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13

*Prima di partire, vorrei fare gli auguri di compleanno a MariaVescera, spero tu stia passando un bel compleanno nonostante la situazione! Questo capitolo è dedicato a te :)*

Niente sembrava avere più senso.

Non riuscivo a capacitarmi di cio che era successo. Mamma mi aveva mentito? Potevo chiamarla mamma? Probabilmente no.

Quella donna, era lei che mi aveva messa al mondo. Allora perché non riuscivo a ricordarla? Avevo così domande per la mente, quella sera non riuscii a mangiare e tantomeno a dormire.

Tony e Peter erano venuti a farmi compagnia, il primo voleva capire se ero riuscita a scoprire qualcosa sul mio passato, ma mentii dicendo di essere ancora troppo frastornata per poter ricordare qualcosa. Il secondo invece voleva controllare che stessi bene.

"Se ti fa stare meglio, domani posso portarti a fare una passeggiata." mi aveva sorriso poco prima di uscire dalla stanza.

Avrei voluto chiedergli di chiedere a Michelle di venire con noi, ma ripensandoci non sembrava una buona idea. Avevo bisogno di tempo per schiarirmi le idee.

Non potevo fidarmi ciecamente di quelle persone, quella specie di mago poteva aver creato delle illusioni in nodo da convincermi definitivamente a stare dalla loro parte. Ma questo valeva anche per l'HYDRA, tutti quei esperimenti e prove, potevano essere solo per usarmi?

Ero combattuta.

Il mattino sembrava non voler arrivare, così decisi di alzarmi e andare in cucina per prendere un bicchiere d'acqua. Mi sentivo ancora debole, ma sembrava essere l'ultimo dei miei problemi al momento.
Una volta in cucina andai a prendere un bicchiere per poi riempirlo d'acqua, feci per uscire velocemente ma venni bloccata. "Non riesci a dormire?"

Alzai le spalle. "Non proprio." mormorai prendendo un sorso d'acqua fresca. "Tu?"

"Sono solito a fare dei turni la notte, sempre meglio rimanere vigili." mi confidò Bucky accennando un sorriso. "Oggi è stata una giornata difficile per te, vuoi parlarne?" chiese con aria preoccupata.

Sospirai, forse era il caso tentare. "Certo." annuii. "Possiamo magari uscire in terrazza? Ho bisogno di un po' d'aria fresca."

"Va bene." mi accompagnò fino alla terrazza che si affacciava sul salotto, la città di notte era qualcosa di veramente molto bello. Dalla mia stanza non si aveva una chiara visione delle luci o dei palazzi circostanti, da lì invece si poteva vedere tutto anche in lontananza. "Quindi..." Bucky mi guardò con la coda dell'occhio. "Vedo che ti sei abituata alla vita nella torre."

Non spostai lo sguardo dal panorama e alzai le spalle. "Non mi avete uccisa o avvelenata, non ho avuto motivo per andarmene, siete stati molto ospitali nei miei confronti." confessai, mi piaceva stare in quella torre, ero trattata meglio di quanto volessi. "E voi non siete così male, soprattutto Peter."

"Eh, il ragazzino ha un grande cuore." annuì lui in accordo. "Per me è stato più difficile adattarmi." disse portando le braccia al petto. "Non sapevo più cosa pensare, da una parte ero in qualche modo costretto a tornare dall'HYDRA, dall'altro c'era Steve che mi ha ricordato pian piano del mio passato."

Spalancai gli occhi, aveva avuto il mio stesso problema? Poteva essere vero? "Ricordi tutto il tuo passato?" domandai e lui scosse la testa. "E come fai a sapere che è vero?" lo guardai confusa.

"All'inizio non lo sapevo, ho passato del tempo in Romania da solo per cercare di schiarirmi le idee, ma alla fine ho ricordato perché volessi così tanto bene a Steve e quale fosse la mia vera causa." portò una mano tra i capelli. "Rimpiango molte cose che ho fatto mentre ero sotto il controllo dell'HYDRA."

"Per esempio?"

"Ho ucciso la madre di Tony." sbottò senza mezzi termini. "Nonostante ciò lui ha accettato di lasciarmi in casa sua e di aiutarmi."

Mi si seccò la bocca. "Anch'io ho ucciso." dissi vergognosa. "Ma sembrava giusto farlo, non me ne importava molto. Adesso invece... uccidere non sembra più una cosa così irrilevante." e dire che la mia cosiddetta "madre" mi aveva chiesto di uccidere tutti loro. "Perché tornavi dall'HYDRA?" domandai poi incuriosita dalla sua storia.

Bucky alzò le spalle. "Non lo so, non ricordo. So che usavano qualcosa per ricattarmi, ma i miri ricordi si sono bloccati nel momento in cui ho capito che Steve era qualcuno che già conoscevo." spiegò con fate nostalgico.

"Ci tieni molto a Steve." feci notare.

"Siamo amici fin dall'infanzia." sorrise. "Penso sia la persona a cui tengo di più al mondo, anche perché non ricordo altre." ridacchiammo leggermente.

