Bluface- Alessandro
Non ho mai amato le regole. Da adolescente mi stavano troppo strette.
Ero un ribelle: ho fatto uso di droghe pesanti e combinavo casini.
Erano piú le volte che saltavo la scuola, rispetto ai giorni che la frequentavo. Andavo in giro per Genova o a giocare con il pallone.
Dentro di me provavo una strana rabbia, dovuta all'abbandono da parte di quel padre che non ho conosciuto e non sapevo come sfogarmi.
Adoravo fare casini e al mio fianco c'era Mario, colui che mi salvava sempre il culo.
Veniva a prendermi con il suo motorino mezzo scassato e sfrecciavamo per le vie di Genova, senza meta e senza piani.
Lui non é mai stato un casinista come il sottoscritto, però mi capiva molto bene: come me era cresciuto senza un padre, ma dovette fare i conti anche con la malattia della madre.
Per non parlare delle famiglie affidatarie nelle quali é stato, girando a destra e sinistra come un pacco.
Appassionato di pugilato, trovò in quello sport una valvola di sfogo dai casini della sua vita, il rap arrivò in seguito.
Il mio stile di vita preoccupava mia madre e non poco e a ripensarci ora mi sento uno schifo per come l'ho fatta stare.
All'ennesimo casino che avevo combinato ai danni di miei coetanei, ma che vivevano in contesti economici migliori del mio, mentre Mario mi portava via, seduto dietro il motorino mi chiesi che senso aveva far stare male mia madre, rischiando di finire in riformatorio o chissà dove.
Quella sera maturai la consapevolezza che era ora di darci un taglio con tutte quelle cazzate, dovevo dare una svolta alla mia vita.
Il mio amico mi portò a Cogoleto, quartiere dove viveva lui e conobbi Diego. Ci disse che stava lavorando a dei testi di musica Rap e voleva partecipare agli eventi di strada:
Inutile dire che legammo da subito.
Lui non giudicava, proprio perché veniva a sua volta da un contesto difficile quanto il nostro.
Mario lo conosceva meglio di me, vivendo nella stessa zona.
Passamo la notte a fare progetti e alle prime luci dell'alba avevo uno scopo nuovo: dedicarmi alla musica, anziché autodistruggermi.
La parte piú difficile fu abbandonare le droghe pesanti, ci misi tempo, ma grazie alla forza di voltà alla fine ne venni fuori.
Nel frattempo conobbi anche Andrea ed Andrew, quest'ultimo veniva da Spezia.
Abbiamo dato vita al collettivo che ci lega tutt'ora, siamo divantati una famiglia.
A vent'anni conobbi Chiara: in quel periodo non se la passava bene. Andrea ci raccontava del bullismo che subiva a scuola e dei danni psicologici che le stavano infliggendo. Era preoccupato perché mangiava sempre meno e temeva di perderla.
Fu Diego a chiedergli di farcela conoscere, magari uscire insieme a gente che non giudica le avrebbe fatto bene.
Cosi una sera ci ritrovammo a Bogliasco, nella piazzetta.
Andrea arrivò seguito da questa ragazza che camminava con passo incerto. Indossava una felpa scura e aveva alzato il capucccio sulla testa, come a volersi nascondere.
Fissava a terra, ma quando alzò la sguardo mentre ci presentavamo, mi accorsi di quanto fosse bella, nonostante le occhiaie scure.
All'epoca aveva quattordici anni.
*
<< Belin torna nel mondo reale>>.
Mario mi riscuote dai miei pensieri.
Ero cosí perso da non essermi accorto di aver finito la sigaretta, che getto via. Diego mi lancia uno sguardo d'intesa.
Siamo in piazzetta a Cogoleto, in attesa di Andrea, dato che oggi é il suo compleanno.
<< Scusa fratello, mi ero perso nei pensieri>> sbuffo mentre mi asciugo il sudore dato dalla calura di fine giugno.
<< Me ne ero accorto>> sorride sblilenco il mio amico, per poi stravaccarsi sulla panchina.
<< Non ti avevo mai visto preso cosi da nessuna ragazza>> sottolinea Diego accavallando le gambe.
Scuoto la testa << Mi sta sul cazzo che quel coglione sia tornato a cercarla per scusarsi>> borbotto.
Solo il pensiero mi fa incazzare.
