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15

Peter Parker non era mai stato quel tipo di ragazzo da lasciar perdere una qualsiasi occasione che potesse portarlo a risolvere un misterio, era forse una delle persone più curiose al mondo e, a volte, si chiedeva se questo fosse un problema.

Questa domanda si fece viva la prima volta durante una mattinata assieme a Renata. Era un sabato e, invece di stare a letto a poltrire, aveva deciso di andare da qual ragazza per aiutarla a leggere come le aveva promesso.

Avrebbe mentito se avesse detto di non essersi affezionato a quella povera ragazzina persa nella propria confusione. C'era un qualcosa in lei che lo faceva impazzire, forse era il modo in cui lo guardava ogni volta che le spiegava qualcosa a lei nuovo o le volte in cui gli dimostrava la sua fiducia attraverso dei piccoli contatti fisici come un semplice tenersi per mano o un abbraccio nei momenti meno aspettati. Non sapeva cosa fosse, ma sembrava attrarlo ogni giorno di più verso di lei.

"Non è rubare." sottolineò di nuovo il ragazzo mostrando le foto sul cellulare che aveva fatto ai libri nell'archivio. "Nessun oggetto è uscito da quella stanza."

Renata alzò le sopracciglia in un'espressione divertita. "Secondo me è un reato anche solo entrare in una stanza "solo per gli addetti"." scherzò.

Peter adorava la sua risata, non era acuta né esagerata, era un piccolo risolio che le faceva arricciare leggermente il naso. "Non c'era scritto niente al riguardo." si difese lui, decise di passare alle cose serie e fece cenno alla sua amica di avvicinarsi per esaminare le liste. "Non so quanto siano aggiornate." mormorò poi.

"Ci basterà cercare una Renata, quante vuoi che ci siano in tutta la città?" chiese ironica.

E, come capita di solito, si ritrovarono a cercare tra i vari noni scritti a mano. Purtroppo per loro c'erano ben una ventina di donne con il nome Renata, la cosa non fece altro che allungare le loro ricerche.

Scartarono quelle che avevano più di 15 anni e quelle che avevano meno di 2 anni. "Ce ne rimangono 3." fece notare la ragazza mentre cercava di scrivere i nomi su un foglio di carta. La sua calligrafia era molto disordinata e quasi illegibile, d'altronde non ci si poteva aspettare molto da una ragazza che sapeva a malapena leggere. "Renata Smith." mormorò mentre lo metteva in cima alla lista. "Renata Woods."

Peter deglutì amaramente. "Infine, Renata Barnes." lesse con un tremolio nella voce, lei non sembrò accorgersi della cosa troppo presa nello scrivere.

"Perfetto, ora che abbiamo la lista non dobbiamo fare altro che trovare dati su di loro." disse Renata felicemente. "Perché mi guardi così?" chiese poi notando lo sguardo spento di Peter.

"Il cognome di Bucky è Barnes." le fece notare. Lei si bloccò e spalancò gli occhi, non aveva subito collegato la cosa. "E se tu fossi-"

"Sua figlia?" domandò perplessa. "Potrebbe... secondo te è possibile?" portò le mani tra i capelli. "Dovrei chiederglielo." fece per alzarsi ma venne fermata dalla mano di lui.

"Aspetta." l'afferrò per il polso delicatamente. "Bucky stesso non ricorda parte del suo passato. Non sarebbe più saggio finire la ricerca per scoprire la verità e infine dirlo a tutti?" dirlo a Bucky voleva dire far entrare gli Avengers nel loro caso da risolvere ed era l'ultima cosa che Peter voleva.

"Hai ragione." rispose lei dopo averci pensato su. "Non so se riuscirò a guardarlo allo stesso modo però." confessò.

"Sono sicuro che non ci manca molto per risolvere la questione." lui cercò di tranquillizzarla.

La seconda volta che Peter si pose la domanda "Sarò troppo curioso?" avvenne esattamente il pomeriggio dello stesso giorno.

Clint aveva spiegato a Renata come vedere i film sulla tv, nonostante una sua diffidenza iniziale, finì per stare giorno e notte davanti a quello schermo a guardare qualsiasi film le capitasse sotto mano.

