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24

Le istruzioni erano state chiare, io e papà dovevamo finire l'operato che avevo iniziato io stessa.
Scappare dalla torre era stato abbastanza facile, l'unico problema era Steve che era a conoscenza dei nostri intenti.

"Dobbiamo far sì che non rovini il piano." dissi aiutando papà a portare il corpo addormentato di Steve nella sua stanza. "Propongo di chiuderlo da qualche parte."

"No, userebbe Friday per chiamare aiuto." ribatté lui. "Dobbiamo far sì che non parli." spiegò prendendo del nastro adesivo per poi passarlo sulla sua bocca. "Non penso aiuterà." borbottò poi rimuovendolo.

"Se posso permettermi." feci sdraiare Steve a pancia in giù per poi poggiare il mio gomito verso le ultime vertebre. Presi un grosso respiro e colpii più forte che potei, notai la sua schiena irrigidirsi per poi sciogliersi gradualmente. "Dovrebbe rimanere così per 12 ore circa."

"Questo non lo insegnavano nell'HYDRA." borbottò Bucky.

"Tu sei forte e tozzo, io sono gracile, dovevo lavorare su astuzia, agilità e punti deboli." alzai le spalle.

L'avevamo quindi chiuso in camera e avevamo disattivato le fotocamere e i microfoni, se le cose andavano come previsto, non l'avrebbero notato prima dell'una di pomeriggio.

Al momento stavamo volando con uno dei loro queenjet, la destinazione era chiara. "Ripetimi cosa voleva quella pazza." mi chiese papà.

"È così che possiamo contattarla." mormorai tirando fuori il walkie-talkie di Peter.

Papà corrugò la fronte. "E questo dove l'hai preso?" domandò confuso.

Alzai le spalle. "Lunga storia." dissi semplicemente per poi girare la rotella e raggiungere il canale dell'HYDRA, sospirai sentendomi a disagio. "Voglio parlare con Amanda." richiesi, ma non ottenni risposta. "Non dirò di essere leale all'HYDRA, Amanda ci ha chiesto di contattarla." sputai acida.

"Bene, bene, bene." sentii la sua voce da serpe. "Sapevo avreste chiesto di me." canticchiò con fare orgoglioso.

Bucky passò una mano sulla fronte. "Voglio solo sapere cosa vuoi in cambio delle memorie." disse senza mezzi termini.

Ci fu una pausa. "Mi serve che la missione venga portata a termine. RB303, cara, puoi farmi un riassunto dell'ultima spedizione?"

Serrai la mascella, l'ultima cosa che volevo era ritornare ad essere il suo animaletto. Guardai papà che annuì come a dirmi di fare ciò che aveva chiesto. "Ultima spedizione, il dottor Jackyll Tevis è stato condotto alla base dell'HYDRA assieme a vari progetti come il suo siero potenziante." presi un sospiro. "Il siero può essere utilizzato per svariati motivi, tra cui la produzione di armi, ma solo il dottor Trevis sa come utilizzarli." finii di spiegare sotto lo sguardo scandalizzato di papà.

"Molto bene." si complimentò Amanda. "Ebbene, il dottor Trevis non era altro che il braccio che aveva aiutato nella realizzazione del siero. Il nostro obbiettivo è lo scienziato Fenner."

"Cosa dobbiamo fare?" domandò papà ormai stanco.

"Portarlo da noi." rispose come se fosse la cosa più ovvia di sempre. "Niente testimoni."

Mi schiarii la gola. "Prenderemo il dottor Fenner, ma lo porteremo dove vogliamo noi. E verrai tu stessa... da sola." misi in chiaro.

"Altrimenti?"

Io e Bucky ci lasciammo uno sguardo d'intesa e lui annuì. "Altrimenti ucciderò personalmente il dottore." minacciai. "E sai che ne sono capace, me l'hai insegnato proprio tu."

Ci fu silenzio per qualche attimo, poi una risposta. "Va bene allora, date voi il posto. Voglio il dottore entro un giorno."

"Le mie memorie." ribatté Bucky. "Se non le riavrò, non consegneremo assolutamente niente."

"Vuole il dottor Fenner, è lo scienziato a capo dell'invenzione del siero." spiegai. "La mia missione sarebbe dovuta finire dopo aver convinto il dottor Trevis a collaborare." incrociai le braccia al petto. "Mi spiace così tanto per quel pover uomo."

