
♢ Chizome - Falso eroe ♢
Avevo riconosciuto il suo volto dai giornali locali.
Un tizio, chiamato da tutti "il profeta" aveva iniziato a decretare pubblicamente l'indignazione dei falsi eroi davanti a tutti nella piazza della città.
Poteva sembrare strano, e lo era se ci si rifletteva bene, eppure vederlo li, ora davanti a me con il volto basso verso il pavimento era qualcosa che non mi aspettavo.
Era un giorno strano.
Mi ero risvegliata in una sala d'ospedale senza ricordi, li, avvolta dal mistero.
I medici mi avevano comunicato quel brutto incidente che per motivi ancora incerti il mio cervello non riusciva a trattenere.
Lo dimenticavo, così come si dimentica una matita sul tavolo la matita presto.
Eppure lui non aveva detto niente.
Era entrato con un piccolo mazzo di fiori di cui non ricordavo la specie, rossi, un rosso che non spaventava ma che allo stesso tempo non era da sottovalutare.
Ricordo ancora che i rumori erano ancora difficili da distinguere, la sua voce, la sua figura, tutto era sfocato e ancora ora ricordo molto poco di come era fatto.
- Sono Chizome - mi aveva detto senza difficoltà ad un certo punto, la conversazione era decollata bene, anche se non ero effettivamente consapevole di cosa stessimo parlando.
- Ho saputo del suo incidente...- ancora una volta mi era stato ripetuto quell'evento senza che riuscissi a memorizzare il tutto.
- Questa società è ormai in rovina - ammise mentre le sue mani tremendamente rovinate posavano i fiori vicino al piccolo comodino posto accanto al mio letto.
- Ci conosciamo? - sapevo che la gentilezza di quell'uomo era sincera, ma non sapevo chi fosse, non potevo oltrepassare quella linea se prima non avessi trovato un contesto, delle informazioni su cui potermi confrontare.
Lui scosse il capo.
- Non ci siamo mai parlati prima di adesso. Abbiamo frequentato la stessa scuola per un po' di tempo - ammise, in effetti non mi aveva trasmesso un'idea di completa apertura.
- Ora non lo siamo più? - ammisi dentro di me la freddezza di quella domanda.
Avrei potuto chiedere qualsiasi altra cosa invece che sfociare negli argomenti più complessi e spesso dolorosi.
- No, ho terminato i miei studi un po' di tempo fa - disse con fare sbrigativo.
Non ricordo esattamente la motivazione, ma per puro caso mi ero insinuata in quella voce roca, da fumatore quasi che intaccava la stanza.
Non sembrava più grande di me di molti anni, eppure la sua persona, il suo modo di parlare sembravano mascherare una vita molto più avanti della mia.
- Come si sente? - mi chiese poi, colto da un interesse quasi dovuto dalla situazione.
Annui' con la testa.
Stavo bene. Nulla sembrava fuori posto eccetto i ricordi del mio tremendo incidente.
- Sto bene, ancora un poco indolenzita ma nulla di grave - ammisi fissando i mille macchinari attaccati al mio corpo.
- Le cose cambieranno...- un sussurro usci' dalle labbra screpolate dello straniero con il volto ancora puntato verso il basso.
- Come scusi? - chiesi curiosa,
- Questo mondo verrà presto reso pulito - il suo tono era deciso, serioso, come se quelle parole stessero pensando come pietre.
Lo fissai ancora sorpresa.
- Il mondo non puo' essere ripulito, bene e male devono convivere in esatta misura - affermai con convinzione.
- Ha ragione, ma quegli eroi la' fuori che si definiscono paladini degli innocenti non sono altro che dei bugiardi. Solo il grande All Might è l'incarnazione del senso di eroismo che necessitiamo - il suo discorso per quanto fosse contorto e difficile da seguire mi sembrò incredibilmente sensato.
Avevo visto lungo i corridoi dell'ospedale una grande agitazione.
Ultimamente gli incidenti erano aumentati e per qualche strana ragione una figura misteriosa aveva iniziato a fare del male agli eroi.
La sua identità per quanto incredibilmente misteriosa era passata in osservato.
Era uno squilibrato a dire di molti, semplicemente motivato a fare qualche scherzo di cattivo gusto durante i tempi buii.
Nessuno sembrava considerarlo più di un teppista.
Respirai tranquillamente.
Per il momento sarei rimasta al sicuro, lontana da tutti quei guai e quelle problematiche inutili.
Però una volta uscita avrei dovuto farne parte anche io di quel mondo così lungo e complesso.
Lo strano individuo sembro' notare la mia espressione confusa.
Le sue mani callose si spostarono lungo la giacca fino a raggiungere una tasca squadrata.
Estrasse una sigaretta con cura cercando velocemente l'accendino.
Lo fissai attenta.
Non poteva davvero iniziare a fumare in un luogo del genere.
- Cosa c'è? - ammise non capendo il mio risentimento,
- Non si può fumare qua dentro - dissi indicando il cartello a pochi passi dal suo naso.
- Non ho mai detto che voglio fumare in questa stanza - mi riprese con un accenno di noia.
- Deve imparare ad essere meno affrettata - prosegui' poi con altrettanta tranquillità.
- Parla proprio lei che ha intenzione di ripulire questa città - ammisi ricordando il discorso di poco prima.
La situazione si era leggermente complicata.
- Sono due cose diverse, lei deve imparare a ragionare meglio o si troverà nei guai presto o tardi - ammise prima di alzarsi con un leggero sospiro.
- Credo che sia il momento di andare, si rimetta, spero di non incontrarla qua dentro una seconda volta - lo vidi uscire dalla stanza come era entrato, in puro silenzio, avvolto solo dal silenzio della stanza.
- Grazie signor Chizome - dissi, notando un'esitazione sulla soglia,
- Grazie a lei signorina...-.
Note autrice:
Eccoci qua miei piccoli fiorellini con la richiesta risultante più votata: Stain!
Mi è stata richiesta indirettamente da emiliaelucia, sicuramente non ti ricorderai più ma pazienza :P
Per oggi è tutto!
Ci rivediamo alla prossima settimana!
Alla prossima,
- Blue
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro