Insicurezze- Chiara
"Ho fatto una corazza, un'armatura
Che mi protegge dalla gente, dalla paura
Io non avevo il seno grosso né la statura
Il corridoio della scuola era una tortura".
-Chadia Rodriguez-
Passeggio per le vie di Bogliasco, dopo aver finito il turno di lavoro. Alessandro mi ha mandato un messaggio invitandomi alla cena a casa di Diego.
Ci sarà da divertirsi e, almeno per un po', posso non pensare a come è finita in maniera drastica la mia relazione.
Raggiungo il mio palazzo e salgo le scale di gran carriera, fino al secondo piano. Infilo la chiave nella toppa e finalmente rientro a casa. Mi chiudo la porta alle spalle e appendo le chiavi ad un gancio attaccato al muro.
Oggi Angela non è venuta al lavoro perché aveva un esame: sta frequentando un corso di pasticceria di base.
Ama preparare biscotti e torte varie, tanto da trasformare casa nostra in una Backery, con profumi di crema pasticcera, cioccolata e chi più ne ha più ne metta.
Prendo una banana dal portafrutta sito al centro del tavolo, la sbuccio e la divoro avidamente. Dopodiché mi verso dell'acqua fresca dentro un bicchiere per dissetarmi. L'estate sembra già essere iniziata e non siamo manco al vent'uno giungo.
Marcio fino al bagno, dove tolgo i vestiti per infilarmi in doccia. Mi insapono con un bagnoschiuma alla lavanda, pensando alla serata che si prospetta.
Dopo essermi infilata nel mio accappatoio verde entro nella mia stanza e apro l'armadio, indecisa su cosa indossare.
Ho sempre paura di non piacere, di sembrare ridicola. Quando andavo a scuola mi prendevano in giro, dicevano che avevo le cosce grosse. Quei commenti facevano male, si sono insinuati dentro di me come un veleno che non riesco ad espellere, quindi tutt'ora mi tornano alla mente ogni volta che vedo la mia immagine riflessa.
Mangiavo con moderazione, cercando sempre di evitare cibi o bevande troppo zuccherati. Mi chiedevo sempre come potesse una persona essere giudicata solo dal suo aspetto fisico, io ero più di questo, più di un paio di cosce grosse o di un seno piccolo.
Andrea vedeva la mia sofferenza all'epoca e si sentiva impotente, per me la scuola stava diventando un vero e proprio incubo. Molte volte Piangevo davanti allo specchio, chiedendomi del perché dovessi subire quella tortura.
Non esisteva solidarietà femminile in quel gruppetto di stronze, purtroppo se non eri come loro né pagavi le conseguenze.
Quando finalmente finì la scuola mi sentì sollevata, come se mi avessero tolto un macigno da sopra al petto. Eppure quei commenti sono rimasti annidati in un angolo del mio cervello, facendomi sempre dubitare di me stessa.
Infilo l'intimo e poi decido di indossare un paio di pantaloncini grigi larghi che arrivano al ginocchio, così da nascondere le cosce, ma allo steso tempo cercando di non morire di caldo.
Li abbino a una t-shirt rossa e per finire faccio una treccia con i miei capelli.
Mi osservo cauta allo specchio, la mia perenne condanna. Il look è abbastanza semplice e mi sta bene così, non amo le cose eccessive.
Sento la porta d'ingresso aprirsi e deduco che la mia coinquilina sia arrivata, le vado incontro troppo curiosa di sapere come sia andata.
<< Allora, come è andato l'esame?>> Non sto più nella pelle.
Angela sbatte due volte le palpebre e poi annuncia soddisfatta
<<Porca Puttana sono passata!>>
La travolgo in un abbraccio, cogliendola alla sprovvista. Lei, al contrario mio, non è una ragazza molto espansiva.
<< Okay Koala giù le zampe>> borbotta imbarazzata dal mio abbraccio.
Mi stacco e le rivolgo un sorriso enorme.
Posa la borsa a terra e si serve due bicchieri d'acqua che tracanna in poco tempo.
<< Dove te ne vai di bello stasera?>> Chiede indicando il mio look.
<< Diego, l'amico di mio fratello, da una cena a casa sua. Ci sarà da divertirsi. Se ti va puoi venire>> rispondo pratica.
<< Ci sto, ma prima fammi andare a cambiarmi, non voglio sembrare una zaccona>> sbuffa, per poi sparire dalla mia vista.
Angela sembra una scaricatrice di porto quando parla, ma a me non interessa minimamente.
Inizialmente ero scettica all'idea di condividere un appartamento con qualcuno soprattutto di sesso femminile, dopo la mia brutta esperienza.
Ma lei sa bene cosa significa essere giudicati e in un certo senso mi ha presa sotto la sua "ala protettrice".
Fa la sua comparsa quasi un'ora dopo con indosso una canottiera nera a costine, un paio di short a jeans. La frangia le ricade disordinata quasi fino ai grandi occhi grigi.
In quel momento Andrea suona al campanello, così prendiamo le borse e scendiamo di sotto.
*
Diego ha una casa nel quartiere di Cogoleto, uno dei tanti della provincia di Genova.
Facciamo il nostro ingresso in un appartamento di sessanta metri quadri, un abbastanza spoglio. Lui non vive più qui da parecchio tempo, ma ha deciso lo stesso di tenere la casa come appoggio per quando torna a Genova. L'ambiente è molto caldo, c'è solo un ventilatore che muove un po' d'aria sito in un angolo.