<< Lui l'ha usata, non gliene frega un cazzo dei suoi sentimenti. Gli importava solo del suo cognome>>>
I miei amici ora mi rivolgono una strana occhiata.
<< Vuoi dirmi che ci stava insieme solo perché Chiara é sorella di Andrea?>> Chiede cauto Mario.
Annuisco ed entrambi fanno una faccia disgustata.
A quest'ora Cogoleto sembra deserta, vuoi per la gente che preferisce stare in casa per via del caldo o per i temerari che sono andati in spiaggia.
L'unica ombra che abbiamo é data dal palazzo sito dietro di noi.
<< Chiara un paio di giorni fa lo ha incontrato. Stava facendo una pausa dal lavoro, quando lui é sbucato fuori.
Voleva scursi di come si era comportato.
Fortunatamente Angela ha visto tutto ed é intervenuta allontanandolo>> continuo il racconto.
<< Fanculo, sono stato io a spingerla verso di lui>>. Forse se mi fossi fatto avanti prima tutto questo si poteva evitare.
<< Invece ti sbagli, lei era presa da Christian. Se ti dichiaravi rischiavi di perderla, perché lei non provava lo stesso. Questo é il tuo momento. Accetta un consiglio da fratello: anche se é quello che Chiara ha passato non lo augurerei a nessuno, le é servito per fare esperienza.
Anche a me sta sul cazzo che lui l'abbia usata e non sai quanto, ma non possiamo farci niente>>.
Mario gioca con l'accendino, mentre mi dice queste cose. Diego resta in silenzio.
So che ha ragione. Noi due siamo complementari: io sono quello impulsivo, mentre lui é piú riflessivo.
<< Comunque bando alle ciance, oggi pensiamo solo a divertirci. Dato che andiamo a Portofino, possiamo fare baldoria al Nest>> propone Diego con un mega sorriso.
Intravvedo la macchina di Andrea che avanza verso di noi, si parcheggia dietro il mercedes di Mario.
Scende dall'auto stiracchiandosi e ci rivolge un mezzo sorriso.
Arriva da noi e ci salutiamo alla nostra maniera.
In contemporanea si aprono lo sportello del passeggiero e quello sul retro, rivelando le figure di Chiara e Angela.
Sollevo gli occhiali da sole sopra la testa, per poter guardare meglio:
Chiara indossa una canottiera a costine verde, un paio di pantaloncini neri in tinta con le sue Converse.
Ha piastrato i capelli, che le ricandono morbidi lungo la schiena.
Mentre sposta una ciocca dietro l'orecchio, si nota il bracciale in argento che porta al polso: il simbolo dell'infinito.
Angela ha legato i capelli in due trecce, che le conferiscono un'aria da adolescente, ma non c'é piú traccia della frangia, cosi da permettere la fronte di restare scoperta e mostrare il piercing al sopracciglio.
Lei non si fa tanti problemi con i vestiti: indossa un top rosso, con sotto una minigonna in jeans. Due sandali neri con strass completano il look.
Il mio sguardo scivola su Chiara, che, come se ne accorge, arrossisce e abbassa lo sguardo sulle scarpe.
Mi avvicino a lei, dopo aver salutato Angela con un cenno, che capisce e ci lascia soli.
<< Come va Honey?>> Le prendo la piccola mano che sembra sparire nella mia. Ha una specie di sussulto.
<< B- Bene, grazie>> balbetta impacciata.
Mi faccio piú vicino, cosi da poterle sussurrare<< Stai benissimo cosi>> alludendo alla pettinatura.
Balbetta un'altro grazie, poi i nostri occhi si intrecciano. I suoi sono di un nero brillante, molto profondi.
<< Te come stai?>> Mi rigiara la domanda, tormentandosi una ciocca di capelli. É nervosa e questa cosa la rende tenera.
<< Sto sempre bene, quando ti vedo>> dichiaro.
Morde il labbro inferiore e devo riccorrere alla mia forza di voltontà per non farmi venire in mente pensieri osceni.
L'ho gia detto, ma lo ribadisco: lei é come un dolce veleno e io non aspetto altro che farmi contagiare.
