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14

"Ricapitoliamo." fece Peter dopo aver pagato i nostri gelati, aveva deciso di portarmi fuori dalla torre per farmi respirare un po' d'aria fresca e chiarire la situazione. La nostra conversazione delle 3 del mattino l'avevano abbastanza destabilizzato. "Se è vero quello che hai detto, facendo due calcoli a mente, vorrebbe dire che hai circa 81 anni." disse infine mentre iniziavo a mangiare il dolce. "Tu ti senti come una di 80 anni?"

Alzai le spalle. "A volte non riesco ad alzarmi dal letto tanto sono stanca." borbottai noncurante. "Vale?"

"No, quello succede a tutti." lui ridacchiò leggermente. "Oggi mi sono permesso di fare qualche ricerca a scuola, ma non ho trovato niente riguardante al rapimento di bambini in quell'epoca. Erano anni di guerra, era piuttosto normale che ci fossero dei morti o persone scomparse nel nulla." sbuffò.

Mi misi a pensare, se neanche lui era riuscito a trovare informazioni su quello che aveva chiamato "internet", allora come avremmo fatto? "E se cercassimo su qualcosa di più... classico?" domandai ricevendo uno sguardo confuso. "Non so come funzioni internet, personalmente penso di averlo sentito nominare solo a te e da Tony. Non abbiamo dei libri che potrebbero aiutarci?" forse era un'idea stupida, loro sembravano mille volte più organizzati su queste cose, ma valeva la pena di provarci.

Peter finì velocemente il suo cono per poi fermarsi di fronte a me. "Renata, sei un genio!" esclamò sorpreso.

"Lo sono?" corrugai la fronte confusa.

"La biblioteca! Ci saranno degli archivi storici riguardanti la seconda guerra mondiale e il dopo guerra!" annuii poco convinta, speravo avesse ragione. "Andiamo, prima arrivviamo prima riusciremo a trovare delle informazioni." mi prese per mano e sobbalzai presa di sorpresa, ma lui non sembrò accorgersene mentre mi guidava lungo la strada.

Probabilmente era abituato ad un tocco così piccolo come quello, le uniche volte che ero stata presa per mano era perché ero nei guai. Deglutii cercando di non farci troppo caso, era un problema mio e mi sarei dovuta abituare a questo loro modo di fare. "Magari Steve ne sa qualcosa?" domandai d'un tratto e Peter si fermò di scatto facendomi andare contro la sua schiena.

"Cosa?" si girò a guardarmi. "Perché pensi che il sig. Rogers sappia qualcosa?" aveva gli occhi spalancati e una voce quasi impaurita.

"Perché viveva a quei tempi?" alzai gli occhi al cielo. "Niente, è un'idea stupida."

Lui mi guardò per qualche attimo, poi riprese semplicemente a camminare in silenzio. Non capii esattamente il perché del suo comportamento, probabilmente pensava che avessi raccontato tutto a Steve e gli altri? "Steve è rimasto incastrato nel ghiaccio nel 1945, prima di ciò era impegnato a combattere lungo le frontiere." spiegò poi. "Dubito sappia cosa stesse succedendo ai civili."

"Oh." mormorai incredula. "Allora il piano della biblioteca è il migliore." continuando a camminare in silenzio per qualche minuto finché non mi decisi ad aprire di nuovo bocca. "Come sta Michelle?" chiesi innocentemente.

"Bene." Peter alzò le spalle. "Avevo mezza intenzione di invitare gli altri con noi, ma visto che dobbiamo occuparci delle ricerche, ho preferito lasciar perdere."

"Mhm." giocai con una ciocca dei capelli. "Ha, per caso, chiesto di me?" mormorai fingendomi disinteressata.

"In realtà sì." rispose confusamente. "Ha chiesto un po' di cose su di te, ho dovuto mentire per evitare che scoprisse chi sei." mi guardò dispiaciuto.

"Oh." spostai lo sguardo sull'asfalto. "E non potrei rivederla un giorno?" domandai timidamente.

Peter corrugò le sopracciglia, probabilmente non stava capendo il perché di tutte quelle mie domande. "Renata..." mi richiamò con fare preoccupato. "Per caso, ti piace Michelle?"

Strabuzzai gli occhi. "Beh sì, è la mia prima amica." alzai le spalle. "Se non piacesse, non ti chiederei di uscirci assieme." feci notare.

Lui fece una leggera smorfia. "Intendevo piacere, piacere. Tipo fidanzata."

Lo guardai per qualche attimo per poi scoppiare a ridere. "Oh Peter, questa mi è proprio nuova." scossi la testa. "Siamo due ragazze, non possiamo provare quel tipo di attrazione." ridacchiai divertita.

"Sì invece." mi fermò, posò una mano sulla mia spalla e sorrise. "Nel 1939 magari era strano, ma oggigiorno non c'è niente di male in due persone dello stesso sesso che si amano." fece un cenno con la testa e spostai lo sguardo su due ragazzi che si stavano tenendo per mano. "Si dice essere omosessuali."

Scossi la testa confusa. "Quindi... si può amare una persona del tuo stesso sesso." mormorai per poi spalancare gli occhi. "E se fosse vero?"

Peter alzò le spalle. "Non c'è niente di male, d'altronde non hai mai avuto affetti nella tua vita, sarebbe la tua prima... cotta." disse l'ultima parola con una nota di irritazione nella voce.

Lo guardai intensamente, Michelle? Poteva essere vero? Insomma, il solo pensare a lei mi faceva sorridere e mi veniva subito voglia di correre da lei e sentirla parlare per tutto il giorno. Ma se ci pensavo intensamente, provavo una cosa molto simile verso Peter. Lui era sempre così dolce e carino con me, mi sapeva far sorridere anche quando la situazione non sembrava permettermelo. "Io-" provai ad aprire bocca.