Grazie a quei film era riuscita a farsi una piccola cultura su ciò che succedeva nel mondo moderno, come l'utilizzo del cellulare o le scuole americane.

"Peter." lo aveva richiamato durante la loro merenda. "Posso chiederti un favore?"

Lui la guardò incuriosito mentre finiva di tagliare il suo panino. "Dipende dal favore." rispose alzando le spalle.

"Vorrei portare Michelle ad un appuntamento." quell'unica frase fu abbastanza per fargli cadere il coltello dalle mani e guardare il suo panino in shock. "Ho visto molti film e per poter capire cosa provano, portano l'altra persona ad un appuntamento." cercò di spiegare lei.

"Ah." Peter tornò ai suoi sensi, si sentiva irritato e scocciato dalla sua proposta ma decise di non dire niente al riguardo. "Sai che il sig. Stark vuole che rimanga con te mentre sei fuori dalla torre." le fece notare prima di dare un morso al suo panino. Masticare magari l'avrebbe aiutato a diminuire la rabbia.

"Lo so." annuì lei. "Pensavo che magari potevi travestirsi da Spider-Man e seguirci senza farti vedere. Se succede qualcosa tu sarai pronto ad intervenire e io potrò avere un momento da sola con Michelle." spiegò il suo piano.

Il ragazzo si sentiva bruciare dentro. Non sapeva neanche con esattezza il perché. Prima che Renata arrivasse era lui quello a stravedere per Michelle, ma adesso non la degnava neanche di uno sguardo. "Non lo so." borbottò infine spostando lo sguardo sul pavimento.

"Per favore!" lo pregò lei. "Ti chiedo solo questo, in cambio farò tutto quello che vuoi." unì le mani in segno di preghiera e lo guardò con due occhi da cucciolo bastonato.

Avrebbe dovuto dire di no, era ovvio che non volesse farlo e che nin volesse lasciarle da sole. Sapeva benissimo che c'era interesse da parte di Michelle, non faceva altro che assillarlo domande su di lei a scuola. "Va bene." decise di accontentarla alla fine. Sperava che l'appuntamento andasse male e che Renata si rendesse conto che la scelta migliore era lui.

**

Esattamente due giorni dopo si ritrovava sul tetto di un piccolo palazzo situato di fronte al fast food dove stavano mangiando le due ragazze, quelle che avrebbe chiamato amiche. Le aveva seguite mentre avevano fatto un giro a Central Park per poi andare a Manhattan.

Doveva ammetterlo: aveva sperato fino all'ultimo che Michelle rifiutasse l'invito o che avesse un improvviso contrattempo.

Ma non era successo. Dopo che Peter le aveva spiegato l'idea di Renata per conoscerla meglio, Michelle aveva sorriso e aveva detto: "Non ci credo! Fico, ci sarò sicuramente."

"Perché ci mettono tanto." sbuffò ancora una volta, stava lì seduto da più di un'ora ormai e non riusciva a smettere di guardare le due ragazze che si stavano godendo una cena tra le loro risate. "Se solo potessi sentire quello che dicono." borbottò poi.

"Attivo sensori per sentire ciò che dicono?" chiese Karen, la sua assistente virtuale che aveva subito le sue lagne dall'inizio di quel pomeriggio.

"Sì." ripose quasi d'impulso. "No, aspetta no! Sarebbe sbagliato nei loro confronti." replicò scuotendo la testa. "Ah! E se stessero parlando di me?" prese la testa tra le mani.

"Vuoi parlarne, Peter?" domandò gentilmente Karen, ormai aveva capito come trattare il ragazzino quando era giù di morale.

Lui sbuffò. "Forse." borbottò. "No, non ho bisogno di parlarne, ho bisogno di ascoltare ciò che dicono!" indicò il ristorante.

"Attivo i sensori."

Sul suo visore apparve l'immagine delle due e riuscii a sentire le loro risate. "Sei una ragazza incredibile." commentò Michelle passando una mano tra i suoi capelli ricci. Era raro che lasciasse i capelli sciolti se non per le occasioni speciali. "Sono così felice tu mi abbia invitata a questo appuntamento, nessuno l'aveva mai fatto." la guardò con occhi adoranti.

