Epilogo- Chiara
"Lui la stordiva,
la confondeva con le sue parole ardenti
Perché le parlava sottovoce e dolcemente.
Lei non era più abituata a certe carezze sul cuore
E quando qualcuno le si avvicinava,
lei alzava i suoi muri.
Ma con lui era diverso... si cercavano
E non riuscivano a smettere"
-Charles Baudelarire-
Tre mesi dopo
Il sole filtra dalla finestra, preannunciando il nuovo giorno, anche se ho le palpebre chiuse, me ne rendo conto dato che sono sveglia. Ma non ho assolutamente voglia di alzarmi, preferisco crogiolarmi un altro po' a letto e godermi il caldo della trapunta.
Mi giro sulla schiena, decisa a starmene in relax, sensazione che ahimè dura poco, perché qualcuno irrompe nella mia camera.
<< Sveglia!>> Urla una voce maschile e un cuscino mi finisce dritto in faccia.
<< Andrea!!!>> Squittisco indignata, aprendo gli occhi e spostando il cuscino. Lo incenerisco con lo sguardo, ma lui da bravo stronzo mi ignora beatamente e si butta sull'altra estremità del letto, facendomi sobbalzare.
Non contento prende a torturarmi e ci ritroviamo a fare la lotta come due adolescenti.
<< Perché cazzo Angela ti ha fatto entrare?>> Chiedo ormai esausta.
Mio fratello ammicca<< Perché so essere persuasivo>> dice con voce gongolante.
Solleva il mio corpo come se fosse una piuma e mi adagia su di sé, per poi darmi una pacca sul culo. Trasalisco, colta totalmente alla sprovvista.
<< Ti odio>> gli sibilo all'orecchio e lui si lascia andare ad una risata.
<< Ma se sono l'amore della tua vita>> continua a puzzacchiarmi, non ancora soddisfatto.
Gli mostro il medio imbronciata.
Io e Andrea abbiamo sempre avuto questo tipo di rapporto: amiamo stuzzicarci, ma siamo molto legati.
A lui gli devo molto, se qualche anno fa non mi fece notare che avevo un disturbo, non oso immaginare cosa sarebbe potuto capitare. Mi stavo autodistruggendo e non me ne rendevo conto.
<< A cosa pensi?>> chiede guardandomi negli occhi. Si è accorto che qualcosa in me è cambiato.
<< Alla sera in cui è cambiato tutto: quando ho capito che avevo bisogno di aiuto. Ero arrivata al punto che facevo un pasto al giorno, contavo ventisette pennette e non mangiavo altro. Non c'è la facevo più a sentire determinate cattiverie e mi feci bocciare apposta quell'anno in prima superiore>>.
Mi accarezza una guancia, mentre un sorriso triste gli si disegna sul viso.
<< L'anoressia è una malattia che ti consuma sia dentro che fuori. Avevo sedici anni e non capivo inizialmente cosa ti stesse succedendo, finché non ne sentì parlare in televisione. Eri la mia sorellina e avevi bisogno di chiedere aiuto, non volevo perderti>>.
Poggio la testa contro il suo petto, mentre ricordo le dinamiche di quella sera e delle sue parole.
Restiamo così per un po' e alla fine ho deciso di cambiare argomento. Mi tiro su a sedere, poggiando le gambe sul scendiletto e indossando le mie calde ciabatte col pelo.
<< E così vai a Sanremo l'anno prossimo? Quando hanno elencato i nomi dei partecipanti a momenti mi strozzo con il thè, non mi hai detto che ci avresti provato>>.
Mi imita alzandosi dal letto e sistemandosi la felpa << è stata una scelta impulsiva la mia e poi se non ricordo male avevi altro per la mente questa estate>>.
Sorrido, perché il solo pensare a lui mi fa questo effetto.
Dopo essermi cambiata faccio colazione, mi accoglie la mia amata tazza di Ginseng fumante, ma della mia coinquilina non c'è traccia. Mangio delle fette biscottate imburrate, mentre Andrea si appollaia sul divano.
Pulisco le mani con il tovagliolo, finito di mangiare, poi lavo la tazza e il piattino.
<< Angela dove è andata a finire?>> Asciugo tutto con un canovaccio.
<< Un certo Andrew è arrivato in mia compagnia, li ho lasciati da soli per venirti a rompere le scatole. Saranno andati ad amoreggiare da qualche parte>> risponde labile mio fratello << se vai verso l'acquario c'è qualcuno che ti aspetta>> aggiunge strizzandomi l'occhio.
Afferro il giubbino e indosso una sciarpa bianca, prendo la borsa dove dentro metto il telefono, le chiavi dell'appartamento dalla ciotola e, salutato mio fratello, esco di casa per andare a prendere l'autobus.
Genova si sta preparando per il Natale imminente, dentro di me si accende la consapevolezza che ho già tutto quello che desidero e non posso chiedere di meglio.
In ogni dove trovi case decorate, abeti che spiccano dai giardini allestiti, balconi con cascate di luci. Ora che è giorno tutto è spento, ma alla sera si accende la magia.
Scendo alla fermata di riferimento e l'aria fredda arrossa la mia pelle, mi copro meglio con la sciarpa, dato che sono una freddolosa cronica e mi incammino verso l'acquario.
Lui è seduto al tavolino di un bar adiacente, che giocherella con l'accendino. Mi prendo del tempo per ammirare il suo profilo: la bellezza di quel viso che ormai è impresso nel mio cuore, i capelli con quel ciuffo ribelle che gli ricade sulla fronte, la sua espressione concentrata in chissà quali pensieri.
Trotterello nella sua direzione. Come se si fosse accorto della mia presenza smette di giocare con l'accendino e alza il viso, facendo incrociare i nostri occhi. Sorride e io mi sento leggera.
<< Honey>> è tutto quello che mi dice, prima che mi butti tra le sue braccia, incurante delle persone che ci fissano.
<< Mi sei mancato>> sussurro contro il suo petto, chiudo gli occhi e aspiro il suo profumo.
Mi avvolge in un abbraccio << anche tu mi sei mancata>> ci scambiamo un bacio diverso dal solito, fatto di urgenza, nel quale le nostre lingue si cercano disperate, ci stiamo dichiarando il nostro amore, solo con i gesti.
Restiamo così, senza più dirci una parola, in uno spazio dove sono i nostri cuori a parlare e le nostre anime si sfiorano.
Grazie ad Alessandro l'amore ha un nuovo senso per me, ho imparato che questo sentimento non è possesso, ma fatto di rispetto, libertà e condivisone.
Lasciamo il bar per raggiungere la cassa dove acquistiamo due biglietti per visitare l'acquario. Ci sono stata due volte da bambina, ma l'effetto che mi fanno le vasche con i pesci rimane sempre lo stesso, fatto di stupore e meraviglia.
Sto finalmente cominciando ad avere più fiducia in me stessa, so che sarà un percorso lungo, ma voglio trovare dentro di me la forza per riuscirci. Solo in questo modo potrò spezzare le catene che mi legano al passato e vivere finalmente libera.
Angolo Autrice:
Siamo giunti alla fine di questa storia, spero che vi sia piaciuta almeno un po' e che
magari qualcuno di voi si sia rivisto in Chiara o Alessandro.
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