Atlanta
20 Giugno 2017:
Allison's Pov:
Venti secondi.
E il cuore non riparte.
-SCOTT! SCOTT!- Grido, mentre sento un dolore insopportabile dilaniarmi il petto.
Grido, grido fino a sentire il gusto del sangue in bocca.
I medici riprovano con il defibrillatore, con l'adrenalina...ma non c'è nulla da fare.
Uno squarcio si apre nel mio cuore, una voragine che non si richiuderà mai più.
-Ora del decesso, 16.15- annuncia il dottore, e spegne il monitor.
-Chase, portami da lui- sussurro.
-Allison...-
-PORTAMI DA LUI-.
Spinge la carrozzella fino al letto, intorno al quale ancora i medici si stanno affaccendando.
Gli prendo la mano, ancora calda.
Una lacrima cade sul suo polso e scivola sulla mano.
Mi appoggio su di lui e piango fino a sentirmi morire.
Chase mi strappa via da lui e mi porta fuori dalla stanza.
Continuo a piangere come una disperata. E sono disperata. Lui era tutta la mia vita...il mio passato, presente e futuro.
Chase mi riporta in camera e mi aiuta a stendermi sul letto.
Si stende accanto a me e io mi accartoccio su di lui, inondando di lacrime la sua felpa verde.
Il tempo si ferma. Piango fino a disidratarmi, per poi addormentarmi, singhiozzando solo più ogni tanto.
Mi risveglio solo il giorno dopo.
21 Giugno 2017:
Una voce familiare. Stiles.
Ma non voglio muovermi. Chase sta parlando con Stiles e lo sta mettendo al corrente di come è...è...morto.
Sento dei singhiozzi. Bassi, ma pieni di dolore.
So che è Stiles a piangere, ma al momento non voglio vedere nessuno che piange per il mio Scott.
Anche se erano come fratelli...non sopporto in questo momento di vedere qualcuno piangere al posto mio.
Io non ho energie. Non ho energie per muovermi. Apro gli occhi ma non riesco a parlare.
Voglio solo rimanere qui per sempre. Voglio morire qui, senza che nessuno se ne accorga.
-Allison, ci sono Stiles e Derek-.
Ma non rispondo. Continuo a fissare il vuoto.
-Allison-.
La voce rotta di Stiles mi fa montare la rabbia.
Ma nessuno se ne accorge.
So che ha diritto di piangere, e non so perché mi fa innervosire.
-Allison- ripete. -So che sei triste, arrabbiata e anche confusa. Ti è caduto il mondo addosso, letteralmente e metaforicamente...io e te avevamo una cosa in comune. Il nostro amore per lui. Adesso dobbiamo aiutarci. Allison, parla. Grida. Di' qualcosa...ti prego, é insopportabile vederti così-.
Vorrei urlare. Ma non ce la faccio.
È come essere paralizzata. Non sono consapevole della posizione degli arti attaccati a me.
Entra un dottore.
-Ok, signorina Argent. La rimandiamo a casa oggi, ma mi deve promettere che non resterà sola nemmeno per un secondo-.
Chase risponde per me.
-Dottore, lei abita a New York. Non penso voglia prendere l'aereo, quindi la porto a casa con me. Mia sorella è in maternità, quindi può rimanere con lei sempre. Il mio stipendio è abbastanza per mantenere anche lei-.
-Perfetto. È maggiorenne?-.
-Ho 19 anni-. Tira fuori dal portafoglio la carta d'identità e la mostra al dottore, che sorride e gli fa firmare il foglio delle dimissioni.
Il dottore visita il mio corpo inerte.
Poi escono tutti e Stiles cerca di vestirmi, maledicendomi perché non mi muovo. In qualche modo mi infila le scarpe e chiama Derek, che mi solleva e mi sistema sulla sedia a rotelle.
La bombola dell'ossigeno resta in ospedale. So respirare da sola.
Derek mi spinge con una mano sola. L'altra circonda la vita di Stiles.
Continuo a fissare il vuoto, senza energie per fare altro.
Il medico ha rassicurato Stiles e Chase dicendo che è solo profonda depressione e che prima o poi mi riprenderò.
Madonna...depressione... già, sono proprio depressa.
Fascia in testa, usciamo dall'ospedale.
Derek mi mette nella macchina e partiamo.
La casa di Chase è piccolina, ma accogliente.
Appena entro, vengo investita dal profumo della pasta al forno.
Non ho fame.
Attraversiamo il corridoio e Chase apre la porta di una stanza.
Le pareti sono verdi, e il letto a due piazze ha la testiera arancione. Il montante della finestra è azzurro, mentre le tende sono gialle. Bei colori...magari mi restituiranno la vita...
Chase mi infila sotto le coperte, e poi non mi muovo più.
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*Si nasconde in un angolino, scappando dalla folla di fangirl inferocite*
I'm so sorry, non ho resistito!!
Adesso giuro che per un po' evito infarti e cose varie. Lo prometto!!😇 (no, non è vero 😏)
Ok, non ho niente da dire, tranne che ieri sono caduta in un fosso.
Vado a spiegare: ero in un prato e c'era il canale di scolo di una fontana. L'erba era alta, e io ho messo un piede nel fosso e sono caduta bagnandomi completamente la gamba sinistra.
Fuck.
❤️❤️
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