giorno più assurda e doveva finire, prima o poi.
<<Mi disse che doveva pensarci, ma che sarebbe stata la cosa più epica mai vista. Aspettammo qualche giorno, dopodiché si fece vivo. Non avevamo regole, non conoscevamo il rispetto e il valore delle altre persone, non ci importava di nulla se non di ricevere rispetto e ammirazione da tutti. Mi chiese di fare una cosa orribile. Sapevo che era malato e sapevo che avrebbe scelto qualcosa come: buttarsi da un aereo o rubare qualcosa. Ma non avrei mai immaginato una cosa del genere.>> si alzò in piedi e mise le sue mani sulle mie spalle <<Annie, quello che sto per dirti potrebbe rovinare tutto ma ti giuro che se potessi tornare indietro non lo rifarei. Ero stupido, ero come Noel capisci? Sono stato malissimo per quello che fatto e non mi capacito, adesso a mente lucida, di averlo fatto sul serio..>>
<<Dimmelo Jonas.>>
Mi guardò con gli occhi imploranti, come a dirmi "chiedimi di non raccontartelo", ma sapeva che dovevo venire a conoscenza dei suoi segreti.
<<Mi ha chiesto di fare irruzione a casa di uno di noi, Joe.>>
<<Il ragazzo che è morto?>>
<<Si.>>
<<E perché dovevi fare irruzione li?>>
<<Voleva che prendessi qualcosa di inestimabile. Erano molto ricchi e quella sera i genitori non c'erano. Venne con me e una volta dentro cercammo e cercammo, ma non trovammo nulla che lo soddisfacesse. Joe e Chuck dormivano senza sospettare nulla, mentre noi facevamo qualcosa di orribile. Era già un bel reato di per se, ma se si fosse fermato lì nessuno ne avrebbe pagato le conseguenze. Mentre guardavamo in ogni stanza ci imbattemmo in quella di Katniss, aveva sedici anni ed era veramente bella. A Noel venne la pessima idea di farmi fare proprio quello che non dovevo mai fare.>> chiuse gli occhi e io capii.
<<No, Jonas..non l'hai...?>>
<<L'ho violentata.>> ammise d'un fiato <<Lei urlava, non sapeva chi ero e perché gli stavo facendo quelle cose. I suoi fratelli corsero nella sua stanza e quando videro me e Noel...non ebbero niente da obiettare. Chiusero gli occhi e tornarono in silenzio nelle loro stanze. Capisci? Non cercarono nemmeno di fermarmi! Eravamo i capi e nessuno, per nessun motivo, si sarebbe messo contro di noi. Nemmeno se sbagliavamo..>>
Feci qualche passo indietro. Non volevo credere a quello che stava dicendo..
<<Annie, nel momento stesso in cui lo facevo mi sentivo tremendamente male. L'ho fatto per farmi rispettare dagli altri e nel frattempo io perdevo il rispetto per me stesso e per la vita in generale. Quella ragazza non doveva essere vittima di una bravata ma, come ho già detto, non posso cambiare le cose nemmeno volendo. L'anno scorso, prima di conoscerti, l'ho incontrata per strada, lei mi ha visto e mi ha guardato terrorizzata. Ho pensato "stupido vai da lei, parlale. È la tua occasione per chiedere perdono." Ma non ci sono riuscito. Non ne ho avuto il coraggio. Io ho fatto una cosa orribile ma..non è ancora tutto..>>
<<Che significa non è ancora tutto?>> il cuore mi batteva fortissimo nel petto. Non volevo sentire più niente. Non potevo.
