Portofino- Chiara
" Dovrei cominciare a capire che grande donna sono e smetterla di sminuirmi o sentirmi inadeguata"
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Scene un po' Spicy 🔞
Le labbra scottano per i baci che ci siamo scambiati, ho il respiro corto e le gambe tremano cosi tanto che mi chiedo come riesca a stare in piedi. Il cuore ormai batte piú forte di un tamburo, rimbomba pesante nelle mie orecchie.
Alessandro mi ha preso per mano, conducendomi verso l'albergo. Questo contatto ravvicinato non fa altro che mandare in blackout il mio ormai fottuto cervello, mi sembra di vivere in una dimensione parallela.
La Hall dell'albergo é gigantesca: sopra le nostre teste é posto un grande lampadario in cristallo, l'atrio é arredato con poltrone in pelle di colore rosso scarlato, che circondano un tavolino in legno di mogano.
Mi perdo in questo incanto, almeno fino a quando la Receptionist non ci viene incontro con una scusa banale.
Fissa Alessandro senza pudore, non degnandomi manco di uno sguardo, come se fossi invisibile.
Indossa dei tacchi che la fanno sembrare ancora piú alta di quanto già non sia, ha un fisico dalle curve sinuose e un seno importante che non passa inosservato, che la divisa del Hotel fatica a contenere. Il viso é di forma ovale con labbra carnose, un piccolo naso e capelli biondi legati con cura in uno chignon. Completano il tutto due occhi grandi color verde smeraldo.
So che non dovrei, ma inevitabilmente mi paragono a lei e ci soffro. Ha una bellezza mozzafiato, la mia invece é mediocre.
Lei farebbe girare tutti i ragazzi, io passerei inosservata.
Alessandro riesce a liberarsi della tipa e mi conduce fino all'ascensore. Tengo lo sguardo basso, sul pavimento interamente rivestito dalla moquette scura.
Spinge il bottone e le porte si aprono, ci infiliamo dentro, poi lui si accorge del mio stato d'animo.
<< Che succede?>> Si avvicina di piú a me, preoccupato per questo mio improvviso cambiamento.
Scuto la testa, sentendo gli occhi bruciare, vittima delle mie continue paranoie.
Alessandro però non demorde e mi alza il viso, in modo da poterlo guardare in faccia. Pretende giustamente una risposta.
<< Non so come faccio a piacerti. Insomma hai visto la tipa della Reception? Ti stava letteralmente sbavando addosso, ed é di una bellezza da dea. Io non ho niente da spartire con lei>> mormoro triste.
<< Quella gatta morta? Ma per carità. É una di quelle ragazze senza sostanza, che vuole assicurarsi una scopata facile. Chiara vali molto di piú>> Dice serio.
Arriviamo al nostro piano, come le porte si aprono usciamo, anche se sono ancora titubante. Procediamo fino alla sua camera, Alessandro prende la tessera magnetica e apre la porta.
Al centro c'é un letto matrimoniale a baldacchino, di fronte si trova un ampio armadio a muro, uno specchio in stile moderno.
Sul fondo della stanza c'é una portafinestra che conduce sul balcone.
<< E se ti dovessi stancare delle mie paranoie>> continuo io, perché ho bisgono di rassicurazioni.
<< Honey, le affronteremo insieme.
Se potessi ti darei i miei occhi, per mostrarti quanto sei bella>>. Accompagna queste parole, accarezzandomi una guancia.
Mi conduce sul fondo della stanza e apre la portafinestra, siamo al terzo piano e il panorama che si apre ai miei occhi é bellissimo: il cielo, tinto dei colori della notte, risplende con una miriade di stelle e la luna piena, che si trova al suo centro.
Cinge i miei fianchi con le braccia e mi stringe a sé. Sento il suo profumo, ormai parte di me. Il cuore torna a martellare forte, mentre mi scosta i capelli per baciarmi sul collo.
Con piccoli gesti riesce a far scivolare via le mie paure e decido per una volta di spegnere i pensieri e seguire l'istinto.
Prendendomi in braccio, torniamo nella camera. Mi posa a terra e ci scambiamo una serie di baci che diventano sempre piú passionali, allunga una mano sotta la canottiera, sfiorando la mia pelle che va a fuoco, fino a posarsi sul mio seno destro.
Sussulto al suo tocco, mentre le nostre lingue si cercano insazziabili.
Mi irrigidisco appena quando afferra l'orlo della canottiera, perché toglierla vorrebbe dire cominciare a mostrare i miei difetti.
<< Non nasconderti da me>> si stacca dalla mia bocca e mormora con voce roca.