Osservando gli altri parlare animatamente con Mario, dedice di incamminarsi verso di loro, che sono radunati a cerchio. Posa una mano sulla spalla di Diego e dice
<< Ragazzi, voi lo vedete spesso Mario in quanto vivete tutti a Milano, io no. Quindi é il momento che vi facciate da parte, cosi posso salutarlo>>.
Gli getta le braccia al collo sorridendo, incurante di tutto.
<< Ciao Piccoletta>> gli dice lui, stringendola. Poi le passa una mano tra i capelli.
Chiara é una ragazza molto affettuosa, fa parte della sua indole ed é un tratto che mi piace del suo carattere.
<< Come sta andando il disco?>> Chiede attorcigliandosi una ciocca di capelli al dito.
Mario le sorride<< Direi molto bene. Anzi, a tal proposito, ho un regalo per te>>.
Apre la macchina e tira fuori un pacchetto, che consegna a Chiara.
Lei se lo rigira tra le mani, come se cercasse di indovinare di cosa si tratti solo sentendone la consistenza.
Decide di scartalo e rimane a bocca aperta: é la tiratura in edizione limitata del disco di Mario, con incisa una piccola dedica.
Le brillano gli occhi dalla felicità, come una bimba.
La stiamo ossevando tutti, quando torna ad abracciarlo e ringraziarlo ripetutamente.
*
Dopo aver fatto il check-in nell'albergo, nel quale Andrew aspettava il nostro arrivo, ci siamo incamminati verso il posto indicato da Diego: Il Nest é una famosa discoteca di Portofino, frequenatato da gente a cui non mancano i soldi. Già scrutando il parcheggio delle auto puoi farti un'idea delle persone che entrano.
Varchiamo il suo ingresso e veniamo investiti dalla musica Dance che esce dalle casse, le luci strobo sono quasi accecanti.
Ci facciamo strada tra la folla fino alla zona del privé, dove occupiamo un tavolo.
Ordiamo da bere, poi Andrew comincia a parlare fitto con Angela.
Sembra proprio essere preso da lei, si vede dai gesti. Ogni tanto le sfiora la mano e non perde mai il contatto visivo.
Ci servono i drink, visto che voglio rimanere il piú lucido possibile per dichiararmi a Chiara, ho scelto di bermi una birra, lasciando che siano gli altri a darsi alla pazza gioia.
<< Un brindisi ad Andrea, che partendo dal basso come noi, ha potuto realizzare il suo sogno, senza mai dimenticarsi da dove viene>> dichiara Diego, con il bicchiere alzato.
Imitiamo il suo gesto e brindiamo al nostro amico.
Andrea é il piú piccolo di noi ragazzi, quando ci siamo conoscouti era appena un tedicenne. Quante ne ha passate insieme a noi, tra casini, voglia di fare musica e cazzate varie.
Andrew, finito il drink, chiama un giro di cicchetti. Io, Chiara e Diego passiamo, cosi se li dividono gli altri.
Angela, forse già un po' brilla, si alza in piedi e comincia a ballare in modo sensuale, Andrew la imita e danno inizio a una danza carica di erotismo, lui la afferra per i fianchi, mentre lei comincia a strusciarsi.
<< Ragazzi chiudetevi in albergo>> borbotta Mario, roteando gli occhi.
Andrew torna al suo posto, facendo sedere Angela in braccio e in men che non si dica cominciano a baciarsi, incuranti di tutto.
Con la coda dell'occhio noto che Chiara é in imbarazzo, fissa un punto sulla tavola e cerca di non prestare attenzione all'audacia della sua amica.
I due piccioncini continuano a scambiarsi efusioni, spero solo che Andrew abbia un po' di sale in zucca da non portarsela a letto in queste condizioni. Non é una troietta che rimorchi perché hai voglia di scopare e che dopo cade nel dimenticatoio.
Non giudico chi lo fa, ma io non sono mai stato il tipo da una botta e via, con una ragazza a caso, di cui a momenti non conosci il nome.
Le frequentazioni che ho avuto, anche se erano senza impegno, erano mirate al rispetto della donna.
Tante ragazze nelle discoteche cercavano con me questo tipo di aproccio, ma le ho sempre allontanate. Non é la ragazza facile che cerco.
La musica cambia e dalla Dance si passa alla Techno. Andrea sta intavolando una conversazione con Mario e Diego, gli racconta di essersi fidanzato da poco con una certa Elisa che fa la modella e spera di avere una relazione seria.