<<Quella notte ci riunimmo tutti al capannone degli SSKing e Noel parlò del mio sacrificio. Joe e Chuck ascoltarono tutto, dettaglio per dettaglio, e io non mi vergognavo come mi vergogno adesso. Li guardavo negli occhi e sapevo di aver ferito due persone a me fedeli, così fedeli da lasciarmi fare una cosa così orribile alla loro sorellina. Anni dopo, come sai, ho capito cosa significava. Noel, però, quella notte decise che non era abbastanza. Lui rischiava l'arresto, mentre io me ne ero uscito con una scopata.>> citò le sue parole <<Dovevo fare qualcosa di più rischioso. Dovevo mettermi in pericolo. Dovevo osare. Prendevamo tutto troppo alla leggera, solo adesso lo capisco.>>
<<Cosa hai fatto?>> ero stanca dei suoi giri di parole.
Jonas provò a prendermi la mano ma io mi allontanai.
<<Annie perché ti scansi?>>
<<Finisci di parlare, per favore.>>
Fece un respiro profondo e tornò a sedersi.
<<Quel semestre arrivò Scott a scuola. Fu scelto a caso fra mille nuovi studenti. Non c'era un motivo, era solo nel posto sbagliato ma al momento perfetto per Noel. Non capitò per caso che lui ci vide in azione un paio di volte e non fu per caso che lui si iniziò ad informare su di noi. Abbiamo fatto in modo di attirarlo nel gruppo. Scott alla fine venne a chiederci di diventare un membro ufficiale, così chiedemmo anche a lui di fare un sacrificio. Quell'anno anche Mattia arrivò al campus.>> aveva il dolore negli occhi.
Mi misi a sedere, incerta se fermarlo o no.
<<Ti ho già raccontato che anche lui si mostrò interessato a noi e che io non lo volevo nella faccenda. Io cominciavo a maturare e Noel diventava sempre più assetato di sacrifici e vendette. Quando Scott si unii agli UltraKappa, Mattia finì nelle grinfie di Noel. Per mia fortuna lui non fece nessun sacrificio e non ebbe alcuna ripercussione ma a Noel tutto questo non andava bene. Ordinò a Scott di tormentarlo. Iniziarono i messaggi di minaccia anonimi, le botte da gente incappucciata e foto compromettenti che lo resero una specie di giullare a scuola. Io cercai di fermarli parecchie volte ma non conoscevano pietà. Quel ragazzo sospettava di loro ma non ne ebbe mai le prove effettive, così si ritirò. Andò via dalla città e per Noel fu una gran vittoria. Passarono mesi prima di rivederlo. Sai già che sono stato io a dargli la possibilità di vendicarsi, ma penso di essere stato io a metterlo seriamente in pericolo. Dopo quella "battaglia" e quell'incendio cambiarono molte cose: la gente ci evitava, niente più rispetto. Eravamo diventati come la peste. Mattia venne picchiato parecchie volte, ma stavolta a volto scoperto. Per colpa di quella vendetta qualcuno aveva perso la vita e nessuno glielo perdonò. Beh, nessuno tranne io.>>
Mentre lui mi raccontava tutte quelle cose che non riuscivo ad assimilare, in corridoio si scatenarono urla e qualcuno bussò alla porta.
<<TUTTI FUORI!>>
Guardai Jonas che mi prese per mano e mi trascinò fuori. C'era panico e paura ma non riuscivo a capire perché, fino a quando non ci imbattemmo nelle fiamme.
<<Mio dio..>>
Cambiammo strada e arrivammo davanti ad un enorme portone che serviva appunto per le uscite di sicurezza, anche se nessuno pensava di usarlo davvero per un incendio prima o poi.
Quando, finalmente, tutti arrivammo in cortile ci fu un silenzio di tomba. Arrivarono i pompieri e nessuno sapeva spiegare come e perché. Le fiamme furono domate presto. Quando Sara e Lucas arrivarono trovarono noi seduti sull'erba e un palazzo interamente bruciato.
<<Che è successo? State bene?>>
<<Si, per fortuna si. Sono contenta che non eravate qui..>>
<<Ma come è successo?>> chiese Lucas.
<<Non ne sappiamo niente..>>
<<Credi che?>>
<<Si.>>
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