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Amare Dio è un Atto di Dolore


𝐀𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐃𝐢𝐨 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐀𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐃𝐨𝐥𝐨𝐫𝐞
• una storia d'amore eterno •
∂ι мιяуєℓ

♰♰♰


   Prima del 1949, John Pruitt, aveva già sentito quella sensazione; ricorda amaramente la prima volta che l'ha avvertita dentro al cuore e si è sentito perso. Ora sente la stessa cosa, solo più forte. È come se l'intera casa stesse crollando su se stessa e, quel via vai sulle scale sulle quali è seduto, gli è terribilmente familiare, sebbene non lo ricordi vividamente.

   La prima volta che si è sentito così vuoto è stato quando è morta sua madre; poliomielite, questo l'ha uccisa due anni fa e ora, come se il destino non avesse già fatto abbastanza, la stessa malattia si sta portando via anche Alice. John ora ha otto anni e, malgrado suo padre gli dica in continuazione che è già abbastanza grande per capire e lasciarsi scivolare addosso il dolore,  non ci riesce.

   Due donne gli passano vicino con ciotole d'acqua e panni puliti; una ha detto qualcosa, ma John non ha capito bene, poi però lo ha ripetuto, e allora ha sentito una morsa allo stomaco.

   «Il prete, Belinda. Chiama il prete!», ha urlato sua zia, verso sua cugina. Entrambe infermiere, entrambe incapaci di salvare sua sorella.

   Alice è più grande di lui di qualche anno, forse due o tre, ma John l'ha sempre vista così piccola, minuta; Ha ha lunghi capelli neri e due occhi color nocciola che, meraviglia, sono capaci di far brillare il cielo. Ha una fossetta vicino alla bocca, che si pronuncia di più quando sorride e, sotto gli occhi, i lividi neri di una malattia che la sta consumando. Ma Alice oggi non brilla più, ha solo gridato – o pregato, con una mano scheletrica stretta intorno a un rosario.

   La ricorda ancora, con i capelli al vento, mentre apre il cancello di casa con quel cappotto beige e i denti scoperti da un sorriso così genuino. Vorrebbe che fosse ancora così.

   Il caos tra le scale è cessato e, l'ultimo scricchiolio che sente, è più forte, più duro. È suo padre, saprebbe riconoscerlo tra mille passi.

   John trasale e, lentamente, si gira verso la rampa superiore della scalinata. Scuro in volto, lui è lì. Con le mani strette in due pugni che tremano, i baffi brizzolati come i capelli. Gli occhi vuoti, stanchi. I vestiti sporchi, sudati.

   «John», lo chiama. Non riesce a capire che tono abbia usato. «Vieni a salutare tua sorella.» Suo padre non aspetta nemmeno che gli risponda, o che si alzi per andare. Si gira e basta; torna in camera di Alice e sparisce nell'oscurità.

   John ha paura e gli tremano le gambe. Chiude due pugni sulle ginocchia. Ricacciando indietro le lacrime, si alza e mette un piede su un gradino. Quel percorso sembra assurdo, lunghissimo, infinito. L'ascesa verso qualcosa che sa non gli piacerà affatto. Raggiunge il piano di sopra con un passo esitante dopo l'altro; arriva all'uscio della camera di Alice. Per terra ci sono alcune bambole, ma sono lì da mesi; ormai sua sorella è allettata da troppo tempo. La sua pelle ormai è cerulea; ha mancato troppi appuntamenti con il sole, ed è sfiorita. I capelli neri sono unti e sparsi disordinatamente sul cuscino. Respira a fatica, tiene la mano del loro padre, e nell'altra il suo rosario. Mormora qualcosa, ma è inudibile.

   E John ha paura, perché quella sensazione che sente dentro è spaventosa. La vede quasi, la morte, anche se forse non ha ancora capito nemmeno cos'è.

   «John, avvicinati», dice suo padre, e gli fa cenno con la mano di affiancarlo. Lui gli fa di no con la testa. Si porta le mani al petto e continua a dire di no, e indietreggia, ma quasi sbatte contro la porta e le lacrime gli salgono agli occhi. Non le può trattenere – non ci riesce e, infine, gli scendono dagli occhi e gli arrivano in bocca. Sono salate, schifose, sanno di dolore, di sconfitta.

