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Capitolo 15

Gli alberi si innalzano da entrambi i lati, sempre più alti e rigogliosi man mano che ci avviciniamo alla congrega di Niall. Il buio notturno ci avvolge come una coperta, insieme ad un silenzio innaturale e mistico.

Davanti a noi uno stretto sentiero tracciatosi naturalmente prosegue rettilineo verso un piccolo agglomerato di case in legno e mattoni.

Lancio una rapida occhiata verso Harry, il suo respiro leggero come sottofondo ai nostri movimenti; ha gli occhi seri, fissi davanti a sé.

Sono così belli, forse ancora di più da quando ha accettato di essere il mio ragazzo.

Ancora non riesco a crederci, mi sembra di essere così leggera da volteggiare in un sogno che prima o poi svanirà.

La sua mano è stretta contro al mio fianco, infondendomi una sensazione di protezione.

Sono gesti e attenzioni che mi ha sempre riservato, ma questa volta ai miei occhi valgono ancora di più.

Mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sbirciando velatamente verso Hanna, poco più avanti rispetto a noi e a braccetto con Thomas.

Non mi ha ancora degnato di uno sguardo e va bene così; non so quanto ancora riuscirei a trattenermi con lei e i suoi modi.

Niall alza una mano davanti a sé, sfiorando la corteccia rugosa dell'albero alla sua sinistra.

Ora di fronte a noi due case dall'aria molto moderna e curata. Una di esse ha un piccolo camino che sbuffa nuvole grigiastre verso le stelle.

"Come mai ti sei fermato Niall?" chiede quindi Liam a bassa voce, una mano sul fianco.

Il biondo sorride leggermente, alzando gli occhi cristallini verso la cima dell'albero che sta sfiorando.

"Scusate sono.. Solo un po' sentimentale. Mi sembra siano passati anni dall'ultima volta che ho visitato questo bosco" il tono è leggero e un poco tremante per l'emozione.

Il moro gli si avvicina per toccargli gentilmente la spalla.

"Tra poco vedrai i tuoi cari, coraggio"

Niall annuisce più volte, staccandosi dal tronco e riprendendo a camminare con noi.

Sgrano gli occhi nel vedere che la sua mano sul legno lascia un'impronta brillante di luce che si affievolisce e scompare.

Harry si volta per guardare nella mia stessa direzione, accennando un ghigno e pizzicandomi giocosamente un lembo di pelle.

"Ehi" protesto a denti stretti.

"Qui tutto è impregnato di magia biondina, tra poco vedrai sicuramente di meglio"

Alzo gli occhi dai miei piedi e scorgo Niall accelerare il passo verso la porta della casa alla nostra sinistra; sale i due gradini dell'ingresso saltellando e, con gesti frettolosi, suona un piccolo campanello a lato di essa.

"Di chi è questa abitazione?" mi lascio sfuggire.

Liam si volta verso di me.

"Ha detto che dovrebbe essere di alcuni responsabili della congrega.. Deve comunicare la nostra presenza, solo allora potremo girare indisturbati per la zona"

Annuisco una sola volta, sorridendogli gentilmente.

"Non so quanto potremo girare indisturbati per una congrega di maghi: siamo un gruppo composto per lo più da vampiri e con un licantropo.." borbotta il riccio accanto a me, roteando gli occhi al cielo.

Il moro lo studia impassibile, le braccia ora incrociate sul petto.

"Preferivi irrompere direttamente nella congrega?"

Harry per tutta risposta sospira sonoramente; lascia andare con enorme dispiacere il mio fianco, portandosi la mano fra i capelli scomposti.

"Sarebbe stato più divertente, il caos che dilaga, persone che urlano e scappano da noi.."

Alzo un sopracciglio al suo commento, sentendo invece Hanna alle mie spalle ridacchiare sonoramente.

"Come ai vecchi tempi. Ti ricordi quando siamo andati con Thommy sul set del primo film in bianco e nero di Dracula? Ancora mi ricordo le urla del regista quando aveva capito che i denti erano veri.."

Spalanco completamente la bocca, la mascella che potrebbe tranquillamente sporcarsi di terra.

Harry invece scoppia a ridere, gli occhi chiusi e una mano stretta sul petto.

Faccio saettare gli occhi da lui alla mora; Liam più perplesso di me e Thomas che si avvicina maggiormente a noi e sorride allegro per il ricordo.