Angela torna di nuovo in pista per ballare, a me invece questa musica mi fa venire il mal di testa.
Con un sospiro mi alzo, Chiara mi guarda interrogativa: le faccio sengo che vado a fumare, poi la invito a seguirmi.
Sembra pensarci un'attimo, ma poi si alza e mi segue mentre cerchiamo di guadagnare l'uscita in mezzo alla calca di persone sudate che ballano.
Affetto Chiara per il polso, per evitare che venga presa di mira da qualche ubriaco, finché non apro la porta e ci lasciamo alle spalle tutto il casino.
Mi incammino verso la piazzetta, Chiara si affianca a me, ora che le ho liberato il polso.
Stasera c'é la luna piena e il cielo é costellato da tantissime stelle.
Dal porto tira una leggera brezza, che porta una tregua dal caldo di questa giornata.
C'é un piccolo viavai di gente, intorno a noi. Mi siedo su una panchina e accendo una sigaretta.
<< Detesto la musica Techno, mi fa salire il mal di testa>> sbuffo il fumo che si addensa nell'aria.
<< Non piace neache a me>> dichiara Chiara, a bassa voce.
Con la mano libera le accarezzo il polso, quel contatto mi causa una sorta di scarica elettrica per tutte le terminazioni nervose.
Sbarra gli occhi, come colpita anche lei dalla stessa cosa.
<< Sei proprio bella Chiara. L'ho sempre pensato, ma ultimamente sei sbocciata come una rosa>>. Getto la sigaretta e le presto attenzione, perdendomi dentro i suoi occhi.
Deglutisce, totalmente incapace di proferire parola.
Le passo un dito sul labbro inferiore
<< Sai perché me ne sono andato prima sei mesi fa?>>.
Fa cenno di no con la testa, cosi continuo a parlare
<< Perché anche se pensavo fosse giusto per te, mi faceva male vederti insieme a Christian.
Quel pomeriggio alla partita, quando hai detto che vi eravate fidanzati mi é caduto il mondo addosso.
Provavo qualcosa per te, ma avevo paura di rovinare la nostra amicizia.
Ho lasciato il campo da calcio con la scusa che ero stanco e, una volta accompagnato Andrew in stazione, sono tornato a casa e mi sono ubriacato.
A ripensarci é stata stupida come reazione, ma in quel momento pensavo che l'alchool mi avrebbe impedito di pensare a te e a lui, ma non fu cosí. Quindi il giorno seguente tornai a Milano, pensando che la distanza avrebbe smorzato questo sentimento.
Ma sbagliavo. Mi é bastato rivederti per capire che questo sentimento non era sparito.
So che Christian ti ha usata e questa cosa mi fa incazzare. Meriti un ragazzo che ti voglia per chi sei veramente, non solo perché fai Brasi di cognome>>.
Mi sono avvicinato di piú a lei, in questo modo i nostri respiri si mescolano. Le sposto una ciocca dietro l'orecchio, sento i nostri cuori diventare una cosa unica.
<< A- anche io provo qualcosa per te>> sussurra, la voce che le trema.
<< Sento questa attrazione da quando abbiamo dormito insieme a Palmaro, anche se mi ripetevo che era sbagliato.
Ma ora tu sei qui e mi dici queste cose, capisco che non ha senso combattere questo sentimento>>.
Continua a parlare a bassa voce mentre si torce le mani. Quanto é bella anche cosi, imperfetta ma meravigliosa.
Azzero la distanza e la bacio, cogliendola alla sprovista.
Risponde senza esitazione e la tensione che provavo dentro comincia a scemare, le sue labbra sono morbide e dolci, come il miele piú pregiato.
Le schiude in modo da farmi approfondire il bacio, infilo una mano tra i suoi capelli per attirarla di piú a me, mentre assaporo la sua bocca, che sa di mojito, e le tocco il cuore.
Ci stacchiamo, per poi ricomonciare, come in una danza, ed é la cosa piú bella del mondo.
Quando finalmente riprendiamo fiato ha le labbra gonfie per i baci, si appoggia con la testa contro il mio petto e la stringo, cullandola.
Angolo Autrice:
Cosa ne pensate di Ale e Chiara? Sono belli insieme?
Secondo voi Christian avrà imparato la lezione ed é sparito, o tornerà?
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