Capitolo XXVIII
Ormai maggio era agli sgoccioli ed io ero ancora confinata al San Mungo. Due mesi. Stavo perdendo le speranze, avevo fatto solo dei minimi progressi. Avevo riacquistato la sensibilità delle cosce, ma non riuscivo a camminare: ero felice di essere viva, però ero stufa marcia di stare in ospedale. Le infermiere e i Medimaghi non volevano dimettermi perché dovevano monitorarmi sempre, per vedere se la pozione avesse fatto effetto. La vita d'ospedale era una scocciatura: sveglia alla mattina presto, continui controlli, fisioterapia, pozioni, zero privacy e soprattutto niente sesso. Non lo dicevo solo per me, anche Severus rimaneva all'asciutto: con tutti quegli studenti esaltati, come li aveva definiti lui, il suo nervosismo era alle stelle. Teneva anche le mie lezioni dato che io non potevo schiodarmi dalla mia stanza del San Mungo.
In quel momento stavo osservando Severus dormire, era arrivato letteralmente distrutto da Hogwarts. E, nonostante fosse abbastanza presto, si era addormentato non appena aveva posato la testa sul cuscino. Stavamo un po' stretti, ma non mi importava, mi bastava stare appoggiata al suo corpo. Gli carezzavo i capelli nel frattempo, passando le dita con leggerezza lungo i contorni del suo viso. Io non avevo sonno, continuavo a pensare all'uomo accanto a me. Se si fosse stufato? Non era di certo paziente, magari si sarebbe stancato se continuava a non vedere progressi. C'erano donne che a volte lo guardavano con interesse mentre mi portava a fare un giro con la sedia a rotelle per il corridoio dell'ospedale: lo aveva fatto solo per due domeniche, perché poi gli avevo detto categoricamente che non avevo intenzione di uscire nuovamente con quel trabiccolo. Mi sentivo tremendamente in imbarazzo, ci guardavano tutti.
Pian piano vidi Severus aprire gli occhi, guardandosi intorno leggermente spaesato.
"Scusa, non volevo svegliarti." Sussurrai allora, posandogli un bacio sulla guancia.
Lui sospirò, baciandomi la fronte, stringendomi leggermente a lui.
"Severus, da quanto non facciamo l'amore?" gli chiesi poi, la mano ferma sul suo petto. "Forse abbiamo stabilito un record."
"Da quando sei in ospedale." Mi rispose Severus, guardando il soffitto. "Rispetto alle nostre abitudini, di certo lo abbiamo stabilito."
Io ridacchiai, ma improvvisamente mi balenò in mente un pensiero a luci rosse: e se lo avessi soddisfatto proprio in quel momento? Di notte non entrava mai nessuno, quindi potevo approfittarne.
Feci scivolare la mano verso il suo basso ventre, slacciandogli la cintura e abbassandogli la cerniera prima che se ne accorgesse: ormai ero diventata più veloce rispetto alle prime volte.
Afferrai il suo membro, infilando la mano nei suoi boxer, cominciando a stimolarlo.
"Cosa stai facendo, Keela?" mi domandò subito, mettendo una mano sopra la mia, fermando i movimenti.
"Secondo te?" ribattei io maliziosamente, continuando a muovere la mano a pugno, nonostante cercasse di fermarmi. "Ti rilasso un po'."
"Potrebbe entrare chiunque." Disse lui, cercando di accampare una debole scusa, che però non attecchì. Sentivo che si stava eccitando.
"Chiudi la porta con un incantesimo se ti fa sentire più sicuro, ma scommetto che ti piace il rischio."
E dicendo questo strinsi la presa, facendolo mugolare dal piacere.
"Però cerca di non farti sentire da tutto il San Mungo." Conclusi infine, mordendogli il lobo dell'orecchio.
Il suo respiro cominciò ad accelerare, mentre cercava di non gemere, muovendo lentamente il bacino verso la mia mano. Gli baciavo continuamente il collo e il pomo d'Adamo, soffermandomi particolarmente lì.
