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Capitolo XLIV

"Ciao Zackary..." sussurrai al fagottino che tenevo fra le braccia. "Sei proprio un bel bambino."
Lo posai di nuovo sul petto di Talia, che lo guardò con sguardo amorevole, baciandogli la fronte.
Eh già: ero diventata zia del piccolo Zack. In una giornata uggiosa di fine novembre era nato il mio primo nipotino! Era così tenero e piccolo, con quelle manine e quel viso dolce...
"Severus non viene a trovarmi?" Mi chiese infine mia sorella, sbadigliando leggermente. Era letteralmente esausta, ma non voleva ancora cedere al sonno: non l'avevo mai vista serena come in quel momento.
Anch'io non vedevo l'ora di diventare mamma e stringere le mie due bambine fra le braccia: ultimamente me lo sentivo. Secondo me sarebbero state due gemelline, il mio intuito di solito non falliva mai, quindi ero abbastanza sicura. Invece per Severus sarebbero stati due maschietti... insomma, non eravamo proprio sulla stessa onda, ma li avremmo amati ugualmente, su quello non ci pioveva.
"Passerà questo pomeriggio, aveva un po' di scartoffie da compilare e gente importante da incontrare. È molto impegnato ultimamente."
Anche un po' troppo per i miei gusti, dato che la maggior parte delle volte mi pareva di parlare al vento con lui, sempre occupato con le sue scartoffie.
"Credi che gli interessi venire a vedere Zack?" Mi domandò ancora, mentre sistemava i pochi capelli del pargoletto.
"Certo Talia, sotto quella corazza è un tenerone, gli piacciono i bambini." Le risposi con un sorriso, sporgendomi per darle un bacio affettuoso sulla guancia. "Adesso, a proposito di Severus, vado a fargli una sorpresa."
Sperando che almeno mi calcolasse.
~ • ~
Piton aveva concluso l'incontro con Wallaby, l'editore che forniva ai ragazzi i libri di pozioni e di difesa contro le arti oscure, anche se non era rimasto particolarmente soddisfatto: prima o poi avrebbe dovuto scrivere lui i libri di testo, almeno quelle zucche vuote avrebbero imparato qualcosa.
Si sedette alla scrivania, afferrando una delle tante lettere presenti. La aprì, rimanendo lì ad osservare per un po' il nome del mittente prima di leggere il testo. Sua madre si congratulava con lui per il fatto che fosse diventato preside, anche se era stata leggermente delusa dato che non l'aveva messa al corrente lui stesso, ma lo aveva letto sulla Gazzetta del Profeta. Forse doveva ancora abituarsi all'idea di avere nuovamente una madre che voleva essere più presente di quanto lo era stata un tempo.
Doveva ancora invitarla per un the, era stato talmente impegnato che aveva a malapena tempo per vedere Keela. Keela... la sua Keela, gli mancava veramente molto, provava un senso di solitudine immensa ogni volta che dormiva solo. Gli sembrava di trascurarla in quel periodo, ma si sarebbe decisamente fatto perdonare preparando qualcosa di speciale per il suo compleanno, di lì a pochi giorni.
Appoggiò la testa fra le sue mani, massaggiandosi le tempie e sospirando. Ora capiva perché Minerva era sempre esausta, durante la guerra non c'era tutto il fermento che ora si ritrovava ad affrontare. O forse non se n'era accorto a suo tempo, troppo occupato a non far emergere la sua vera identità.
"Severus." Disse poi improvvisamente una voce femminile a lui ben nota.
Alzò lo sguardo, vedendo Keela vicino alla porta, appoggiata allo stipite, che lo guardava con sguardo amorevole.
Piton le sorrise leggermente, alzandosi dalla sedia, mentre lei veniva verso di lui.
"Ciao..." gli sussurrò sulle labbra Keela, facendo scorrere le braccia attorno al suo collo, avvicinandosi al suo corpo.
La baciò delicatamente, sentendola appena tremare quando approfondì il contatto, facendo scivolare la lingua nella sua bocca.
"Prendetevi una stanza voi due." Brontolò infine Phineas Black, sentendo anche i risolini degli altri presidi, così si staccò, girandosi verso i dipinti.
Lanciò loro un incantesimo per silenziarli tutti, per poi focalizzare di nuovo l'attenzione su Keela, baciandola dolcemente fino a quando ebbe fiato.
