Capitolo XIV
"Keela... Keela... non lasciarmi... non abbandonarmi."
"Non ce la faccio più..."
Non stava succedendo realmente, doveva essere un incubo... un tremendo incubo.
"Resta con me. Non chiudere gli occhi." Fece con tono disperato, anche se era improbabile che gli desse ascolto: stava perdendo troppo sangue, era troppo debole.
"S-Severus... ti ho amato tanto. Non dimenticarmi." Aggiunse la sua donna flebilmente, con il respiro corto.
Improvvisamente i suoi occhi si spensero, quella loro tipica luce era scomparsa, lasciandoli freddi e vuoti. La teneva in un abbraccio, il suo corpo martoriato stretto al proprio. Ma lei se n'era andata, non gli avrebbe mai più regalato uno dei suoi sorrisi, neppure un bacio. Se ne era andata. Per sempre.
Piton si svegliò all'improvviso, scattando a sedere ancora ansimante. L'ennesimo incubo di morte: ultimamente erano aumentati e peggiorati. Respirò profondamente per calmarsi, spostando leggermente le coperte, dato che si era destato in un bagno di sudore.
Dopo un po' si sentì avvolgere da delle braccia e Keela gli posò un bacio sulla schiena coperta dalla maglietta.
"Calma, è tutto finito." Sussurrò dolcemente, stringendosi a lui.
Gli ci volle molto tempo per rilassarsi, si era svegliato decisamente scosso.
"Severus, stai tranquillo. Era solo un brutto sogno... non è successo nulla."
Lui stette ancora in silenzio, cercando di regolare i battiti del proprio cuore, non rispondendole.
Se solo avesse saputo l'incubo ricorrente... era da un po' di giorni che la svegliava in quel modo.
Era davvero patetico.
Mentre Piton si riprendeva, Keela si alzò per andare in bagno, per poi tornare con un bicchiere d'acqua.
Glielo porse e lui lo bevve tutto d'un fiato, rinfrescandosi e dandosi una calmata finalmente.
"È da cinque giorni che hai questi incubi tremendi. Cosa ti succede tesoro?" Gli chiese dandogli un bacio sulla guancia, sedendosi nuovamente vicino a lui.
"Nulla." Mentì allora, distendendosi sul letto.
Invece era da quando aveva saputo che a breve ci sarebbe stata un'altra missione che erano iniziate le notti tormentate.
~☆~
Quella mattina non mi ero svegliata di mia spontanea volontà, ma perché Severus aveva avuto l'ennesimo incubo: era da alcuni giorni che succedeva.
Però non voleva mai raccontarmi nulla, nemmeno cosa gli scatenasse delle reazioni del genere.
Lui, dopo essersi calmato, si era tornato distendere, così lo avevo seguito, stringendomi al suo corpo.
"Respira profondamente. Va tutto bene." Gli ricordai infine, cominciando a fargli lente carezze sui capelli e sul viso, coccolandolo.
"Non va tutto bene." Disse con tono monocorde, non aggiungendo altro.
"Dimmi cosa ti tormenta, Severus."
"La missione."
"La missione?"
Severus mi sorprendeva. Era agitato per la caccia ai Mangiamorte? Forse pensare al suo passato gli faceva rievocare ricordi spiacevoli.
Non pensavo che qualcosa potesse scalfirlo, ma evidentemente il suo subconscio gli giocava dei brutti scherzi.
"Keela. Andrò solo io."
Oh, beh, mi aveva decisamente preso in contropiede. Non voleva coinvolgermi? E cosa credeva di dimostrare andando da solo? Si sarebbe fatto uccidere.
"Mi sto allenando da quando l'ho saputo. Vengo anch'io." Affermai decisa, puntellandomi su un gomito per guardarlo dritto negli occhi.
"Ho detto di no."
"Ma che ti prende?" Sbottai infastidita, allontanandomi da lui.
Quest'uomo aveva la capacità di farmi innervosire in pochi secondi.
"Fermati." Fece a quel punto Severus, agguantandomi da dietro, ma io cercai di divincolarmi.
"Lasciami stare. Ovviamente non sono all'altezza delle tue aspettative, giusto!?" Lo aggredii arrabbiata, dopo che mi ebbe voltata tra le sue braccia.
"Non è questo il punto."
"E qual è allora? Smettila di fare l'uomo tutto da un pezzo e dimmelo!"
Lui non parlava, stava zitto e mi guardava solamente.
"Hai ragione."