   «No.»

   «John, non te lo ripeterò.» Ed è la parola magica, quella. Non te lo ripeterò, e se dovrò farlo userò le mani, questo è quello che sa, di suo padre, quando non vuole ripetersi. Così deglutisce, si avvicina, un passo avanti all'altro; calpesta le bambole che sono a terra e, quando è troppo – troppo vicino a Alice, gli si blocca il respiro in gola e inizia ad ansimare. Guarda suo padre, lo prega tacitamente di lasciarlo andare via.

   «Saluta tua sorella.»

   Non vuole salutarla, non vuole che se ne vada. Non vuole che lo lasci lì, da solo. Fa di no con la testa, ma ci ripensa quando riceve un'occhiata severa e, con tutte le forze che ha, la guarda. Alice non è più lei; non lo è più da molto tempo, ma ora è irriconoscibile. È paralizzata nel suo stesso letto – nel suo stesso corpo, e non si rialzerà mai più.

   Respira, ma ogni secondo lo fa con più fatica. John le prende una mano: è sudata e screpolata. Alice non ricambia quella stretta, ma mugugna qualcosa; forse il suo nome, quasi lo spera.

  Resta fermo, in silenzio; la fissa stordito, e quando il prete entra nella stanza e lo affianca, cominciando a dire qualcosa che John non capisce, si rende conto di non poter lasciare quella mano. Non vuole smettere di guardarla e, mentre pian piano la vita si scioglie da quel patto temporaneo con Alice, lui rivede tutti i momenti più belli passati con lei nella sua testa. Quasi vorrebbe che sua sorella li vedesse attraverso i suoi occhi, ma non lo farà. Non più.

   «Amen», dice il prete.

   «Amen», rispondono tutti, anche sua zia e Belinda, che non ha visto entrare. Anche suo padre. Fanno il segno della croce, e sospirano.

   John li guarda, spaesato – confuso, poi torna a posare lo sguardo su Alice, che ha smesso di respirare. Per sempre. Ricomincia a piangere, silenzioso, mordendosi le labbra. Incrocia le braccia sul materasso, vicino al corpo ancora caldo di lei e, senza più nemmeno un'anima, vorrebbe farsi inglobare da quel momento e sparire.

   Una mano gli arruffa i capelli, teneramente e una voce rassicurante gli dice qualcosa che risulta un po' stupida, o forse è solo lui che non può ancora capire.

   «È in un posto migliore, figliolo. Veglia su di noi accanto al padre. Prega per lei, stanotte. La morte fa parte del piano di Dio, non dimenticarlo.» È la voce roca e cavernosa del prete, a dirgli questo. Ha una luce negli occhi, quando lo guarda, che gli trasmette quella speranza su cui John, probabilmente, appoggerebbe sopra persino la sua anima, pur di non crollare giù. «Lui è amore, si prenderà cura di lei. Amalo per ciò che sta facendo per tua sorella.» La prospettiva che Alice non sia sola lo conforta, ma sta troppo male dentro e sente un vuoto troppo grande per provare qualcosa.

   E l'amore per Dio non è così grande da colmarlo.


♰♰♰


   Nel 1966, John prende un treno. Ha da poco concluso il suo percorso da seminarista perché, alla fine, Dio ha deciso di accoglierlo e lo ha fatto totalmente. Perché sono passati diciassette anni da quando Alice è morta eppure, John, le parole del prete, non le ha mai dimenticate. C'ha rimuginato sopra per giorni, mesi, e infine anni. Ha studiato arte a scuola, si è diplomato e ha reso fiero suo padre, ricambiando, con ottimi risultati, tutti i soldi che ha investito su di lui – l'unico figlio che gli è rimasto, l'unica famiglia che ha – ma, alla fine, non è quella la strada che John ha deciso di intraprendere, ma lo ha reso fiero lo stesso. Suo padre l'ha supportato, e infine John ha messo l'abito, e lo porta con fierezza, e dentro un'umiltà che gli è sempre appartenuta.

