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Amici miei- Chiara


(Contiene Alcune Scene Spicy)

Guardo fuori dal finestrino il panorama che scorre rapido, sembra quasi sfuggente. È difficile coglierne i dettagli. Qua e là si vede qualche casa, sembrano così piccole che alcune ricordano quelle delle bambole, ma è un effetto ottico creato dalla lontananza.

Il cielo azzurro, quasi si confonde con il mare, come se fossero un'unica cosa. È una splendida giornata di inizio luglio, di un'estate che per me ha un sapore completamente diverso.

Una ciocca di capelli mi sfugge dall'elastico, la porto dietro l'orecchio con un gesto automatico. Metto in pausa la playlist di spotify che stavo ascoltando, arrotolo le cuffiette e infilo tutto in borsa.

Andrew ha voluto organizzare un'uscita a quattro, così insieme ad Angela e Alessandro, siamo diretti a La Spezia, per raggiungerlo.

Di solito non amo viaggiare in treno, li trovo scomodi; soprattutto i regionali che sono quasi sempre senza aria condizionata e odorano di vecchio. Ma per il mio amico sto facendo un'eccezione.

Angela è assorta nella lettura di un libro: ha l'espressione concentrata, mentre i suoi occhi scorrono riga dopo riga. Le labbra, tinte con un rossetto rosa tenue, sono leggermente dischiuse. Indossa una gonna a balze bianca e una camicetta che riprende il colore del rossetto.

Una mano si posa delicatamente sulla mia, facendola sparire. Sollevo gli occhi fino a incontrare quelli di Alessandro, le nostre iridi si incastrano alla perfezione. Mi lancia un mezzo sorriso sbilenco, al quale rispondo con dolcezza.

Mi sporgo verso di lui e con la mano libera gli accarezzo la guancia; chiude gli occhi, godendosi il mio tocco. Con la punta del dito indice sfioro il labbro inferiore, mentre una montagna di farfalle svolazza nel mio stomaco.

Sembra così strano che sia diventato il mio ragazzo, lui che non ha mai voluto costruire legami con nessuna, ha scelto me: la sorella del suo amico, con più paranoie che certezze. Ma solo Alessandro sa vedere aldilà dei miei difetti, veri o immaginari che essi siano. La mia ancora di salvezza, da tutto lo schifo che ho patito.

Angela si schiarisce la voce, rompendo la bolla che ci eravamo costruiti. Mi ritraggo di scatto e torno composta sul sedile, mentre le guance si colorano di rosso.

<< Porca puttana ragazzi risparmiatemi le smancerie, vi prego>> si lamenta, appoggiando il libro sulle ginocchia.

Alessandro si lascia sfuggire una risatina, il mio cuore invece sta rallentando la sua folle corsa.

È passata una settimana dal compleanno di mio fratello e, di conseguenza, da quando ho trascorso una notte di passione con il bello e ribelle del gruppo. Mi ha confessato quello che prova per me da alcuni mesi e di come si sia sentito quando mi sono fidanzata con Christian.

Ora capisco perché era tornato prima del previsto a Milano, gli impegni erano solo delle scuse. Aveva il cuore ferito, ma faceva finta di niente.

Se solo mi fossi accorta prima di lui, mi sarei evitata la sofferenza con Christian. Ma evidentemente le cose dovevano andare così.

Il treno comincia a rallentare la sua corsa, mentre lo speaker annuncia che stiamo entrando alla stazione di La Spezia. Angela infila il libro nello zaino, che tine sul sedile accanto al suo e da una sistemata rapida ai capelli, cercando di ravvivarli con le mani.

Le porte si aprono e scendiamo dal treno, seguendo la calca di persone fino all'uscita della stazione. Li troviamo Andrew, appoggiato contro un palo della luce, con le mani infilate nelle tasche dei jeans. Indossa una t-shirt nera e un cappellino girato al contrario.

Quando intercetta Angela la attira per un braccio e le loro labbra si scontrano, reclamandosi con urgenza, incuranti della gente che li osserva. Lui le cinge la vita con un braccio. Le loro lingue si perdono in uno scontro selvaggio, insaziabili l'una dell'altro.

Si staccano solo quando si ritrovano a corto di fiato, la mia amica ha le labbra gonfie e gli occhi che brillano.

<< E poi eravamo noi a dare spettacolo prima>> faccio una smorfia nella loro direzione.

Alessandro scuote la testa divertito e molla una pacca sulla spalla di Andrew.

<< Ragazzi sembrava che volesse scopare davanti a tutti, datevi una regolata>> sogghigna.

