Capitolo XXI
"Ti vedo benissimo Keela!" disse sua madre, mentre la abbracciava. Piton stava pensando di obliviarla, per poi tornarsene ad Hogwarts, facendo finta che nulla fosse successo.
Invece era lì, seduto compostamente, aspettando che Keela raccontasse a sua madre la verità oppure che la riempisse di bugie. Da una parte preferiva che la relazione restasse segreta, ma sentirla dire che lui era solo un amico o che il loro rapporto non era serio gli avrebbe creato veramente fastidio.
Infine, non appena sciolsero l'abbraccio, si alzò, porgendole la mano.
"Signora Callaghan." Disse, facendole il baciamano.
"Professor Piton, è un piacere incontrarla di persona." Gli rispose lei gentile: sicuramente quell'aspetto Keela l'aveva ereditato dalla madre.
Lui alzò un angolo della bocca, tornando a sedersi, come fece Keela, mentre la signora Callaghan prendeva una sedia e si univa a loro.
"Allora, come vanno le lezioni?"
"Benissimo! Mi piace molto insegnare, gli studenti sembrano molto interessati, devo proporre a Minerva qualche stage al San Mungo con alcuni di loro quando tornerò a lavorare lì." Fece Keela, tutta entusiasta. Almeno quelle zucche vuote degli studenti si applicavano nella sua materia, in pozioni erano degli scansafatiche, non si sforzavano nemmeno per raggiungere la decenza.
"Che ne dici Severus?" aggiunse poi, includendolo nel discorso. Ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma doveva rispondere per forza.
"Proponilo a Minerva, ma credo che i ragazzi potrebbero far saltare in aria l'intero ospedale." Disse Piton, increspando le labbra in un leggero ghigno.
"Ma dai!" rise lei, dandogli un leggero spintone, facendo sorridere anche sua madre.
Poi continuarono a parlare di altri argomenti, mentre lui osservava sia Keela che sua madre.
Notava con piacere che erano molto legate, quasi quanto lo era lui con la sua. Aveva odiato con tutto il cuore suo padre, ma era grazie ad Eileen Prince che era un mago. Era lei che gli aveva fatto amare il mondo della magia.
Aveva notato un ulteriore dettaglio... la signora Callaghan cercava di captare qualche sguardo d'intesa fra loro due. L'aveva vista sorridere quando Keela aveva sfiorato la sua mano in una carezza, anche se Piton aveva fatto finta di nulla. Magari poteva metterla anche lui in imbarazzo: il suo sesto senso gli suggeriva che Keela lo aveva fatto apposta per dare qualche indizio a sua madre. Se non chiedeva nulla, che senso aveva svelare la relazione?
Mentre stavano parlando del lavoro di sua sorella, dato che Keela era seduta vicino a lui per fare posto alla signora Callaghan, decise di stuzzicarla leggermente, come aveva fatto lei nella mattinata.
Sua madre non vedeva nulla, erano coperti dal tavolo, quindi fece scivolare una mano, posizionandola sul suo ginocchio. Lo strinse leggermente, per poi risalire lungo la coscia, tracciando dei ghirigori e cercando di solleticarle la pelle coperta dal vestito. Arrivò in men che non si dica alla sua intimità, ma lei chiuse di più le gambe e gli diede un piccolo schiaffo sulla mano, per allontanarla. Non si sarebbe arreso così facilmente...
~☆~
Dovevo ammettere che quell'incontro inaspettato non era stato un disastro: tutto filava liscio. Mia mamma non faceva domande, Severus sembrava tranquillo ed io ero felicissima di averla rivista.
Volevo dirle che stavamo insieme, ma non sapevo come l'avrebbe presa Sev: magari non voleva che la nostra relazione venisse alla luce, dato che era molto riservato. Quindi avevo pensato di dare dei segnali a mia mamma: in quel momento mi sentivo un genio. Infatti il primo era stato abbastanza velato, dato che avevo riso e lo avevo spinto leggermente. Il secondo era più esplicito, perché gli avevo carezzato la mano: l'avevo vista sorridere.
