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CAPITOLO 31

<<Voi non avete idea di quanto sia bello quel posto!>>
<<Tesoro, per favore, smettila..>>
Sara provava a convincerci ad andare ad una festa appena fuori dal campus, ma nessuno di noi, eccetto ovviamente lei, voleva andarci.
<<L'ultima festa a cui ho partecipato mi hanno rapita, quindi io passo.>> dissi, scherzando solo in parte.
<<Lucas, nemmeno tu? Non mi ci porterai..?>>
<<Tesoro io..>>
<<Ti prego...>>
Alla fine, come già sapevamo tutti, Lucas accettò di portarla a quella festa. Non resisteva nessuno al facciano pietoso di Sara.
<<È tanto che non ci facciamo una bella uscita a quattro! Sono successe troppe brutte cose, adesso è tempo di divertirci un po'!>>
Mi convinsi che aveva ragione.
Jonas non era felice di andare ma alla fine acconsentì anche lui.
Quella mattina la lezione sembrò non finire mai. Per fortuna i miei compagni non avevano idea di quello che mi era successo, per la seconda volta.
<<Ciao Meraviglia! Dove sei stata?>> Eleonora aveva qualcosa di diverso. Portava i capelli sciolti, non più quelle trecce laterali. Aveva cambiato montatura ai suoi occhiali a fondo di bottiglia e..si era truccata.
<<Eleonora? Wow..non sembri neanche tu.>>
<<Già. Mi sono resa conto che era il momento di abbandonare il club delle sfigate.>> sorrise.
<<Cosa? Non sei più con le nerd in rosa?!>>
<<Che c'entrano loro? No. Volevo dire che dovevo sistemarmi un po' di più e comportarmi più da donna.>>
<<Eleonora?>> udii dietro di me.
Sara la guardò qualche secondo sbigottita e le toccò i capelli.
<<Sei...diversa>>
Eleonora rise e ci salutò con un gesto teatrale mandandoci un bacio.
Sara la imitò e poi rise.
<<Allora, che ti metti stasera?>>
<<Qualcosa di tuo, ovvio.>> ammiccai.
<<Ragazze! Proprio voi stavo cercando!>>
<<Professor Faraize, salve. Che le serve?>>
Lui si riprese un attimo dalla corsa che aveva fatto per raggiungerci e poi si ricompose.
<<Come state?>> sorrise.
<<Molto bene, grazie>> rispose Sara, per entrambe.
<<Bene. Ho sentito strane voci in giro e vorrei parlare con voi..in privato.>>
Seguimmo il professor Faraize fino al suo ufficio e lui chiuse la porta a chiave.
Ci accomodammo sulle poltrone di pelle dietro la sua scrivania e lui si sistemò dall'altro lato.
<<Allora?>> fece Sara.
Gli tirai un calcio da sotto il tavolo. Non era il tono giusto da usare con un professore, anche se questo era giovanissimo e molto bello.
<<Ragazze se ci sono persone che vi minacciano, se temete per la vostra incolumità o se succede qualcosa..parlatene ok? Ho..ho sentito che ci sono stati altri problemi e sempre lì al capannone abbandonato dove vi hanno ritrovato mesi fa. Che è successo?>>
Ci irrigidimmo subito. Non sapevo se ammettere o meno i fatti accaduti ma probabilmente non avevo altra scelta.
<<Signor Faraize è tutto apposto ok?>>
<<Ho solo paura per voi. Chiamatemi Erik, quando siamo soli.>>
<<Erik, non siamo in pericolo ok?>> disse Sara.
<<Perché mentire? Due giorni fa abbiamo avuto altri problemi con un ragazzo che faceva parte del gruppo che ci ha rapiti in precedenza. Era solo lui e mi ha raccontato in parte perché lo faceva. Però ha agito per conto suo, non abbiamo più avuto notizie dai rapitori. Io non ho paura, ne ho avuta tanta, ma adesso non ne ho. Sono stata rapita ben due volte e spero vivamente che non ce ne siano altre, ma se dovesse capitare ancora ci sono Jonas e i miei amici al mio fianco.>>
<<Pensi di essere al sicuro perché un ragazzino dice che ti proteggerà? Ragazze dovete prendere seri provvedimenti. Non potete continuare a fare finta che non è successo.>>
<<Mi scusi tanto eh, Erik, ma secondo me dovrebbe farsi gli affari suoi. Lei e l'intera scuola. Noi vogliamo solo andare avanti e sperare che non accada più nulla, a nessuno di noi.>> Sara si incupì.
Faraize si sistemò sulla poltrona e mi guardò bene negli occhi.
<<Annie, almeno tu, ascoltami. Capisci che sei in pericolo e che se vogliono possono farti davvero del male? Non dobbiamo permettergli di continuare a fare quello che vogliono.>>
<<Professore, Erik, non si metta in mezzo perché potrebbe finirci dentro anche lei. Stia tranquillo, secondo me si sono calmate le acque.>> gli sorrisi.
<<D'accordo>> si arrese <<Ma se dovesse succedere qualcosa promettimi che verrai a parlarne con me. Qualsiasi cosa.>>
Non capivo perché si interessava così tanto alla faccenda ma lo apprezzai. Giurai di parlarne con lui se avessi avuto altri problemi e tornammo in dormitorio.
<<Secondo te perché è così interessato alla faccenda?>>
<<Non lo so, Sara. Forse vuole tutelarci, in fondo è una figura autoritaria, in quanto professore.>>
Mi sdraiai qualche secondo sul mio letto, ma quando aprii gli occhi erano già le sette e mezza di sera.
<<SARA SVEGLIATI!>> strillai recuperando mutandine e reggiseno puliti da mettere dopo la doccia. <<Arriveremo in ritardo!>>
Sara biascicò qualche parola ma erano lamenti più che altro.
Uscii velocemente dalla doccia e andai a cercare un abito nell'armadio di Sara. Come immaginavo non aveva niente del mio stile. Dopo l'ennesima gonna inguinale e l'ennesimo top striminzito trovai un abito lungo quasi fino al ginocchio, di un bellissimo verde acqua brillante. Lo indossai e decisi che poteva andare bene.
<<Wow.>> fece Jonas entrando in stanza.
<<Wow anche a te>> risposi ridendo.
<<Siete bellissime >> esclamò Lucas.

