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20

*doppio aggiornamento perché mi sentivo ispirata*

Peter non era mai stato il tipo di ragazzo da saltare scuola, nonostante il suo malumore decise comunque di presentarsi a lezione. May era stata molto comprensiva: "I problemi di cuore da giovane posso essere davvero duri, sentiti pure libero di rimanere a casa se hai bisogno."

Ma non era il suo caso, le lezioni sembravano essere il modo migliore per evitare di pensare ad altro.

La sera prima era rimasto deluso, ma più ci pensava più si sentiva in colpa. Gli sembrava di essere Tony dopo che aveva scoperto che era stato Bucky ad uccidere i suoi genitori, eppure stava provando a rimanere positivo. Steve stesso un giorno gliene aveva parlato.
"Bucky è stato usato per anni, la sua mente lavorava solo per accettare ordini. Se qualcuno gli diceva di uccidere una determinata persona, lui non poteva rifiutare, è come se fosse stato impostato a farlo." gli aveva spiegato una sera dopo che Bucky era andato a dormire senza aver toccato cibo. "Non so quanto ci vorrà per tornare quello che era una volta, sta realizzando tutto il male che ha fatto solo adesso."

Peter era sicuro che la stessa cosa fosse successa a Renata, lei stessa aveva ammesso di essere stata addestrata ad uccidere per l'HYDRA. Ma non era quello che aveva ferito il ragazzo, non sarebbe riuscito a prendersela per così poco, quello che lo stava distruggendo era il fatto che lei non gliene avesse parlato prima, che non gli avesse detto dell'agente che l'aveva avvicinata o del suo piano.

Erano amici, no? Anche se non era ciò che voleva lui, Peter aspirava a qualcosa di più serio nonostante le parole di Tony.

Ricordava quella chiacchierata molto chiaramente, era successo poco dopo che Renata era andata in camera sua con Loki per lavorare sulle sue memorie. "Peter." l'aveva richiamato il sig. Stark. "Ragazzo, devi capire che io voglio il tuo bene." aveva iniziato.

"Signore, non capisco." aveva risposto lui. "Renata non è per niente come il sig. Barnes."

Tony aveva scosso la testa con un sospiro. "Sei troppo accecato dai tuoi sentimenti per vederlo, ma Renata è la copia esatta di Bucky." cercò di farlo ragionare. "È una bomba pronta a scoppiare. Stare con lei farebbe del male a te e a lei."

"Non vedo come." aveva risposto innocentemente.

Tony sembrò esitante, ma decise di fare ciò che suo padre aveva sempre evitato di fare: aiutarlo. "Immagina: tu e Renata vi fidanzate, poi un giorno si sveglia e torna ad essere il supersoldato di prima e cerca di ucciderti? Cosa farai? La colpirai?" alzò la voce, non se n'era neanche accorto, così decise di darsi una calmata. "Bucky qualche settimana dopo essersi trasferito qui ha avuto un po' di ricadute, si svegliava urlando perché pensava di essere ancora nell'HYDRA e cercava di scappare."

Peter spalancò gli occhi, non aveva mai pensato a qualcosa del genere. "Ma Loki-"

"Lui può aiutare con le memorie, non penso possa modificare un cervello." lo fermò Tony. "Sono persone rotte dentro, ma non sono curabili."

Ancora adesso Peter faticava a reggere il filo di quel discorso, ai suoi occhi Renata era perfetta e non c'era assolutamente niente da cambiare in lei.

"Amico, hai un aspetto orribile." commentò Ned durante l'intervallo, mancava ormai un'ora di lezione prima di poter tornare a casa e Peter era stanco.

"Grazie." rispose sarcastico, decise di ignorare le parole di Ned riguardanti una fiera riguardante film e cercò di ricordare quale fosse la prossima lezione a cui doveva partecipare.

"Hey ragazzi." Michelle li raggiunse, aveva un mezzo sorriso e sembrava voler qualcosa da loro, ma il ragazzo decise di cercare di ignorarla. "Sapete qualcosa di Renata?" domandò poi. "Le ho dato il mio numero, ma non ha mai chiamato."

Peter fece una breve risata che prese l'attenzione della ragazza. "Lei non ha un telefono, se la conoscessi, lo dovresti sapere." commentò acido.

Michelle corrugò le sopracciglia, non capiva cosa stesse succedendo al suo amico, da un po' di tempo aveva iniziato a trattarla con freddezza e lui era definito il più gentile del gruppo. "Qual è il tuo problema?" domandò ormai stanca di sentirsi ogni volta rispondere male.