C'è un tavolino in legno di colore nero appoggiato contro la parete, con tre sedie. Nello stesso ambiente è stato ricavato un cucinotto con un frigorifero, il piano cottura e un forno.
Una figura slanciata si alza dal divano e mi viene incontro: riconosco subito Andrew.
Gli getto le braccia al collo
<< Sei venuto anche tu!>>
Mi scompiglia i capelli arruffandomeli come la criniera di un leone.
<< Ovvio piccoletta, ti pare che non venissi a salutarti?>> Chiede retorico.
Faccio una smorfia: usano quell'appellativo da sempre, visto che sono la piccolina del gruppo.
Andrea va dietro Andrew e si perdono in chiacchere concitate.
<< Cazzo ma sono tutti fighi gli amici di tuo fratello>> sussurra Angela al mio orecchio.
Non faccio in tempo a risponderle che intercetto lo sguardo di Alessandro. Ha in mano un accendino con il quale sta giocherellando, mentre è appoggiato con le spalle al muro e mi fissa per una frazione di secondo.
Ma che dico? Sta guardando Angela, è ovvio. Lei di ceto non passa inosservata come la sottoscritta.
Lo vedo infilarsi in tasca l'accendino e venire verso di noi, con quell'aria scanzonata che lo contraddistingue.
Del gruppo degli amici di mio fratello lui e Mario a mio avviso sono i più belli, senza nulla togliere agli altri.
<< Sono contento che hai accettato l'invito>> dichiara con un sorriso sbilenco.
Mi stringo nelle spalle << Sai com'è. Ho voglia di divertirmi>>.
Studia la mia figura lentamente con lo sguardo facendomi sentire strana, non sono abituata a tutte queste attenzioni. Provo uno strano nodo in gola, eppure non sono mai stata a disagio con lui.
A spezzare questo momento ci pensa Diego, che rientra in casa con il cibo d'asporto.
Alessandro sfila gli occhi dai miei e va a sedersi a terra, vicino ad Andrew. Mordo il labbro inferiore, cercando di capire cosa sia successo.
Raccatto una ciotola di riso basmati e prendo posto vicino ad Andrea, Angela invece si piazza alla mia sinistra.
Diego ci passa delle birre, prima di sedersi a sua volta. Decido di non pensare a quanto è successo poco prima e mi concentro sul mio riso. Solo ora che ne sento il profumo mi accorgo che sto morendo di fame.
Porto alla bocca una forchettata di riso e vengo risucchiata nelle conversazioni degli altri, chiedendomi chi sarà a fare la prima pazzia tra loro.
Nonostante la presenza del ventilatore, il caldo è tremendo, cerco di trovare un po' di conforto bevendo la birra fresca. Purtroppo non serve a molto, così finito di mangiare mi alzo in piedi e mi dirigo sul balcone.
Il sole è già tramontato da un pezzo, lasciando spazio all'oscurità della sera, spezzata da qualche luce proveniente dai lampioni in strada. Le stelle purtroppo si faticano a vedere, ma poco importa.
Mi appoggio alla balaustra e inspiro a fondo, cercando di trovare un po' di tregua dalla calura estiva.
Poco dopo una presenza si avvicina a me, giro il viso e vedo Alessandro accendersi una canna. Fa un tiro, per poi sbuffare via una nuvoletta di fumo che si disperde nella notte.
Torno a guardare davanti a me, consapevole di non essere più sola.
<< Come hai conosciuto Angela?>> Alessandro decide di spezzare il silenzio che si era creato tra di noi.
<< Per caso: lei aveva scritto un annuncio dove cercava una coinquilina e io avevo voglia di prendermi la mia indipendenza.>>
Continua a fumare tranquillo, così mi prendo un attimo per osservare il suo profilo tra il chiaroscuro, i suoi occhi persi in un punto imprecisato.
<< Se mi fissi così potrei pensare che ti piaccio>> dice con tono leggermente ironico.
Roteo gli occhi a questa sua affermazione insensata.
<< Quanto sei spiritoso, ma ti voglio bene per questo>> soffio.
Spegne la canna nel posacenere e riporta su di me la sua attenzione
<< Non nascondere la tua sofferenza, fingendo che vada tutto bene>>.
Le sue parole mi colpiscono in pieno, sono davvero così trasparente ai suoi occhi? Okay, ci conosciamo da alcuni anni, forse è comprensibile. Abbiamo nel tempo instaurato un legame di amicizia molto profondo.
<< Cosa intendi?>> Provo a far finta di niente.
Appoggia un braccio alla balaustra, l'altro gli scivola lungo il corpo.
<< Chiara ti conosco bene. L'ho capito che sei uscita da quella relazione con il cuore rotto. Se non ti senti di parlarne non importa, ma non fingere. Ti chiedo solo questo>>.
Mi sento vacillare davanti a queste parole, perché l'unica cosa che sono stata capace di fare finora è stata quella di asciugarmi le lacrime e far finta che vada tutto bene.
Mio fratello interrompe questo scambio
<< Diego ha deciso di scendere alla spiaggia, lui e Andrew hanno fatto una stupida scommessa>>.
Ecco, ci siamo, ora inizia il vero divertimento.
Andrea si scambia un'occhiata fugace con Alessandro e poi lo seguiamo dentro.
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