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Il bar dei miei- Chiara


"Lei è sola, triste e ferita. Ma non l'ho dà a vedere.

Lei è un disastro, non si sente mai abbastanza.

Ma maschera Tutto con un sorriso, anche se urla dentro.

Si asciuga le lacrime e fa finta di niente".




L'afa di inizio giugno si sta facendo sentire: fino a pochi giorni fa sembrava che l'estate non volesse iniziare, visto le ripetute piogge e gli sbalzi climatici.

Poi da ieri il caldo è esploso tutto in una volta.

Ho legato i capelli in una croccia alta che mi lascia scoperto il collo, mentre preparo le ordinazioni dei clienti. Lavoro nel bar della mia famiglia da quando ho finito la scuola.

Angela, la mia collega nonché coinquilina, sta facendo dei cappuccini. Ha da poco iniziato a lavorare qui dentro: a lei servivano i soldi per pagarsi l'affitto e alla mia famiglia un aiuto in più in estate.

Indossa una maglietta che le scopre la pancia e dei jeans attillati: inutile dire che attira di molto la clientela maschile. Ma d'altronde come biasimarli, è una bella ragazza.

Servo i miei clienti e lancio al volo un'occhiata all'orologio: tra una ventina di minuti finisco il turno. Mi appoggio al bancone tirando un sospiro e mi guardo intorno, il bar non è grandissimo, ma abbiamo sempre un sacco di clienti per nostra fortuna.

La porta si apre e mio fratello fa il suo ingresso seguito dai suoi amici, sono rientrati oggi da Milano, dove vivono perché hanno scelto di intraprendere la carriera musicale come rapper.

Dietro ad Andrea c'è Diego, con la sua solita espressione da bel tenebroso. Al suo fianco appare Alessandro, che sembra il più mite del gruppo. Ma non lasciatevi ingannare dall'apparenza.

Aggiro il bancone e mi fiondo tra le braccia di Andrea: è da qualche mese che non lo vedo e mi è mancato tantissimo. Quando mi stringe sento che tutta la tensione accumulata ultimamente scivola via.

<< Mi sei mancato molto>> sussurro contro il suo petto. Non mi importa se ci stanno fissando tutti in questo momento, come se non avessero mai visto due fratelli abbracciarsi.

<< Anche tu testina matta>> ribatte lui, per poi posarmi un bacio sulla tempia.

Siamo molto legati noi due, sin da quando eravamo bambini. Con il fatto che i nostri genitori lavoravano tanto, abbiamo fatto affidamento l'uno sull'altra, complice anche il fatto che abbiamo pochi anni di differenza.

Sciolgo l'abbraccio controvoglia per salutare i suoi amici, mentre ci facciamo strada fino al bancone.

Angela, che ha assistito a tutta la scena, abbozza un sorriso, i ragazzi ordinano dell'acqua tonica. Sto per tornare al mio lavoro, ma lei con un gesto della mano mi ferma

<< Non c'è bisogno, tanto ormai hai finito il turno. Ci penso io>> dice dolcemente e la ringrazio.

Prediamo posto a un tavolino all'angolo mentre vengo risucchiata dalle conversazioni dei ragazzi. Si conoscono da quando erano degli adolescenti desiderosi di far sentire la loro voce e sfondare nel mondo del rap.

Mente sorseggio l'acqua tonica noto che Alessandro mi sta squadrando, sento le guance arrossire e quindi distolgo lo sguardo.

<< Come mai Mario non c'è?>> Chiedo con un filo di voce.

<<È rimasto a Milano per via della promozione al suo nuovo disco: sai shotting fotografici, interviste. Cose così>> risponde Andrea scrollando le spalle.

<< Magari quando meno c'è l'aspettiamo farà la sua comparsa, poco prima dell'inizio del Tour>> aggiunge Diego.

Finiamo di bere e lasciamo il Bar, dopo aver salutato Angela.

Chiedo ai ragazzi di andare al mare, per cercare un po' di fresco. Decidiamo di andare a Portofino, per cercare un po' di pace.

Durante tutto il tragitto fisso il panorama immersa totalmente nelle mie riflessioni, anche se vorrei tanto zittire ogni mio pensiero. Una ciocca di capelli mi sfugge dall'elastico, così la sposto dietro l'orecchio.

Arrivati a destinazione passeggiamo lungo la piazzetta che costeggia il porto dove sono attraccate varie imbarcazioni, mi fermo ad osservare il panorama che si apre davanti a me. Amo il mare, mi fa sentire bene.

<< Ho saputo che la tua relazione è finita. Mi dispiace>>. Non mi ero accorta che Alessandro mi avesse affiancato, mi osserva incerto sulla mia reazione.