Angela abbassa lo sguardo a fissarsi le scarpe, mentre i due ragazzi si punzecchiano a vicenda.

Una volta ricomposti, seguiamo Andrew fiano al parcheggio e saliamo sulla sua Audi bianca. Ci immettiamo nel traffico cittadino fino a casa sua.

*

Povs Angela

Dopo pranzo Chiara e Ale ci hanno lasciati da soli, con la scusa di farsi un giro. Penso l'abbiano fatto per avere un po' di privacy.

Ho deciso di preparare una Cheescake allo Yogurt: trito i biscotti secchi per creare la base, che poi lascio in frigo. Mi dedico alla preparazione della crema: dentro una ciotola verso prima il formaggio spalmabile, lo zucchero, cominciando a sbattere per farli addensare. In secondo momento aggiungo lo Yogurt e mescolo il tutto con cura, fino a farla diventare omogenea. Ripesco la base dal frigo, con un cucchiaio verso la farcia un poco per volta e la livello, infine aggiungo qualche mirtillo per decorare.

Ormai la pasticceria fa parte di me, il mio sogno è quello di lavorare in questo mondo. So che ho ancora tanto da imparare, la scuola che sto seguendo è impegnativa, ma ne vale la pena.

Ripongo la torta dentro il frigorifero, deve stare a riposo almeno due ore. Mentre comincio a pulire la cucina, Andrew fa capolino da dietro di me.

<< Cosa prepari di buono?>> Chiede allungandosi nella mia direzione.

<< Una Cheescake allo Yogurt>> rispondo, prendendo la spugna in mano.

Sto per prendere la ciotola, ma lui è più veloce e con un dito raccoglie qualche traccia della farcia, portandoselo in bocca come un bambino.

<< Molto buona>> commenta lui, sfilando il dito e osservandomi a occhi socchiusi. Quel gesto mi provoca una fitta nel basso ventre.

Bofonchio un grazie, ma lui non sembra dell'avviso di lasciarmi continuare a pulire. Mi attira a sé per un bacio, preme il corpo contro il mio, facendoli aderire. Mi schiude le labbra e assapora la mia bocca, strappandomi un basso gemito, quando afferra il mio labbro inferiore tra i denti.

Appoggia la fronte contro la mia, studiandomi con occhi carichi di desiderio.

<< Sai Angela a Portofino tra di noi si è accesa una strana scintilla. Eri così bella mentre ballavi contro di me in modo sensuale>> soffia a pochi millimetri dal mio viso, la voce carica di seduzione. Devo stringere le cosce per cercare di calmarmi, anche se ormai ho capito che la temperatura si alzerà parecchio.

Mi prende in braccio, per farmi sedere sul bordo del tavolo. Non so quali siano le sue intenzioni, ma decido di non badarci.

Sbottona lentamente la mia camicetta, poi me la sfila poggiandola contro una sedia. Con il dito sfiora il contorno di pizzo del mio reggiseno, causandomi piccole scariche elettriche.

Mi bacia il collo, per poi scendere fino alla spalla. Lascio che assaggi la mia pelle, mentre stringo le braccia intorno a lui, percependo i muscoli tonici del suo corpo.

Accarezza la mia schiena e sgancia il gancetto del reggiseno, che finisce a fare compagnia alla camicetta. Mi adagia sul tavolo, ogni mossa sembra calcolata.

Fa scivolare lo sguardo bramoso su di me, mordo l'interno della guancia mentre fa scorrere il dito dalla mia gola, fino al mio seno. Sono come argilla nelle sue mani, mentre comincia ad accarezzarlo e stuzzicarlo.

Mi sento avvampare di un fuoco potente, che sta scuotendo tutte le mie membra.

Quando si avventa nuovamente sulle mie labbra, comincio a chiedere di più. La pelle nuda al contatto con il legno mi graffia leggermente. Andrew mi solleva, decidendo di portarmi in camera sua.

Gli afferro il brodo della t-shirt, cercando di sfilargliela e mi siedo a cavalcioni su di lui, accarezzo i muscoli sulle sue braccia, che si tendono sotto il mio tocco.

In un lampo ribalta la situazione e mi ritrovo sotto di lui, solleva la gonna e toglie il perizoma.

<< Voglio vedere quanto mi desideri>> sussurra contro le mie labbra, accarezzandomi prima l'interno coscia. Le sue dita rendono la mia pelle ultra sensibile, fino a spostare le sue carezze sulla mia intimità e facendomi quasi sfuggire un urlo di piacere.

