12
"Come sta?" chiese Peter una volta che Bruce e Tony erano usciti dall'infermeria, erano passate due ore da ciò che Tony aveva soprannominato "collasso".
Bruce si tolse gli occhiali e sospirò preoccupato. "C'è qualcosa che non va in questa ragazza." confidò agli Avengers, tutti lo guardavano incuriosito. "È come se avesse difficoltà nel crescere, la sua mente si sta ancora sviluppando, ma sembra che qualcuno abbia giocato troppo con il suo cervello." mandò un'occhiata a Bucky.
"Eliminazione della memoria." mormorò lui riconoscendo subito gli effetti che lui stesso aveva subito per anni.
"I ricordi sono ancora lì, bloccati da una spirale di paura... possibile che non sia cresciuta con l'HYDRA ma avesse una vita propria?"
"Possibilissimo." asserì Wanda. "Se fosse cresciuta con l'HYDRA, non avrebbero avuto bisogni di resettarle la memoria." guardò gli altri. "A me non l'hanno fatto."
Peter guardò Steve, il biondo sembrava impassibile mentre ascoltava la conversazione. Il ragazzo si chiese a cosa stesse pensando, perché il ragazzo ragno non riusciva a smettere di ripetere in loop le parole di Renata prima che chiudesse gli occhi.
"E se papà non tornasse? Che ne sarebbe di me?" seguito poi da un "Congelato". Non sembrava avere troppo senso, ma le rotelle di Peter stavano girando nel tentativo di risolvere questo mistero.
"Cone possiamo aiutarla?" domandò Clint. Non l'avrebbe mai ammesso, ma si stava affezionando alla ragazzina, gli ricordava di sua figlia, per non parlare di tutti i complimenti che gli faceva quando le cucinava qualcosa. Sembrava essere l'unica ad apprezzare le sue doti culinarie.
Tony alzò le spalle. "Manipolare la sua mente con la scienza è troppo pericoloso, potremmo danneggiarla e rimanere senza una Renata." il suo sguardo cadde su Wanda. "Ma forse la magia potrebbe risolvere il problema."
La rossa sbuffò. "Ci abbiamo provato anche cob Bucky, ma come hai visto non è servito a molto." rispose questa ormai stanca della situazione.
"Bucky è adulto, la sua mente è elaborata e forte, Renata è solo una ragazzina instabile." cercò di farla ragionare Bruce. "Se c'è anche solo la minima possibilità di aiutarla-"
"E se la magia la peggiorasse?" Wanda scosse la testa. "Anch'io sono dalla vostra parte, ma non voglio prendermi responsabilità per qualcosa che potrebbe finire male." incrociò le braccia al petto.
"Renata stava parlando di suo padre." sbottò Peter d'un tratto lasciando tutti a bocca aperta, improvvisamente tutta l'attenzione si rivolse su di lui. "Penso che in quel momento abbia ricordato qualcosa, ma la cosa è degerata."
"Peter." Tony si avvicinò al ragazzo. "Dicci esattamente di cosa stavate parlando e cosa ti ha detto." poggiò le mani sulle sue spalle.
Spider-Man deglutì sentendosi osservato, ma decise comunque di dire la verità. "Le stavo raccontando la storia di Steve, del fatto che fosse rimasto intrappolato nel ghiaccio per 70 anni e poi le ho detto che anche Bucky aveva fatto più o meno la stessa fine." spiegò. "Da lì ha iniziato a muoversi, come se avesse delle convulsioni e ha detto: "E se papà non tornasse? Che ne sarebbe di me?"."
Steve sembrava star sudando freddo, aveva paura di ciò che gli aveva appena detto e capì che forse era il caso di parlare con Bucky al più presto. Se c'era anche solo la minima possibilità che quei due fossero parenti, avrebbe dovuto dirglielo. "Non ti ha detto chi è suo padre?" domandò allora lui.
Peter scosse la testa. "Congelato." disse semplicemente e tutti lo guardarono straniti. "È ciò che ha detto prima che svenisse."
"E se suo padre fosse anche lui un soldato dell'HYDRA?" chiese Wanda cercando di trovare la soluzione. "Magari è stato congelato per tanti anni, o ancora adesso."
"Steve." Tony richiamò il suo collega. "Posso parlarti in privato?" il biondo annuì lentamente per poi seguire il milionario fuori dalla stanza. "Per quanto ancora vuoi tenerlo nascosto? Mi sembra evidente che queste non siano coincidenze."
"Non penserai davvero che quella ragazza sua-"
"È abbastanza ovvio." Stark lo guardò male. "Andiamo, Bucky ha una figlia sperduta nel nulla, non sappiamo se sia veramente morta o no e, improvvisamente, scopriamo che c'è una ragazzina soldato mai vista prima uscita dai laboratori dell'HYDRA. E poi, hai visto Bucky? Sembra così protettivo nei suoi confronti." incrociò le braccia al petto.
"Magari si rivede in lei, per questo ci tiene." Steve provò a dissuaderlo. "È vero, si assomigliano e tutte queste coincidenze, ma non voglio saltare a conclusioni affrettate."