Poi però mi ero accorta che Severus aveva capito tutto: voleva farmela pagare a modo suo.
Era troppo sveglio il Serpeverde... mi carezzava continuamente la coscia ed era arrivato alla mia intimità. Avevo scacciato la sua mano, ma sembrava non volersi arrendere così facilmente... era tornato all'attacco. Non potevo agitarmi troppo, altrimenti mia mamma si sarebbe accorta dei miei movimenti un po' troppo sospetti.
Per fortuna avevo scelto il tavolo più isolato, dietro di noi c'era solo il muro; la sua mano era nuovamente sulla mia femminilità, ma aveva applicato una leggera pressione, quindi sentivo il suo tocco, nonostante la veste.
Volevo sospirare, ma dovevo restare neutrale: una volta tornati ad Hogwarts lo avrei ucciso.
Porca Morgana, Severus stava aumentato la pressione della carezza: mi faceva impazzire solo con piccoli movimenti dell'indice e del medio. Non potevo andare avanti per molto! O lo fermavo o mi sarei messa a mugolare dal piacere. E poi ero io quella insaziabile... improvvisamente però una cameriera rovesciò per errore il vassoio che stava portando, provocando un gran baccano. Mia mamma si girò subito, per vedere cosa stesse succedendo, quindi io ne approfittai per scacciare la sua mano: gli bloccai il polso saldamente, lo allontanai e alla fine gli tirai un lieve calcio sul polpaccio. Ah, dimenticavo... gli avevo lanciato anche un'occhiataccia. Assassina per giunta. Avrei fatto rabbrividire anche Voldemort.
"Comunque... dove eravamo rimasti? Ah sì, fra poco è San Valentino!" disse mia mamma, cominciando a parlare della festa degli innamorati.
Lei organizzava ogni anno una festa di San Valentino: tutta la via nella quale abitavamo veniva a quella che era diventata una tradizione: il ballo a casa Callaghan. Erano ormai da due anni che mi presentavo alla serata da sola: da quando avevo lasciato Tom ero rimasta single, finché non avevo trovato il mio Severus. Il mio ultimo San Valentino da fidanzata era stato tremendo: quel cretino del mio ex mi aveva lasciato sotto la pioggia per due ore. Pensavo fosse rimasto al lavoro, ma avevo scoperto solo quando ero arrivata a casa che quelle ore le aveva spese in modo piacevole.
Che pensiero deprimente... non dovevo pensarci, altrimenti sarei diventata triste, e non avevo proprio voglia di stare male per storie passate. In effetti ci pensò proprio Severus a farmi cambiare idea. Non mi aveva messo nuovamente la mano fra le gambe, ma aveva tentato un approccio diverso, molto singolare.
Ogni volta che mi guardava mi trasmetteva delle immagini piccanti con la legilimanzia.
Non era possibile... mi faceva eccitare così! Io ascoltavo mia mamma, ma non potevo fare a meno di pensare a quello che mi faceva vedere Severus. Erano solo dei piccoli spezzoni, ma poi la mia mente galoppava. Mi aveva mostrato un possibile proseguimento del suo piccolo scherzo: mia mamma se n'era andata e Severus mi aveva trascinata nel bagno del locale, e lì, tempo di aprirsi la cerniera dei pantaloni, scostare i boxer, alzarmi la veste e togliermi gli slip, ed era dentro di me. Era uno scenario improbabile, perché Sev non era un tipo da andare in un semplice bagno pubblico per sfogare la sua voglia, ma l'idea piccante bastava a farmi fantasticare. Certo che sapeva come manipolare la mente...
"Keela, stai bene? Hai le guance rosse." Disse poi mia mamma, interrompendo momentaneamente il discorso San Valentino.