Lui mi guardò dispiaciuto. "Lo stiamo facendo per una buona causa, non ho intenzione di uccidere nessuno." mi rassicurò.

"Pensi che ci ridaranno le tue memorie così facilmente?" domandai preoccupata.

Il queenjet atterrò dietro un bosco, Bucky sospirò e mi guardò impaurito. "Lo spero." lasciò il volante. "Altrimenti ci sarà un solo morto." mormorò caricando la sua pistola.

"Ok." borbottai, misi la mano nella tasca della mia tuta e tirai fuori la spilla avvelenata, la guardai e deglutii.

Un solo morto.

**

"Come hanno fatto a sapere del nostro arrivo?" domandò Bucky spingendomi dietro ad un cespuglio, la casa era di fronte a noi, ma era circondata a agenti e cani.

"Trevis." sussurrai. "Devono aver saputo del suo rapimento, stanno cercando di proteggerlo, sanno che il siero nelle mani dell'HYDRA sarebbe pericoloso." tirai fuori dallo stivale una granata. "Rilascerà un gas che dovrebbe lasciarli privi di sensi."

Bucky annuì e prese due oggetti dalla sua uniforme. "Per respirare." spiegò porgendomene uno. Entrambi avevamo indossato le uniformi dell'HYDRA e la cosa mi metteva a disagio più di quanto pensassi. "Prima finiamo, prima potremo tornare a casa."

Presi il filtro e lo infilai in bocca, questo si aprì e andò a poggiarsi sul mio naso. Mi alzai velocemente e lanciai la granata che andò ad esplodere proprio sulle guardie. Papà li raggiunse e controllò l'area per poi farmi cenno di raggiungerlo.

Usai la suola del mio stivale e ruppi la finestra in mille pezzi, entrammo nella casa che sembrava quasi vuota. "Io penserò allo scienziato, tu evita che le guardie ci trovino."

"Sei sicura?" domandò lui.

"Penso che seguirà più volentieri una ragazzina, piuttosto che un uomo grande e grosso come te." gli diedi una pacca sulla spalla. Mi fece un cenno in risposta per poi camminare nella direzione opposta alla mia.

Controllai l'orologio, erano le 5 del mattino, era probabile che stesse dormendo, no? Camminai velocemente attraverso i corridoi di quella villa enorme.

Presi una pistola dalla mia cintura e la caricai con una sola pallottola che mi sarebbe servita da dimostrazione. Aprii qualche porta, ma trovai quasi sempre una stanza vuota. "Questo labirinto mi sta stufando." raggiunsi l'ennesima porta e la distrussi con un calcio, all'interno trovai un uomo seduto sul letto mentre mi guardava spaventato. "Mi scusi." borbottai osservando la porta. "Mi ero stancata di aprirle e richiuderle."

"Non fa niente." rispose con vice tremante, era abbastanza anziano, gli avrei dato sui 70 anni massimo. "Cosa vuoi?" domandò poi cercando di darsi un contegno.

Tolsi il filtro dalla bocca e lo riposi nella mia cintura. "Ho bisogno di parlare con lei, ora." dissi avvicinandomi al letto.

"E se non volessi?" chiese, alzai gli occhi al cielo per poi prendere la pistola che avevo caricato precedentemente e sparare un colpo sul soffitto, questo fu abbastanza da farlo sobbalzare sul posto. "Molto convincente." commentò.

"Ho un'altra pallottola per te." mentii puntando la pistola verso di lui. "Ora possiamo parlare?" domandai.

Lui mi sorrise. "Sciocca ragazzina, con quello sparo hai fatto capire ai miei vigilanti dove ti trovi, arriveranno in men che non si dica." ridacchiò.

"Scusi dottore, non ho tempo per queste cose." riposi la pistola nella cintura. "Ho uomini sparsi dovunque, si preoccuperanno loro dei suoi vigilanti." gli sorrisi. "Ora però mi deve seguire." lo afferrai dal polso.

"No! Esigo che mi si porti rispetto!" urlò dimenandosi, la mia stretta era per lui troppo forte, così decise di darmela vinta. "Posso per lo meno cambiarmi e non rimanere in pigiama?"