Il licantropo si gratta il capo, la fronte corrugata.

"Perché avreste dovuto fare una cosa simile?!" esclama.

Il riccio si passa entrambe le mani sul viso, prendendo fiato e tentando di ricomporsi.

"Perché ci annoiavamo e volevamo vedere come ci dipingevano gli umani del tempo"

Hanna sospira, non perdendo il sorrisetto tra le labbra carnose.

"Che fervida immaginazione che avevano, eh Thommy?" volta leggermente il capo verso il cugino, che annuisce più volte.

Serro le labbra in una piccola smorfia; era proprio questo che temevo con la presenza di Hanna.

Il peso dei loro ricordi che mi schiaccia via dalla loro piccola bolla di risate e sorrisi.

E non posso fare nulla per farla scoppiare, perché rimarrà sempre congelata lì, nella loro testa.

Anche se può sembrare stupido avrei voluto condividire di più con il riccio, vivere con lui dei momenti sereni verso cui guardare magari tra qualche anno insieme.

Sospiro pesantemente, mentre scorgo Niall tornare da noi con il fiatone.

È così buffo che mi viene momentaneamente da sorridere.

Vedo il mago aggiustarsi il ciuffo sulla fronte con una mano, per poi alzare lo sguardo da terra.

Harry e Hanna smettono solo ora di chiacchierare, voltandosi contemporaneamente verso di lui.

"Dunque" inizia il biondo schiarendosi la voce "ho parlato con uno degli anziani, spiegandogli brevemente il motivo per cui siamo qui e.." indugia per un attimo, facendomi trattenere il fiato ".. Ha detto che vuole incontrarci, poi potremo andare a trovare la mia famiglia" sembra essersi tolto un peso dal petto pronunciando l'ultima frase.

Lancio un'occhiata ad Harry, l'espressione indurita e il labbro inferiore fra i denti.

"Se va bene a tutti possiamo anche incontrarlo" annuisce, le mani tese lungo i fianchi e gli occhi che si spostano verso di noi.

Io annuisco timidamente, guardando Liam che, stringendosi nelle spalle con aria indifferente, fa lo stesso.

Hanna si passa una mano tra i lunghi capelli, scambiandosi un'occhiata con Thomas.

"Possiamo fidarci dell'anziano, Niall?" chiede quindi diffidente, facendomi roteare gli occhi al cielo per l'esasperazione.

Niall le sorride gentilmente, quasi scoppiando a ridere per quella che deve essergli sembrata una battuta.

"Tranquilla, ci metterei la mano sul fuoco" e si tocca l'angolo sinistro del petto con una mano.

Thomas avanza di un passo, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.

"Per me non ci sono problemi"

"Perfetto!" esclama allora Niall, una mano al cielo "seguitemi, ci vorranno pochi minuti"

-

Le tegole in legno del pavimento dell'ingresso cigolano sotto ai nostri passi.

L'ambiente è fin troppo moderno e tipicamente umano per poter anche solo suggerire la presenza della magia nei proprietari.

Da quello che vedo la casa sembra svilupparsi su un unico piano, la porta d'ingresso che si affaccia sul salotto.

Niall supera la porta con tranquillità con Liam alle spalle, posizionandosi al centro della stanza e guardandosi intorno in cerca dell'anziano.

Prendendo un profondo respiro, decido di raggiungerlo ma, proprio quando sento l'odore del legno dei mobili ad un palmo dal naso, qualcosa mi blocca.

Sgrano completamente gli occhi, corrugando la fronte e cercando rapidamente con lo sguardo l'ostacolo dei miei movimenti.

Niall mi osserva con aria divertita, facendomi sbuffare sonoramente.

"Perché non riesco ad entrare? Hai fatto qualche magia per scherzo?" gli chiedo velatamente indispettita, le mani fra i capelli.

Sento Harry alle mie spalle ridacchiare.

"Secondo te perché né io, o Thomas, o Hanna siamo entrati?"

Mi volto leggermente al suo tono di scherno, incrociando le braccia sul petto.

"Non ci avevo fatto caso" mi stringo nelle spalle, i suoi occhi verdi che roteano al cielo e Hanna dietro di lui che mi studia con un ghigno stretto tra i denti.

"Bliss" esalta infine il riccio "i vampiri non possono entrare in un edificio finché non viene dato loro il permesso di farlo"

Corrugo la fronte confusa, una mano sul viso.