"Certo. Ho solo un po' di caldo, colpa del the." Risi infine, per sdrammatizzare: altro che the bollente... stavo facendo pensieri sconci davanti a lei, per fortuna che non era una legilimens, altrimenti mi sarei sotterrata.
Svuotai la mente, concentrandomi sul ballo.
"Comunque non so se verrò a San Valentino... dovrò domandare prima alla preside. Giusto Severus?" rimarcai allora, lanciandogli uno sguardo eloquente: sicuramente mia mamma dopo l'ultimo indizio aveva messo i tasselli del puzzle al proprio posto.
"Nulla da ridire, Keela." Fece lui, con uno sorrisino falso.
~☆~
Piton stava tornando ad Hogwarts insieme a Keela. Dopo che praticamente aveva detto a sua madre che stavano insieme, lei si era trattenuta un po' con loro, per poi andare a fare commissioni. Doveva ancora rivolgergli la parola, molto probabilmente si era offesa per il piccolo scherzo che aveva attuato nel bar. Si era stupito persino lui stesso della sua audacia, ma adorava stuzzicarla. Non aveva voluto che la toccasse, quindi si era servito della sua abilità di legilimens.
Era pomeriggio e si erano smaterializzati all'interno del suo ufficio con la metropolvere.
Lei, ancora scocciata, se ne andò in camera, senza degnarlo di uno sguardo. Lui invece si mise al lavoro, doveva ultimare una pozione: quando le sarebbe passata gli avrebbe parlato.
Si legò i capelli, evitando che finissero nel liquido che ribolliva, cominciando a tritare erbe per buttarle nel calderone.
Mentre dosava gli ingredienti pensò all'incontro con la madre di Keela. Era andato tutto bene, anche se lei aveva capito cosa bolliva in pentola e praticamente li aveva invitati ad un ballo di San Valentino. Quel particolare gli scocciava molto: ci sarebbe stata tutta la sua famiglia. Era una stupidissima festa di San Valentino per Morgana! Lui odiava quel giorno, tutte quelle romanticherie, i regali... non ne sarebbe uscito vivo. Forse poteva convincerla a non andarci, ci avrebbe provato di sicuro.
Il tempo era volato, era talmente immerso nel suo lavoro che non si era nemmeno accorto che Keela era appoggiata allo stipite della porta.
Chissà da quanto tempo lo stava osservando... aveva comunque un cipiglio irritato in volto, così ghignò leggermente guardandola.
"Sua maestà si è degnata di graziarmi della sua presenza." Le disse infatti, prendendola in giro. La vide sbuffare, per poi andare a sedersi sulla poltrona.
"Non parlo con te." Fece incrociando le braccia al petto, spostando lo sguardo.
"Lo hai appena fatto." Rimarcò Piton, con un sorrisino, mentre guardava il liquido ribollire lentamente.
"Ti odio quando fai così." Sbottò infine, continuando a tenere il broncio. Quanto la faceva lunga!
"Sappi che questo tuo comportamento da ragazzina non risolverà nulla. Non è successo proprio niente."
"Niente? Stavo per avere un orgasmo davanti a mia mamma. Eravamo in un bar!" lo accusò poi, puntandogli un dito contro.
"Non mi sembrava ti dispiacesse."
Non sentiva risposte, quindi alzò lo sguardo, con il suo solito sorrisino stampato sulle labbra.
"Scommetto che ti è rimasta la voglia..."
~☆~
Ero ancora infastidita con Severus: mi aveva giocato proprio un brutto scherzo al bar. Infatti non appena eravamo arrivati nel suo ufficio mi ero diretta in camera, senza parlargli, nonostante in quel momento fossi seduta sulla sua poltrona ad osservarlo mentre distillava una pozione. E mi prendeva pure per i fondelli! Ci credo che mi era rimasta la voglia, mi aveva stuzzicato! Avevo dovuto per forza fermarlo, altrimenti quel giochetto sarebbe degenerato.