Ci fu silenzio, non quel tipo di silenzio imbarazzante o fuori luogo, anzi, sembravamo essere a nostro agio in compagnia dell'altro. "Alla fine." decisi di osare una domanda. "L'HYDRA non ha fatto niente dopo la tua assenza?"

Bucky rimase fermo a pensarci. "All'inizio inviavano agenti a cercarmi, ma alla fine si sono fermati. È strano, ma si erano arresi." sembrava insicuro delle sue stesse parole. "Veramente molto strano."

"Dici che potrebbero mandare qualcuno a cercarmi?" deglutii a fatica, disobbedire a degli ordini era qualcosa che mai mi sarei sognata di fare. Avevo paura, non volevo commettere un errore dando più fiducia ad una delle parti, ma era impossibile rimanere in bilico tra i due.

"È possibile." rispose sincero. "Ma non possiamo saperlo con certezza, ti abbiamo salvato e loro non hanno avuto modo di mettersi in contatto con te." abbassai lo sguardo, non sapevano dei walkie-talkie che mi aveva dato Peter e non me la sentivo di dire loro la verità. Avrebbero perso tutta la loro fiducia in me e non mi avrebbero più aiutata. "Come sta andando la tua ricerca del passato?" cambiò discorso notando il mio malumore.

Sbuffai. "Non lo so, sono stanca e ancora non riesco a capire cos'ho visto e cosa no." usai la stessa scusa che avevo rifilato a Tony. "Loki ha detto che sarebbe venuto un altro giorno per riprovarci." alzai le spalle.

"Mhm." mi mandò un'occhiata fugace. "Sai, a volte mi sembra di conoscerti, poi però mi dico che è impossibile." la mia mente tornò a ciò che avevo vissuto quel pomeriggio.

"Sei nata il 30 marzo 1939." mi aveva detto la bambina nel ricordo, a grandi linee ero cresciuta nella stessa epoca in cui lui era già adulto secondo i miei calcoli. Se fosse stata la verità, avrebbe avuto tutto senso, era possibile che lui mi avesse vista da bambina ma non riuscisse a riconiscermi perché, beh, ero cresciuta.

"Scusa, ti sto solo confondendo di più le idee." sospirò. "Sono sicuro che riuscirai a ricordare il tuo passato un giorno, almeno uno dei due può farlo."

"Tu no?" chiesi preoccupata.

Lui sorrise tristemente. "Anni di lavaggio del cervello, 3 maghi insieme non sono riusciti neanche a scalfire il mio blocco, ci vorrà qualcosa di più potente per poterlo fare." alzò le spalle.

"Se Steve è riuscito a portare a galla parte del tuo passato, sono sicura che riuscirà ad aiutarti." poggiai la mano sulla sua spalla, era decisamente più alto di me, ma stranamente non mi metteva in soggezione ed era carino parlare con lui. Non sapevo esattamente a cosa fosse dovuto questo cambiamento, ma mi sembrava familiare la sua figura. "Sarà meglio che torni a letto." dissi poi allontanandomi.

"Certo." annuì. "Buonanotte." mi fece un lieve cenno con la testa per congedarmi.

Camminai velocemente lungo i corridoi per poi arrivare nella mia stanza, avevo ancora un mal di testa lieve che non mi permetteva di riposare come avrei voluto. Portai la mano sotto al mio cuscino e presi il walkie-talkie per poi osservarlo dubbiosa. Quell'apparecchio aveva due usi, nel mio caso, da una parte avrei potuto contattare la base dell'HYDRA e provare a farmi spiegare ciò che stava succedendo, dall'altra avrei potuto parlare con Peter e confidare in lui ciò che avevo scoperto.
Sbuffai chiudendo gli occhi, purtroppo in questa situazione esisteva la scelta giusta e quella sbagliata.

E stava a me fare la decisione.

Sentivo le mani sudate mentre giravo la rotellina per cercare la frequenza giusta, non c'erano molti numeri a separarli. Deglutii l'amaro in bocca. "Pronto?" chiamai con voce rauca. "C'è nessuno?" sospirai, speravo davvero che qualcuno mi rispondesse. "Qualcuno?" feci un ultimo tentativo.

"Renata?" sentii una voce confusa rispondere dall'altra parte. "Sono le 3 del mattino, perché sei ancora sveglia?" chiese Peter ancora assonnato.

"Volevo parlarti." confessai tristemente.

"Non possiamo parlare domani?" domandò, lo sentii sbadigliare rumorosamente e mi chiesi se fosse la scelta giusta. Pensavo che avrebbe provato ad aiutarmi, è sempre sembrato così aperto nei miei confronti. "Hey." mi richiamò. "È successo qualcosa?" chiese impanicato.

"Ho mentito." sbottai. "Ho ricordato qualcosa del mio passato, solo che non so se sia la verità... se lo fosse, Peter, sarebbe un casino enorme." scossi la testa. "Non riuscirei a sopportare una cosa del genere."

"Dimmi tutto." replicò e sorrisi.

Forse, dopo tutto, rivolgermi a lui era stata una buona scelta.              

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