"Mi sei mancato in queste settimane." Mormorò dopo un po' contro il suo petto, stringendolo più forte.
"Mi dovrò far perdonare suppongo."
"Giusto, caro."
~ • ~
"Che ne dici di andare a trovare tuo nipote questo pomeriggio?" Gli chiesi casualmente, mentre ero seduta su una sedia di fronte alla sua scrivania e lo guardavo scrivere una lettera.
Gli avevo mandato un gufo in mattinata, mettendolo al corrente del fatto che fosse diventato zio, ma lui non mi aveva risposto. Speravo almeno che lo avesse visto, Talia ci teneva veramente che Severus andasse a trovarla: in effetti negli ultimi mesi sembravano sopportarsi a vicenda.
"Tua sorella ha avuto il bambino?" Mi chiese leggermente sorpreso, alzando momentaneamente lo sguardo dalla lettera, e sottolineo momentaneamente, dato che poi tornò ad ignorarmi come pochi istanti prima.
"Sì, è nato Zack. Siamo tutti così felici... e Talia ci terrebbe molto che tu andassi a trovarla."
"Non credo faccia differenza, non sono il benvenuto fra i Callaghan." Mormorò lui, continuando a scribacchiare su quella maledetta pergamena. Stavo decisamente iniziando ad innervosirmi.
Alzai gli occhi al cielo, cercando di mantenere la calma, notando che quasi tutti i presidi che abitavano le cornici erano in ascolto, come se stessero assistendo ad una puntata di una serie tv. Sì, proprio una serie tv: come ti ammazzo il preside.
"Severus, devi andare a trovare Talia. Sei diventato zio! Non ti interessa nemmeno un po' del bambino?" Sbottai allora, cercando di ottenere una qualche reazione da parte sua, ma tutto quello che fece fu intingere la piuma nell'inchiostro, rispondendomi solamente con un piccolo suono gutturale.
"Severus, dobbiamo parlare." Dissi seriamente, alzandomi e mettendomi le mani sui fianchi.
"Parla." Mi rispose lui, continuando a lavorare.
Ne avevo abbastanza: gli tolsi immediatamente la lettera dalla scrivania, mentre ancora stava scrivendo, facendogli sporcare il resto del foglio con l'inchiostro.
"Dannazione, Keela!" Sbottò Severus, guardandomi con gli occhi che dardeggiavano.
Beh, almeno adesso avevo la sua attenzione.
"Dobbiamo parlare. In privato." Sentenziai infine, incrociando le braccia. Ero stufa di sentirmi ignorata.
Lui sospirò, per poi scortarmi fuori dal suo studio, verso i sotterranei, dove ancora aveva le sue stanze.
"Mi spieghi il perché della tua scenetta?" Mi chiese irritato, guardandomi con un sopracciglio alzato.
"Perché ultimamente mi ignori completamente, pensando solamente al tuo lavoro. Lavoro, lavoro, lavoro. Non ti interessa nulla di tuo nipote, nemmeno di me, a quanto pare. L'altra settimana avevo una magicografia e non hai nemmeno risposto al gufo che ti avevo mandato!
E le uniche sere in cui sei riuscito a venire da me, ti sei addormentato non appena ti sei disteso sul letto. Io ho bisogno di te, ma tu non mi coccoli più, non mi tieni fra le tue braccia, non mi cerchi più come prima."
Lo sguardo di Severus si ammorbidì, si avvicinò e mi carezzò la guancia, spostandomi una ciocca di capelli dal volto.
"Avresti potuto dirmelo, non credi?" Sussurrò dolcemente, tracciando con un dito il contorno del mio viso, facendomi rabbrividire.
"Quando? Ti addormentavi non appena toccavi il cuscino. La prima sera sono entrata in camera con un completino sexy e tu stavi dormendo. Un'altra sera ho cercato di eccitarti, ma tu, infastidito, mi hai cacciato via la mano e ti sei girato, dandomi la schiena. Io mi sento dannatamente sola."
~ • ~
Piton stava ascoltando lo sfogo di Keela in silenzio. Sapeva di averla trascurata, ma non pensava fino a questo punto. Si sentiva in colpa per non essersi ricordato della magicografia, ma era veramente sommerso di lavoro.
"Non sono più un professore, Keela. Ho molte più questioni di cui occuparmi." Le disse con calma, cercando di non peggiorare la situazione.
