CAPITOLO 33
Si avvicinava il ballo di fine anno.
L'aria si era riscaldata e il sole tramontava più tardi. A scuola erano tutti eccitati per questo evento e, sinceramente, anch'io non vedevo l'ora. Pensavo e ripensavo al fatto che Jonas non era proprio tipo da ballo scolastico, soprattutto adesso che non era più uno studente, ma i miracoli potevano accadere. Cercai di fargli notare il più possibile quanto desiderassi andare a quel bellissimo ballo dove ci saremmo divertiti tantissimo, ma lui sembrava non notarlo e sapevo che lo faceva apposta.
Un giorno ci ritrovammo tutti e quattro nella mia stanza. Aspettavamo Sara che finiva di sistemarsi i capelli e parlavamo del più e del meno.
<<Per questo ballo ti sei deciso o no, amico?>> fece Lucas dando una pacca amichevole a Jonas.
Lo ringraziai in silenzio.
<<Sapete tutti che non è il tipo di evento che preferisco!>> sbuffò.
<<Ma la tua ragazza vuole e deve andare. È una studentessa, ricordi? Io e Sara ci andiamo.>>
<<Tu vuoi andare?>> mi guardava implorandomi in silenzio di dire di no.
<<Si, però se devi stare male tutta la sera o se non vuoi affittare uno smoking possiamo anche fare altro quella sera>> sorrisi, mentendo.
<<Devo mettere lo smoking?>> spalancò gli occhi <<Andiamo ragazzi, mi ci vedete con uno di quei cosi addosso?>>
In effetti aveva ragione. Jonas vestiva in modo molto "suo", non me lo figuravo vestito elegante.
<<Puoi mettere un papillon invece della cravatta. O non mettere nessuno dei due.>> disse ridendo Lucas.
<<Davvero, tesoro, possiamo non andare. Non voglio farti stare male un'intera serata per uno stupido ballo.>> dissi, stavolta sinceramente.
Jonas sbuffò qualche secondo, poi si avvicinò a me.
<<Ci andiamo.>>
<<Cosa?>>
<<Andremo a quel ballo!>>
<<Sei sicuro?>>
<<Non chiedermelo più perché potrei ripensarci..>>
Iniziai a battere le mani e gli saltai letteralmente addosso.
<<Tu..sei..meraviglioso!>> e lo baciai.
<<Non vedo proprio l'ora di vedere questa scena!>> lo burlò Lucas.
Quando Sara fu pronta andammo a mangiare al Mc Donald's. Uscire dal campus, ogni tanto, faceva bene.
Ordinammo i menù e ci sedemmo nel primo tavolino libero che trovammo.
<<Oggi ti sei persa qualcosa di esilarante a scuola, Annie!>>
<<Cioè?>>
<<Abbiamo avuto due ore di supplenza perché il professor Faraize mancava e ci hanno mandato "Ursula". Non sai che risate ci siamo fatti, si è addormentata tre volte. Quando riapriva gli occhi e non vedeva nessuno in classe ci veniva a cercare per i corridoi urlando: "Maledetti rientrate! Maledetti!">> disse imitando la sua voce.
<<Faraize mancava?>>
<<Hai sentito solo questo del mio racconto?>>
<<Già, scusa.>>
<<Perché ti importa così tanto di quel tizio?>> fece Jonas.
<<Perché si sta mettendo nei guai senza motivo.>>
<<Tu sei troppo buona. Ha scelto lui di finire nei guai!>>
Aveva ragione. Faraize era maturo nonostante la sua giovane età e sapeva bene quello che faceva. Ma non era da lui mancare una lezione, specialmente il giorno in cui aveva due ore per parlare dei suoi romanzi preferiti. Avevo un cattivo presentimento al riguardo.
Quando i ragazzi ci riaccompagnarono al dormitorio ci salutarono calorosamente e andarono via.
<<Domani è l'ultimo giorno di saldi, quindi è meglio se ne approfittiamo per cercare un abito per il ballo.>>
<<Sei pazza? Domani c'è Pretty little liars!>>
<<Seriamente?>> fece.
