Capitolo 9:
Ascolta, ascolta. L'accordo delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa sotto il pianto che cresce;
Cit. Gabriele D'Annunzio
- Il tuo gemello?! - scoppiò a ridere e aggiunse: - lui viene dalla Sardegna... Credo sia un po' difficile, no? -.
Amanda abbassò lo sguardo dalla vergogna: si era dimenticata di chiedere da dove venisse... Aveva domandato circa il colore dei capelli e degli occhi, dove abitasse, a che età fosse stato adottato, perfino quanto fosse alto, ma niente sull'origine geografica.
"Che stupida!" si apostrofò.
Il ragazzo che le si parava davanti, inarcò le sopracciglia, in attesa di una risposta, che non tardò ad arrivare: - Ah... Chiedo scusa per il d-disturbo... -.
- Tranquilla. Anzi, mi dispiace non esserti stato d'aiuto -.
Giulio optò che per quel giorno soleggiato un giro al golf andava più che bene.
Parcheggiò in prossimità ad un Audi nera. Dal veicolo scese una donna dai lunghi capelli infuocati. "Eddai, non posso essere così fortunato: ritrovare subito la donna coi capelli rossi è veramente troppo " pensò.
Attivò la fotocamera del cellulare, tolse il volume con un gesto e si preparò per scattare una fotografia, senza flash, alla donna ancora di spalle. Teneva l'apparecchio con la mano destra, un po' in basso per non dare nell'occhio. La donna si girò.
Non era lei. Le somigliava incredibilmente, ma non era la stessa che incontrò la volta precedente. Gli occhi erano grigi. I seni più cadenti, il viso pallido e qualche ciuffo argentato sparato per la testa, suggerivano un'età più avanzata.
Si scrutarono per qualche secondo.
- Qualche problema? - interloquì la donna.
- Oh... No, certo che no -. Poi, pensò: "E se questa fosse la madre? Sono identiche... Tentar non nuoce!".
- Sa che sua figlia le assomiglia tantissimo? - tastò il terreno.
- Conosce mia figlia? -.
- Bè, è venuta al golf e non si poteva non notare la sua... Bravura! - stava palesemente improvissando.
- Ma è sicuro di conoscere mia figlia? -.
- Bè, è identica a lei, no? -.
- Sì, ma non siamo mica solo noi due così -.
- Guardi che io conosco... Anna! - gli tornò in mente il nome. Ora doveva avvisare i due Carabinieri che ricordava il nome, anche se del cognome non poteva dire lo stesso.
- Ah... Ci andiamo un attimo a sedere che ho male alle gambe? -. Strinse il polpaccio e venne avanti zoppicando leggermente. Sederono.
- Ma, mi dica, come ha conosciuto mia figlia? -.
- Sa, giocando qui, capita di fare qualche qualche partita assieme -.
- Oh, sì. Capisco... Ma che rapporto ha con lei? -.
- Buono, credo. Ma come mai tutte queste domande? -.
- Ultimamente è strana -.
- In che... In che senso? -.
- Non saprei spiegarglielo... -.
- Bè, conoscendola, magari posso capire - si buttò con tutte la fiducia in sé stesso che poteva offrirgli il suo egocentrismo. Aveva bisogno di informazioni e quella era manna caduta dal cielo.
- Oh... Posso darti del tu? -.
- Solo se posso anch'io - le sorrise per dare quel tocco di simpatia. Funzionò.
- Hai presente quando i suoi occhi prendono quel colore cupo e grigio, ha le guance paonazze e si mangia tanto le unghie? -.
- Ma certo! L'ho notato un paio di volte -.
- Ecco. Lo fa spesso ultimamente. E immagino tu sappia cosa vuol dire... -.
- Tranquilla. Passerà, vedrai -.
- Ma... Cosa passerà? -.
- Il momento -.
- Bè... Sì... -.
- Cosa c'è? -.
- Lei non conosce mia figlia -.
- Ma sì che la conosco! -.
- Ma cosa cazzo mi sta dicendo?! Mia figlia non si comporta così mai -.
- L'ho vista con i miei occhi - tentò di arrampicarsi sugli specchi.
- Lei non cambia quasi mai il colore degli occhi, odia mangiarsi le unghie e ha sempre le guance rosse -.
- Ah... Allora ho visto male -.
La donna sbuffò e se ne andò, piantandolo lì seduto.
Il sussurrare della pioggia, cavalcava le grondaie, spezzava i rami e inondava i formicai.
- Ehi, pronto? -.
- Forse l'ho trovata! -.
- Ma chi?! -.
- Vieni a fare un salto da me domani, che ti spiego -.
- Non fare il misterioso -.
- Non faccio il misterioso -.
- Allora perché mi chiami per dirmi di venire domani e non mi scrivi? -.
- Perché ho finito internet -.
- Ah... Sei sempre il solito! -.
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