"E io non rientro in queste."
"Non intendevo questo." Fece con la voce dura, non riuscendo a farla ragionare.
"Credo che tu abbia reso chiara l'idea, Severus." Mormorò lei con le lacrime agli occhi, togliendo la sua mano dalla guancia. "Non scomodarti a venire da me stasera, resta pure qui ad occuparti delle tue questioni importanti."
E con questo se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle e lasciandolo lì. Maledetti ormoni. Trasformavano completamente Keela, tanto da non riuscire a farla ragionare. Doveva assolutamente fare qualcosa, anche se per il momento era meglio che non cercasse di parlarle. Forse verso sera la sua rabbia sarebbe sbollita. Forse.
Tornò con passo lento verso il suo studio e, non avendo voglia di riscrivere da capo la lettera rovinata da Keela, si sedette e rimase a contemplare il foglio sporco d'inchiostro. Spostò lo sguardo, vedendo una pila di lettere: si mise a scartarle, trovando due messaggi di Keela. Uno lo informava della nascita di Zackary e l'altro riguardava la magicografia.
Una singola lacrima scivolò dalle sue ciglia quando guardò il contenuto della busta. C'era solo una fotografia, nessuna scritta di Keela per ricordargli quanto la stesse ignorando, ma quello bastò per farlo sentire un completo idiota.
Vedeva per la prima volta i suoi figli. Riusciva a scorgere le due piccole teste e i loro corpi, le manine appena visibili che si muovevano. Non riusciva ad inquadrare l'emozione che lo aveva pervaso non appena aveva adocchiato la foto, ma il suo cuore aveva battuto più forte.
Doveva assolutamente darsi un mossa e svegliarsi, non avrebbe aspettato fino alla sera per scusarsi con Keela.

Un'ora dopo
"Disturbo?"
"Severus? Entra pure." Disse Talia, mettendosi a sedere con un po' di fatica, sorridendogli stancamente.
"Pensavo di trovare l'intera famigliola riunita qui." Rimarcò con un piccolo ghigno sulle labbra.
"Mamma e papà sono appena andati via, Keela è venuta questa mattina, Daniel e Corey verranno questa sera. Mancava solo il preside più scorbutico che Hogwarts abbia mai avuto."
Studiò il suo volto e soprattutto i suoi occhi: era veramente contenta che fosse andato a trovarla, nonostante la stanchezza aveva sorriso per tutto il tempo.
"Il futuro maritino?"
"L'ho mandato a casa. Mi stava stressando con tutti quei Non fare quello e Riposati." Rispose lei sbuffando leggermente.
"Ho portato un regalo per il nuovo arrivato." Disse poi, cercando di mantenere la voce più incolore possibile. In fin dei conti era sempre lo stesso Severus Piton. Anche se era entrato in un negozio per bambini e aveva preso un peluche per Zackary. Decisamente era rimasto lo stesso scorbutico pozionista.
"È veramente gentile da parte tua."
La vide alzarsi lentamente, per poi fermarsi e guardarlo.
"Pensi di darmi una mano o vuoi restare lì con l'orsacchiotto in mano a fissarmi?"
Piton sbuffò, ma comunque la aiutò a raggiungere la culla che era sistemata dall'altra parte del letto, contenente un piccolo fagottino azzurro.
"Che ne pensi?" Gli chiese mentre i suoi occhi erano incollati sul bambino. E pensare che fra pochi mesi lui ne avrebbe tenuti due fra le braccia.
"Ti assomiglia. È a tua discrezione prenderlo come complimento o meno." Ribatté sarcasticamente e lei lo spinse piano, non riuscendo nemmeno a spostarlo.
Improvvisamente il bambino cominciò a muoversi, sul volto i segni di un pianto imminente. Talia si sporse e lo prese in braccio, cullandolo e tornando a sedersi sul letto.
"Sshh, sshh..."
"Credo abbia fame." Mormorò con un sopracciglio alzato, vedendo che non smetteva di piangere nonostante fosse fra le braccia di sua madre.
"È l'istinto paterno che inizia a manifestarsi?" Lo prese in giro Talia, aprendo la veste dell'ospedale per permettere al piccolo di attaccarsi al suo seno e nutrirsi.
"Non dire sciocchezze." Borbottò alla fine, leggermente imbarazzato dalla scena intima fra madre e figlio.