"A me sembra abbastanza sicuro." Tony alzò gli occhi al cielo. "Posso scommettere 1.000.000$ proprio ora che Renata è la figlia di Bucky." Tony era su tutte le furie. "Il tuo problema è che non vuoi ammettere la verità a te stesso e al tuo amico!"
"Penso che il sig. Rogers abbia ragione." li interruppe Peter, i due rimasero stupefatti nel vederlo. "Un po' di tempo fa avevo chiesto io stesso a Renata quanti anni avesse e se i suoi genitori fossero vivi. Lei mi ha risposto che sua madre lavora nell'HYDRA e che lei ha sui 16 anni, è impossibile che il sig. Barnes sia suo padre."
"Lo vedremo." rispose Tony ancora convinto. "Sapete cosa? Chiamo qualcuno che potrebbe aiutarci."
**
"Quindi sei una specie di dio della magia?" domandai osservando l'uomo di fronte a me.
Mi ero risvegliata qualche ora fa, mi sentivo abbastanza stanca e non riuscivo a ricordare come mi ero addormentata. Peter aveva insistito sul fatto che stessi parlando di mio padre, ma lo rassicurai spiegandogli ciò che mamma mi diceva sempre. "È morto, andato. Non chiedermelo più."
"Una specie." scrollò la testa lui. "Tony dice che hai i ricordi bloccati." disse poi osservandomi attentamente.
"Impossibile, mai avuto il lavaggio del cervello." dissi subito sulla difensiva.
"È quello che direbbe qualcuno manipolato." mi fece notare.
Corrugai le sopracciglia, in effetti avevo sentito i dottori o mamma parlare di qualcosa riguardante la mia memoria, ma non ci avevo mai fatto veramente caso. Possibile che quell'uomo avesse ragione. "Senti Laki-"
"È Loki." mi corresse, era ovvio che fosse infastidito, ma anch'io lo ero.
"Loki, anche se avessi dei problemi con la memoria, non vedo quale sia il problema! Mi è sempre stato detto su di me." alzai le spalle. "Sai che me ne faccio di qualche stupida memoria, probabilmente non sono neanche importanti." sbuffai.
Lui si accigliò. "Con la mia magia potrei arrivare a memorie molto profonde. La tua prima parola, il tuo ricordo più bello sui tuoi genitori, il tuo primo giorno di scuola o qualsiasi cosa ti stia a cuore." cercò di invogliarmi. "Vuoi dirmi che non ti interessa rievocare nessuno di questi ricordi?"
Mi sforzai per cercare di ricordare qualcosa della mia infanzia, ma tutto sembrava un enorme vuoto nero. "Farà male?" domandai guardandomi attorno. Non ero legata ad una sedia, era già un miglioramento rispetto a quando venivo potenziata in laboratorio.
Loki rimase in silenzio per qualche attimo. "Dipende da quanto riesci a resistere. Sarà intenso, non voglio mentirti, ma smetterò nell'esatto momento in cui non riuscirai a sopportare la pressione della tua stessa mente."
"Fantastico." presi un grosso sospiro. "Va bene, vai pure." gli diedi il mio permesso.
"Potrebbe venirti un po' di nausea." mi avvertì per poi poggiare la sua mano sulla mia fronte.
Intorno a me si creò un silenzio unico, una pace interiore che non avevo mai provato. Poi, venni risucchiata nel vuoto fino ad arrivare a quella che sembrava una casa, era circondata da un giardino enorme pieno di alberi e aiuole. "Dove sono?" sospirai sentendo una brezza leggera contro la mia pelle. Andai alla porta per poi entrare lentamente, tutto intorno a me era abbastanza sfocato ma riuscivo in qualche modo a contraddinguere intorno a me. "C'è nessuno?" chiesi ad alta voce.
"Renata, tesoro dove sei?" una donna mi venne incontro, aveva una gonna estremamente lunga che le arrivava fino alle caviglie, una camicetta rosa pallido e una bandana in testa per tenere a posto i suoi capelli biondi. "Eccoti." mi sorrise.
"Ci conosciamo?" corrugai la fronte, non mi sembrava di averla mai vista in vita mia.
"Vieni qui piccola peste " fece qualche passo in avanti, era come se non mi vedesse, riuscì a passare attraverso il mio corpo. Mi girai per vederla mentre prendeva in braccio una bambina che sembrava avere intorno ai 6 anni. "Sei tutta sporca, adesso la mamma ti porta a fare il bagno."
"Mamma?" la seguii mentre portava la bambina in bagno. Avrei giurato di non aver mai visto il suo viso, la mia mamma era totalmente diversa. "È impossibile... quella... sono io?" guardai la bambina che stava ridendo mentre la donna riempiva la vasca.
"Siamo nel 1945 e ancora facciamo fatica a farci un bagno decente." sbuffò lei andando a svestire la figlia.
"1945?" mormorai. "Ma è il secolo scorso! Come faccio ad avere un ricordo riguardante un anno in cui non ero neanche viva!"
"Papà è ancora in guerra?" domandò d'un tratto la piccola.
"Oh sì, se vuoi più tardi gli scriviamo un'altra lettera." le sorrise per poi baciarla dolcemente.
