Genova Ovest- Alessandro
"Sono tornato con le rime malate di febbre
Vale a dire le più calde di sempre
Faccio mezzanotte senza lancette
Non esisto come l'arte di Hesse"
-Vaz Tè- Geova Ovest
Mi sveglio presto, con i raggi del sole che filtrano dalla finestra.
Chiara è rannicchiata contro di me, dorme ancora pacifica, con i capelli sparpagliati sul cuscino. Cerco di spostarmi senza disturbarla ed esco controvoglia dal letto. Averla così vicino, ma non poterla baciare è faticoso.
Prendo il blocco e una penna, che poso sul tavolo e dopo essermi bevuto una tazza di caffè e aver mangiato qualcosa, comincio a scrivere.
Solitamente è difficile che componga di mattina presto, eppure mi sento ispirato. Non ne ho idea da dove tutto questo nasca e francamente poco importa, so solo che devo buttare giù queste parole che mi girano in testa.
Scrivo di getto, cercando di dare forma a quello che sento, perdendomi dentro il mio mondo.
Mentre rifletto se possa essere il testo di una nuova canzone, faccio alcune correzioni qua e là. Sono un perfezionista: a volte può capitare che alla prima stesura sia soddisfatto, altre volte invece devo rivedere alcuni punti.
Mordo il cappuccio della penna, quando mi accorgo di una presenza: Chiara è appoggiata allo stipite della porta, con aria assonata e i capelli arruffati. Il mio sguardo si posa su di lei, mi ritrovo a pensare a quanto sia dannatamente sexy con addosso la mia maglietta.
Si avvicina al tavolo, cercando di sistemarsi i capelli con le mani.
<< Stavi scrivendo?>> Domanda con voce impastata.
<< Qualcosa del genere, mi è venuta una sorta di ispirazione>> rispondo chiudendo la penna.
<< So che non ti piace il caffè, così ti ho preparato del Ginseng. Non so cosa mangi di solito, vedi un po' tu>> continuo spostando il blocco dal tavolo.
Annuisce e si prende la sua tazza di Ginseng, fruga tra le mensole mordendosi il labbro inferiore. Prende quattro fette biscottate che posa su un piattino e del burro.
Fa strano vederla gironzolare per casa mia, ma non sembra essere a disagio.
Imburra le sue fette biscottate completamente assorta. Quando si accorge che la sto fissando alza lo sguardo e arrossisce, mi fa tenerezza.
La lascio mangiare tranquilla, mentre controllo il telefono. Ho un messaggio di Andrew, mi chiede se nel pomeriggio facciamo due tiri con il pallone.
Quando Chiara ha finito lava le sue cose, poi si ritira in bagno, a prepararsi. Sarebbe un sogno averla per un po' anche a Milano, nella mia nuova realtà. Non mi importa della distanza, perché mai come in questo momento so cosa voglio veramente.
Ritorna con addosso i vestiti della sera prima, recupera la sua borsa ed è pronta per andare.
Prendo le chiavi della macchina, infilo gli occhiali da sole e usciamo di casa.
La scarico davanti al Bar e, prima che scenda, le accarezzo una guancia
<< Honey, grazie per essere rimasta>> dico.
Mi ritrovo a fissarle le labbra. È più forte di me, le ha leggermente dischiuse. Le poso un dito sul labbro inferiore e lo trovo morbido, nei suoi occhi leggo una tempesta di emozioni.
Potrei mandare all'aria i buoni propositi, annullare la distanza che ci separa e baciarla, ma non lo faccio. Desidero prima parlarle di quello che provo, c'è di mezzo un'amicizia tra noi.
La lascio andare con un sospiro, esce dalla macchina e si incammina verso l'ingresso del Bar. La vedo sparire al suo interno, chiedendomi che cosa pensi in questo momento. Se l'è piaciuto come l'ho sfiorata.
Faccio retromarcia e torno a casa per lavorare ai miei testi, consapevole che Chiara ha fottuto ogni parte di me.
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Stoppo il tiro di Andrew e mando la palla in rete, siamo completamente incuranti del caldo che c'è.
Lui corre a recuperarla, comincia poi a palleggiarla concentrato. Fa un tiro in porta, ma centra la traversa e impreca.
Me la ghigno, sbeffeggiandolo. Mi mostra il terzo dito.
<< Ci sono persone che sono portate per il calcio e ci sono quelle negate>> dichiaro prendendo la palla.
Provo una rovesciata che va a segno, come a dare conferma alle mie parole.
Andrew corre verso gli spalti e recupera una borraccia dal borsone, la svita e ne beve il contenuto.
