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Capitolo 20: Gulf, aiutami,fa male!

POV MEW



Sono passati due giorni dall'incidente e per fortuna oggi Gulf verrà dimesso dall'ospedale.


Tul pensa che non ci siano altri motivi per tenerlo ancora ricoverato, anche se ancora non si spiega i frequenti mal di testa.



Prima di dimetterlo gli faranno degli ultimi accertamenti e se tutto è nella norma, nel pomeriggio, lo manderanno a casa.



--Gulf devi avere ancora un attimo di pazienza.-- cerco di farlo ragionare mentre lui inizia a spazientirsi.


--Lo so, ma non ce la faccio più! Voglio tornare a casa.--


La sua attesa dura ben poco, perché venti minuti dopo siamo già a casa nostra.



--Non mi hai neppure detto come sta Bua! Sei sparito per andare da lei, due giorni fa, ma poi nulla!-- afferma.


--Si hai ragione, Pon mi ha trattenuto più del dovuto quel giorno. Ma tranquillo, entrambi stanno bene.--dico mentre disfo il suo borsone.


--Cosa mi stai nascondendo?-- mi chiede.


--Sono solo preoccupato e un po' spaventato per quello che è successo. Ho rivissuto il mio incidente e questo mi ha un po' scosso, spero sol...-- mi interrompo bruscamente.


Un forte mal di testa mi costringe a piegarmi in due, reggendomi la testa. Sento che sto per rivivere un altro ricordo.



Inizio flashback


È tarda notte e insieme a Gulf stiamo facendo una passeggiata. Lui mi prende in giro per aver mangiato solo pesce cotto nel ristorante di sushi dove siamo andati a cenare.


Mano nella mano ci incamminiamo verso casa, visto che è poco distante dal nostro appartamento.



Continua a schermirmi aspettando che scatti il verde al semaforo. Risate e abbracci nell'attesa di rimetterci in cammino cosa che facciamo subito quando è il nostro turno di attraversare la strada.


Ma un'auto in corsa mira dritto verso di noi.


"Che ci fa l'auto di mio padre qui?" penso e tutto accade in attimo. Spingo Gulf allontanandolo dalla traiettoria impedendo così che venga investito, prima di cadere nel buio.


Fine flashback.



--Mew! Va tutto bene?-- mi chiede preoccupato.


--No! Non è possibile! Gulf...-- la mia voce si spezza dal dolore.


--Mi stai spaventando!-- lo sento dire mentre mi prende il volto fra le mani.


--No! No! No!-- crollo, piangendo fra le sue braccia.



POV GULF


Mew, sconvolto per il suo flashback, si lascia andare su di me, ma è pensante quindi ci ritroviamo entrambi a terra. Inutile il mio tentativo di sorreggerlo dalla vita.


--Mew per l'amor del cielo, parlami! Che cos'è che ti ha sconvolto così tanto?-- insisto preoccupato.


--So chi era alla guida dell'auto che ha tentato di investirci due anni fa. Adesso lo ricordo!-- si lascia andare al pianto.


--Hey... tranquillo, ci sono io qui! Chi era?-- cerco di cullarlo in modo di calmare questo suo pianto disperato. Non amo vederlo così affranto.


--Mio padre! È stato lui...-- mi confessa.


--Cosa? Tuo padre? Ne sei certo? -- gli chiedo mentre lui continua a piangere sempre più forte fra le mie braccia --Shh... andrà tutto bene.-- cerco di calmarlo.


--Gulf... aiutami... fa male!-- dice toccandosi il petto.


--Andiamo... alziamoci. Devi calmarti.-- gli afferro il braccio, lo porto sulla mia spalla e facendo leva, ci alziamo.



Lo accompagno in bagno e, una volta tolti i vestiti, ci infiliamo in doccia. Sono certo che il getto d'acqua calda lo aiuterà a calmare i nervi. Ecco perché una volta sotto, inizio a insaponare il suo corpo.



Dopo venti minuti, finalmente, riesce a calmarsi e quindi lo trascino in camera a cambiarci.


Lo faccio distendere sul nostro letto e mi sdraio al suo fianco, facendogli poggiare la testa sul mio petto e abbracciandolo. Sono preoccupato per lui perché non ha più detto nulla da quando si è calmato.


--Mew? Che farai adesso che ricordi tutto?-- gli chiedo accarezzandogli i capelli.


--Domani andrò a denunciare mio padre.-- sussurra.


Trasalisco a questa sua affermazione, perché è l'ultima cosa che mi sarei aspettato di sentirgli dire.



--Riflettici bene per favore! Cosa risolvi? E poi non abbiamo prove a testimoniare che ci fosse lui alla guida quel giorno.-- gli faccio notare.



--Allora farò in modo di avere quelle prove! Domani andrò dai miei...-- mi dice.


Lo stringo forte a me, cercando di infondergli quanto più amore possibile.


--Ci andremo insieme, affinché capiscano, una volta per tutte, che nessuno può dividerci. Neppure la morte!-- concludo dandogli un bacio sui capelli.