"Forza, andiamo, dobbiamo tornare alla torre prima delle 6." disse semplicemente, questa volta fui io a prendergli la mano e seguirlo silenziosamente.

Le sue parole mi avevano solo confusa di più.

**

La biblioteca era stranamente vuota, pensavo che le persone della città fossero più interessate alla loro storia. "Ok, questo è un articolo di giornale risalente al 1945." disse Peter mostrandomi un giornale. "Qua abbiamo dei libri riguardanti il dopoguerra." indicò poi una pila di libri.

"Perfetto." presi il giornale e iniziai a leggere. "Le... truppe... americane... rientrano-"

Peter mi interruppe. "Qual è il problema?" chiese notando la mia difficoltà.

Arrossii leggermente. "Non ho mai veramente imparato a leggere, faccio ancora un po' di fatica a farlo velocemente." spiegai imbarazzata.

"Oh." mi fece un mezzo sorrisetto. "Posso leggertelo io, se vuoi." alzai le spalle. "Se ti fa sentire meglio, una volta alla torre posso insegnarti io come leggere." mi propose.

"Grazie." sorrisi leggermente. "Cosa dice l'articolo?" domandai poi cambiando discorso.

Lui lo guardò velocemente. "I militari sono tornati in America dal fronte, i civili sono stati vittime di bombardamenti che hanno distrutto intere città. Parla di alcuni personaggi famosi, guarda qua dice che Steve è caduto in guerra! Ma non dice niente riguardo a rapimenti di bambini."

"Ugh." sbuffai. "Non hanno degli elenchi riguardanti ai caduti o spariti?" chiesi infastidita.

Peter si grattò leggermente il mento. "Forse sì, ma dovrei cercare di entrare negli archivi." indicò una porta in fondo alla stanza, su di essa c'era un cartello con scritto "Solo per personale."

"Vuoi rubare?" sussurrai basita. "Pensavo tu fossi quello chr ferma i ladri."

Lui scosse la testa. "Non voglio rubare!" esclamò.

"Shhh." la vecchia donna dietro alla scrivania ci richiamò guardandoci male. "Silenzio! È una biblioteca."

"Ma non c'è nessuno." le feci notare confusa.

"È comunque una biblioteca!"

"Ok, ok." borbottai tornando a Peter. "Quindi?"

"Prenderò in prestito i libri dagli archivi e poi li riporterò indietro e nessuno se ne accorgerà." mi spiegò in un sussurro. "Ora dovremmo tornate a casa." mi fece notare guardando l'orologio.

"Quello è rubare." specificai. "Andiamo, prima che ci credano spariti." mi alzai dalla sedia.

**

Mi ritrovai di nuovo in un limbo di pensieri infiniti che mi portò a rimanere sveglia. Questa volta non ero ferma solo sul mio passato, ma anche su ciò che provavo riguardo alle persone intorno a me.

Mi alzai silenziosamente dal letto, toccai il pavimento freddo con i miei piedi nudi e rabbrividii. Camminai velocemente lungo i corridoi fino ad arrivare alla cucina, mi guardai intorno per osservare l'orologio: 2:18.

Sospirai per poi andare sulla terrazza, proprio lì trovai Bucky seduto su una sedia. "Hey." sorrisi avvicinandomi.

"Ciao." lui mi fece un cenno. "Come mai sveglia?" domandò mentre mi sedevo di fianco a lui.

"Pensieri." alzai le spalle incrociando le braccia al petto.

"Mhm." mi guardò dispiaciuto. "È per il tuo passato?" chiese ancora lasciandomi di stucco.

"Sì." annuii, rimasi in silenzio per qualche attimo per poi tossicchiare leggermente. "Tu cosa sai dell'omosessualità?"

Gli occhi di Bucky si spalancarono dallo stupore, sembrò bloccarsi completamente. "Cosa?" passò una mano tra i capelli. "Oddio, è una cosa che ho scoperto un po' di tempo fa, ai miei tempi non era una cosa vista di buon occhio." cercò di parlare, ma sembrava seriamente imbarazzato dalla cosa.

"Tu come la vedi?"

"Io non penso niente al riguardo, se due persone si amano allora che facciano quello che vogliano." alzò le spalle. "Vedo tante persone felici, l'età moderne permette a tutti di poter essere chi vogliono essere, è una cosa che rispetto." poi mi mandò un'occhiata. "Perché chiedi ciò?"

Sospirai. "E se mi piacessero due persone diverse?" sbattei velocemente le palpebre per cercare di evitare di scoppiare a piangere. "È possibile? O sono solo strana?"

Bucky rimase stupito dalla mia domanda, scosse la testa lentamente e mi sorrise. "Ti spaventeresti nel sapere tutti i tipi di sessualità esistenti." ridacchiò. "Nel tuo caso, si chiama essere bisessuali, se ricordo bene. Vuol dire che ti piacciono sia i maschi che le femmine."

"Ah." passai le mani congelate sul viso. "È possibile?"

"Certo." mi diede una pacca. "Sei appena uscita da un laboratorio, è normale tu sia confusa."

"Sì." annuii. "Grazie." sorrisi per poi alzarmi.

"Renata." mi richiamò prima che rientrassi, mi girai verso di lui. "Se è di Peter che ti preoccupi, quel ragazzino sembrava avere occhi solo per te." ghignò e alzai gli occhi al cielo.

"Notte." dissi infine per poi tornare in camera con un sorriso sulle labbra.

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