"Non avrei mai pensato che il professore di pozioni più arrogante e severo del Regno Unito diventasse mio cognato." Disse lei dopo un po', spostando Zackary e dandogli alcuni colpetti sulla schiena per farlo digerire.
"Potrei dire lo stesso per le tue scarse doti nel preparare pozioni."
Stava per dire qualcosa, ma lo guardò solamente e sorrise.
"Vuoi prenderlo in braccio? Tranquillo, non morde." Aggiunse allora, dato che non si decideva a fare un passo avanti.
Infine si avvicinò e allungò le braccia, e lei subito gli porse il bambino, che ora stava sonnecchiando.
Era una sensazione strana. Era molto leggero e profumava di pulito e, non appena lo appoggiò sul suo petto, Zackary sembrò agitarsi per poi calmarsi di nuovo, emettendo degli  strani gorgoglii.
"Vorrei farti una foto e poi darla a Keela. Ne sarebbe entusiasta."
Non fece nemmeno in tempo a girarsi che vide un piccolo flash: come si era permessa di fargli una foto!
"Non mi pare di averti dato il permesso."
"Mica mi serviva."
~ • ~
Beh, Severus mi aveva preso proprio in parola. Più visto, né sentito ed era quasi ora di cena. Forse aveva imparato ad ascoltarmi, anche se mi stavo pentendo di aver detto quelle cose. Ovviamente ero arrabbiata per il suo comportamento, ma non volevo allontanarlo ancora di più da me. Il problema è che non avevo pensato a questo mentre gli sputavo addosso quelle parole velenose.
Sospirai mentre guardavo fuori dalla finestra le auto che percorrevano la strada, passandomi una mano sulla pancia.
"Siamo alquanto pensierose..." sussurrò poi Severus al mio orecchio, facendomi prendere un colpo.
"Severus! Cosa ci fai qui?"
"Sono venuto per cercare di farmi perdonare. Sono stato un perfetto idiota." Mi rispose allora, porgendomi un mazzo di rose rosse.
Gli diedi un bacio sulle labbra, per poi accettare le rose che mi porgeva.
"Non ho voglia di litigare." Sospirai mentre annusavo il profumo dei fiori, guardandolo da dietro i petali.
"Nemmeno io. Ero sommerso di lavoro e ti ho trascurata. Ti chiedo scusa."
Mi abbracciò, dandomi un bacio sul collo e sprofondando il viso nei miei capelli. Mi erano decisamente mancati i suoi abbracci protettivi.
"Cucino io stasera."
Gli feci una carezza sulla guancia, baciandolo con tenerezza, per poi andare a sedermi sulla poltrona, guardandolo mentre si toglieva la casacca e si arrotolava le maniche della camicia. Con un colpo di bacchetta mise le pentole sul fuoco, cominciando a tagliare finemente le verdure.
Era semplicemente attraente: non riuscivo a pensare ad altro mentre lo osservavo destreggiarsi ai fornelli. Con i dolci era un disastro, però con il resto se la cavava bene. Diceva sempre che era come preparare una pozione.
"Sono andato a trovare Talia." Disse poi con nonchalance, facendomi emergere dalla leggera trance in cui ero caduta.
"È un amore quel bambino." Sospirai io felice, pensando al mio nipotino.
"Guarda nella tasca del mio mantello. È da parte di tua sorella e sia ben chiaro che non ho avuto voce in capitolo."
Curiosa andai subito a frugare nella tasca, trovando una foto magica. C'era Severus che teneva in braccio Zack e lo cullava piano.
"Avevo ragione!" Esclamai convinta, alzando lo sguardo dalla foto, giusto per trovare Severus che mi osservava con un sopracciglio alzato.
"Riguardo a cosa?"
"Sarai un papà perfetto."

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Spazio autrice
Ciao a tutte! Confetti e palloncini azzurri... è nato Zack! Zio Sev non poteva non presentarsi con un'orsacchiotto. 😂
Mi immagino proprio la sua faccia contrariata mentre entra in un negozio di giocattoli, una macchia nera che si confonde tra i giocattoli colorati.
Devo ammettere che questo è il primo capitolo in cui Keela e Severus litigano per un problema di sesso. Mi sorprendo anche io a volte, considerando che scrivo tutto a rating rosso. 😂
Detto questo vi saluto, stellinate, fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima! 💕

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