--Ti amo Gulf!-- sussurra prima di addormentarsi per lo sfinimento. --Io di più Mew...-- bisbiglio anche io per poi addormentarmi subito dopo.



*********



POV MEW


Sono molto agitato per la discussione che mi aspetta una volta arrivato a casa dei miei, tanto che ho anche litigato con Gulf stamattina a colazione.



Lui insiste sul fatto che, a prescindere dalle prove che riesco a raccogliere oggi, io non debba denunciare mio padre.



Mentre per me questa è l'unica soluzione.


Così saremo liberi di amarci senza timore di esser perseguitati.


Ecco perché lui ha insistito nel voler venire con me ed io ho accettato con la promessa che ci sarà solo un confronto oggi, quello fra me e mio padre. Sinceramente non so se riuscirò a mantenere la calma. Ma soprattutto, dovrò cercare di non aggredirlo sia verbalmente che fisicamente, altrimenti non otterrò nulla da lui.



Una volta arrivati a casa dei miei è la governante ad aprire la porta, accompagnandoci in salotto dove i miei sono intenti a fare colazione.



--Mew! Che bella sorpr...- inizia a dire mia madre ma, non appena vede Gulf vicino a me, si immobilizza.



--Che diavolo ci fa lui qui? Ti ho detto che non è il benvenuto in casa nostra!-- urla alzandosi dalla sedia e indicandolo.


--Tesoro calmati per favore!-- le dice mio padre afferrandole la mano e trattenendola.


Che ipocrita! Il sangue mi arriva al cervello e Gulf se ne accorge perché mi stringe la mano richiamando la mia attenzione.



Faccio un respiro profondo, con tutta la calma che possiedo, prima di parlare.



--Mamma se non vuoi perdermi come figlio farai meglio a sederti e ad ascoltare quello che ho da dirvi.-- annuncio mentre lei si risiede a tavola, incavolata.



--Ho finalmente ricordato cos'è successo il giorno del mio incidente avvenuto due anni fa.-- inizio e, mentre mia madre mi guarda un po' sorpresa, noto mio padre cambiare espressione --So per certo che in quell'incidente sono stato solo una vittima collaterale. Il vero obbiettivo non ero io, ma piuttosto Gulf.-- espongo la mia tesi ma vengo fermato da mia madre.


--Non capisco perché tu sia venuto qui, di primo mattino, a dirci un qualcosa che non ci importa! Per me quello zoticone può anche morire!-- urla ancora arrabbiata con me per averlo portato a casa.


--Mamma! Chiama ancora Gulf in quel modo e vedrai tuo marito dietro le sbarre!-- ruggisco non riuscendo più a trattenermi.


Mio padre trasalisce e, senza fiatare, tiene lo sguardo basso.


--Non capisco! Che c'entra tuo padre con quel... quella persona?-- mia madre è alquanto sorpresa.


--Cerchiamo di calmarci tutti quanti per favore.-- parla con calma Gulf.


--Calmarci? Non capisco cosa sta succedendo qui, ma so per certo che non ti voglio in casa mia!-- continua ad aggredirlo.


--Mamma! Gulf è l'uomo che amo! Ficcati bene in testa che sarà sempre al mio fianco!-- ribatto.


--Mew sei nostro figlio e noi vogliamo solo il tuo bene!-- dice mio padre.


--Il mio bene? Sei sicuro? E come, sentiamo! Investendo l'uomo che amo? Dopo il mio "incidente", vivere senza Gulf per due anni non è stato un bene! E di certo vivere il resto della mia vita senza di lui non sarà un bene per me!-- sentenzio mentre vedo mio padre iniziare ad innervosirsi.


--Ma di che stai parlando? Due anni fa è stato solo un incidente! Di che ci accusi?? Per l'amore del cielo Mew, sei mio figlio non potremmo mai farti del male!-- continua a dirmi mia madre che stremata di siede sul divano con gli occhi lucidi.


--Un figlio che non amate! Perché se lo faceste, sareste contenti di vedermi felice con lui! Gulf è questo, è la mia felicità! Tentare di ucciderlo non rientra nelle dimostrazioni di amore!-- li accuso mentre il mio compagno mi afferra la mano destra, tentando di calmarmi.



--Ma perché continui a dire che abbiamo tentato di ucciderlo?-- chiede irritata adesso.


--Questa è una domanda che dovrebbe fare a suo marito.-- risponde freddamente Gulf.


--Tesoro, ma di che stanno parlando?-- domanda mia madre rivolta al marito.


--Si, papà... racconta alla mamma cosa è successo la sera in cui sono stato investito! Racconta!!-- incalzo.


--Non penserai che tuo padre centri qualcosa?!-- mi chiede sorpresa mentre mio padre va a sedersi al suo fianco.


--Non lo penso, ne ho la certezza!-- urlo rivolto verso di lui.


--Mew calmati.-- mi sussurra Gulf.