   Ed è umile anche in quel momento, mentre il treno viaggia verso la costa, dove lo attende un traghetto che lo porterà nella città che l'arcidiocesi di New York ha scelto per lui, e qualche anziano e un militare gli hanno chiesto se, per bontà divina, ha voglia di dir messa per loro. John non sa se può farlo, non gli è mai capitata una cosa così, ma è pur vero che Dio è sempre con lui e, allora, nessuno può fermare la sua parola.

   Ha scelto di essere un prete e di continuare l'opera di Gesù Cristo attraverso la parola, la condivisione e forse, allora, non serve un tempio per esprimere l'amore.

   Così intrattiene i suoi compagni di viaggio con una messa sul momento; non hanno né vino né ostia per la comunione, ma non importa. Pregano insieme e sono felici, innalzano canti che sanno di famiglia e calore e, quando il treno frena e annuncia la fine della loro corsa, c'è quasi una nota di delusione negli occhi di tutti.

   Una vecchietta, prima di scendere, gli si rivolge.

   «È stata la funzione più bella a cui abbia mai partecipato. Ci vorrebbero più giovani come te, nelle chiese.» Gli fa l'occhiolino e John si sente avvampare. È sempre stato difficile, sin da bambino, ricevere dei complimenti senza provare vergogna. Forse perché, allora, Alice era sempre la più bella tra i due, e gli occhi di tutti erano più spesso posati su di lei.

   Sorride, a quel ricordo. Posa una mano sulla spalla della signora. «La ringrazio. Spero di poter ripetere l'esperienza, al prossimo viaggio.»

   Si salutano, e John vorrebbe che quella speranza potesse realizzarsi ma, forse, sarà difficile tornare a prendere un treno dopo il trasferimento sull'isola di Crockett. È un posto lontano, a due ore di traghetto dal continente e, lui, gestirà una comunità intera di gente, tutto da solo. Sospira a quella responsabilità, ma da una parte lo alletta. È la sua prima esperienza da solo, ha finito la sua preparazione in una chiesa di New York e ora l'arcidiocesi gli ha dato la possibilità di crescere, di evolvere, di portare la parola di Dio a modo suo, con il trasporto e l'anima che lo contraddistinguono da sempre. Così prende il traghetto per l'isola, si siede su un sedile della prua e, anche se il mare è un po' agitato, tira fuori la Bibbia e decide di leggere il primo passo che gli capita tra le mani.

   «La mente dell'uomo pensa molto alla sua via, ma il Signore dirige i suoi passi.»

   Ed è col cuore colmo di quelle parole, che John lascia la vecchia vita e abbraccia quella nuova. È col cuore colmo d'amore per Dio che John posa il primo piede su una nuova terra, che lo accoglie come nuovo messaggero del Signore, e spera di esserne degno.


♰♰♰


   John è felice che Crockett Island lo abbia accolto come un fratello e, in alcuni casi, come un figlio. È un piccola comunità di duecentotrenta persone, poche anime ma molti cuori da sfamare della parola di Dio e, ormai, è diventata casa sua.

   Le piccole case di legno sono deliziose alla vista e, ogni volta che passeggia per le vie prive di automobili ma piene di persone, gli sembra di vivere in un piccolo presepe vivente. Le persone sono sorridenti e lo salutano ogni volta che lo incrociano. L'aria del mare si avverte anche nel centro dell'isola, dove l'oceano è più lontano e dà quel tocco di tranquillità che, alla fine, rende Crockett il posto perfetto.

    Ammette, però, di trovarlo noioso, a tratti. Gli unici mezzi di trasporto sono le biciclette – mezzo che ha deciso di adottare ma che evita di prendere l'inverno, quando il terreno è troppo fangoso – e i cavalli. Le attività sono gestite dalle stesse persone da sempre, e da quasi dieci anni John vede sempre le stesse facce e, per quanto la cosa sia rassicurante, a volte spaventa quasi.

   Le cose, a Crockett, non cambiano mai. Le persone muoiono o se ne vanno, e nessuno la sceglie per andarci a vivere. È una meta destinata a sparire tra i tour estivi e, peggio ancora, è una cittadina destinata a diventare un fantasma.