"Sì, ho ancora voglia, ed è Tutta. Colpa. Tua." Gli sillabai infine, mettendomi di fronte a lui e puntandogli il dito sul petto ad ogni parola.
"Quindi cosa dovrei fare?" mi domandò con nonchalance, spegnendo il fuoco sotto al calderone e prendendo un'ampolla.
Io ci pensai un momento: in effetti c'era una cosa che avrebbe potuto fare... ero la solita pervertita.
"Potresti rimediare." Gli risposi, sfidandolo. Lui mi guardò dritto negli occhi, accennando ad un sorriso malizioso.
"Vuoi andare in camera?" Bisbigliò prendendomi il mento, per sollevarmi leggermente il viso: così sentivo il suo respiro caldo.
"No. Possiamo restare qui."
Severus alzò un sopracciglio, squadrandomi con gli occhi luccicanti.
"E possiamo farlo adesso." Conclusi sensualmente, sporgendomi per mordergli il labbro.
Secondo me lo avevo in pugno: avevo sentito il suo respiro mozzarsi proprio nel momento in cui avevo afferrato tra i denti il suo labbro.
Prese la sua bacchetta, lanciando un incantesimo alla porta: nessuno ci avrebbe disturbato.
Andammo verso la scrivania e Severus si sedette sulla sua sedia, battendosi le mani sulle cosce. Io mi accomodai sul suo bacino: per fortuna avevo cambiato la veste da strega per indossare la mia solita, comoda e fidata tuta babbana.
"Baciami." Fece in un soffio, agganciando le braccia ai miei fianchi. Io lo accontentai subito, incollando le labbra alle sue: amavo il suo sapore particolare.
Intrecciai poco dopo la mia lingua con la sua, sentendo un verso di piacere provenire dalla sua gola. Mi staccai solamente quando Sev mi morse il labbro inferiore, per poi leccarlo e baciarlo nuovamente.
Riprese a carezzarmi, dopo aver infilato una mano negli slip, così mi inarcai contro il suo corpo, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo. Era sublime e lui era perfetto, ma non si decideva ad approfondire: ero molto eccitata e la mia serpe continuava stuzzicarmi.
"Di più..." lo pregai infine, muovendo il bacino contro le sue dita. Severus, invece di darmi ascolto, si fermò, cessando ogni movimento.
"Sei crudele." Borbottai contrariata, sospirando.
"Devi avere pazienza." Mi ammonì Severus, baciandomi il collo. "Dimmi cosa vuoi."
"Continua, ti prego." Mugolai allora, frustrata: lui tornò a dedicarmi attenzioni, facendo anche scivolare due dita dentro di me. Aumentò pian piano la velocità, così gemetti di piacere, stringendomi a lui.
"Sto per venire..." sussurrai con il respiro mozzato, ma Severus, non appena sentì quello che avevo detto, interruppe ogni movimento. Ma era serio?
~☆~
Piton aveva voglia di sperimentare un gioco con Keela: voleva portarla più volte sull'orlo dell'orgasmo per poi negarglielo. Così quando sarebbe venuta ne avrebbe avuto uno che l'avrebbe lasciata totalmente soddisfatta. Lo faceva solo per farla godere come mai nessuno aveva fatto.
Aveva ancora il respiro accelerato, tremava leggermente fra le sue braccia: si era fermato appena in tempo.
Decise di continuare il suo assalto, con estrema lentezza, facendola contorcere dal piacere sul suo bacino, senza tuttavia concederle il premio finale. I suoi gemiti lo stavano eccitando, sarebbe stato pronto per prenderla anche in quel preciso istante, ma aveva altri piani. La portò un'altra volta quasi all'apice, ma come per le precedenti, non la soddisfece.
"Non mi piace questo gioco." Disse Keela a quel punto, sull'orlo delle lacrime.