Ora che mi ricordo, Louis ed Harry erano entrati tranquillamente nella casa di Gemma, la sorella del riccio, perché era.. Morta.

Come ho potuto dimenticarlo?

Arrossisco vistosamente per la figuraccia, serrando le labbra tra loro dal nervoso.

Harry mi guarda divertito, una mano che accarezza gentilmente il contorno del mio viso.

Potrei arrossire ancora di più.

Un colpo di tosse molto forte mi fa però rinvenire dai miei stessi pensieri.

Io ed il riccio ci voltiamo verso l'interno chiaro della casa: un uomo dall'aria burbera e la barba grigia ben curata ci scruta con un sopracciglio alzato e le mani nascoste dietro la schiena.

Il mio cuore perde un battito, sentendomi giudicata dai suoi occhi scuri come la notte.

Niall alle sue spalle sembra a disagio per la sua presenza, gli occhi sgranati e una mano dietro al collo; dev'essere un uomo molto rispettato da queste parti.

Non so se voglio scoprirne il vero motivo.

Silenzio.

"Entrate, avanti" intima quindi l'anziano a voce alta, dandoci le spalle per andare ad accomodarsi su una poltrona in pelle.

Sembra essersi preso qualche secondo d'indecisione prima di lasciarci entrare.

Deglutendo a fatica, mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi faccio finalmente strada verso gli interni dell'abitazione.

Luci soffuse che rischiarano ogni angolo della casa, un tappeto rossiccio che copre metà del suolo, due poltrone in pelle ed un enorme divano angolare contro la parete, poste attorno ad un ampio tavolo in legno scuro.

La stanza comprende altre due porte, però chiuse, e nessuna finestra.

Gli occhi scuri dell'uomo premono sulla mia pelle mentre Niall, intimidito, si siede lentamente sul divano trascinando il braccio di Liam con sé.

L'anziano della congrega incrocia le gambe fra loro, le mani ferme sul ginocchio.

Harry mi raggiunge a passo svelto e, senza fare troppi complimenti si siede
accanto a Niall; la pelle del mobile si sfrega con il tessuto dei suoi pantaloni, producendo un rumore fastidioso.

Abbassando gli occhi sulle mie mani, seguo il riccio sul divano; le gambe strette e vicino alle sue.

Solo quando finalmente Hanna sceglie di occupare l'ultima poltrona libera e Thomas il posto accanto al mio, il proprietario della casa smette di studiarci con aria critica per voltarsi verso Niall.

Il biondo aspira un lieve soffio d'aria per la sorpresa, raddrizzando la schiena contro lo schienale.

La mano di Harry mi accarezza la coscia e l'aria torna a circolare nella stanza.

"Hai già spiegato loro il motivo della mia richiesta?" la sua voce è molto maschile, un forte accento irlandese molto simile a quello del biondo.

Scorgo con la coda dell'occhio Niall che annuisce rapidamente.

"Voleva conoscerli prima di lasciarli visitare la congrega"

L'uomo annuisce lentamente, le palpebre socchiuse e un braccio ora piegato sul bracciolo della poltrona.

I suoi occhi scuri sfiorano i nostri visi in silenzio e non riesco a tenere a bada i miei nervi.

"Ho avuto dei problemi con alcuni della vostra.." le parole sembrano per la prima volta indugiare sulle sue labbra ".. Razza"

Harry a quel termine irrigidisce vistosamente, le sue dita che stringono maggiormente il mio ginocchio.

"Che tipo di problemi?" lo incalza quindi con voce roca.

L'altro mago sembra sorpreso dall'interruzione ricevuta, ma si ricompone repentinamente, la mano libera che accarezza la sua barba.

"Problemi dovuti alla vostra, come posso ora intuire tipica, irruenza" gli occhi scuri che divorano la figura di Harry "alcuni del vostro genere hanno tentato di distruggere le nostre case, uccidere le nostre donne e rubare la nostra magia" la mano gli si stringe a pugno.

Harry però non batte ciglio.

"Posso capire la rabbia che state provando nei nostri confronti, ma concorrerà con me che non deve essere generica ma concentrata unicamente sul gruppo che ha.. Credo tentato, di danneggiarvi" prende un attimo fiato, la fronte corrugata.

La sua grande mano sfrega sul tessuto dei miei pantaloni più lentamente; le vene e le piccole pieghe della pelle pallida in rilievo insieme al tatuaggio della croce.

