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CAPITOLO 21

Mi svegliai il giorno successivo con la beata consapevolezza di essere tra le mie mura, nel mio caldo letto e con tutte le persone che amavo accanto.
I ragazzi dormirono a terra, ognuno in un sacco a pelo rosa e lilla, fino a nuova sistemazione. Io e Sara nel mio letto.
<<Buongiorno dormiglioni..>> urlai dando un bacio a Jonas che apriva gli occhi.
Andai a fare la doccia e mi assicurai di essere al meglio perché quel giorno iniziava, finalmente, bene.
<<Come stai tesoro?>>
<<Sto bene papà>>
Mio fratello fece subito amicizia con i ragazzi e strattonò scherzosamente un po' me e Sara. Era bello vivere una situazione semplice.
<<Quindi è qui che sei nata e cresciuta!>> Jonas mi abbracciò.
<<Già..>> sorrisi stringendolo.
<<Più tardi andiamo a fare un giro, vi va?>> fece Lucas.
Noel non disse una parola per tutto il tempo.
Lo fissavo da un po' e mi resi conto che avevo dimenticato una cosa importante.
<<Noel perché ti hanno portato lì?>> questo guardò Jonas intensamente.
<<Non dovrei dirtelo io.. Diciamo solo che c'è stato un periodo in cui io e Jonas abbiamo avuto molto a che fare insieme. Non ero lì per caso e non per caso ci hanno rapiti proprio appena sono uscito di prigione.>> disse assumendo una smorfia di disgusto.
Guardai Jonas.
<<Molte volte, in queste settimane, mi è capitato di sentire che devi spiegarmi molte cose. Cosa non mi stai dicendo?>>
Lui si rese conto di non avere più chance.
<<Ne parliamo stasera, da soli.>>
<<No, ci siamo tutti dentro. Parla!>>
Mi guardò male ma alla fine cedette perché era giusto, e lui lo sapeva.
<<Io e Noel sancimmo un patto che prevedeva una tregua perché, come ti avevo già raccontato, capimmo che non era giusto dividere in quel modo l'intero campus e dare quell esempio ai nuovi arrivati. Siamo rimasti in trentasei, senza più novellini ne uscite di scena. Non ci sono state poi guerriglie, insulti, minacce né, soprattutto, sacrifici. Un giorno però un gruppo di noi si ribellò dandoci dei codardi e urlando al mondo che avevamo mollato solo perché avevamo paura l'uno dell'altro. Convinsero tutti del loro pensiero e ti lascio immaginare quanto sia stato difficile per noi ritrovarci da CAPO BRANCO a emarginati da quello che noi stessi avevamo creato.>>
N: <<Furono dei bastardi!>>
J: <<Ad ogni modo io e Noel eravamo finiti. Abbiamo preso subito strade diverse, io sono diventato musicista e lui si è fatto arrestare. Un anno fa è successo che alcuni di questi ragazzi hanno creato una sorta di banda che adesso si fa chiamare SSKappa.>>
<<Hanno mantenuto il logo i figli di puttana!>> disse Lucas.
<<Scusate ma cosa significa?>>
<<Solid Squad E Kappa significa King solo che comunque hanno copiato entrambi.>>
<<Comunque, dicevo.. Si sono presentati questi ragazzi ad una serata in cui suonavo al Roxy, un locale vicino al campus. Hanno fatto irruzione distruggendo tutto e urlando vendetta conto di me. Erano dieci ma ma ne riconobbi solo uno..>>
<<Mattia?>>
Jonas abbassò il capo e poi continuò: <<Si. Fu lui a picchiarmi un attimo prima di andare via. Tre di loro mi tenevano e lui mi colpiva, senza pietà. L'ho riconosciuto dagli occhi e quando è andato via gli ho urlato "Stai sbagliando Mattia!" Lui si fermò, mi guardò per un attimo e andò via. Dentro di me quella sera nacque qualcosa, Annie. Odiavo l'idea di essere preso di mira in quel modo. Odiavo l'idea di voler bene a quel ragazzo, così bene da non provare odio verso di lui. Volevo vendicarmi e così io e Noel decidemmo di ricominciare. Lui è un pazzo assetato di vendetta, non prova pena per nessuno e fece diventare anche me così, per un po'. Riuscimmo a unire altri cinque ragazzi che prima avevano fatto parte della nostra confraternita e loro avevano la nostra stessa mentalità ciò significava che erano disposti a tutto per i loro vecchi capi. Provavano ancora rispetto per noi e questo ci diede alla testa. Organizzammo un agguato proprio lì, nel covo che prima era di Noel. Ci fu una guerriglia e un paio di loro erano armati, come un paio di noi. Quella sera morirono Tony, Natan e Jo..>> deglutì al ricordo di quella notte.
<<Mio dio..>>
<<Dopo mi sono arrivate minacce di tutti i tipi e io le ho sempre ignorate ma adesso ci sei tu nel mezzo, ci sono loro e non posso più aspettare semplicemente un confronto. Devo capire chi è il capo di tutto ciò e sbatterlo in prigione oppure tutto questo non avrà mai fine!>>
N: <<Pensaci un attimo Jonas.. È morto Jo quella sera e sono iniziate le minacce, muore Mattia e inizia la vera vendetta.. Io credo di sapere chi stiamo cercando!>>
<<Chuck è dentro te lo sei dimenticato?>>
<<Chi è Chuck?>>
<<Il fratello di Joe.. Uno delle vittime di quella notte maledetta!>>
N:<<E guarda caso anche il migliore amico di Mattia.>>
L:<<Cavolo ragazzi vi rendete conto di quello che state dicendo? Non può uscire da quella struttura, né comandare una banda di pazzi incappucciati. Non è in una prigione in cui può avere colloqui è in un manicomio di massima sicurezza.>>
<<Manicomio? Jonas ma con chi abbiamo a che fare?>>
<<È finito lì per via di una brutta depressione, dopo la morte di suo fratello ha perso anche suo nonno che l'aveva cresciuto come un padre. Hanno provato ad aiutarlo ma solo lì sono riusciti a tenerlo un po' a bada..>>
<<Cavolo..>>
N: <<Urlava la notte, rideva come un forsennato al funerale di suo nonno perché diceva che la sua risata l'avrebbe fatto resuscitare. L'hanno trovato un paio di volte al cimitero a scavare perché diceva che suo nonno lo chiamava al cellulare dicendogli che gli mancava l'aria lì sotto e che doveva liberarlo. Ha pure pestato a sangue un agente una volta perché lo voleva allontanare..>>
L: <<Una volta c'è pure riuscito a riesumare il corpo ma quell'episodio fu decisivo per la sua malattia mentale..>>
<<Quindi tu non hai aiutato Mattia quella sera perché pensavi fosse una vendetta?>>
J:<<No. Io e Mattia ci eravamo riappacificati un mese prima della sua morte e, come ho già detto, avevo un debole per quel teppistello. Non sono andato da lui perché..>>
<<ANNIE!!>>
L'urlo di mio papà mi spaventò a morte. Scesi le scale senza nemmeno vederle e mi precipitai affannosamente in corridoio.
<<Papà?>>
In casa non c'era nessuno.
<<O mio dio..>>

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