Sbuffai. "Va bene, le do 5 minuti." mi girai dandogli le spalle, lo sentii andare verso l'armadio e prendere dei vestiti per poi iniziare a cambiarsi. Poi sentii qualcosa scivolare contro il legno dell'armadio. "Le consiglio di non prendere decisioni avventate, non sono qui per farle del male." ma quando mi girai lo vidi puntarmi contro una pistola. "La metta a terra." gli ordinai.

"No, no." disse tra l'impaurito e il divertito. "Ora sono io a comandare." la caricò. "Hai capito?"

Con uno scatto rapido mi buttai verso di lui, la pistola cadde dalle sue mani e fui in grado di afferrarlo dal colletto della camicia che si era appena messo. "È pazzzo? Le ho detto che non voglio ucciderla!" gli urlai contro. Lui mosse la mano a terra e recuperò la pistola per poi sparare senza prendere la mira, il proiettile sfiorò il mio braccio rovinando la mia uniforme e procurandomi una ferita lieve. "Figlio di puttana." esclamai per poi dargli un pugno dritto in faccia che gli fece perdere i sensi. "Accidenti." borbottai.

**

"Ti giuro che non è morto." ripetei per l'ennesima volta. "Gli ho solo dato un pugno, mi sono arrabbiata dopo che mi ha sparata." ammisi continuando a disinfettare la mia ferita.

"Ringrazio il cielo che il vecchio non abbia mira." mormorò Bucky guardando il dottore che stava sdraiato sul pavimento. "Come ci muoviamo?" domandò poi con un sospiro stanco.

"Non lo so." ammisi. "Sono quasi le 9 di mattina, Steve si sveglierà tra poche ore ormai." realizzai tristemente. "Pensi che gli altri si arrabbieranno?"

Bucky passò una mano tra i capelli. "Dipende da come ci giochiamo questo scambio." si inginocchiò vicino al vecchio e lo scosse. "Avanti, svegliati."

"Wo!" l'uomo aprì gli occhi di scatto per poi guardarsi attorno spaesato. "Dove sono?" mormorò per poi guardarmi. "Tu."

Annuii. "Mi spiace per la botta, è stato fortunato a non avere un livido dove l'ho colpita."

Fenner passò una mano sulla sua guancia. "Tu e il tuo fidanzato avete degli strani modi." commentò guardandoci confusi.

Bucky scoppiò a ridere e tornò al volante dopo aver tolto il pilota automatico. "È mio padre." chiarii, il mio fidanzato adesso si trovava probabilmente a scuola e speravo con tutto il cuore che fosse al sicuro e che non sapesse niente di questo nostro piano.

"Ah." si fermò a guardarmi. "In effetti c'è una certa somiglianza." annuì in accordo. "Cosa volete fare ora che mi avete in ostaggio?"

"Dovrebbe ringraziare Dio che l'abbiamo presa noi e non l'HYDRA in persona." disse papà a voce alta.

"Non siete con l'HYDRA?" domandò confuso lo scienziato.

"Lo eravamo." spiegai. "Ora siamo nella stessa barca." mi avvicinai a lui. "L'HYDRA vuole lei, in cambio ci daranno qualcosa a noi vitale. Se riusciamo a collaborare potremo far sì di poter prendere ciò che vogliamo ed evitare che lei finisca nelle loro mani."

Lui mi guardò dritta negli occhi. "Sono tutto orecchi."

**

Il punto d'incontro era la stazione principale di New York, io e papà ne avevamo discusso a lungo per poi accordarsi su un luogo pubblico. In questo modo l'HYDRA si sarebbe dovuta esporre in caso avessero in mente un tranello e noi eravamo abbastanza vicini alla torre.

Ormai erano le 12 in punto, se Steve non si era ancora svegliato per dire a tutti della nostra fuga, sarebbero stati i telegiornali ad avvisarli.

"Siamo pronti?" domandai ai due uomini che si stavano preparando, papà finì di caricare la sua pistola per poi annuire. "Amanda vorrà che sia io a portarle il dottore." sospirai per poi raggiungere il vecchio. "Dovrebbe già iniziare a mettere in bocca la pastiglia."

