18
Avevo preso una decisione: volevo vendetta.
Non m'interessavano le conseguenze o il prezzo da pagare, ero stata privata di qualcosa troppo importante per poter lasciar perdere.
Dopo che Loki lasciò la torre, decisi di raggiungere mio padre che stava leggendo un libro in camera sua. "Papà." lo chiamai, venne fuori quasi spontaneo.
Bucky sorrise e chiuse gli occhi. "Il modo in cui lo dici, è così familiare." confessò con occhi lucidi. "Sei riuscita a ricordare qualcosa?" domandò poi.
Mi avvicinai a lui e mi sedetti sul suo letto. "Sì..." mormorai. "Ricordo tutto, come se fosse stato ieri." gli presi la mano. "Ci hanno rinchiusi in quelle celle, ti tenevano in pugno utilizzandomi come ostaggio mentre tu eri costretto a fare ciò che volevano. Dopo che te ne sei andato, hanno deciso di usare me, il loro ultimo supersoldato rimasto." spiegai con voce tremante. "Ci hanno separati."
Lui rimase in silenzio per qualche attimo per poi chiudere il libro. "Mi dispiace." sospirò per poi abbracciarmi. "Ma sono felice di averti ritrovata, non lascerò che ti succeda niente." disse passando una mano tra i miei capelli lunghi.
Corrugai la fronte, non capivo come facesse ad essere così calmo in una situazione del genere. "Io... non dovremmo vendicarci?" chiesi, al suono di queste parole lui si staccò bruscamente, come se l'avessi scottato. "Hanno rovinato la nostra vita." gli ricordai.
"È vero." annuì in accordo. "Ma la vendetta non serve a niente. Io avrei un altro piano in mente." mi sorrise poggiando una mano sulla mia spalla. "Tu e il tuo vecchio in una casa appena fuori città, ricominciare una vita. Cosa ne pensi?"
Fissai i suoi occhi intensamente, sembrava serio, non era intenzionato a fare niente al riguardo. Ricominciare da capo? Certo, mi sarebbe piaciuto, ma avevamo già perso quasi 70 anni se non di più. Sentivo il sangue ribollirmi nelle sangue al solo pensiero del sorriso compiaciuto di Amanda ogni qual volta venissi usata come un burattino. "Certo, sarei felice di stare con te." mi alzai dal letto. "Ma non riuscirei ad andare avanti sapendo che l'HYDRA è lì, magari stanno facendo la stessa cosa a qualche altra ragazzina." serrai la mascella.
Bucky mi guardò tristemente. "Sei troppo giovane per capire, ma il modo migliore per costruire una vita è lasciarsi il passato alle spalle." tentò di convincermi. "Ti aiuterò io, anche Steve e i tuoi amici-"
"No!" urlai fuori di me. "Se non fossi stata congelata per anni avrei già vissuto la mia vita! Invece non so niente dell'età moderna e sono incapace di qualsiasi cosa." scoppiai a piangere. "Non puoi chiedermi di rimanere qui a guardare la situazione senza fare niente." scossi la testa con vigore.
"Renata..." provò a prendermi la mano, ma mi scostai. "Perché non ti prendi del tempo per pensarci? Dormici su, vedrai che domani ti sentirai meglio." mi consigliò.
"Sì." singhiozzai. "Buonanotte." mormorai per poi uscire dalla stanza. Attraversai il corridoio velocemente, avevo i nervi a fior di pelle, non potevo lasciar perdere la cosa.
Tornai in camera mia e mi sedetti sul mio letto. Cosa potevo fare? Non avevo modo di uscire da sola, non sapevo dove fosse il quartier generale dell'HYDRA e, cosa più importante, non avevo un piano funzionante per poter vendicarmi.
Che disastro.
**
Bucky non riusciva a calmarsi dopo aver avuto quella conversazione con sua figlia, non aveva mai visto quella ragazzina così arrabbiata e determinata.
Vendetta.
Era qualcosa che lui conosceva molto bene, i primi mesi dopo la sua fuga era l'unica cosa che aveva in mente. E ci aveva provato, aveva ucciso più soldati dell'HYDRA di quanti ne volesse ammettere.
Si era sentito meglio? All'inizio sì, ma non sembrava mai bastare. Non voleva che Renata facesse lo stesso errore, ma lei non sembrava voler dargli ascolto.
"Stark." Bucky entrò nel suo laboratorio. "Ho bisogno che Peter vada a parlare con Renata." disse senza mezzi termini.