Renata sorrise imbarazzata. "Oh, è la prima volta che faccio qualcosa del genere." alzò le spalle. "Però sono felice tu abbia accettato!"

"Sinceramente, sei la prima persona che incontro che non mi sembra un perdente."

"Ugh, questo è il miglior complimento che Michelle possa fare!" Peter esclamò affranto. "Non va bene, non va affatto bene."

"Hey, ti va di fare una passeggiata prima di andare a casa?" chiese poi Renata. "Di solito nei film è il momento migliore per conoscersi affondo e parlare dei propri sentimenti." spiegò brevemente facendo ridacchiare l'altra.

"No, non riesco a rimanere qui." Peter si alzò di scatto. "Che stiano da sole, verrò a riprendere Renata più tardi." e con questo si alzò e se ne andò. Stava violando le regole? Sì, ma non riusciva a sopportare di guardare quella scena ancora un minuto di più.

Andò nel primo posto che gli venne in mente: la torre degli Avengers. Una volta dentro tolse il cappuccio del costume e sospirò arrabbiato. Camminò lungo il corridoio e si fermò di fronte all'ufficio di Tony Stark. Bussò alla porta, ma non ottenne risposta, quindi decise di provare nel laboratorio. "Hey, sig. Stark." lo salutò.

"Ciao Peter." rispose questo concentrato sulla costruzione di una nuova tuta. "Come mai sei qui? Pensavo fossi fuori con Renata." fece notare.

"Sì... È con Michelle, andrò dopo da lei." alzò le spalle. "Tanto sembra star benissimo anche senza di me." commentò acidamente.

Tony alzò lo sguardo dalla tuta e tolse gli occhialini protettivi, non aveva mai visto quel ragazzino così infastidito. "Sembra che qualcuno sia geloso." cercò di scherzare.

"No." Peter scosse la testa. "Forse." alzò gli occhi al cielo sedendosi su uno sgabello. "Sig. Stark, è un male se spero che due persone si allontanino?" chiese poi.

Era forse la prima volta che qualcuno chiedeva consigli del genere a Tony, erano passati anni dall'ultima volta che aveva avuto dei problemi con le donne visto che era in una relazione stabile con Pepper. "Sei geloso perché Renata ha rubato la tua fidanzatina, Michelle?"

"Non è la mia fidanzata." rispose con tono secco. "E non sono geloso per quello." incrociò le braccia al petto. "A Renata piace Michelle." sbottò infine.

"Cara ragazzina, ha trovato una cotta." IronMan andò a sedersi di fianco a lui. "E a Michelle piace Renata?" lui alzò le spalle in risposta. "Ah capisco, Renata ti sta rubando la ragazza." ridacchiò.

"No!" esclamò Peter furiosamente. "È Michelle che mi sta rubando la ragazza!"

Ci fu un silenzio imbarazzante, Tony non riusciva a credere alle sue orecchie. Ma, ripensandoci, era anche abbastanza ovvio visto tutto il tempo che avevano passato assieme da quando era arrivata lei alla torre. "Speravo non succedesse." spiegò Tony. "Non sappiamo niente di lei."

"Sig. Stark, penso di conoscerla meglio di chiunque altro." Peter sospirò. "Cosa dovrei fare al riguardo?" domandò poi.

"Beh..." cosa avrebbe dovuto dirgli? Di lasciar perdere e renderlo infelice? Non ci sarebbe riuscito comunque, un consiglio del genere non l'avrebbe seguito nemmeno lui. "La cosa più ovvia da fare: dirglielo."

"E se non ricambiasse?"

"Non vedo il perché dovrebbe farlo." rispose per poi rimettersi gli occhialini protettivi. "A Pepper è bastato un solo bacio per farla innamorare." si vantò, probabilmente era una grande bugia ma Peter non l'avrebbe mai saputo.

"Oh." Peter ci pensò su, forse, dopo tutto, era una buona idea. "Ha ragione, sig. Stark!" si alzò in piedi. "Vado subito da lei!"

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