Lui si abbassò di più i boxer e i pantaloni, facendo svettare completamente l'erezione, e sospirò di piacere quando gli passai l'indice sulla punta bagnata.
"Più veloce..." fece dopo un bel po', con il respiro affannoso.
"Vieni Severus." Gli bisbigliai vicino all'orecchio, velocizzando i movimenti. Sentii il suo membro crescere di più nella mia mano e alla fine venne, liberando il suo piacere sulla sua camicia.
Nonostante stesse cercando di trattenersi gli scappò qualche gemito, che poteva far insospettire qualcuno, quindi prontamente gli tappai la bocca con un bacio.
"Incredibile." Sospirò quando si fu calmato, mentre muovevo lentamente la mano.
Poi, con un movimento degno di una contorsionista, afferrai la mia bacchetta, che per fortuna avevano ritrovato, e lanciai un incantesimo per pulirlo.
Gli sistemai la biancheria e i pantaloni, per poi posargli un bacio sull'angolo della bocca. Aveva ancora il respiro leggermente accelerato e il suo cuore batteva a mille. Si era decisamente rilassato.
~☆~
Piton era disteso vicino a Keela e gli sembrava di essere in paradiso: era stata fantastica, come ogni volta. E poi, farlo lì in ospedale, poteva entrare chiunque... il rischio lo eccitava.
Poteva ricambiare il favore, ma questa volta avrebbe insonorizzato la stanza e chiuso la porta: Keela poteva essere molto più rumorosa di lui in certi casi.
Lanciò gli incantesimi necessari, per poi girarsi su un fianco ed abbassarle le spalline della sottoveste, scoprendo il seno sodo. Si abbassò, andando a baciare i capezzoli ormai turgidi, mordicchiandoli e leccandoli. La sentì sospirare dal piacere e lei gli afferrò i capelli, tenendolo stretto al suo corpo. Gli era mancato così tanto il sapore della sua pelle, non avrebbe mai voluto smettere di assaporarla.
Nel frattempo, mentre ancora si occupava dei seni, alzò la sottoveste, giusto per scoprire la sua femminilità, così infilò immediatamente una mano negli slip.
"Oh Dio..." mugolò Keela, eccitata, muovendo debolmente il bacino verso la sua mano. La penetrò subito con tre dita, era già pronta.
"Sei così bagnata..." le sussurrò all'orecchio, baciandole la pelle sensibile del collo. "Calda e stretta..."
Lei adorava quando le bisbigliava vicino all'orecchio, facendola eccitare ancora di più. Iniziò a dirle di tutto, dalle cose che avrebbe voluto farle in quei due mesi in cui non avevano avuto rapporti a quelle più sconce che avrebbe realizzato quando sarebbe uscita dal San Mungo, aumentando di volta in volta la velocità e la potenza delle spinte con le dita. Keela gemeva senza ritegno, se non avesse lanciato il Muffliato sarebbe accorso tutto il reparto.
"Vieni Keela, vieni per me... fammi sentire quanto ti piace, amore mio... voglio sentirti."
Quello fu il colpo di grazia: esplose in un orgasmo a lungo trattenuto, tremando violentemente e urlando di piacere.
Questa volta le chiuse lui la bocca con un bacio colmo di passione, finché non smise di urlare, soffocando i suoi gemiti.
Le sistemò la sottoveste, lasciandole un ultimo bacio sul seno, e tolse la mano dagli slip, le dita impiastricciate con il suo piacere.
Si pulì, per infine distendersi nuovamente vicino a lei, posandole un bacio sulla guancia. Lo faceva raramente, solitamente preferiva le labbra, ma ogni qualvolta le baciava la guancia, Keela sorrideva felice.
Anche in quel momento aveva sorriso, era lì rilassata con gli occhi chiusi ed aveva il respiro profondo.
"Mi sembra di essere su una nuvola." Disse dopo un po', voltando la testa verso di lui, stancamente.
"Quando le lezioni saranno terminate ti porto via di qui."