Dentro di me sento che ha ragione, non devo avere paura davanti a lui, non mi giudicherebbe mai.
Ma sapere che poco lontano c'é uno specchio mi mette in agitazione e lui deve averlo capito, perché si sfila la maglia viola che indossa e la pogia sopra, coprendo lo specchio.
Osservo rapita il suo fisico muscoloso e i jeans scuri che gli ricadono sui fianchi, donandogli un'aria maledettamente sexy.
Mi mordo il labbro inferiore, beandmi di questa vista.
<<Se mi guardi cosi mando all'aria i miei buoni propositi>> mi fissa, i suoi occhi sembrano due pozze scure dove arde il fuoco del desiderio.
Deglutisco e, in un moto di audacia che non credevo di avere, sfilo la canottiera, che lascio cadere chissà dove.
Torna da me e comincia a lasciarmi scie di baci umidi che vanno dal collo alla spalla, fa in modo che i nostri corpi aderiscano, sento quanto mi desidera ed é bellissimo.
Passo le dita sulla sua schiena, a contatto con i muscoli sodi, fino ad arrivare ai suoi fianchi. Gli sbottono i jeans e glieli faccio scivolare giú, rischio quasi di avere un orgasmo nel vederlo solo con le mutande adosso, tanto che devo mordermi l'interno guancia.
<< Mostrami i tuoi difetti>>.
Questa affermazione mi lascia stupita, tentenno un attimo, perché le paranoie sono sempre in aguato come falchi predatori. Ma poi ricordo che lui non mi giudicherebbe mai e senza indugiare oltre sgancio il reggiseno, che finisce sul pavimento.
Resisto alla tentazione di coprirmi con i capelli e quando incrocio il suo sguardo noto una scintilla illuminarlo.
<< Ho il seno troppo piccolo, sembra quasi inesistente>> sussurro a voce cosi bassa che temo non mi abbia sentito.
Alessandro posa una mano a coppa sul mio seno destro, che sparisce. Sento un fremito nel bassoventre e stringo le cosce.
Si avvicina con il viso al mio orecchio e sussurra
<< Non sai cosa ti farei honey. Se vuoi che mi fermo basta dirlo>>.
Scuoto la testa, cosi lui stacca la mano dal seno, per prenderlo in bocca e inizia a succhiare piano.
Le mie gambe diventano cosi molli da temere che non mi reggano piú, mi sfugge un basso gemito.
Da attenzione anche all'altro, mentre comincio a strusciarmi su di lui, lentamente.
Sto andando a fuoco, tutto il mio essere arde di passione.
Quando si stacca mi esce una specie di mugolio dalle labbra, tolgo in qualche modo i pantaloncini e dico
<< I fianchi sono rotondi, mentre ho le cosce grosse>> la mia voce esce roca e incerta.
Accarezza i miei fianchi, come se volesse verificare la quello che ho detto. Sento dei brividi lungo la schiena, mi avvicino di piú e gli poso dei piccoli baci sul petto. Sento il suo cuore battere furioso, presa dall'audacia faccio scivolare la mano sul suo torace, percorro la sua pelle e la poso decisa sul suo pene, dove solo il tessuto delle mutande ci fa da barriera.
<<Chiara mi mandi al manicomio se fai cosi>> geme lui e si avvinghia alla mia bocca.
Mi adagia sul letto, inizia a baciarmi la pancia e a scendere fino all'interno coscia, spingendosi poi dove neanche il mio Ex si era mai spinto, in mezzo alle mie gambe, dove lascia prima piccoli baci, poi passa lingua, facendomi inarcare la schiena. Afferro le lenzula, mentre i gemiti si fanno piú intensi, mi sembra di esplodere in mille pezzettini.
Pretendo di avere di piú e so che lo stesso vuole lui.
Lo vedo armeggiare alla ricerca di un preservativo, che non trova.
<< Tesoro prendo la pillola>> soffio languida, poi gli sfilo decisa le mutande, non volendo aspettare oltre.
Scivola dentro di me, combanciando come pezzi di un puzzle e facciamo l'amore. In questo momento tutto il resto viene spazzato via, esistiamo solo io e lui, due casini che si completano a vicenda.
Raggiungo l'orgasmo facendo scivolare il su nome sulle mie labbra, toccando le stelle con un dito. E lui fa lo stesso.
Rotola giú da me, mentre riprendiamo fiato. Mi stringe tra le sue braccia, lasciandomi un bacio in fronte e ci addormentiamo cosi, con la mia testa posata sul suo petto.
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