"A breve ti piacerà, devi avere solo un altro po' di pazienza." Bisbigliò sulle sue labbra, dandole un bacio dolce. Nel frattempo la prese in braccio, alzandosi dalla sedia; con un movimento della bacchetta spostò tutto quello che c'era sopra la cattedra, per poi adagiarvi sopra Keela.
Le sfilò i pantaloni, gli slip, la felpa e le sganciò il reggiseno, lasciandola nuda; si mise in ginocchio e la sistemò meglio, per avere a disposizione la sua femminilità davanti al volto.
Le massaggiò le cosce, risalendo velocemente fino a raggiungere i seni, che afferrò. Erano perfetti, così morbidi e sodi allo stesso tempo.
Le stuzzicò i capezzoli e la vide arcuare la schiena: era veramente al limite.
Avvicinò ulteriormente il viso all'intimità, applicando una leggera pressione sulla perla gonfia di piacere.
"Severus..." mugolò subito, intrecciando le dita fra i suoi capelli, afferrandoli.
Continuò quel dolce assalto, succhiando e baciando ogni sua parte sensibile. Avidamente leccò il suo nettare dolce, arrivando a penetrarla con la lingua.
Dopo pochi minuti la sentì irrigidirsi, tremare, gemere più forte e aumentare la sua presa sui suoi capelli, fino a diventare quasi dolorosa.
Forse aveva paura che si fermasse, ma non aveva intenzione di staccarsi.
Esplose in un orgasmo violento, urlando il suo nome, e lui continuò a leccare finché quasi tutto il piacere fu sopito; solo alcuni spasmi scuotevano ancora il suo corpo, ma si stava rilassando sul legno delle scrivania, carezzandogli nel frattempo i capelli.
Si rimise in piedi, allontanandosi definitivamente dal suo corpo, e la prese in braccio, andando a sedersi nella poltrona vicino al camino.
~☆~
Santo Merlino... mi sembrava di essere su una nuvola: Severus era stato un gran bastardo, ma sapeva il fatto suo. Negandomi tutti quegli orgasmi alla fine il mio corpo era ipersensibile; ogni volta che la sua lingua sfiorava la mia femminilità, partivano scosse elettrizzanti che mi arrivavano dritte al cervello. E in quel momento ero nuda tra sue braccia, solo il calore del camino e quello del suo corpo mi scaldavano. Stavo cercando di riprendermi, ma avevo solamente voglia di dormire: era stato veramente sfiancante.
"È stato magnifico... il migliore di sempre." Sussurrai sul suo petto, accoccolandomi meglio.
"Quindi ho rimediato?" mi chiese lui, con una nota divertita nella voce. Faceva anche il simpatico...
"Direi proprio di sì." Dissi felice, mentre Severus mi posò un bacio in fronte.
"Comunque per San Valentino... vuoi accompagnarmi alla festa?" gli domandai con gli occhi chiusi, respirando a fondo il suo profumo.
"Se dicessi di no?"
"Peggio per te... io vado da sola e lì qualcuno mi inviterà a ballare. Ogni anno c'è sempre qualche single." Continuai allora, aspettando una sua reazione: sicuramente sarebbe venuto, dato che era geloso.
"Vai pure." Concluse Severus, senza far trasparire nulla dalla voce.
"E tu mi lasceresti andare da sola? Sappi che quei single non si fermano al ballo."
Era impossibile che non gliene fregasse nulla! Era pur sempre la festa degli innamorati.
"Ormai ti conosco, non cederesti alle loro avances. Il tuo cuore appartiene a me, come il mio è legato indissolubilmente al tuo."
Non sapevo cosa dire: Severus difficilmente si lasciava andare a queste dichiarazioni dolci.
Erano parole veramente romantiche, nessuno mi aveva mai detto una frase del genere. Forse era meglio di un ti amo.
