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17

Aprii la porta del laboratorio ed entrai velocemente, dentro c'erano Tony, Bruce e Peter mentre lavoravano a qualcosa. "Peter." lo richiamai con voce arrabbiata.

Lui mi guardò spaventato, forzò un sorriso e si avvicinò a me. "Hey..." fece imbarazzato.

Lo guardai male per poi tirargli uno schiaffo in pieno viso. "Questo è per avermi baciata senza chiedere il mio consenso." dissi arrabbiata, lui aveva gli occhi spalancati e uno sguardo di terrore, alzai gli occhi al cielo e gli lasciai un bacio sulla guancia. "Questi è per esserti dichiarato nonostante tutto." gli feci un leggero sorriso che ricambiò, poi lo ricolpì sulla guancia. "Questo invece è per aver fatto entrambe le cose davanti a mio padre."

"Ma non ne eravamo ancora certi!" mi fece notare portando una mano sulla guancia rossa.

Alzai le spalle. "Potevi farlo comunque in un posto più appartato." risposi convinta.

"Aspetta, aspetta." Tony Stark si fece avanti sospettoso. "Ferma un attimo, torniamo indietro." disse. "Tu sei la figlia di Bucky?" annuii confusa. "Me lo aspettavo." borbottò per poi guardare Peter. "Non puoi uscire con lei."

"Cosa?!" quasi urlò lui, entrambi ci guardammo confusi.

"Ha ragione." Bucky entrò nella stanza con testa bassa. "Per quanto Peter sia un ragazzo affidabile, non posso vedere mia figlia stare intorno a qualcuno che è relazionato con gli Stark." scosse la testa.

"E io non voglio vedere Peter stare assieme alla figlia dell'uomo che ha ucciso i miei genitori." sbottò Tony facendomi spalancare gli occhi in shock. "Già, immagino tu non lo sapessi."

Portai lo sguardo su mio padre. "È vero?" lui annuì con aria imbarazzata, probabilmente non sapeva neanche lui come gestire la cosa. "È stato l'HYDRA?" domandai ancora.

"Sì." Bucky sospirò. "Capitava molte volte che mi mandassero in missione ad uccidere." spiegò con fare pacato.

Abbassai lo sguardo, mi sentivo presa in causa e savevo una forte presa allo stomaco. "Anch'io ho ucciso." rivelai facendo sobbalzare i presenti. "Il mio addestramento prevedeva principalmente l'uccisione dei loro bersagli."

Peter passò lo sguardo da me a Tony e poi sospirò. "Non vedo perché dovrei evitare Renata." borbottò.

Passai una mano tra i capelli. "Peter, però se è vero ciò che dice Tony..." biascicai.

"Non vuol dire niente." rispose lui con tono alto. "E il bacio di prima? Non è significato niente?" chiese confusamente.

Scossi la testa. "Io- ancora non so..." mormorai flebile. "Non puoi chiedermi qualcosa del genere! Dovresti essere felice che ho scoperto chi è mio padre." dissi abbracciando il braccio metallico di Bucky.

"Renata..." sospirò affranto, probabilmente gli avevo fatto male rifiutandolo in questo modo, ma io in realtà non volevo rifiutarlo del tutto... avevo solo bisogno del tempo per pensare su ciò che stava succedendo. "Fa come vuoi." disse infine per poi andarsene.

"Ma io..." scossi la testa. "Immagino sia per il meglio."

Bucky poggiò una mano sulla mia spalla. "Mi dispiace, so che voi avete qualcosa di importante, ma la verità è che Tony ha avuto abbastanza problemi con noi." cercò di spiegare.

"Vorrei ben vedere." rispose Stark per poi sbuffare. "Adolescenti, vedrete che andrà tutto bene." disse come se niente fosse. "Ah, giusto. Renata, Loki è tornato alla torre poco fa."

"Davvero?" domandai sorpresa.

"Davvero. È venuto per aiutarti con la tua memoria, se sei pronta, ovviamente."

Portai lo sguardo su Bucky che stava osservando la scena in silenzio. "Potresti ricordarti di me." sorrise leggermente.

"Vero." annuii. "Allora è deciso, dove posso trovare Loki adesso?"

**
"Vorrei solo ricordarti che non faccio favori del genere a tutti." disse l'uomo dai capelli corvini. "Ho molto a cuore la tua situazione." alzò le spalle.