--Mew Suppasit Jongcheevevat sei impazzito per caso? Tuo padre è innocente! Come puoi solo pensarlo?! È stato lui a metterti questa assurda idea in testa?-- mi chiede indicando Gulf con un dito --Devi smetterla di farti manipolare da questo bamboccio!-- lo insulta ancora una volta, mentre mio padre le afferra le mani per cercare di frenarla.


--Adesso basta! Non vi permetterò più di insultarlo! Pà lo racconti tu, oppure vuoi che la mamma lo scopra da me come hai cercato di farlo fuori per ben due volte?-- chiedo abbastanza irritato.


--Mew io...-- sussurra lui.


--Adesso basta figliolo! Non ti permetto di accusare così tuo padre...-- afferma poco convinta.


--Io non ho più un padre! Ha perso quel diritto nel momento stesso in cui ha tentato di uccidere l'uomo che amo!-- gli urlo in faccia.


--Smettila di accusarlo! Come puoi solo pensarlo?--


--Signora, l'unica cosa che vorrei di più al mondo è che Mew non soffrisse... e mi creda se le dico che al momento non è così, perché sta soffrendo da quando ha iniziato a ricordare. Ed io non c'entro nulla con tutto questo! Mew sta semplicemente riacquistando la memoria.--asserisce con calma Gulf.


--Sei un bugiardo! Ammettilo! Da quando Mew ti ha rivisto non lo riconosco più!-- inizia a piangere.


--Adesso basta! Gulf è l'unico che è stato al mio fianco senza mai, e dico mai, chiedermi nulla in cambio!-- affermo arrabbiato --Tu volevi a tutti i costi dei nipoti da me e tu papà... sei stato più subdolo di lei!-- esplodo.


--Mew chiedigli subito scusa!-- mi ordina.


--Ora basta! Avete finito di controllarmi l'esistenza! Amo quest'uomo più della mia stessa vita quindi fatevene una ragione!-- gli comunico afferrando il mio uomo per le mani e dirigendomi verso l'uscita.


--Mew!-- urla lei alzandosi.


--Tesoro adesso basta! Mew ha preso la sua decisione è inutile parlargli!-- si gira verso di me --Tua madre però ha ragione, da quando hai conosciuto questa persona non ti abbiamo più riconosciuto!-- mio padre inizia a sbottonarsi --Perché non puoi essere un uomo normale?-- mi accusa buttando, finalmente, giù la maschera.


--Mew è un uomo più di quanto non lo sia lei! Che ipocrita!-- esplode Gulf prima che io mi possa difendere.


--Figliolo, porta subito fuori questa persona da casa mia, prima che io perda del tutto la pazienza!--


--Attento papà! Perché se minimamente provi a sfiorarlo con le dita, ti farò pentire amaramente della cosa! In fondo sono tuo figlio... posso diventare spietato tanto quanto te!-- lo minaccio mettendomi di fronte a lui e afferrandogli il bavero della giacca.


--Tesoro... basta!-- mi trattiene Gulf.


--Ringrazia il cielo che con me ora ci sia lui, perché altrimenti non mi sarei controllato!-- sibilo a denti stretti lasciando la presa sul suo collo.


--Vi avverto! State lontani dalla mia vita e da quella di Gulf perché altrimenti vi renderò la vita un inferno!-- concludo prendendo le sue mani tra le mie.



--Io volevo solo proteggerti!-- urla mio padre.


--Sta lontano da lui! O ti denuncio alle forze dell'ordine con l'accusa di tentato omicidio!-- dico prima di sentire qualcosa che non vedevo l'ora di ascoltare.


--Non volevo ferirti! Due anni fa lui doveva essere da solo su quelle strisce, non con te!-- ammette con un tono di scuse.



--Lo credo bene! Volevi uccidere solo lui! Beh rassegnati Pà! Sposerò quest'uomo non appena le carte di divorzio saranno convalidate!-- comunico loro, sentendo trasalire Gulf.


Certo, questa richiesta non doveva esser fatta in questo modo, ma in fondo è quello che voglio.


--Non posso permettertelo! Non puoi spostare un uomo!-- dice sotto shock.


--Certo che posso e tu ne resterai fuori, altrimenti ti denuncio!-- chiarisco.


--Non puoi! Non prove hai prove contro di me!-- afferma mentre stiamo per uscire.



Mi fermo, mi volto molto lentamente e con uno sguardo glaciale lo zittisco.


--Chi ti dice che io non le abbia?-- mi giro nuovamente verso la porta, uscendo da quella casa con il cuore pesante, perché in fondo sono pur sempre i miei genitori.


*****************************
Ed eccolo finalmente il penultimo capitolo. Perdonate questo ritardo ma ho avuto una stagione lavorativa che mi ha sfinita. Spero di riuscire a postare l'ultimo capitolo presto e nel frattempo vi ringrazio per ogni singolo messaggio, stellina e conforto ricevuto . Un enorme ringraziamento anche alla mia adorata SilviaRontini che mi sta supportando e sopportando con la stesura di questa storia.

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