   L'unica cosa, però, che apre il cuore di John e lo rende vivo, è vedere Mildred, la figlia di Carl Reed, presenziare alla messa, ogni giorno, con addosso abiti a fiori e un sorriso dolcissimo che le illumina il viso più bello che abbia mai avuto la fortuna di vedere. Ha due occhi castani che brillano anche quando il buio più oscuro si abbatte su Crockett e lunghi capelli che raccoglie elegantemente in uno chignon che le sottolinea gli zigomi, sempre colorati da una spolverata di fard.

   È bella, e John non sa che gli succede quando la vede, sa solo che perde la capacità di esprimersi, come se le parole gli scivolassero dalle mani e non potesse più raccoglierle. Rimangono lì, a terra, mentre tenta inutilmente di rimetterle in ordine.

   E lo sa – oh, se lo sa! – non è così che deve andare. Non è così che deve lasciar andare le cose. Non può e non deve. Non può lasciarsi ammaliare da qualcosa che non vuole – che non può avere.

    Non può lasciare che il serpente lo tenti con una mela. Non può lasciare che, tra tutti, sia proprio il peccato originale quello con cui macchiarsi le mani.

    «Padre. È stata... una bella funzione», dice lei, quando la messa è finita. È rimasta in chiesa, e sono soli. Qualcosa che John non vuole e non deve lasciar accadere. Ma lei è lì, ed è la seconda volta che succede.

   «Oh, beh. Felice che le sia piaciuta, signorina Reed.»

   Lei si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio con un movimento così lento che John ha tutto il tempo di studiare. «Mi chiami pure Mildred. Abbiamo la stessa età, se non erro.»

   «Più o meno.» John lo dice con un sorrisetto perché sì, lo sa che si passano un paio d'anni, nulla di più. Così giovani entrambi per poter fingere che non ci sia niente nei loro occhi che brilla tanto forte da fare male.

   Lei tossisce; è arrossita. «Dicevo: è stata una bella funzione. Bello il discorso sulla vita eterna, il perdono, la resurrezione. Padre Hermes, il vecchio prete, non rendeva la messa così intrigante», ammette lei.

   John incrocia le mani tra loro, appena sotto il ventre, e gli tremano così tanto che non è sicuro di riuscire a coprirne il tremito.

   «Non penso che la messa debba essere intrigante, ma se la rendo anche solo un po' interessante mi va bene. Insomma, dopo quasi dieci anni, nessuno si è ancora addormentato durante le mie funzioni», ride, e si sente così stupido ad aver fatto quella battuta.

   Mildred però lo segue a ruota, e cerca di frenare quel gesto coprendosi la bocca con una mano. John si sente morire. Sta peccando e continuerà a peccare.

   E la cosa peggiore è che si sta innamorando e non può evitare che accada. Proprio come è successo con Dio, quel giorno lontano, in cui ha capito che quella era la sua strada.

   E ora? Dio lo sta giudicando?

   «Sei anche simpatico», azzarda lei.

   «Come secondo lavoro faccio il pagliaccio in un circo.» Raccoglie la provocazione e si scava la fossa da solo, perché lei ride di nuovo, e si posa le mani su quei fianchi stretti, che la gonna abbraccia con leggerezza.

   «Ma pensa un po'», ribatte Mildred, poi sospira e, guardando titubante l'uscita della chiesa, sospira. «Be', credo... credo di dover andare. Mio padre si starà chiedendo che fine ho fatto e non voglio farlo preoccupare. Ci vediamo domani, Padre.»

   «John. Chiamami John.» Lo ha detto, e non si è mai pentito così tanto di aver detto qualcosa uscito dal cuore come in quel momento.

   Mildred resta per un secondo impietrita, poi il suo viso angelico si rilassa e, sbatacchiando le ciglia un paio di volte, sorride ancora.

   «A domani, John.»


♰♰♰


   Ed è lì, l'inizio della fine, perché tutto ciò che John non può evitare è di pensare a lei. Ha spostato la sua fede su altro; dire messa ha un solo obiettivo, ora, quello di vederla. Di poterla ammirare, e lei è ogni giorno seduta più vicino all'altare, fino ad arrivare ai primi posti. Accanto ai suoi genitori, orgogliosi che sia così devota, ma c'è qualcosa che va oltre la devozione. C'è il peccato, e qualcosa che non può essere fermato.