Sorrisi. "Problemi familiari?" domandai quasi divertita dai suoi commenti mascherati da un velo di  apatia.

"Forse." rispose vago, poi decise di cambiare discorso. "Ho studiato il tuo blocco a fondo, entro oggi dovrei essere in grado di rimediare." spiegò facendo apparire in mano un vasetto color nero.

"Cos'è?" domandai incuriosita. "È qualche strana pozione capace di rimediare alla mia memoria?"

Loki mi guardò confuso. "No, ma aiuterà me ad entrare meglio nella tua mante." aprì il baratollo e infilò la mano nel liquido scuro. "L'ultima volta abbiamo vissuto dei ricordi alquanto... spiacevoli."

Mi sedetti sul mio letto. "Possiamo provare a rivivere quelli più felici?" domandai emozionata, magari sarei riuscita a capire qualcosa di più su mia madre e mio padre.

Loki sembrò esitante. "La felicità non è ciò che ti aiuterà a sbloccarti, voglio andare in fondo, dove ci sono i ricordi più dolorosi."

Spalancai gli occhi, deglutii amaramente e osservai le mie mani chiuse in due pugni. L'ultima volta era stato quasi traumatico, ed era passata quasi una settimana se non di più. Sospirai tremante, lo stavo facendo per riprendere una verità persa tempo fa. "Va bene." dissi soltanto per poi distendermi. "Facciamo veloce, per favore." chiusi gli occhi.

"Rilassati." poggiò la mano fredda e bagnata sulla mia fronte. "Prendi un grosso sospiro, sarà un viaggio difficile."

Il mio petto si alzava e abbassava lentamente, liberai i miei pensieri e mi sentii cadere nel vuoto. Mentre cadevo, riuscivo a vedere intorno a me come delle piccole finestre, in ognuna di queste era presente un episodio a me sconosciuto.

"Ugh." sbuffai una volta toccato il suolo, mi alzai lentamente e guardai l'enorme labirinto di memorie intorno a me. Mi avvicinai lentamente a quella meno distante da me, dentro riuscivo a vedere una bambina mentre giocava con un orsacchiotto di peluche. "Questo ricordo sembra carino." feci per entrarci, ma venni bloccata sul più bello.

"Ferma." la voce di Loki rimbombò nella mia mente. "Non puoi andare lì, dobbiamo controllare gli altri."

"Perché la strada più facile non è mai quella giusta?" domandai sbuffando.

"Mettiamo come esempio che questo sia un libro. In quanto scrittrice, preferiresti fare tutto in maniera facile e renderlo noioso? O renderlo difficile in modo che i lettori si appassionino di più?" cercò di spiegare.

Scossi la testa. "Appena metto le mani sulla scrittrice della mia vita." mormorai allontanandomi dalla memoria. "Brutta disgraziata." commentai per poi andare verso una finestra che sembrava chiusa. "E questa? Ha una specie di lucchetto." lo presi in mano.

"Tu sei capace di aprirlo." disse Loki incitandomi a forzarlo in qualche modo.

Iniziai a tirarlo e cercare di rompere la serratura, ma sembrava troppo forte. Iniziai a tirarli qualche pugno, a dare delle spallate contro la finestra per cercare di sfondarla. "Non c'è una chiave?" urlai disperata.

"Non è la mia mente, è la tua." mi ricordò Loki.

"Ah." chiusi gli occhi e forzai i miei pensieri, visualizzai una chiave nella mia mano, era di colore grigio molto scuro, era sottile ma robusta. Quando li riaprii, trovai l'oggetto stretto nella mia mano e sospirai sollevata. La infilai nel lucchetto e la girai un paio di volte prima di riuscire ad aprirlo.

La finestra si aprì e vi ci entrai senza troppi problemi. Mi ritrovai in una stanza silenziosa, sembrava una specie di laboratorio. Camminai lungo i corridoi per poi arrivare davanti ad una cella. "Devi andare?" sentii bisbigliare una voce soffice e tremante.

"Sì." rispose un'altra rauca. "Starò via per qualche giorno e poi sarò di ritorno." aguzzai la vista nell'oscurità e riuscii a vedere due sagome. "È possibile che questa volta ci lascino scongelati per quasi 6 mesi." riprese quello che avevo riconosciuto essere un uomo.