<<Seriamente. Possiamo andare di mattina, saltiamo l'ultima ora.>>
<<Va bene, ma fatti curare.>>
Mentre giravamo l'angolo per imboccare il nostro corridoio ci imbattemmo in un tizio che cercava un numero di stanza.
<<Signorine, scusate, sapete dirmi dov'è la camera quindici?>>
<<È la nostra! Che le serve?>>
<<Mi hanno incaricato di portarvi questo>> ci consegnò una scatola di cartone che sembrava contenere un cinghiale da quanto era pensante <<Dovete solo mettere una firma qui e qui>>
Sara firmò i due fogli e l'uomo ci salutò andando via.
Rientrammo in stanza col cuore in gola. Pensai subito a Faraize e alla sua assenza: "Fai che qui dentro non ci sia il suo corpo fatto a pezzi" pensai.
Lasciai fare tutto alla mia cara amica perché sicuramente era più forte di me, emotivamente. Non volevo vedere più animali morti, né, soprattutto, persone.
<<Hai uno sguardo terrorizzato. È solo una scatola, Annie!>> mi canzonò.
<<Oh mio Dio!>> fece.
Aprii gli occhi di scatto, pronta a dire "lo sapevo!", invece..
<<Ma...ma sono..bellissimi!>> urlò Sara.
Dentro quell enorme scatolone vi erano tre bellissimi abiti da sera. Uno era blu notte, contornato da dei bellissimi punti luce, e portava un bigliettino con scritto "Sara". L'altro era color pesca e aveva una bellissima scollatura a cuore sul davanti, in questo c'era il mio nome. Il terzo, invece, era azzurro e aveva delle bellissime rose bianche attaccate alla vita. Però su quest'ultimo non c'era nessun bigliettino.
<<Ma..chi?>> riuscii a dire.
<<Non lo so. Forse i ragazzi?>>
<<Lucas e Jonas? Lo hai detto seriamente?>> scherzai <<Ma poi perché tre?>>
Sara fece spallucce e io, nel dubbio, telefonai al mio ragazzo.
<<Pronto?>>
<<Ciao tesoro, volevo solo sapere se dobbiamo ringraziare voi per questi abiti...come dire...superbi?>>
<<Abiti? Che abiti?>>
Immaginavo.
<<Un corriere ci ha rilasciato un pacco in corridoio quando ci avete accompagnate, e dentro quest'ultimo abbiamo trovato tre bellissimi abiti per il ballo. Noi pensavamo foste stati voi..che strano..>>
<<Non c'è un biglietto o qualcosa del genere?>>
<<Solo la spiegazione di chi deve indossare quale. Nient'altro.>>
<<Mi sembra strano.. Ma hai detto tre abiti?>>
<<Si, tre. Anche a me sembra strano...Ma sono semplici abiti e..non immagini quanto sono belli!>>
<<Annie non indossateli! Non lo sappiamo chi c'è dietro ed è strano che qualcuno vi abbia regalato due abiti da sera, non trovi?>>
<<Si, in effetti si.>>
<<Domani cercheremo di capirci qualcosa di più. Buonanotte piccola mia>>
<<Buonanotte tesoro.>>
Non riuscivamo a capire ma controllammo così bene quegli abiti che capimmo subito che non ci sarebbero stati problemi se li avessimo indossati. Sara saltava di gioia.
<<Ce li sognavamo due abiti così. Costeranno almeno trecento euro l'uno.>>
<<Si ma non credi siano troppo belli per essere veri?>>
<<Ci sarà mai una volta, solo una, in cui ti godi qualcosa? Li abbiamo controllati tre volte, Annie, rilassati!>>
Aveva ragione.
Il mattino seguente, puntualmente, il signor Faraize fece ritorno a scuola. Annunciò un compito per la settimana successiva e poi si piazzò davanti a noi al suono della campanella.
<<Ragazzi, posso rubarvi solo un momento?>> era palesemente in ansia <<Ho anche una cattiva notizia da darvi. O per meglio dire, è cattiva per me>> sorrise imbarazzato <<Mi trasferirò a breve. Probabilmente non finirò nemmeno il semestre insieme a voi.>> annunciò, senza dire altro.
Restai sbalordita. Perché mai doveva andarsene all'improvviso? Che fosse successo qualcosa?
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