"Il caporeparto non mi lascerà mai uscire dall'ospedale." Sospirò Keela, abbracciandolo e appoggiando la testa sul suo petto.
"Ci ho già parlato." La assicurò Piton, facendole una carezza sulla schiena.
"Lo hai minacciato?"
Forse minacciato non era il termine più adatto, gli aveva solo caldamente consigliato di dimettere Keela per qualche giorno, giusto per sollevarle il morale.
"Essere Severus Piton ha i suoi vantaggi."
"E dove andiamo di bello?"
"Sorpresa." Le rispose allora, non volendole rivelare la destinazione.
Aveva trovato una casetta abbandonata su un'isola: non c'erano scocciatori, si sentiva solo il rumore delle onde. Era sopraelevata, costruita sopra un grande scoglio: non era molto, ma sperava che le sarebbe piaciuto. Glielo aveva consigliato Minerva, perché secondo lei Keela aveva bisogno di sentirsi libera, non confinata da quelle quattro mura.
~☆~
La mattina successiva mi svegliai mezza intontita, come al solito, ovviamente grazie al bussare insistente di qualcuno alla porta. Girai la testa, pensando di trovare Severus, ma di lui non c'era ombra, se n'era già andato.
"Avanti." Mugugnai con la voce impastata dal sonno, stiracchiandomi.
"Ciao Keela!" mi salutò Talia, non appena entrò, tutta pimpante.
"Talia, dovresti posticipare le visite... arrivi sempre prestissimo."
"Prestissimo? Sveglia dormigliona, sono le nove." Rise lei, ma improvvisamente mi guardò con le sopracciglia alzate.
"Ti sei divertita ieri sera, non è vero?" mi chiese maliziosamente, indicandomi il collo. "Il vampiro ha colpito ancora."
Io mi toccai il collo, pensando immediatamente alla sera precedente. Divertita... Severus mi aveva fatto letteralmente impazzire dal piacere, con tutto quello che mi sussurrava vicino all'orecchio e i baci sul collo... una goduria. Erano rimasti i suoi morsi d'amore, ma così potevo stuzzicare Talia: sapevo che non voleva i dettagli, ma io, da sorella dispettosa qual ero, glieli avrei svelati.
"Gli ho infilato una mano nei boxer. Poteva entrare chiunque e lui era seminudo in pratica. È stato molto eccitante." Le dissi allora e lei alzò solamente gli occhi al cielo: forse ci aveva fatto l'abitudine.
"Avete fatto sesso qui in ospedale?"
"No. Io ho soddisfatto lui e Severus ha ricambiato il favore. È stato spettacolare..." sospirai infine, pensando al mio uomo. "Ero così felice ieri sera... mi desidera ancora, da quando non riesco a camminare mi sento un mostro. Credevo che quando avremmo sollevato l'argomento sesso avrebbe preferito non parlarne."
"Se ti avesse spezzato il cuore, stai certa che gli avrei dato tanti di quei calci che lo avrei fatto volare più veloce del boccino d'oro." Concluse Talia convinta.
Mi misi a ridere, immaginando la scena: mia sorella che rincorreva Severus per prenderlo a calci.
"Così ti voglio! Adesso vestiti che devi accompagnarmi a scegliere l'abito."
"Non posso uscire..." sbuffai allora: non che ne avessi voglia. Mi guardavano tutti come se fossi un alieno e la sensazione non era delle più piacevoli.
"Il tuo amato professore credo abbia minacciato il Medimago... poi uscire per una o due ore al giorno se vuoi. Poi ha detto alla mamma che ti porterà in vacanza quando la scuola sarà finita."
"Dove?" gli chiesi subito, magari lei poteva schiarirmi le idee: Severus doveva essere sempre il solito misterioso.
"Mi aveva avvertito Piton, dalla mia bocca non uscirà più una parola su questo argomento."
Due ore dopo
"Sei bellissima Talia." Le dissi con un mega sorriso, guardandola nel suo abito bianco. Era uno splendore, tutta elegante, con un leggero pancione in bella vista.