"Riuscirò ad arrivare ai miei 13 anni?" chiese la ragazzina.

Mi avvicinai quasi in punta di piedi e mi fermai di fronte alla cella, mi sentii mancarmi il fiato mentre osservavo Bucky abbracciato ad una ragazza identica a me. "Lo spero, stai crescendo in maniera innaturale."

"Papà?" mormorai tremante. "Perché siamo chiusi in una cella?" domandai osservando le mura che li rinchiudevano.

Poi ricordai le parole di Peter: "Bucky veniva congelato e scongelato solo per delle missioni". E questo voleva dire che anch'io ricevevo lo stesso trattamento, per tutta la mia vita ero rimasta chiusa lì dentro vivendo tra le mura scure, aspettando di essere scongelata per poter rivedere mio padre.

Scossi la testa e mi allontanai velocemente, quella visione faceva troppo male. "È per questo che sono così bassa e magra." borbottai cercando di reprimere le lacrime che minacciavano di comparire. "Tutti mi dicevano che era una mia anomalia, ma era colpa loro." avanzai velocemente, finché non arrivai davanti ad un'altra finestra chiusa. "Eh no." presa da un momento di rabbia, afferrati il lucchetto e lo ruppi a mani nude per poi entrarci dentro.

Raggiunsi una stanza piuttosto familiare, mi sembrava di esserci già stata più di una volta. Dentro c'era una sedia di metallo posta di fronte ad una grande scrivania.

D'un tratto, due uomini portarono il corpo di una ragazza all'interno e la poggiarono sulla sedia per poi legarla. Riconobbi subito il mio viso pallido e stremato.

"Vediamo di muoverci." Amanda fece la sua entrata per poi andare a sedersi dietro al tavolo insieme a due scienziati. "Ho bisogno che dimentichi di suo padre o della sua vita precedente." disse guardandosi le unghie smaltate.

"N'è sicura? Una mente giovane come la sua, porrebbe avere qualche problema-" cercò di spiegare l'uomo.

"Ho detto di farlo." lo bloccò lei. "Questa ragazzina è l'ultimo super soldato che ci rimane. Non ho intenzione di perdere il mio posto perché voi incompetenti non sapete fare il vostro lavoro!" urlò furiosa.

"Maledetta!" cercai di colpirla, ma la mia mano la trapassò come se fosse un fantasma. "Mi hai mentito per tutto questo tempo!" le sbraitai contro.

"Papà?" domandò la ragazzina con voce flebile, aprì leggermente gli occhi e si guardò attorno confusa.

"Oh tesoro." Amanda mise in mostra il suo sorriso palesemente falso. "Guardami, sono la mamma."

"Dove... cosa...?" cercò di formulare la domanda, ma sembrava non riuscirci.

"Riposati, questi signori cercheranno di farti sentire meglio." disse per poi girarsi verso i due uomini. "Quindi?!"

"Ti ho chiamata madre." commentai schifata di me stessa. "Un essere spregevole come te merita la morte."

Non appena pronunciai quelle parole, tornai ad aprire gli occhi e mi misi seduta sul letto. Loki sembrava confuso, ma allo stesso tempo felice. "Ormai hai gran parte dei tuoi ricordi accessibili." annunciò andando a lavarsi la mano.

Sospirai posando una mano sulla mia fronte. Questa volta non avevo la nausea o giramenti di testa, ma sentivo un fuoco dentro di me che avevo cercato di reprimere per troppo tempo.

"Come mai non sei felice?" domandò l'uomo dopo essere tornato.

Alzai le spalle. "Sarò felice quando la donna che mi ha rovinato la vita sarà morta." dichiarai ad alta voce.

Il Dio delle menzogne mi osservò per qualche attimo per poi incrociare le braccia al petto. "No, non è un segno positivo." borbottò. "Nel dubbio, non dire a Stark che è stata colpa mia." fece un movimento con le mani e sparì dalla stanza.

Mi alzai in piedi e andai ad osservarmi allo specchio. Se non fosse stato per l'HYDRA sarei cresciuta normalmente, avrei avuto una madre e un padre affettuosi al mio fianco. Invece ero rimasta con un padre a me quasi sconosciuto, entrambi con dei traumi dal nostro passato e l'unica cosa che sembrava far al caso mio era la vendetta.

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