Deglutisco a fatica, studiando il viso del padrone di casa con in mente solo il concetto di perdono e riscatto che quel tatuaggio simboleggia.

Sento il respiro di Niall accorciarsi e Liam che, con aria quasi esasperata, gli si avvicina per sussurrargli un 'respira' incoraggiante.

"Sembri di ideali diplomatici.. Solo per il tuo tornaconto. È difficile accogliere in casa con gli stessi occhi chi ti ha tradito" l'uomo ora ha la voce più bassa, fredda.

Non so se essere felice o preoccuparmi del fatto che ormai stiano discutendo solo lui e Harry.

Quest'ultimo sospira pesantemente, passandosi una mano sul mento.

"Siamo dalla sua stessa parte, stiamo cercando anche noi quel gruppo di vampiri.. Signor?"

"Chiamami James" acconsente l'altro con un cenno del capo.

"James" Harry assapora il suo nome tra le labbra.

"Niall" inizia poi James, interrompendo l'atmosfera tesa creatasi.

Il biondo quasi salta in piedi nel sentirsi chiamare.

"Puoi prepararci un caffè? Puoi farti aiutare dal tuo amico"

Alzo un sopracciglio perplessa quando vedo il mago, con le mani che si stritolano tra loro, annuire timidamente e allontanarsi da noi verso una delle due porte chiuse viste prima.

Liam confuso si guarda intorno cercando di capire se l'amico del biondo fosse lui; James annuisce nella sua direzione.

"Si, seguilo pure in cucina" un ordine.

Il moro serra le labbra in una smorfia, lanciandomi una rapida occhiata.

"Va bene" si alza in silenzio, il tessuto del divano che si sposta per la mancanza di peso.

Quando la porta di quella che deve essere la cucina scatta alla chiusura, il padrone di casa sospira leggermente, le mani ora tese e giunte davanti al naso.

"Vedete" quasi sussurra, le palpebre chiuse "non so se qua tutti gradiate un caffè ma.." tossisce leggermente, gli occhi che si aprono di scatto ".. Non mi interessa nemmeno"

Sgrano completamente gli occhi, irrigidendo i muscoli delle cosce.

"Vi ho chiamato qui per parlare di cose serie, senza possibili interruzioni o disagi.. Spero possiate comprendermi" con una spalla accenna lievemente in direzione della cucina e di Niall.

"Avanti allora, la smetta con questi formalismi e parli chiaro per una buona volta" sbraita seccata Hanna sulla poltrona, la fronte corrugata e una mano sulla tempia.

James non la sfiora con lo sguardo nemmeno di sottecchi; alza semplicemente un sopracciglio e la poltrona occupata dalla mora si capovolge in un soffio, facendola cadere rovinosamente sul pavimento a gambe all'aria.

Mi porto una mano alla bocca, sul punto di urlare per lo spavento.

"Ma che.." la sento mugugnare.

Thomas, accanto a me, scatta in piedi per andare repentinamente in suo soccorso; Harry invece guarda in pieno viso l'uomo ancora più intensamente, uno strano luccichio negli occhi.

"Non sono il genere di persona che ama fare l'esibizionista ma.. È per mettere solo un po' in chiaro le cose"

Sul viso del riccio compare un lieve ghigno che mi fa raggelare il sangue nelle vene.

Mi sento così a disagio che vorrei solo correre via, o andare a preparare un dannato caffè in cucina con chi ha avuto la fortuna di poterlo fare.

"Non qui" poi sibila, prima di alzarsi dal mobile e voltare a stento le spalle verso Hanna, ancora leggermente intontita dal colpo.

"Ovviamente non è un invito rivolto a tutti"

-

Passiamo dalla seconda porta chiusa che avevo visto all'ingresso, finendo davanti ad una rampa di scale che scende verso una zona terribilmente buia e inquietante.

Non sento nessun rumore, vedo solo gradini da scendere uno dopo l'altro, il picchiettio dei nostri passi sul granito.

Niall e Liam? Quando torneranno nel salotto troveranno solo Thomas e Hanna.

Non riesco ad essere tranquilla, non mi fido di James, né di Harry accanto a lui; sembra come affascinato dal controllo e il potere che possiede.

Stringo le braccia attorno ai fianchi, la lingua fra le labbra e gli occhi puntati sui ricci di Harry poco sotto di me.

Mi decido a sfiorargli la spalla con un dito, attirando la sua attenzione e facendolo fermare con i piedi su due gradini diversi.