   Qualcosa che solo Dio può gestire, comandare, bloccare sul nascere, ma Dio non fa niente, ed è la notte di Pasqua che Mildred e John si scambiano quello che è il primo bacio per entrambi. Quello che per Mildred è un atto impuro e perdonabile e che per John è la rovina stessa. La distruzione totale della sua fede, della sua vita intera, una volta basata sulla castità e su Cristo, e ora basata sul tempo che lo separa dai momenti passati con Mildred e quelli senza di lei.

   Le ha posato le mani sulle guance e, senza esitare nemmeno per un secondo, sul retro vuoto di quella chiesa, sotto un cielo stellato, l'ha baciata. Le ha accarezzato il viso con i pollici, e lei gli ha stretto le mani intorno al collo, e nemmeno c'ha provato a fermarsi. A fermare entrambi. Quando si sono allontanati non c'è stato niente più che un sorriso. Nessuna sceneggiata, nessuna richiesta di chiuderla lì, di spegnere immediatamente quel sentimento e portarsi quel segreto dentro fino alla tomba. Perché, quando John l'ha baciata, ha sentito qualcosa bruciare, e non gli ha fatto male. Amare Dio è sempre stato tormentato, distruttivo, un atto di dolore, qualcosa che non si avvicina lontanamente a ciò che prova adesso. A ciò che sente dalla punta dei piedi a quella della testa.

   Felicità. Gioia. Si sente pieno, colmo, ricco, non più diviso a metà. Si sente completo, come se accanto a lui ci fosse sempre stato un posto vuoto che finalmente Mildred ha colmato. Interamente.

   Qualcosa che la fede non è stata in grado di fare; non sempre.

   Sente che lei è tutto ciò che stava aspettando, sente che per lei lascerebbe il ruolo che ha deciso di ricoprire, scappare insieme, sposarla, darle una famiglia, una casa e tutto ciò che desidera. Per Mildred, la sua Milly, John cancellerebbe la propria vita e ne creerebbe una nuova.

   Vanno avanti per mesi, così. Per anni, e ne passano due, da quel primo bacio. Ne sono seguiti altri, hanno fatto l'amore e non se ne sono mai pentiti. Hanno dormito insieme, abbracciati, si sono detti di amarsi, quando sapevano che non era la cosa giusta, e poi Mildred ha risposto qualcosa che lo ha spiazzato.

   «Non è giusto per gli altri», ha sospirato, poi si è rintanata con la testa contro il suo petto, coperta solo da un lenzuolo verde e dal suo abbraccio.

   John ha guardato il soffitto e ha arricciato le labbra. «Non è così semplice, Milly.»

   «No. No, John, non lo è», ha risposto, e lui ha abbassato la testa per guardarla. Quando lei ha alzato lo sguardo, le ha baciato le labbra e l'ha stretta forte. Ha cercato di inglobarla perché, dopotutto, lo sanno dal principio che quella cosa, quella perfezione, quella bellezza, non può durare in eterno.

   Ed è il giorno peggiore della sua vita, quello in cui devono decidere di non vedersi più. Mildred sembra preoccupata, non vuole continuare a fare con lui quella vita da clandestini, perché ne va della sua reputazione e del suo ruolo di prete lì a Crockett.

   «Se lo scoprono ti manderanno via da qui, John. E non è quello che voglio.»

   «Lo so. Lo so, lo sappiamo. Lo sapevamo e lo abbiamo fatto comunque. Cosa c'è di diverso, oggi?», chiede. Sono nel suo cottage di legno, quello dietro la chiesa. Quello che, da quando Mildred fa parte della sua vita, John chiama casa – è l'unico luogo che li nasconde da tutto e li vede insieme senza che nessuno lo sappia. Senza dover fingere di non essere niente, di non essere predestinati a qualcosa di più grande.

   «Non... non posso dirtelo. Non ora.»

   «Milly...»