Lui sospirò. "È stato un onore aiutare il mondo, me ne andrò con dignità." disse per poi prendere la capsula che gli avevo dato precedentemente e metterla sotto la lingua. "Mi spiace solo debba finire così."

Eravamo giunti ad una conclusione, il dottore nelle mani dell'HYDRA era troppo peeiricoloso, così ne parlammo per ore fino ad arrivare ad un piano.

"Il siero da solo non serve a niente." spiegò Fenner accarezzandosi il mento coperto da uno strato di barba. "Per usarlo c'è bisogno di un altro elemento che solo io conosco."

Bucky corrugò le sopracciglia. "E il suo aiutante? Trevis?" domandò evidentemente confuso.

L'uomo ridacchiò. "Quel vecchio rimbambito si prese tutto il merito ai tempi, la verità è che non sa niente! Mi ha venduto subito alll'HYDRA perché sa di non poterlo fare da solo." continuò a ridere. "Vorrei proprio vederlo."

Papà mi lanciò un'occhiata e sospirai. "Non possiamo consegnarla nelle loro mani, potremmo prendere un altro uomo e spacciarlo per lei. Sono sicura che troveremo un nascondiglio dove nessuno la troverà." ideali.

Fenner scosse la testa. "Sei una cara ragazza, ma penso sia tempo per me di lasciar posto a nuovi scienziati." si alzò in piedi. "Consegnatemi pure, prendete ciò che vi serve e uccidetemi prima di scappare." finì il discorso lasciandomi a bocca aperta. "Che c'è? Ormai ho quasi 70 anni, ho già vissuto i miei anni migliori."

Annuii capendo il suo discorsi. "Va bene, escogiteremo un modo." mormorai per poi andare a sedermi di fianco a papà. "Ti sembra un buon piano?" sussurrai.

Lui annuì lentamente. "L'avrei ucciso anche se non avesse voluto." confessò per poi guardarmi negli occhi. "Ricordi? Un morto soltanto."

La stazione era piena di persone, strinsi la mano di Fenner nel momento esatto in cui notai la figura di Amanda seduta sulle panchine d'attesa, presi un grosso sospiro e la raggiunsi.

Una volta vicina notai un livido sul suo zigomo nonostante avesse del correttore sopra, qualcosa mi diceva che i suoi superiori non erano molto felici. "RB303." mi salutò una volta seduta di fianco a lei. "Dov'è Barnes?" domandò poi.

La guardai con la coda dell'occhio. "Mi copre le spalle, così come stanno facendo i tuoi uomini." commentai notando due cecchini. "Ho il dottor Fenner, dove sono le memorie?" cambiai argomento.

Lei sorrise per poi tirare fuori una scatola dalla borsa. "Basterà inserirli nel macchinario giusto." mormorò poggiando il contenitore ai miei piedi, rimasi ferma per evitare movimenti bruschi che potessero allarmare i cecchini. "Perché non torni nell'HYDRA?" chiese d'un tratto facendomi voltare a guardarla. "Guardati, hai completato la missiome in metà tempo, sei nata per questo. Cosa vuoi? Una stanza migliore? Un trattamento speciale? Posso fartelo avere."

Morsi l'interno guancia, la mano destra scavò nella tasca della felpa e strinsi la spilla nella mia mano, non potevo fare niente e lo sapevo benissimo. "Ti servirei solo far paura ai tuoi colleghi, hai sempre avuto la mia protezione." parlai freddamente. "Non sei nessuno per me. Prendi il dottore e vattene." mi abbassai e raccolsi la scatola per poi alzarmi.

"Stai sprecando le tue potenzialità." commentò osservandomi, poi si girò verso il dottore. "Mi segua."

Fenner mi fece un cenno con la testa e annuii, lo vidi muovere la mascella e capii che aveva appena morso la capsula. Era il momento per me di andarmene e anche velocemente, non avevo la più pallida idea di quanto tempo gli restasse prima che il veleno iniziasse a fare effetto. Puntai lo sguardo verso i cecchini posti al piano superiori e notai i loro corpi cadere a terra, segno che papà li aveva stesi. "Hai 10 secondi." parlò attraverso l'auricolare e velocizzai il passo.

"Dottore?" sentii chiamare, mi girai e vidi Amanda scuotere il corpo inerme dell'uomo, si girò a guardarmi. "Non lasciateli scappare con le memorie!" urlò indicandomi.

