Capitolo 12 extra
- Ho la Keglevich - fece Andrea con la Vodka nella mano sinistra e due bicchieri sulla destra. La casa era pulita e profumata: ci si poteva quasi sentir avvolti dal tepore.
- Versa, versa - rispose Zambonin fissando la bevanda trapelante dal collo della bottiglia. Il suo spirito da alcolista già assaporava l'alcol che lo coccolava. Gli venne un'idea per rendere l'amtosfera più frizzante.
- Scomessina, Andrea? -.
- Spara -.
- Scommattiamo che reggi meno di me? -. Andrea sorrise.
- Siamo a casa mia, se crolli devi dormire da me? -.
- Minimo, no? -.
I gradi erano molto bassi; i primi nove giri coi bicchierini furono una passeggiata. Entrambi sembravano non essere scalfiti. Decimo giro: iniziavano ad arrossire le guancie di Andrea. È il più giovane, dopotutto.
- Ma come, già arrossisci? -.
- Tranquillo che cadi prima tu - disse e aggiunse: - Ma... Non mi hai mai parlato bene della tua ex -.
- Cosa vuoi sapere? -.
Altro giro.
- Sono curioso... Come vi siete conosciuti? -.
- Mi sembra seguendo un caso. Era imparentata con qualche vittima. L'ho supportata e... Bè, hai capito -.
- Ma era una relazione seria? -.
Altro giro.
Si tinsero anche le guancie di Zambonin.
- Tutto sommato sì -.
- Da quanto è finita? -.
- Tre mesi -.
- E quanto è durata? -.
- Nove. Nove mesi -.
- Perché non me ne hai mai parlato per bene? -.
- Perché... Ero diverso con lei -.
Altro giro.
- In che senso? -.
- Non ero io -.
- Non eri tu? -.
- Tu mi conosci, no? Ecco, ero un altro -.
- Questa storia riguarda anche i due mesi che sei sparito? -.
- Di quelli non voglio parlare! - era diventato nervosissimo.
- Sì, scusa -.
- Versa, dai -.
Altro giro.
- Ma ti trovavi bene con lei, no? -.
Rimase in silenzio.
- Scusa, non volevo... - ma fu interrotto:
- Sì, troppo bene -.
Altro giro.
- Troppo? -.
- Sì... Io... - prese il fiato: - Possiamo cambiare discorso? -.
- Certo. Di che vuoi parlare? -.
- Versa intanto -.
- Subito -.
Altro giro.
- Credi riusciremo a trovare la moglie e il figlio? -.
- Certo, perché non dovremmo? - la voce era un po' rauca.
- Ehi, Andrea, inizi a sentire l'alcol? -.
- Scherzi? Dai, ancora! -.
Altro giro.
Dopo circa mezz'ora, la bottiglia era praticamente svuotata.
- Zambonin, non vincerai! -.
- Sei ubriaco, stai zitto -.
- Tu sei ubriaco! E anche brutto -. Rise fragorosamente.
- Andrea, mi sa che... Che ho vinto -.
- Te l'ho mai detto che... Aspetta... Che continuo a vendere erba? -.
- Sì, me l'hai detto. Quindi? -.
- Quindi vuoi un tiro? - additò una busta contenente marijuana.
- Metti via, Andrea! Sei già ubriaco! -.
- Credi... Credi che non riesca a fumare? Basta solo mettere tra le labbra e poi... Poi aspiri -.
- Stai fermo! -.
Entrambi erano ebbri, ma avrebbe perso solo il primo crollato.
- Andrea, ce la fai a stare in piedi? -.
- Certo, come il mare è blu! -.
- Allora alzati -.
Il collega poggiò le mani sulla tavola e si eresse in piedi. Anche Zambonin si alzò. Si guardarono. Dopo due minuti, Andrea si precipitò verso una porta. Lo sfidante lo seguì. Era il bagno. Andrea cominciò a vomitare: Zambonin aveva vinto.
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