   «No, non posso, sul serio. Non è qualcosa che posso dirti così, su due piedi.» Mildred si morde le labbra. Si tira le maniche del giacchetto di lino, nervosa. Ha i capelli davanti agli occhi ma, per la prima volta da quando la conosce, non li aggiusta dietro la testa. Così ci pensa lui. Lei è così piccola, in confronto a lui, eppure si sente microscopico quando le sposta le ciocche di capelli dietro le orecchie e la guarda. Sta piangendo e non l'ha mai vista piangere da quando la conosce.

   Gli fa male il cuore, ma John sa già. Perché certe cose quasi sono prevedibili. «Milly... sei incinta?»

   Mildred esplode. Non risponde, ma è come se l'avesse fatto. Gli si butta tra le braccia e lo stringe forte. Così forte che John si sente quasi soffocare. Guarda dritto davanti a sé, mentre il viso di Milly è sempre più nascosto tra le pieghe della sua camicia. Le carezza i capelli, ma è altrove. La sua mente è dall'altra parte del continente.

   La donna che ama aspetta un bambino da lui. E sarebbe la notizia più bella della sua vita se solo non fosse il prete di una comunità minuscola che è ignara di ciò che loro due fanno dietro le loro spalle. Di cosa nascondono. Di quanto amore hanno dentro, per poterlo contenere in un'isola piccola come quella.

   «Lascerò tutto. Tutto quanto. Non mi importa. Ce ne andiamo via. Scappiamo sul continente. Lascerò il sacerdozio e ti porterò via con me, ovunque vorrai. Cresceremo il bambino insieme, come una famiglia. Non ti lascio sola in questa crociata, non potrei mai farlo.»

   «Non è così semplice, John.» Sono le sue stesse, medesime parole. Quelle stesse che, alla fine, riassumono la realtà dei fatti.

   Non è mai stato semplice, eppure...

   «No, non lo è, ma può diventarlo. Niente è semplice se prima non si combatte un po', no?», sorride lui. La prende per le spalle, la allontana leggermente per guardarla e lei, quando alza lo sguardo sul suo, non sembra dello stesso avviso. «Che c'è?»

   Si morde le labbra. «Mi sposo con un altro, John. Lo ha deciso mio padre.»

   Sotto ai piedi di John, in questo momento, non c'è niente. Manca il terreno, manca qualcosa che lo sostiene, eppure non sprofonda, anche se vorrebbe farlo. Vorrebbe cadere giù, all'inferno, e morire tra le fiamme di un fuoco che si merita lo bruci vivo. Qualcosa che deve distruggerlo perché ha peccato e ha continuato a farlo, mettendo da parte la fede – no, peggio, l'ha usata come scusa per poter vedere l'amore della sua vita senza che nessuno sospettasse.

   «Non c'è niente che possiamo fare», dice lei, e sembra chiudere per sempre la possibilità di continuare quella narrazione che, John lo sa meglio di chiunque altri, non aveva un futuro. Non in quella maniera. Non in quella vita.

   Se solo non avesse scelto Dio – No... se solo Dio non avesse scelto lui - se non lo avesse affascinato a tal punto da non vedere nient'altro...

   Si odia così tanto, che non sa nemmeno più come definirsi. Non è più né un messaggero di Dio, né un uomo. È patetico e triste, debole. Succube del peccato – del libero arbitrio che il Signore gli ha crudelmente donato.

   L'amore. L'amore è sempre stato così forte, in lui, che alla fine ha smesso di provare a controllarlo. E Milly...

   Milly è la sua anima gemella, un pezzo di sé che gli mancherà dannatamente. Qualcuno che amerà per sempre, che è nato per incastrarsi perfettamente alla metà imperfetta del suo cuore.

   Mildred è il suo flusso vitale, con il quale senza – no, John non pensa di saper vivere più allo stesso modo, senza.

   «Troverò un modo.»

   «Non c'è un modo. Cosa vuoi fare? Tornare da tuo padre e dirgli che hai tradito Dio – che hai tradito e deluso le sue aspettative? Dopo tutto quello che ha fatto per farti studiare e diventare quello che sei ora? Deludere i miei genitori, dire loro che ho una relazione segreta con te e che porto in grembo il figlio di un prete?»

