CAPITOLO 26
Non ebbi più notizie né di Scott, né di Noel, né di Jonas.
Dei primi due mi importava poco ma l'assenza di Jonas nella mia vita si sentiva forte.
Le settimane passarono lentamente e ogni volta che ci incrociavamo lui cambiava strada. Sara non faceva salire in camera nemmeno Lucas per non ricordarmi il chiodo.
Al campus le persone ormai mi conoscevano come "quella che è stata rapita" e vedere la compassione negli occhi della gente quando mi incontrava mi faceva stare ancora più male, come se non bastasse già il buco nel cuore lasciato da Jonas.
Una mattina di Marzo mi ritrovai in classe dopo le lezioni. Non avevo voglia di tornare in stanza, né di camminare in mezzo alla gente così restai lì a studiare.
Quella classe era fredda e mi lamentai un po' per i riscaldamenti mai funzionanti.
<<Che ci fa qui Signorina Baumann?>>
La voce del professor Faraize mi fece sussultare.
<<Salve prof. Volevo solo ripassare un po', se non le dispiace..>>
Era giovane, poco più di trentotto anni e a scuola lo chiamavano "professor macho" per via della sua corporatura scultoria.
<<Va tutto bene?>>
<<Si. Si, certo.>> sorrisi.
Faraize si avvicinò a me, sedendosi nel banco alla mia destra.
Mi venne il panico perché non volevo parlare dei miei problemi sentimentali proprio con il mio professore, anche se, vista la sua giovanissima età, poteva sicuramente capirmi.
<<C'entra per caso Jonas Martin?>>
I suoi occhi non erano accusatori ed ero quasi certa che non voleva giudicarmi in nessun modo.
<<Diciamo di sì>>
<<Sono un professore in pausa, quindi puoi trattarmi come se fossi tuo amico per..>> guardò il suo orologio <<altri dieci minuti.>> sorrise.
Sorrisi anch'io.
<<Stavamo insieme, poi ho combinato un casino e adesso non mi rivolge più la parola da tre settimane.>> ammisi.
<<Magari potresti provare a parlargli invece di guardarlo da lontano ogni giorno, da tre settimane..>>
Lo guardai per qualche secondo in modo confuso, poi capii.
<<Lei sembra molto più giovane quando non è in cattedra!>> scherzaii.
Lui sorrise. Era davvero una bella persona, oltre che un bellissimo professore.
<<Adesso ti saluto, resta quanto vuoi!>> fece un saluto con la mano e io ricambiai con un cenno del capo.
Aveva ragione comunque, dovevo riprendermi ciò che amavo.
Uscì dall'aula con fare deciso ma ad ogni passo qualcosa dentro di me mi ripeteva che stavo sbagliando.
Firmai il permesso d'uscita anticipata per "motivi di salute" e mi recai al dormitorio maschile over.
<<Hey bellezza dove stai andando?>> fece Lucas, mentre entravo nel palazzo.
<<Ciao Lucas. Volevo vedere Jonas..>> sorrisi e cercai di divincolarmi ma mi bloccò.
<<Forse è meglio di no.>>
<<Come scusa?>>
<<Non salire, Annie.>>
Nei suoi occhi c'era preoccupazione e io mi feci indietro.
<<Perché non devo salire?>>
<<Sara mi ha già detto quanto male sei stata e..non voglio farti stare peggio.>>
<<Spostati!>> urlai ed entrai nel palazzo quasi correndo.
Lucas non mi venne dietro ma sapevo che qualsiasi cosa avrei visto dietro la porta di Jonas lui mi aveva avvertita.
Arrivai alla camera trentadue del secondo piano e bussai.
Una, due, tre volte ma nessuno aprì.
<<Jonas apri questa cazzo di porta!>> urlai.
Continuai a bussare colpendo forte la porta con il pugno. Immaginai le cose peggiori e le lacrime iniziarono a rigare le mie guance.
Dopo circa venti minuti che stavo lì decisi di sedermi fuori la sua porta e aspettare...qualcosa.
I compagni di piano di Jonas e Lucas sapevano chi fossi e guardandomi a terra con le mani sulla faccia ogni tanto mi chiedevano se andava tutto bene, ma non andava niente bene.
<<Annie?>>
Jonas corse dal corridoio fino a me.
Scattai in piedi e lo abbracciai forte, lui per fortuna ricambiò.
<<Che è successo? Stai bene?>>
<<Io sono venuta qui, Lucas mi ha detto di non salire e tu non aprivi... Io non ne posso più Jonas! Mi manchi e ti amo da impazzire! Non ne posso più di vederti passeggiare nel campus, né di sapere che le altre pensano che adesso sei libero. Io ho bisogno di te.>> ero consapevole del fatto che sarei passata per una disperata ma non mi importava. Era così tanto tempo che lui non mi sfiorava che il solo contatto mi aveva causato un calo emotivo.
<<Vieni, entra.>>
Non ero mai entrata nella sua camera. Era piccola ma davvero molto accogliente. Sopra il suo letto c'erano poster degli AC/DC e foto vecchie del suo repertorio.
Mi invitò a sedermi e io obbedii.
<<Annie io..>>
<<Prima che tu dica qualsiasi cosa..>> mi alzai e mi avvicinai di più a lui <<Voglio sapere se provi ancora qualcosa per me.>>
<<Cosa cambia?>>
<<Cambia. Se tu provi ancora qualcosa per me io combatterò perché ti amo e sono davvero pentita di non averti detto quello che stavo facendo. Se, invece, tu non provi più niente per me io uscirò da quella porta e non mi vedrai mai più, te lo prometto.>>
Avevo paura della sua risposta ma dovevo sapere come stavano le cose.