<< Non fa niente, alla fine ho capito che io e Christian eravamo incompatibili>> mi stringo nelle spalle.

<< Se vuoi parlarne io ci sono>> posa una mano sul mio braccio. Annuisco, Alessandro è uno dei pochi che ti ascolta veramente.

<< Sto bene>>. Non è vero, ormai sono abituata a fingere di stare bene, da essermelo autoimposta come risposta. Ma dentro di me invece c'è solo un gran vuoto.

In questo momento l'unica cosa che voglio fare è divertirmi, lascare andare tutta la tristezza che mi sto portando dietro da troppo tempo. Per non parlare dei demoni che affliggono i miei pensieri. Ho bisogno solo per un secondo di essere "normale".

Senza riflettere inizio a correre per la piazzetta, a quest'ora ancora non c'è tanta gente. Più corro e più desidero essere libera e spensierata, passo di fianco a mio fratello che inizialmente mi guarda perplesso, ma decide di imitarmi. Diego e Alessandro lo seguono a ruota e così ci ritroviamo lanciati in questa folle corsa, come se fossimo ancora degli adolescenti. Per un momento tutte le mie insicurezze vengono accantonate, mentre la mia pelle è baciata dal sole e dalla brezza leggera.

Mi fermo solo quando sono a corto di fiato, per sedermi a terra, con le gambe a penzoloni sul molo, incurante di avere il corpo imperlato di sudore.

<< Se completamente pazza piccoletta>> borbotta Alessandro piegato in due, mentre cerca di recuperare fiato.

Andrea gli tira una pacca sulla schiena scherzosa, per poi prendere posto a fianco a me. L'ultimo che ci raggiunge è Diego

<< Ragazzi non ho più l'età per tutto questo>> si lamenta.

Adoro gli amici di mio fratello: mi hanno sempre inclusa, nonostante fossi l'unica ragazza e io con loro mi trovo bene, perché a differenza di molte ragazze che ho conosciuto, non giudicano.

Vengono da contesti difficili, dove non era scontato riuscire ad arrivare a fine mese, o avere la possibilità di finire la scuola. Sanno cosa vuol dire fare dei sacrifici e rischiare di prendere brutte strade.

I gabbiani stridono sopra le nostre teste, volteggiando nel cielo blu come in una danza solo loro.

Due mani mi afferrano per i fianchi e mi tirano su come se fossi una piuma, facendomi strillare. Andrea ha avuto la brillante idea di prendermi in braccio e caricarmi sulla spalla, manco fossi un manichino.

Comincio a tempestargli la schiena di pugni, ma non serve a niente. Lui si incammina beato, ignorando lo sguardo curioso dei passanti.

Alessandro e Diego, anziché aiutarmi, se la ridono. Bei amici, proprio.

<< Andrea cazzo ti salta in mente?>> protesto.

<< Sto morendo di fame>> risponde lui impassibile e devo trattenermi dallo sbuffare.

Procediamo di questo passo fin all'ingresso di un ristorantino, dopodiché il troglodita mi mette giù.

<< Sei un cavernicolo>> gli sibilo con finta indignazione, non ammetterò mai nemmeno sotto tortura che mi sono divertita.

Lui si stringe nelle spalle e mi supera per aprire la porta, quando varco l'ingresso sento il mio stomaco brontolare. Tempismo perfetto.

Il ristorante è un classico locale che prepara cucina regionale, dallo stile rustico. Ne rimango stupita, visto che Portofino è rinomata per ristoranti di lusso e costano un occhio della testa. Mi sarei sentita a disagio in un posto così.

La cameriera, una signora anziana, prende le nostre ordinazioni e poco dopo torna con della focaccia alla cipolla ed è subito l'estasi per le mie papille gustative.

Ne stacco una parte che sbocconcello avidamente, mentre presto attenzione ai quadri appesi alle pareti.

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Quando rientriamo a casa sono le dieci passate: la luna piena in cielo illumina le vie con la sua pallida luce.

Sono nata e cresciuta nel quartiere di Bogliasco, e anche se non vivo più da qualche mese con la mia famiglia, ho deciso di rimanere nel quartiere.

Ho chiesto ad Andrea di rimanere da me stasera, d'accordo con Angela. Gli faccio strada fin dentro l'appartamento che condividiamo di settanta metri quadri.

Mi affloscio sul divano, togliendomi le scarpe. Mio fratello fa lo stesso e restiamo in silenzio, finché io non esplodo e decido di confidargli tutto quello che è successo negli ultimi mesi, dei miei demoni. Lui mi ascolta in silenzio, mentre mi metto "nuda" della mia anima e dei miei sentimenti.

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