Mia mamma aveva ormai le lacrime agli occhi, non osavo pensare a come avrebbe reagito il giorno del matrimonio: un fiume in piena di sicuro.
"Mi piace tanto questo modello, credo di aver trovato il mio abito." Fece lei, ammirandosi allo specchio. "Ora tocca a te." Continuò poi, girandosi verso di me.
"Non ho molta voglia di provare abiti oggi."
Quell'uscita era una tortura: ero felice per lei, ma sembrava che gli occhi di tutti fossero puntati su di me. Adesso capivo come si sentiva Severus quando uscivamo!
Il peggiore degli sguardi era quello compassionevole, del tipo: Poverina, chissà cosa le è successo...
"Devi, altrimenti non rimane molto tempo per scegliere, puoi fare con calma ora."
Così mi ritrovai in un camerino con una miriade di abiti da provare: non ero una patita di shopping e provare tutti quei vestiti su una sedia a rotelle sarebbe stato un vero inferno. Mi veniva da piangere, facevo schifo, sul mio corpo si erano aggiunte cicatrici: le odiavo. L'unica cosa positiva della mia situazione era la condizione dei muscoli delle gambe. Con la fisioterapia potevo tenerli allenati nonostante non camminassi.
"Come va lì dentro?" mi chiese dopo un po' mia mamma, bussando e aprendo leggermente la porta per vedere a che punto fossi.
"Voglio tornare al San Mungo." Le risposi allora, nascondendo il viso nelle mani. Non volevo che mi vedesse piagnucolare come un'adolescente in piena tempesta ormonale. Me ne stavo lì, seduta su una panca imbottita, in intimo, a piangermi addosso perché mi sentivo uno schifo.
"Cos'hai?" mi domandò subito, venendo a sedersi vicino a me per abbracciarmi. "Hai qualche problema con Severus?"
"No. Sono io il problema. Guardami. Il mio corpo è un campo di battaglia. Faccio schifo."
Lei sorrise, stringendomi più forte e carezzandomi la schiena.
"Sei sempre bellissima tesoro... lo pensa anche Severus. Vi ho visti l'altro giorno, prima di tornarmene a casa, quando ti ha regalato quella rosa rossa. Aveva uno sguardo veramente innamorato e quel bacio che ti ha dato... mi ha riempito il cuore di gioia vederti felice con lui." Disse mia mamma, con tono rassicurante.
Mi asciugò le lacrime, per poi alzarsi ed andare vicino agli abiti.
"Allora, direi di iniziare dal modello che preferisci, tanto ti starà bene qualsiasi cosa proverai." Concluse infine facendomi l'occhiolino.
Io sorrisi leggermente: la mamma era sempre la mamma.
~☆~
Piton stava tornando dalla sua Keela, dopo una giornata passata tra ragazzini esaltati. Quella mattina era dovuto andare via presto, altrimenti ogni volta ritardava: non riusciva mai a staccarsi dalle sue labbra.
Non l'aveva nemmeno svegliata, sembrava così tranquilla mentre dormiva. Aveva degli sbalzi d'umore abbastanza frequenti, ma con la vacanza sperava di rilassarla: se doveva essere sincero lo innervosivano le sue preoccupazioni sciocche. Era terrorizzata all'idea che l'avrebbe lasciata sola. Forse se avesse fatto l'amore con lei avrebbe risolto i suoi problemi di autostima. Prima di smaterializzarsi mise nella tasca del mantello una tavoletta di cioccolata, dato che aveva notato che le mancavano i dolci. Non avrebbe mai immaginato di diventare così premuroso e sensibile nei confronti di un'altra persona, però gli veniva spontaneo. Era andato così vicino a perderla che voleva soddisfarla in ogni modo possibile. Arrivò all'ospedale, ma c'era qualcuno lì con lei, così rimase vicino alla porta.
"Vattene." Sentenziò Keela, sbuffando.
"Scordatelo, sono appena arrivata, potrò godermi questo penoso spettacolo per un po'."