<< Cristo Andrew>> ansimo sotto il suo tocco. Struscio il bacino contro il suo, per chiedergli di più. Dopo avermi torturato per un po', finalmente ci liberiamo degli ultimi indumenti. Lo vedo prende un preservativo dal cassetto del comodino e finalmente facciamo l'amore, in maniera selvaggia e passionale, che ci contraddistingue.

Sento il cuore rimbombare nelle orecchie, mentre i nostri corpi diventano un tutt'uno fino al raggiungimento del piacere più intenso.

Abbandono la testa contro il cuscino, in preda all'estasi più totale. Fisso un punto indefinito sul soffitto, mentre cerco di riprendere fiato.

Andrew comincia a disegnare piccoli cerchi sulla mia schiena, mentre mi osserva di sottecchi. Mi godo questo contatto, pensando che è davvero passato tantissimo tempo da quando sono stata in intimità con un ragazzo.

<< A che pensi?>> Chiede in un soffio.

Sbatto le palpebre un paio di volte, come a cercar di far uscire le parole.

<<È da tanto che non mi sentivo più così>> mormoro. Poi, senza che lui aggiunga altro, decido di raccontargli in breve la mia storia.

<< La mia famiglia ha sempre fatto tanti sacrifici, ma non mi hanno mai fatto mancare niente. Non avevamo tanto, eppure eravamo felici. Poi una malattia del cazzo si è portata via mia madre, così dall'oggi al domani ci siamo sentiti come se la terra ci crollasse sotto i piedi.

I nonni cercarono di darci una mano, ma le spese prima del funerale, poi del resto erano tantissime. Bisognava pagare l'affitto, le bollette e la retta della scuola dove andavo. Alle superiori i libri avevano un costo così esoso, che mi dovetti accontentare di averne solo una parte usata, mentre degli altri mi arrangiavo con delle fotocopie per poter studiare.

Sono cresciuta quasi sempre in strada ed è lì che conobbi il mio primo ragazzo: Simone. Anche lui era pieno di problemi, proprio per questo non mi giudicava e a me stava bene così. Avevamo un piccolo gruppetto di amici e passavamo il tempo insieme, cercando di non pensare per alcune ore ai nostri casini.

Avevo sedici anni e desideravo aiutare economicamente mio padre, quando presi la decisione, insieme a Simone, di iniziare a spacciare. Sia chiaro, avrei voluto un lavoro normale, ma mi chiedevo chi avrebbe mai assunto una ragazzina. Così erano soldi facili.

La cosa che mi fece più male fu mentire a mio padre, dicendogli che davo una mano durante la notte dentro un panificio.

Lasciai la scuola, perché avevo poco tempo per studiare, ma con i soldi che facevo su riuscivamo a stringere la cinghia e andare avanti.

Simone era molto più grande di me, aveva già ventidue anni. Non mi interessava della differenza di età, perché lo amavo. Con lui feci sesso per la prima volta e mi sentivo desiderata, come non mi era mai capitato. In una classe a prevalenza femminile, i pochi ragazzi che c'erano sembravano interessati ad altro, mi sentivo quasi invisibile ai loro occhi.

La mia relazione con Simone durò due anni, nei quali io facevo una vita della quale oggi mi pento. Al compimento dei miei diciotto anni, lo arrestarono per possesso e spaccio di droga. Non fece mai il mio nome, si prese tutta la responsabilità. Non voleva dare alla mia famiglia altro dolore e gliene fui grata.

Quando lo andai a trovare in carcere però, dentro la mia testa suonò un campanello d'allarme. Non potevo più continuare a mentire, così decisi di raccontare tutto a mio padre.

Pensai di averlo deluso, invece mi strinse in un abbraccio e capì i miei errori, senza giudizi. Gli promisi che avrei messo la testa apposto e, quel anno a settembre, tornai a scuola. Mi diplomai, anche se in ritardo, e cominciai a svolgere vari lavoretti, con il sogno un giorno di potermi iscrivermi alla scuola di pasticceria>>.

<< Ti capisco molto bene, anche io avevo intrapreso una brutta strada all'inizio. Solo grazie ai miei amici, ho capito che stavo sbagliando>> dichiara Andrew.

Nel suo sguardo non c'è traccia di giudizio.

<< Alcune mie vecchie compagne di classe scoprirono la mia relazione con Simone e mi diedero della troia, perché stavo con uno più grande di me. Ho sempre avuto un carattere forte, quindi non mi scalfivano quelle parole. Ma è per questo che capisco bene cosa ha provato Chiara, lei è fragile e ha assorbito tutta la cattiveria>>.

Mi stringe a sé, coccolandomi. Tra di noi non ci sono etichette, vogliamo solo essere liberi di vivere questo sentimento e vedere dove ci porta. 

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