"E poi non ti presenteresti mai sola a quella stupida festa. Se io non ti accompagnassi resteresti a letto con me, ci scommetto qualche galeone. Ma se proprio ci tieni a non deludere tua madre... da quello che ho capito ormai è una tradizione." Fece Severus, con un tono da condannato a morte. Non gli andava a genio, ma mi avrebbe accontentata comunque.
"Ti amo tanto..." dissi per poi baciarlo, abbracciandolo con tutte le forze che avevo, mentre lui mi carezzava la schiena con la punta delle dita.
Non vedevo l'ora che arrivasse il giorno di San Valentino: era il primo che trascorrevo insieme a Severus e nulla sarebbe andato storto. Sarebbe stata una giornata indimenticabile.
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Spazio autrice
Ciao a tutte! Scusate per la lunga attesa ma alla fine sono tornata, non vi sbarazzerete di me facilmente. ;)
Vi è piaciuto il capitolo? L'incontro con la madre di Keela è andato bene e come vi avevo accennato, Keela e Severus andranno alla festa di San Valentino a casa Callaghan. Quindi anche se è estate e la festa degli innamorati è passata da un bel po', il prossimo capitolo racconterà proprio di questo. Ovviamente ci sarà anche lì la parte hot.
Comunque avete apprezzato l'audacia di Severus al bar? Per un momento avevo anche pensato di mettere in atto i pensieri di Keela, ma poi ho optato per l'atmosfera calda e provata del laboratorio ad Hogwarts. Detto questo, ditemi cosa ne pensate, stellinate e alla prossima! 😊
P.S. La foto del bar che ho messo all'inizio del capitolo è quella che mi ha dato l'ispirazione. ;)
Nel frattempo ad Hogwarts
*Nonostante il tempo in Scozia sia notoriamente uggioso e fresco, il caldo estivo avvolge anche il nord dell'isola britannica. Keela è distesa sul letto, indossa solo un paio di shorts in jeans e una canottiera quasi trasparente, e sta riposando a pancia in giù con la faccia sprofondata nel cuscino, rinfrescato da un incantesimo.
In quel momento entra Severus, accaldato, che inizia a spogliarsi per infine restare in boxer e distendersi anche lui sul letto.*
"Come fai a distillare pozioni con tutto questo caldo? Ed io che pensavo che i sotterranei fossero freschi..."
"Solitamente è così. Quest'estate si preannuncia più calda del solito."
*Keela sospira, mentre Severus inizia ad osservarla, senza che lei se ne accorga, dato che ha il viso volto dalla parte opposta. Le gambe snelle leggermente abbronzate, i pantaloni, se così possono definirsi, che le arrivano appena sotto il sedere, che le fasciano perfettamente i glutei sodi, quella canottiera striminzita che gli fa intravedere la sua schiena nuda. Niente reggiseno. Severus fa scivolare la mano sul suo membro coperto per il momento dai boxer e lo stringe leggermente, cominciando a carezzarsi. Improvvisamente ha un'idea per rinfrescare Keela: prende la bacchetta ed evoca del ghiaccio e delle corde, sedendosi poi sul sedere di Keela.*
"Severus cosa stai facendo? Ho caldo..."
"Sshh..."
*Keela si gira e adesso è faccia a faccia con Severus, che la sovrasta. Severus le prende i polsi e li lega, fermandole le braccia sopra alla testa. Poi con un incantesimo silenzioso la fa rimanere nuda sotto di lui, mentre prende la ciotola con i cubetti di ghiaccio. Ne afferra uno e lo tiene duro con i denti, abbassandosi e tracciando ghirigori immaginari sul suo petto. Poi lo lascia lì e continua il suo assalto con il resto dei cubetti. Keela nel frattempo geme e si inarca, volendo più contatto.*
"Di più, Severus, di più..."
"Pensavo avessi caldo. Ti farei sudare."
"Tu. Io. Sotto la doccia fredda. Ora."
"Ai suoi ordini, mia signora."
E fu così che Keela e Severus affrontarono il caldo estivo. ;)
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