Sapeva di chi era quella voce ed ora che Keela era più fragile non era proprio indicato che la Dubois andasse a farle visita.
"Anzi, potrei andare a trovare il tuo amato professore di pozioni, sicuramente si sentirà solo soletto. Guardati, sei diventata uno sgorbio..." ghignò malignamente quella donna. Pensava che Keela avrebbe pianto, ma lo stupì, infatti si decise ad intervenire.
Keela l'aveva schiantata! Non aveva previsto quella mossa, ma doveva ammettere che aveva eseguito lo Schiantesimo alla perfezione.
"Non azzardarti ad avvicinarti a lui." Disse duramente, mentre l'avversaria, completamente sbalordita, se ne andò, dopo averli guardati entrambi con uno sguardo omicida.
"La prossima volta non sarò così gentile." Concluse poi, appoggiandosi ai cuscini.
"Non ti sei arrugginita con gli schiantesimi." Constatò Piton, osservandola con un sopracciglio alzato.
"Se lo meritava! Ora mi sento più tranquilla e realizzata." Rise infine, battendosi una mano sulla spalla, per congratularsi con se stessa.
Scosse il capo, divertito, per poi darle la preziosa tavoletta di cioccolata.
"Sei il mio eroe Severus." Fece Keela, sorridendogli felice. "Come è andata oggi? Qualche studente ti ha fatto impazzire?"
"Tralasciando qualche calderone saltato magicamente in aria, è filato tutto liscio. Tu hai fatto qualche progresso?"
"Purtroppo ancora niente, ma hanno detto che i muscoli sono in buono stato. Questa mattina ho accompagnato Talia all'atelier. Abbiamo scelto gli abiti per il matrimonio."
"Hai trovato quello che cercavi?" le chiese, sedendosi vicino a lei. Non aveva voglia di parlare di vestiti, ma voleva che si sentisse ascoltata.
"Sì. In un primo momento mi sono sentita un mostro, ma mia mamma mi ha consolata e alla fine ho trovato l'abito da damigella. Non vedo l'ora che tu lo veda." Fece allora entusiasta, ma dopo un po' di silenzio gli fece una carezza sulla guancia.
"Volevo chiederti scusa, Severus. Ultimamente ti faccio impazzire con i miei sbalzi d'umore, sono più emotiva di mia sorella e lei è incinta! Solo che queste gambe mi fanno uscire di testa... sei proprio un amore, nessuno si era mai preso cura di me in questo modo. La rosa, le coccole, la cioccolata, il tuo sostegno... sono fortunata ad averti."
Lo baciò, non dandogli il tempo di dire qualcosa. Era così soddisfacente quando notava i suoi sforzi per renderla felice.
Sei tu fortunato ad averla, disse la vocina nella sua testa e questa volta non poté che darle ragione.
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Spazio autrice
Ciao a tutte! Eccomi finalmente qui con il nuovo capitolo. So che è passato molto tempo dall'ultima volta, ma sono veramente sommersa dallo studio. 😅
Spero di essermi fatta perdonare per l'attesa con questo capitolo in parte hot. Vi prometto che fra poco Severus metterà in atto quello che ha sussurrato all'orecchio di Keela, e quei capitoli saranno molto hot.
Detto questo vi lascio con il Nel frattempo, ad Hogwarts (un po' più lungo del solito) ;)
Commentate, stellinate e ci sentiamo alla prossima! :)
Nel frattempo, a Parigi
*Keela è distesa sul letto, ma non riesce a dormire. Continua a girarsi, ma non c'è verso di addormentarsi. Severus non è lì con lei, è da due settimane che si addormenta senza di lui, dato che lui resta a parlare di chissà quali importanti pozioni al convegno che si tiene nella hall dell'hotel magico parigino in cui alloggiano. Keela sbuffa pesantemente, ripensando alla donna che ha visto prima di tornare nella camera. Tutta sorridente l'oca, le sembra ancora di sentirla ridere in risposta ai commenti sarcastici di Severus. Severus... probabilmente neanche sente la sua mancanza, magari tradendola con quella strega dai capelli rossi e occhi verdi. Due settimane senza nemmeno fare l'amore, impegnato con quei suoi stupidi convegni.