<< Ma che cazzo di caldo fa? Tra un po' mi sciolgo>> borbotta.
<< Dai pure la colpa al caldo se fai schifo a calcio, tanto si sa che sei scarso>> adoro stuzzicarlo è più forte di me.
Mi lancia contro la borraccia, che afferro al volo
<< Ma vaffanculo Alessandro>> mi guarda torvo, facendomi ridere.
Gli ripasso la borraccia e, ripreso possesso del pallone, inizio una serie di palleggi, senza sbagliare manco un colpo. Il calcio l'ho sempre visto come uno sfogo personale, un po' come Mario con il pugilato.
<< Quindi è vero quello che Diego mi ha riferito?>> Stoppo il pallone e gli dedico la mia attenzione, invitandolo ad andare avanti.
<< Che ti piace Chiara?>> Incrocia le braccia al petto, in attesa che dica qualcosa.
<< All'inizio pensavo fosse solo una sorta di attrazione e nulla di più. Ma quando l'ho rivista ho capito che non potevo più ignorare quello che sento>>.
Mi siedo affianco a lui, sull'erba e contemplo il posto in cui siamo.
<< Stava con il Sudamericano, ma poi è finita, da quello che ho capito è stata lei a lasciare lui>> Andrew pesca un cappellino dal borsone e lo infila al contrario.
Annuisco << Ne abbiamo parlato ieri sera e mi ha raccontato cosa è successo. Quel grandissimo idiota l'ha solo usata. Avrei una voglia di spaccargli la faccia che non ne hai un'idea>>. Solo a pensarci mi viene rabbia, come ha osato comportarsi così.
Mi dà una pacca sulla spalla
<< Belin ti ha preso proprio di brutto, non ti avevo mai visto così per nessuna>> commenta.
Chiara non è come tutte le altre, merita qualcuno che le dia quello di cui ha bisogno.
Ha degli occhi che mi lasciano con il fiato sospeso goni volta che li guardo. Sono neri e sembra quasi che possa leggerci dentro.
Raccontano quanta sofferenza ha patito, il bullismo che l'ha cambiata. Non si sente mai abbastanza. Non lo ammette ad alta voce, ma l'ho intuito, anche se non sa che luce meravigliosa ha dentro.
Lei è una dipendenza, di cui non riesco a farne a meno per quanto ci provi. È la droga più potente che esiste.
<< Si potrebbe chiedere di invitare anche Angela al compleanno di Andrea. Abbiamo parlato un po' quella sera a casa di Diego, sembra una tipa tosta>> svia l'argomento.
Gli sfilo la borraccia dalle mani e bevo un sorso
<< Ehi perché non ti sei portato la tua acqua>> protesta.
Alzo le spalle << Perché è più comodo così>>.
Gliela ripasso e lui la infila dentro il borsone, per poi chiudere la cerniera.
<< Comunque, stavo dicendo, Angela mi ha fatto una buona impressione. Le ho anche scritto due giorni fa, su Instagram, dato che non ho il numero. Abbiamo parlato di cose futili, però sai da cosa nasce cosa, anche se non è che mi faccia strane idee. Penso che prenderei il tutto con calma>> dichiara.
<< Okay, ma vedi di non fare troppi giri di parole la prossima volta, chi non è abituato si perde dopo un po'>> Non posso proprio farcela a smettere di stuzzicarlo, va così.
Mi tira una pacca
<< Oggi pomeriggio sei più stronzo del solito>> borbotta, facendomi sogghignare.
<< Belin se rappi come parli abbiamo un grosso problema>>.
<< Ma fottiti>>. Si alza in piedi e riprende il pallone, allontanandosi con finta indignazione.
Conosco Andrew da una vita, come tutti gli altri. Viene da Spezia e come noi, non ha avuto una vita facile. Si faceva il culo in un cantiere, per aiutare a pagare l'affitto e ha rischiato quasi di prendere una brutta strada. Il Rap lo ha salvato.
https://youtu.be/OdrHOcetcnY
Angolo Autrice:
Alessandro non vuole affrettare i tempi con Chiara, essendoci di mezzo un'amicizia, preferisce fare le cose con calma. Ha compreso che lei non si sente mai abbastanza, nonostante cerchi in tutti i modi di tenerlo nascosto.
Andrew dal canto suo prova interesse per Angela.
Quella che ho postato, la canzone Genova Ovest che da il titolo al capitolo, è un duetto tra Vaz Tè e Tedua, inserito nel Mix tape di Amici Miei, dedicato alla Wild Bandana- Drilliguria.
Andatelo a sentire che merita parecchia attenzione.
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