Quando si volta i suoi occhi verdi sono come due fari nella notte.

"Harry.." quasi mimo con le labbra per non farmi sentire ".. Cosa stiamo facendo?"

"Sei preoccupata?" mi chiede invece lui in un piccolo sorriso.

Mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio; James che intanto continua a scendere.

Come fa a vedere in mezzo a tutto questo buio?

"Non lo so.. Forse un po'" ammetto stringendomi nelle spalle.

"Avanti, dammi la mano"

Alzo un sopracciglio confusa verso la sua mano ora aperta e tesa verso la mia.

"Mi ero dimenticato che ora devo pensare tutto in rosa e a fiorellini" si giustifica, facendomi roteare scherzosamente gli occhi al cielo.

Lascio cadere il mio polso sul suo palmo, le sue dita che si stringono attorno a me rassicuranti.

"Non devi farlo se non vuoi" gli faccio poi notare mentre riprendiamo a camminare un po' impacciati.

Lo sento sbuffare.

"Non faccio nulla che non mi vada di fare" fa schioccare seccatamente la lingua contro il palato, tornando a fissarmi "e questo vale per noi, ma anche per tutto il resto"

"Non riesco a fidarmi di James"

"Nemmeno lui riesce a farlo con noi, credimi. Ma ha qualcosa che mi incuriosisce"

"Avevi gli occhi che brillavano quando ha praticamente buttato a terra Hanna" osservo trattenendo a stento un sorriso.

È una scena che non scomparirà facilmente dalla mia mente.

"Qualcosa mi suggerisce che tu non eri da meno" ribatte con un occhiolino che mi fa ridacchiare; il suo pollice che mi accarezza delicatamente la pelle.

"Ho una ragazza gelosa"

"Non è vero" la mia voce è più squillante.

Ride, facendomi vibrare il petto; con una spalla mi lascia un colpetto sul busto.

"Invece si"

Un passo.

Tic.

Un altro passo.

Tic.

"È bello"

"Cosa?"

"Poterlo dire: sei la mia ragazza"

Potrei rotolare per i restanti gradini e non sentire il minimo dolore da quanto mi ha reso leggera con l'ultima frase.

"Per me è bello sentirlo dire" sussurro a fior di voce, il fiato corto e i gradini che scompaiono davanti a noi per fondersi ed entrare a far parte del pavimento.

James è a qualche metro di distanza, le braccia incrociate sul petto e gli occhi rivolti verso una porta in legno, il pomello d'ottone.

L'ambiente qui è illuminato da luci rettangolari bianche al neon.

Nessuna decorazione che suggerisca che lo scantinato è il continuo di un'abitazione; l'aria qui è più fredda.

Harry torna serio. Lancia un rapido sguardo all'uomo e, seguendo una richiesta silenziosa, si avvicina alla porta.

"Cosa c'è dietro questa porta?" chiede con la mano a mezz'aria verso il pomello.

Gli occhi di James si assottigliano.

"Il motivo per cui vi ho condotto fin qui"

Il riccio sfiora il pomello con due dita, facendomi trattenere il fiato.

Mordendosi il labbro inferiore e voltandosi un'ultima volta nella mia direzione, fa ruotare la maniglia; la serratura scatta in un click.

L'altra mano spinge il legno della porta e Harry soffia, come scottato da una fiamma; stacca subito la pelle dalla porta, lasciando andare anche il pomello.

"Harry! Che è successo?" mi avvicino rapidamente a lui; la mano arrossata e pulsante.

"Non lo so.. Dannazione è come il cancello della comunità! Che cazzo.." corruga la fronte confuso e dolorante.

La porta intanto per la spinta ricevuta, si spalanca davanti a noi cigolando.

Quasi sento la mascella toccare il pavimento.

Louis.

Ciao a tutti readers! 👋
Finalmente sono riuscita ad aggiornare.. Mi sentivo quasi in colpa giuro. Non starò a ripetervi del mio triste destino da maturanda però chiedo venia: più si avvicina giugno e meno vedrete capitoli ahah
Intanto Louis è apparso.
Per il resto come state? Spero bene☺
Harry si è tagliato i capelli. Mi sento quasi in colpa a scrivere di lui con i capelli lunghi.
Vi mando un grosso abbraccio e grazie di tutto, davvero!
Un abbraccio 🌸
Laborlimes xx

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