Keela decide di cedere alla sua voglia, alimentata dalla gelosia, di compiacersi senza aspettare il tocco di Severus. Toglie le coperte, si spoglia e allarga le gambe quasi in modo osceno, iniziando a carezzarsi e tenendo nell'altra mano un vibratore.*
*Severus è stufo marcio delle riunioni serali che lo tengono lontano dalla sua Keela. È stufo soprattutto della donna che gli sta sempre appiccicata. Ha un profumo troppo intenso per i suoi gusti, preferisce senz'altro quello di Keela, delicato e floreale. Finalmente quel dibattito monotono si è concluso, quindi velocemente si alza, per tornare dalla sua donna, ma viene prontamente ostacolato dalla pozionista intraprendente, che gli afferra un braccio.*
"Severus, vieni con me. Ti offro un Whiskey e il dessert che non hai mangiato a cena. Quello che ti offrirò io sarà di gran lunga più gustoso."
"Non ho fame."
*Severus si divincola dalla sua presa, ignorando il suo doppio senso. Le mostra la mano, in cui spicca l'anello che gli ha regalato Keela, sapendo che lei porta il suo corrispondente. Non sono fedi nuziali, ma solo un simbolo per sottolineare il loro legame.*
"Sono sicuro che troverò il dessert che non ho mangiato nella mia camera ad aspettarmi."
*Severus soddisfatto se ne va, lasciandola sbalordita in mezzo al corridoio. Sale velocemente le scale, arrivando alla sua camera, e subito entra, silenziosamente. Attraversa il soggiorno e si infila in camera, ma rimane pietrificato nella penombra. Keela sta gemendo senza ritegno, si sta accarezzando e dando piacere con un giocattolo invece di aspettarlo.
Non crede ai suoi occhi, vedendola così disinibita e eccitata.*
"Keela?"
"Ciao, Severus."
"Cosa stai facendo?"
"Non ti sem-bra... ov-vio?"
*Keela continua a darsi piacere, non nascondendosi di fronte a Severus. Raggiunge l'orgasmo, inarcando la schiena e gemendo sensualmente, accasciandosi poi soddisfatta sul materasso. Spegne l'abat-jour e si infila sotto le coperte, dando la schiena a Severus. Poco dopo lo sente distendersi vicino a lei, ma lei non ha intenzione di accoccolarsi al suo corpo, quindi Severus la attira contro di sé, facendole percepire che è nudo anche lui. Keela decide di stuzzicarlo, dato che la gelosia non è passata del tutto. Una piccola vendetta per averla trascurata.*
"Hai finito il tuo spettacolino?"
"Sì. Era da tanto tempo che non godevo così."
"Ah, sì? Dimmi... ti soddisfa di più questo giocattolo del mio corpo?"
"Mmhh, mmhh. È stato stupendo, quasi quanto per te deve essere stato piacevole passare la serata con quella Mary. Ti ha soddisfatto abbastanza?"
"Siamo gelosi, mmhh? Non ho sfiorato quella donna nemmeno con un dito. Ho pensato invece tutta la sera a te, a cosa farti non appena ti avrei riavuta tra le braccia."
*Severus ha capito a che gioco sta giocando Keela, ma non si arrende. Non ha voglia di litigare, vuole solo farla sentire amata.*
Un'ora dopo
"Allora... preferisci ancora quel giocattolino?"
"Quale giocattolo?"
"Risposta esatta, Keela. Riposta esatta."
*Severus osserva Keela, mentre si avvicina e appoggia la testa sui suoi pettorali, abbracciandolo e sospirando soddisfatta. In fin dei conti la gelosia di Keela ha movimentato la serata, aggiungendo una scintilla al loro rapporto. L'indomani avrebbe sicuramente fatto sapere alla famosa Mary, con Keela al suo braccio, quanto avesse apprezzato il dessert.*
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