"Qual è il tuo di problema!?" Peter quasi le urlò contro chiudendo l'armadietto di scatto. "Fino a qualche mese fa ti venivo totalmente dietro, ma non sembravi neanche voler guardarmi in faccia! Adesso, invece, sei sempre a cercarmi per chiedermi di Renata." le fece notate.

Lei spalancò gli occhi, non si aspettava qualcosa del genere. "Mi spiace..." mormorò non sapendo esattamente cosa dire. "Non pensavo che tu... insomma..."

Lui scosse la testa. "Tu non mi interessi più." confessò facendole tirare un sospiro di sollievo. "Però continui ad andare dietro alla ragazza che mi piace adesso." la guardò male.

"Renata?" cercò conferma, lui annuì e lei si bloccò. A pensarci bene aveva notato uno strano comportamento da parte sua, ma non aveva mai pensato che potesse piacergli una ragazza come Renata. D'un tratto scoppiò in una risatina. "Ora capisco tante cose."

"Cosa vorresti dire?" domandò lui sentendosi offeso, avrebbe voluto sembrare intimidatorio, ma Michelle era più alto di lui e solo adesso si era reso conto che la competizione era molto alta.

MJ scosse la testa. "La sera che sono uscita con Renata, ho provato a baciarla, ma lei mi aveva fermata dicendomi di essere confusa. Adesso capisco il perché, anche lei prova qualcosa per te." annunciò infine.

Peter sembrò rilassarsi subito, e quindi era stato lui il primo bacio di Renata? La cosa lo rendeva felice, ma sapere di averla messa in una posizione difficile lo faceva sentire in colpa. "Immagino di sì." borbottò.

I due rimasero in silenzio per qualche attimo, infine Michelle decise di aprire bocca. "Non ho intenzione di litigare con te per Renata, è stupido e offensivo. Preferisco sia Renata a capire chi vuole e scegliere di conseguenza."

Peter avrebbe voluto urlarle che Renata era un supersoldato e che stare con lei era più pericoloso per lei che per lui, ma sapeva che non era possibile. "Certo." accettò infine. "Le parlerò una volta tornato a casa."

**

"Cosa vuol dire che non sai dove sono?" Bucky stava andando su tutte le furie, continuava a fare avanti e indietro nel salotto. "Possibile che Thor non abbia un cellulare?" domandò tirandosi i capelli dalla disperazione.

"Ce l'ha." rispose Clint. "Ma non sa usarlo, per questo lo utilizza come ferma porte." alzò le spalle continuando a guardare un programma di cucina.

Steve sospirò. "Rilassati, sono sicuro che Thor abbia la situazione sotto mano, magari sono andati a mangiare qualcosa fuori." tentò di calmare il suo migliore amico. "Renata è solo una bambina, avrà visto qualcosa di bello e si saranno messi ad esplorare la città."

Tony stava osservando la scena in silenzio, dentro di sé aveva una sensazione per niente buona, ma non voleva aprire bocca e rovinare la situazione. "Natasha è andare a cercarli." disse Bruce poi.

Bucky si fermò. "Forse avete ragione." decise di sedersi su una poltrona. "Thor è un uomo forte e intelligente, sa cosa fare."

L'ascensore si aprì e tutti si girarono pronti a vedere Natasha che riportava indietro i due, invece quello ad entrare fu Peter con ancora in spalla lo zaino di scuola. "Ciao ragazzi, Renata è in camera?"

Bucky alzò gli occhi al cielo, la sua gamba iniziò a muoversi ansiosamente, non era il momento migliore per una domanda del genere. "No." rispose Tony. "È andata fuori con Thor un paio di ore fa e non sono ancora tornati." spiegò.

"Dove sono?" domandò incuriosito, non pensava fossero così vicini loro due.

Banner alzò le spalle. "Dovevano andare a comprare un fumetto, Thor ha detto che Renata voleva il continuo."

Strano. Pensò il ragazzino, l'ultima volta ricordava Renata dire che non andava pazza per quei fumetti che le dava Thor. Forse aveva deciso di combattere la noia leggendoli con più interesse.