   «Allora cosa facciamo? Non puoi crescerlo da sola! Non te lo permetterei mai. Questo... questa cosa, l'abbiamo fatta insieme.»

   Mildred sospira, chiude gli occhi. Poi, come se per un attimo tutto si fosse cancellato, alza una mano e gli accarezza delicatamente una guancia, con quella dolcezza che sempre – Dio, sempre – l'ha contraddistinta.

   John asseconda quella carezza muovendo il viso sulla sua mano e chiudendo gli occhi.

   «Stavi per dirlo, vero? Che è stato un errore.»

   «Forse, ma non è quello che penso. Lascerei tutto per te, lo sai. Ricomincerei da capo, pur di passare una vita intera accanto alla persona più importante della mia vita. Le persone più importanti della mia vita.» Le posa una mano sul ventre. È ancora invisibile, ma lì dentro c'è già il frutto della loro unione, del loro amore, un tracciato che avrà i loro tratti – di entrambi, e che non cancellerà mai quello che sono stati.

   «Troverò un modo, te lo prometto», ripete.

   Milly si alza sulle punte dei piedi, e attende un bacio, forse l'ultimo che si daranno in vita loro. «So che lo farai.»


♰♰♰


   Ci vogliono cinquant'anni e un'apocalisse intera, perché John mantenga quella promessa. Ci vuole il patto con un Demone che gli dona la vita eterna e che lui, ingenuamente, ha chiamato Angelo. Ci vuole un ritorno a Crockett, ringiovanito di una vita, con un nuovo nome e un nuovo obiettivo: riprendersi l'amore della sua vita, donarle l'immortalità e tenerla accanto a sé per sempre.

   Per sempre giovani, accanto alla figlia che non hanno potuto crescere insieme. Accanto alla gente di Crockett che, alla fine, capirà. Dovrà capire. Quello che c'è. Quello che, tra John e Mildred, è sempre esistito, dal primo giorno.

   E, lo giura sul Dio sul quale non ha mai smesso di credere, non mancherà di mantenere quella promessa.

   A costo di mettere a ferro e fuoco Crockett Island, il mondo intero e persino Dio se sarà necessario.

  La riavrà indietro, costi quel che costi.

Fine

♰♰♰

♰♰♰


Note autore:

Saaaalve! Ho deciso di pubblicare questa shot a parte perché prima di tutto partecipa al contest "La biblioteca di Wattpad" indetto da Cuori_Di_Carta che vedeva, come tema, quello delle Anime Gemelle. Avevo in testa questa storia su John e Mildred da tantissimo tempo.

E chi mi conosce sa quanto mi sta a cuore questo tema ♥

Volevo immergermi un po' in quello che è il passato di John, capire le dinamiche che lo hanno spinto ad abbracciare la fede e poi l'incontro con Milly.

Ho cambiato il cognome di Mildred in Reed invece di Gunning perché quest'ultimo è quello che prende dal marito, appunto George Gunning.

Per chi non ha visto la serie, non penso ci sia molto da dire, trattandosi di un "pre" non c'è nulla più da sapere se non che Milly e John hanno una relazione clandestina, Mildred resta incinta e decidono di troncare la cosa. Per poi rincontrarsi quando John torna a Crockett ringiovanito grazie al sangue dell'Angelo e decide di tornare per permettere anche alla donna che ama di tornare giovane e quindi coronare finalmente quel sogno di stare insieme, dopo tanti anni, e vivere una nuova vita eterna per sempre l'uno accanto all'altra. Insomma, se non è una Soulmate questa ç___ç

SPOILER SE VOLETE VEDERE LA SERIE NON LEGGETE: (alla fine ci riesce, a riaverla indietro ♥)

Spero che la shot vi sia piaciuta, è stato un po' un parto emotivo, ma ce l'ho fatta.

Ora non mi resta che attendere il verdetto finale ♥

In qualunque modo vada, sono felice di averla scritta! e guardate Midnight Mass perché è proprio bellina ç_ç

La vostra amichevole Miryel di quartiere


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