Jonas decise di non guardarmi.
<<Mi manchi anche tu. E ti amo. Annie, io ti amo, ma questo non cambia la realtà dei fatti! Io so che non volevi fare niente di male con Scott, so che volevi solo ringraziarlo e so quanto sei ingenua ma il problema non è neanche quello che è accaduto! Ho riflettuto tanto e se sei stata minacciata, se sei stata rapita, se abbiamo rischiato che Scott facesse del male anche a te..è solo colpa mia. Io ho tanti buchi neri nel mio passato che se provassi a raccontarti tu cambieresti idea su di me e non vorresti più vedermi. Sei troppo limpida per stare con un coglione come me che nella vita riesce solo a distruggere ciò che tocca. Forse ha ragione tuo padre..dovresti tornare a casa.>>
Ricominciai a piangere.
<<Visto? Da quando ci conosciamo non ho fatto altro che darti drammi e pianti! Mi sono innamorato di te, sbagliando. Io non ti merito.>>
Le sue parole mi entrarono dentro come una lama affilata. Sentivo il dolore ma non fuoriusciva sangue.
<<Non hai mai provato a raccontarmi davvero tutto. Non puoi sapere come reagirei.>>
<<Si che lo so. Mi guarderesti con occhi diversi. Proveresti disprezzo nei miei confronti..>>
Guardava giù, ancora.
Presi il suo volgo con le mani e lo baciai.
Non mi importava nulla delle sue parole, di quello che avrei potuto pensare o di cosa sarebbe successo dopo: Io lo volevo.
Jonas non esitò a baciarmi e mi distese dolcemente sul suo letto stendendosi anche lui su di me. Mi baciava guardandomi negli occhi e io mi sentivo nel posto più bello del mondo. Finalmente le sue labbra erano di nuovo mie. Finalmente avevo le sue mani addosso.
Si tirò a sedere, restando a cavalcioni su di me e si tolse la maglia. Non avevo mai visto nulla di più bello. Si distese di nuovo e con un movimento fulmineo tolse anche i jeans. Mi prese il panico ma lo volevo anch'io.
<<Oh Annie..>> mugolò vicino al mio orecchio mentre abbassava i miei di jeans.
Con movimenti impacciati io tolsi tutto il resto e lui sorrise.
<<Jonas io..>>
Jonas si bloccò e guardandomi negli occhi capì.
<<Sarà bello, te lo assicuro.>> fece un sorrisetto malizioso e poi tornò a baciarmi il collo.
La situazione era del tutto priva di ingenuità e pensai alle sue parole per qualche istante. Jonas si muoveva su di me e i nostri respiri si fecero meno regolari del solito, quasi affannosi.
<<Sei bellissima!>> disse toccandomi proprio lì.
Come poteva un solo dito provocarmi quelle sensazioni?
Iniziò a disegnare dei piccoli cerchi e ad ogni movimento una scossa mi attraversava il corpo.
Poi prese a baciarmi di nuovo sul collo. Scese lentamente, portando le sue labbra sul mio seno. Scese ancora..
Sapevo cosa voleva fare e non volevo opporre resistenza.
<<Questo sarà ancora più bello.>> sussurrò, scendendo ancora.
Quando arrivò lì inarcai la schiena impulsivamente. Ricominciò a disegnare come dei piccoli cerchi ma stavolta con la lingua. Mi aggrappai con le mani alle lenzuola che tiravo ad ogni cerchio.
<<Mio Dio..>> gemetti.
Volevo di più. Ancora di più.
<<Vieni per me...>> disse. Era così..sexy.
Per un attimo pensai "adesso capisco perché ha tutte queste pretendenti" ma fu davvero solo un attimo perché quel piacere non lasciava libero sfogo alla mia mente, ma alla mia bile si.
Jonas tornò su e sorrise. Sorrisi anch'io.
<<Come va?>> chiese.
<<Mh.>> riuscì a rispondere io.
Ripresi a baciarlo, non resistevo. Ogni volta che si allontanava da me morivo.
Jonas non rise più.
<<Fatti più indietro!>> ordinò.
Spostai il peso verso il suo cuscino e si sollevò con me. Sentivo la sua erezione contro e la cosa mi provocava un certo imbarazzo.
<<Forse farà un po' male..>>
<<Non importa!>>
Non importava davvero. Io lo volevo.
Jonas si sistemò su di me accompagnando le mie cosce con le mani, dopodiché mi guardò con ammirazione e si morse il labbro.
<<Sei un po' bagnata..>> scherzò.
La vergogna però durò poco sul mio volto perché Jonas iniziò a spingere dentro di me.
Le prime due spinte furono dolorose ma dopodiché il dolore lasciò spazio al piacere. Jonas ansimava senza smettere mai di guardarmi negli occhi. Amavo il suo sguardo soddisfatto e amavo quello che mi stava facendo provare.
<<Ti amo, Annie..>> disse in modo malinconico.
Intrecciò le sue mani con le mie.
Dopodiché si stese vicino a me e mi abbracciò forte. Non sapevo cosa sarebbe successo ma di una cosa ero ormai ancora più certa: non volevo lasciarlo mai.
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