Ci fu una pausa, nessuno osava aprire bocca a causa della tensione nella stanza. D'un tratto il cellulare di Bruce partì a suonare e lui rispose subito attirando gli occhi su di lui. "Natasha?" disse preoccupato. "Tutto bene?" gli altri non riuscivano a sentire ciò che stava dicendo la rossa al telefono, ma dalla faccia dello scienziato le cose non sembravano andare molto bene. "Cosa?" domandò facendo sobbalzare il resto degli Avengers. "Quando? Ah, e nessuno ha visto niente?" continuò. "Va bene, adesso glielo dico." chiuse la chiamata.

"Allora?" chiese Clint spegnendo la tv, all'improvviso quel programma non sembrava più così interessante.

"Non so come dirlo." borbottò.

"Dillo e basta." sbottò Bucky ormai con i nervi a fior di pelle.

Bruce tolse gli occhiali e guardò i suoi amici. "Renata è sparita." buttò fuori.

"Cosa?!" sia Bucky che Peter urlarono alzandosi in piedi.

"Ma come?!" chiese il padre avvicinandosi all'uomo. "Era con Thor, mi avevate assicurato che fosse responsabile!"

"Sì... non è esattamente un aggettivo che userei per descriverlo." mormorò Clint. "A proposito, che fine ha fatto il nostro amico?"

"Natasha dice che l'ha trovato all'ospedale. Lui ha detto che Renata l'ha punto con qualcosa che l'ha messo ko per quasi mezz'ora. I medici hanno trovato tracce di un veleno molto potente, una persona normale sarebbe rimasta uccisa." spiegò cercando di mantenere la calma.

"L'ha fatto di proposito." constatò Steve. "Se avesse voluto uccidere Thor, ci sarebbe riuscita."

Tony guardò il suo protetto con fare confuso. "Peter, pensavo aveste parlato ieri sera." disse portando tutta l'attenzione sul ragazzino.

"Infatti le ho parlato." annuì lui. Nella sua mente si fece largo la discussione avuta la sera prima, avevano parlato? Sì, ma non di lei o della sua idea. Peter si rese conto di averle praticamente urlato cotro per poi andarsene senza chiederle il perché della sua idea di vendetta.

Fece per aprire bocca e ammettere il suo errore, ma venne fermato da Bucky. "Non è colpa del ragazzo, Renata è stata consumata dall'idea della vendetta, è successo anche a me in passato." scosse la testa. "Non c'è niente che avresti potuto fare." si rivolse a Peter.

Ora sì che si sentiva in colpa, come poteva rimanere calmo quando la ragazza dei suoi sogni era lì fuori e stava per commettere un errore più grande di lei? "Forse c'è qualcosa che dovrei dirvi..."

"Dove potrebbe essere andata?" chiese Clint interrompendolo.

"Probabilmente alla base dove l'abbiamo trovata, se siamo fortunati riusciremo a raggiungerla prima che la raggiunga." Bucky si alzò in piedi. "Andiamo, mettetevi le vostre tute."

Iniziò un borbottio, tutti stavano parlando cercare di trovare un piano per intercettarla e cercare di portarla a casa prima che fosse troppo tardi. "Voleva uccidervi!" urlò Peter bloccando tutti. "La sua missione era quella di farci fuori, è stata avvicinata da un agente HYDRA qualche giorno fa e solo ieri me l'ha detto. Non l'ho aiutata, mi sono arrabbiato con lei perché non me l'aveva detto e me ne sono andato senza darle il sostegno di cui aveva bisogno." guardò a terra sentendosi come un bambino beccato a rubare le caramelle. "La colpa quindi è anche mia, ho lasciato che i miei sentimenti per lei mi accecassero quando sarei dovuto restare e cercare di calmarla."

Tony lo stava guardando col sguardo da "te l'avevo detto", ma evitò di commentare la pessima mossa del ragazzo.

Bucky si avvicinò a lui. "Grazie per avermelo detto." poi, di scatto, gli diede un pugno che lo fece cadere a terra. "Se succederà qualcosa a mia figlia non te lo perdonerò." disse semplicemente per poi andare via.

Steve lo accorse subito e lo aiutò ad alzarsi. "Non lo intende sul serio, è solo spaventato." cercò di tranquillizzarlo.

Peter guardò Tony, il suo mentore, ma questo scosse la testa andandosene. Cosa poteva dirgli? Bucky aveva ragione, questa volta aveva sbagliato lui e non c'era niente che Tony potesse dirgli per cambiare quella situazione.

Peter sapeva benissimo di aver sbagliato, ma in quel momento voleva solo ritrovare Renata e portarla a casa.

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