Scossi la testa e uscii dalla stanza. "Loki! Non ha senso, portami ad un altro ricordo!" e non appena finii di dirlo, venni portata in un'altra stanza. Il freddo attorno a me aumentò gradualmente. Feci qualche passo per uscire da quella che sembrava una camera da letto.
"Dacci la bambina!" sentii qualcuno urlare, scattai e iniziai a correre verso quella voce. Mi ritrovai di fronte ad una scena orribile, una decina di uomini stavano puntando le loro armi contro la donna di prima, questa stava tenendo in braccio la figlia. "Fallo e non ti sarà torto un capello." parlò uno dei malfattori.
"Non farlo." mormorai, non sapevo cosa stesse succedendo, ma non potevo starmene ferma mentre quelle povere persone stavano per essere rapite o, peggio ancora, uccise.
"Dove la volete portare?" chiese la povera madre in lacrime. Osservai bene la bambina, sembrava più grande di qualche anno e, nonostante ciò, era indifesa e altrettanto spaventata.
"Non ti preoccupare, la riportiamo da suo padre." spiegò l'uomo con tono serio. "Non le vogliamo fare del male, ma non esiteremo ad usare la forza."
"Non voglio vedere." scossi la testa. Si fece tutto buio, come se qualcuno avesse spento la luce. "Deve essere un nuovo ricordo."
"Shhh, non parlare." sentii un sussurro. "Potrebbero sentirti."
"Cosa? Riesci a sentirmi?" aguzzai la vista cercando di adeguarmi al buio, riuscii pian piano a distinguere una piccola figura seduta a terra contro il muro. "Come?"
Una porta venne aperta e venni investita da una sensazione di gelo, come se mi stessi pian piano trasformando in ghiaccio. Uno spiraglio di luce si fece largo nella stanza, la bambina mi fece cenno di fare silenzio posando il suo indice sulle sue labbra. "Dobbiamo riportarti nella capsula." disse quella che sembrava una guardia.
"Papà?" chiese lei con fare titubante e voce rauca.
"In missione, una volta tornato verrà portato nella sua capsula." lo sguardo dell'uomo si addolcì leggermente. "Ti lascio qualche minuto." disse per poi richiudere la porta.
"Che succede?" domandai accovacciandomi di fianco a lei. "Che posto è questo?"
"Non lo so, sono qui da qualche anno ormai." alzò le spalle. "Il tempo qua funziona in modo diverso." si alzò in piedi.
"Sono così confusa, come fai a vedermi?" niente sembrava avere senso.
"Perché io sono te." rispose come se fosse ovvio. "È il tuo ricordo, siamo rimaste in questa stanza per settimane, ricordi?" mi guardò incuriosita.
"Cosa? No, ti stai sbagliando." portai una mano sulla fronte. "Non sono mai stata-"
"Sì invece." scattò lei. "Io sono Renata, tu sei Renata!" venne verso di me e mi guardò negli occhi. "Possibile che tu non abbia idea di chi tu sia?" scossi la testa. "Sei nata a Brooklyn il 30 marzo 1939."
"Ho 16 anni." risposi.
"Il tempo qui funziona in maniera differente." mi ricordò.
"Tempo finito." la porta venne aperta la guardia le fece cenno di seguirlo, cosa che la bambina non esitò a fare.
"Aspetta! Dove stai andando!" cercai di rincorrerli, ma ogni mio passò sembrava diventare sempre più pesante. "Aspettatemi!" urlai, il mio fiato si fece pesante e i miei muscoli sembravano congelarsi.
Finalmente li raggiunsi, erano fermi di fronte ad una grande capsula trasparente. La bambina vi ci entrò senza fare opposizione, poi mi guardò preoccupata. "Non sei quella che pensi di essere." mi disse.
L'uomo premette un pulsante e la bambina s'irrigidì. "Cosa sta succedendo?" domandai impanicata.
Il freddo dentro di me crebbe, vidi i piedi della piccola Renata congelarsi pian piano, spostando lo sguardo sui miei notai che lo stesso stava succedendo a me. Spalancai gli occhi, non stavo più capendo niente di ciò che stava succedendo, sapevo solo che mi stavo trasformando in un ghiacciolo vivente e la bambina non sembrava per niente impaurita dalla cosa.
"Renata!" la mano di Loki venne spostata dalla mia fronte, aprii gli occhi di scatto e mi girai di lato per poi vomitare quel poco che avevo mangiato a pranzo. "Per oggi basta così." disse lui con fare preoccupato e disgustato.
"No." tossicchiai una volta finito. "Devo riprovare, è impossibile che quelle fossero le mie memorie! Le avrai confuse con altre." dissi con le lacrime agli occhi.
Loki scosse la testa. "Sono le tue, ne sono più che sicuro." mi diede una pacca sulla spalla. "Riposa, la prossima volta sarà più facile." mi fece un leggero sorriso per poi alzarsi ed uscire dalla stanza.
Osservai il muro di fronte a me. Se quelli erano i miei ricordi, voleva dire che la mia vita è stata una totale bugia.
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