Tony sollevò lo sguardo dalla sua tuta e sbuffò. "Adesso? Sto finendo di aggiustare-"
"Adesso." asserì l'ex agente HYDRA. "Renata sembra fuori di sé, ho paura che faccia qualcosa di cui potrebbe pentirsi." spiegò preoccupato.
Tony mise giù l'attrezzo che aveva in mano. "Non puoi parlarle e cercare di calmarla? È tua figlia dopo tutto." commentò, non voleva sembrare maleducato, ma non voleva che Peter passasse troppo tempo con quella ragazza.
"Ci ho provato, ma sono ancora nuovo a questa... cosa." mormorò abbattuto. "Sono sicuro che a Peter darebbe ascolto! Non ti chiedo di lasciare che si mettano assieme, solo che l'aiuti a trovare la buona strada." lo pregò, per quanto Tony volesse lasciar perdere e tornare al suo lavoro, ma era rimasto sorpreso dalla tristezza dell'uomo di fronte a lui.
"Va bene." acconsentì infine. "Chiamo Peter e gli chiedo di venire nonostante l'ora tarda." disse prendendo il cellulare.
Così, mezz'ora dopo, il ragazzino era corso alla torre dopo essere stato allarmato di un malore da parte della ragazza. Nonostante il rifiuto ricevuto solo poche ore prima, era comunque deciso ad andare da lei.
"Renata!" la richiamò entrando nella sua stanza, lei stava fissando il soffitto inespressiva. "Tutto bene?" chiese preoccupato.
La ragazza si mise seduta e lo guardò confusa. "Certo, perché?" l'aveva appena disturbata mentre stava pensando a come ottenere la sua amata vendetta.
"Mi hanno detto che non eri sentita troppo bene dopo la visita di Loki." spiegò avvicinandosi a lei. "Sicura di stare bene?"
Renata sbuffò. "Cosa sei? La loro marionetta?" chiese acidamente. "Devi smetterla di fare ciò che ti dicono loro, devi iniziare a pensare con la tua di testa." commentò incrociando le braccia al petto.
Peter notò un drastico cambiamento, dov'era quella ragazza così impacciata e timida? "Io ho pensato con la mia testa." mormorò. "Sono venuto di mia spontanea volontà."
Renata sorrise, ma non era gioia. "Ho bisogno del tuo aiuto." annunciò con voce rauca. "Ho visto il mio passato, è stato orribile." scosse la testa provocando una stretta al cuore del ragazzo che la stava osservando dispiaciuto. "Ma ho capito cosa voglio fare."
"Cioè?" chiese lui.
"Voglio vendicare la morte di mia madre e la vita mia e di mio padre." andò verso il suo armadio e prese uno stivale. "Devo essere io stessa a farlo." infilò la mano nella scarpa per poi tirare fuori una pistola. "E lo farò con le loro stesse armi."
"Dove l'hai presa?!" Peter gliela prese dalle mani per poi nasconderla. "Se ti vedessero con questa..."
Renata rimase in silenzio cercando di pensare alle parole giuste da usare. "Gli agenti dell'HYDRA mi hanno avvicinata un giorno e me l'hanno data sperando che portassi a termine la loro missione." disse incrociando le braccia al petto.
"Cosa?!" Peter era sotto shock, com'era possibile che lui non fosse al corrente di tutto ciò? Era sicuro che tra di loro non ci fossero più segreti. "Quale sarebbe stata la tua missione?" domandò poi.
"Non ha più importanza." lei alzò le spalle, adesso rimpiangeva di averglielo detto, non si aspettava una reazione del genere da parte sua visto il suo carattere sempre calmo e comprensivo.
"No!" lui scosse la testa. "Me lo devi dire! Se gli altri sapessero tutto questo... saremmo entrambi nei guai, lo capisci?"
Renata sbuffò, ma decise di dargliela vinta. "Avrei dovuto uccidervi. Tutti, uno ad uno." pronunciò quelle parole così forti e acide, le faceva male lo stomaco al solo pensarci.
"Cazzo." sospirò Peter. "Non eri mai stata dalla nostra parte..." realizzò infine facendo cadere la pistola a terra.
Renata fece un passo verso di lui. "Peter-" cercò di calmarlo notando il suo stato turbato.