In auto parlammo del più e del meno, fino a quando Sara non raccontò ai ragazzi della chiacchierata col signor Faraize.
<<E poi ha detto: Chiamatemi Erik, quando siamo da soli.>> rise.
<<Non prenderlo in giro, era preoccupato.>> la canzonai.
<<Ma perché il professore di letteratura si interessa alle nostre faccende?>> chiese borbottando Jonas.
<<Perché è una brava persona.>>
Risero tutti alle mie parole ma io non stavo affatto scherzando. Lo pensavo sul serio.
Quando arrivammo alla festa l'aria era gelida. In giardino non c'era nessuno e ci stringemmo gli uni con gli altri nel tragitto dal parcheggio fino alla porta.
Quando entrammo la temperatura cambiò di botto. Fortunatamente trovammo posto su un divano e Lucas prese da bere per tutti.
Non conoscevo quasi nessuna di quelle persone ma dopo circa dieci minuti riconobbi un volto: Eleonora.
Mi alzai per andare a salutarla ma mentre facevo slalom tra la folla per raggiungerla mi accorsi che non era sola. Era con Guenn.
All'improvviso capii il perché di quel cambio drastico di personalità. Mi avvicinai lo stesso.
<<Ele!>> strillai per superare la musica.
<<Ciao Annie!>> disse lei sorridendo.
Guenn ci guardò qualche istante e poi sussurrò qualcosa all'orecchio di Eleonora.
Questa le rispose ma subito dopo si avvicinò a me.
<<Ci vediamo, ok?>>
La bloccai prendendola per un braccio.
<<Che succede?>>
<<Non vuole parlare con te, mi sembra ovvio.>>
<<Tu e la tua vocina da puttana dovete stare zitte.>> indicai Guenn.
Eleonora guardò prima me e poi lei.
<<Che succede? Adesso da nerd in rosa siete passate a schiave delle barbie?>> guardai pure le altre ragazze e tutte guardavano il pavimento.
<<Noi non avevamo alcuna vita sociale e adesso, da dopo che Guenn si è accorta di noi, la nostra vita al campus è cambiata.>>
<<E tutto questo cosa c'entra con me?>>
<<Se..uhm..>> fece Stefany <<Se facciamo parte del suo gruppo non possiamo parlare con te e Sara.>> abbassò la testa.
Guardai esterrefatta Eleonora e poi, ad una ad una, tutte le altre. Alla fine il mio sguardo cadde su Guenn che stava ridendo vittoriosa.
<<Loro sono solo delle povere ingenue a pensare che tu sei veramente una loro amica, ma sai una cosa? Me le hai portate via solo perché sei invidiosa.>>
<<Invidiosa io? Di te? Insomma guardati, Annie! E poi guarda me. Io ottengo sempre ciò che voglio, mentre tu sei solo una sfigata. Ti rode solo il fatto che adesso che le ragazze sono mie amiche l'unica perdente a scuola resti tu.>>
Scoppiai a ridere. <<Hai ragione! È vero sono rimasta l'unica sfigata della Lincoln, ma su una cosa ti sbagli: non è vero che ottieni sempre ciò che vuoi. Sei un invidiosa del cazzo e pensi di rovinarmi la reputazione a scuola solo perché ordini a delle deboli di non parlarmi più?>>
<<La reputazione te la rovini da sola ogni giorno. Adesso sei qui, tutta agghindata e pensi di essere bella? Ma fammi il piacere! Annie io non ho niente da invidiarti! Semmai è il contrario.>>
Notai che la gente intorno a noi era più interessata alla discussione fra me e Guenn che alla festa, così decisi di dare spettacolo.
<<C'è una cosa che appartiene solo a me e che tu vorresti con tutta te stessa, ma mi dispiace doverti dare una brutta notizia: nonostante i bei vestiti, le cosce perennemente al vento e i seni alzati dal pushup lui non ti vuole. Ama me.>> misi una mano sulla nuca di Jonas e lo attirai a me per baciarlo. Ci baciammo a lungo e intensamente davanti a quella bambola gonfiabile arrabbiata e lei se ne andò senza controbattere.
All'inizio pensavo che Jonas si sarebbe arrabbiato, che avrebbe fatto una scenata, che mi avrebbe mollata li, invece rise come un matto per quella scena.
Mi dispiaceva per le nerd in rosa ma le persone fanno delle scelte e loro avevano scelto di farsi prendere in giro da Guenn.
La serata proseguii fra balli scatenati e lunghi baci appassionati.
Alle cinque del mattino uscimmo da quella casa distrutti ma felici. Prima di tornare al dormitorio, visto l'orario, decidemmo di andare a vedere l'alba.
C'era freddo ma l'alcool riusciva a stemperare benissimo la frigidità.
<<Ci voleva proprio una notte come questa ragazzi!>> esclamò Sara posando il viso sulla spalla di Lucas.
<<Già..>> ammisi guardando il sole sorgere.

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