"Oh-oh." mormorai infilando la scatoletta nella mia felpa, feci in modo che fosse messa tra il reggiseno e la mia pelle in modo che non cadesse, presi la mia pistola dalla cintura e mi fermai dopo aver adocchiato un paio di uomini armati venire verso di me, mi puntarono contro le loro armi, ma fui rapida a schivare i loro colpi e sparargli contro. Il rumore dei spari si sparse nell'edificio e le persone iniziarono a correre allarmate e cercare di scappare per ripararsi. "Se Steve non ha detto niente agli altri, sono sicura che questo prenderà la loro attenzione."

"Una donna alle tue 3." m avvertì papà, mi girai giusto in tempo per schivare una freccia, sospirai per poi correre incontro all'agente e iniziare uno scontro frontale. Era veloce nelle sue mosse, ma io ero più forte, mi bastarono un paio di colpi al collo e alle gambe per lasciarla a terra. "Ricorda, non uccidiamo." mi ricordò Bucky.

"L'ho solo paralizzata." borbottai. "Dove sei?" squadrai la zona e lo vidi combattere contro altri agenti. "Serve aiuto?" chiesi iniziando a camminare verso di lui.

"No." rispose lui nonostante il suo fiatone, sparò l'ultimo uomo nella gamba e si fermò a prendere aria. "Prendi le memorie e vattene." ordinò per poi correre verso altri agenti.

"Certo." mormorai mettendo il cappuccio della felpa in testa. "Devo solo fare una cosa." mi allontanai velocemente e uscii dall'edificio, il nostro queenjet era parcheggiato alla torre, eravamo arrivati utilizzando una delle auto di Stark, vidi la macchina parcheggiata di fronte alla stazione, ma decisi di lasciar perdere e corsi verso il mio obbiettivo: Amanda. Stava camminando velocemente lungo il marciapiede sperando di non essere notata da nessuno, peccato io riuscissi a distinguerla dalla massa, le corsi incontro per poi saltarle addosso facendola cadere. "Sorpresa."

Lei spalancò gli occhi guardandomi spaventata. "Mi servono rinforzi." mormorò nel suo piccolo microfono, lo presi nelle mie mani e lo ruppi facilmente. "Cosa vuoi fare? Non sei riuscita ad uccidermi l'ultima volta, ricordi?" sorrise disperata.

"È vero." annuii dandole ragione. "L'ultima volta mi hanno fermata, adesso non mi sembra ci sia qualcuno." infilai la mano nella mia tasca e tirai fuori la spilla. "Ti ricordi di questa?" chiesi, tolsi il cappuccio dalla testa. "Me l'avevi data nella speranza che uccidessi mio padre con questa." raccontai.

"Cosa vuoi fare? Mettila via." cercò di muoversi e scappare dalla mia presa.

Sorrisi. "Ho deciso di usarla per uccidere mia madre." aprii la spilla facendo apparire l'ago. "Che dici mamma?" domandai portando l'oggetto vicino alla sua guancia.

Lei si fermò immobile, mi guardava spaventata, uno sguardo che non avevo mai visto prima d'ora. Pressai leggermente la punta sul suo zigomo facendo apparire una goccia di sangue, dopo di che portai l'ago giù verso il collo dove le bucai la pelle. Amanda sobbalzò dal dolore, le sue labbra si fecero subito di un colore bluastro, mi guardò consapevole della sua fine. "Hail HYDRA." mormorò poco prima di chiudere gli occhi e lasciarsi andare sull'asfalto.

"Una serpe uccisa dal suo stesso veleno." Commentai tirandomi su, portai due dita sul suo collo ma non trovai alcun battito. "È l'unica fine che ti meritavi di fare." dissi acida per poi ritornare alla stazione, la nostra macchina era stata già messa in moto.

Salii sul sedile del passeggero di fianco a papà. "Dov'eri?" chiese lui preoccupato iniziando a guidare.

Alzai le spalle per poi prendere la scatola e porgergliela. "Quante morti avevo detto che potevamo avere?" risposi con un'altra domanda.

Bucky prese l'oggetto e lo posò sul cruscotto per poi guardarmi confuso. "Una."

Sorrisi poggiando la testa sullo schienale. "Ora sono due."

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