Ma il ragazzo si era già allontanato, si sentiva tradito nel profondo. Per tutto quel tempo aveva pensato che Renata si fosse aperta con lui di sua spontanea volontà, magari perché lo vedeva come un confidente o una persona a lei cara. Invece era tutto un suo piano per poter far del male a lui e ai suoi amici, adesso probabilmente lei era cambiata ma questo non lo faceva sentire meglio. "Non dirlo a nessuno." le intimò con uno sguardo serio. "Non penso il sig. Stark sarebbe d'accordo a tenerti qui con loro se sapesse che volevi farli fuori."
Renata raccolse l'arma da terra e la ripose alla cintura dei suoi pantaloni. "Sei arrabbiato?" domandò tornando ad avere quello sguardo spaventato che Peter le aveva visto negli occhi una volta arrivata alla torre. "Non ero in me..."
"Certo." annuì lui, non sapeva cosa pensare e come giudicare la cosa. "Non fare niente di stupido." le disse semplicemente per poi uscire dalla stanza.
I due non si erano guardati negli occhi, quindi non potevano sapere di star entrambi piangendo. Così, mentre Peter se ne andava a casa con il cuore infranto, Renata rimase nella sua stanza a riflettere sul cosa fare.
I suoi piani non stavano andando come avevano previsto, sperava che il suo amico l'avrebbe capita e aiutata, invece l'aveva subito giudicata. Forse era per questo che Bucky e Tony non volevano vederli assieme?
A questo punto doveva inventarsi una nuova scusa per poter uscire dalla torre e trovare un agente dell'HYDRA. E, proprio per caso, la persona che faceva al caso suo passò davanti alla sua stanza.
"Thor!" lo richiamò lei e il dio del tuono si fermò per poi sorridere.
Quella ragazza gli era sempre stata simpatica, nonostante le loro divergenze iniziali, quali l'incidente dell'ascensore. "Lady Renata." la salutò lui. "Come posso esserti utile?"
Una scintilla si accese negli occhi della ragazza. "Ti ricordi il fumetto che mi hai prestato l'altro giorno?" domandò e lui annuì entusiasta. "Mi è piaciuto tantissimo!"
"Immaginavo." Thor sembrava soddisfatto. "È davvero una storia emozionante, quasi non ci credevo quando Stark me l'ha comprato, pensavo fosse un suo stratagemma per tenermi occupato." ridacchiò.
"Avresti per caso il continuo?" continuò Renata con fare innocente.
"È curioso tu me lo chieda, proprio domani dovrei andare a comprare il seguito." confessò Thor accarezzando la sua barba. "Vuoi che te ne compri uno anche per te?"
"Oh, sarebbe stupendo!" esclamò lei. "Ma sarebbe ancora meglio se potessi venire a prenderlo con te." propose avvicinandosi a lui. "Per favoreee!" lo pregò.
Thor la guardò per bene, questa situazione era alquanto incomoda e non sapeva esattamente cosa fare. "Non saprei..."
"Sono sicura che mio padre sarà d'accordo finché starò con un supereroe forte e coraggioso come te!" cercò di convincerlo.
Il dio dei tuoi sorrise compiaciuto. "In effetti." borbottò per poi darle una pacca sulla spalla. "Certo, Lady Renata, vi porterò al, così detto, negozio di fumetti." approvò infine.
"Grazie Thor, sei il migliore!" esclamò per poi tornare nella sua camera con un sorriso soddisfatto. Forse il suo piano stava pian piano prendendo forma.
*N/A*
Vorrei dedicare questo piccolo spazio per ringraziare tutti voi che state leggendo in questo momento.
Non tendo a scrivere molte note a fine capitolo perché so che sono noiose, ma questa volta mi sembrava il caso di farlo.
Innanzitutto voglio ringraziare tutti quelli che mi stanno supportando votando i capitoli e lasciando commenti!
Leggo tutto quello che scrivete e mi si scioglie il cuore ogni volta, sapere che vi piace ciò che scrivo mi rende felice e mi incita ad aggiornare con più frequenza.
Ringrazio anche coloro che leggono e basta, può sembrare poco ma anche voi fate la differenza.
Quindi grazie, davvero, ormai la storia ha superato 1k di views e la cosa mi fa molto piacere.
Dovrei riuscire a scrivere il prossimo capitolo entro un paio di giorni, ma volevo assicurarvi che durante l'estate rimarrò attiva e aggiornerò (si spera) con più frequenza.
Un bacione a tutti ❤
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