"Come scusa?"
Era la prima volta che mi diceva una cosa del genere. Solitamente mi contraddiceva sempre.
"Mi intralceresti solamente. Non mi fido delle tue capacità. Starai qui e su questo non si discute."
"Quindi non hai fiducia in me?" Domandai ancora con un filo di voce, non riuscendo a capire perché Severus si stesse comportando così.
"No. Non c'è da stupirsene." Disse lui freddamente, lasciando la presa sulle mie braccia.
"Perché ti stai comportando in questo modo?" Sussurrai sulla soglia delle lacrime, con gli occhi umidi pronti per un pianto.
Severus sembrava un'altra persona.
"Ho solamente detto la verità."
"Non è vero." Bisbigliai mentre cominciavo a piangere silenziosamente, appoggiando una mano sulla sua guancia.
"Non mi è mai importato niente. Sei stata un diversivo." Mi rispose lui sicuro, con tono glaciale.
Tolsi immediatamente la mano dal suo viso, come scottata. Non provava nulla. Ma era impazzito?
"Stai mentendo! Sei un bugiardo!" Gli urlai contro, battendogli i pugni sul petto e piangendo.
Lui mi bloccò le braccia e sorrise malignamente, il bastardo.
"Non sto mentendo. Sei riuscita a venire a letto con me, non era quello che volevi? Volevi il mio corpo."
"No! Io volevo anche il tuo cuore!"
"Sei un'illusa... ma almeno ci siamo divertiti." Concluse Severus, facendomi arrabbiare ancora di più.
Stavo per dargli uno schiaffo, ma mi fermai con il braccio sospeso. Non valeva nemmeno la pena aggredirlo.
Mi guardò sorpreso quando appoggiai la mano sulla sua guancia, facendogli una leggera carezza.
"Pensavo fossi diverso. Mi sbagliavo."
E dicendo questo mi alzai, vestendomi con un tocco di bacchetta. Me ne andai, con gli occhi offuscati dalle lacrime, non degnandolo di uno sguardo.
Corsi per i corridoi fino alla mia camera, piangendo a dirotto, e non appena arrivai mi buttai sul letto, continuando a sfogarmi.
Perché era stato così crudele? Ero stata solamente un'illusa.
~☆~
Piton aveva dovuto agire in quel modo: era stata l'unica soluzione per tenerla al sicuro.
Non voleva assolutamente che venisse in missione con lui, anche se aveva cercato di spiegarglielo con calma alla fine il tutto era degenerato.
Si sentiva un mostro per aver detto quelle cose.
In pratica si erano lasciati.
Non sapeva se sarebbero tornati insieme, ma preferiva vederla viva che morta per colpa sua.
Anche se non l'avrebbe mai più baciata. E toccata. E abbracciata.
Aveva rovinato tutto per l'ennesima volta... sbuffando si lasciò cadere a peso morto sul materasso e Salazar lo raggiunse miagolando.
A fatica si posizionò sopra di lui, in cerca di coccole, andando subito a strusciare la testolina sulla sua mano. Sovrappensiero cominciò a carezzarlo, mentre pensava al litigio con Keela.
Senza rendersene conto gli scivolò una lacrima dalle ciglia, ma non pianse: era inutile. Ormai l'aveva persa, ma almeno sarebbe stata bene, nessuno le avrebbe fatto del male.
Ci hai già pensato tu, Severus, a spezzarle il cuore.
Disse la sua voce interiore, così sbuffò per l'ennesima volta.
~☆~
Erano trascorsi ormai quattro giorni da quando io e Severus ci eravamo lasciati.
Mi sentivo uno straccio. Non riuscivo ancora a capacitarmene... non riuscivo nemmeno più a dormire decentemente.
Non era stata una semplice litigata, lui era stato veramente crudele.
Ero seduta vicino a Severus in Sala Grande e questo mi creava parecchio fastidio.
Il giorno precedente era andato anche in missione, da solo, e oggi non lo avevo ancora visto. Né a pranzo, né per i corridoi, forse non aveva nemmeno fatto lezione.
Mi mancava. Pian piano me ne ero innamorata, inevitabilmente. Era un uomo particolare, diverso. Pensavo che mi ricambiasse, che anche lui avesse iniziato ad abbassare la guardia. E invece no. Le sue parole crudeli mi avevano lasciato basita, delusa e ferita.
E poi i miei si chiedevano come mai non mi fidassi degli uomini.
Con il morale sotto i tacchi mi diressi nella sala per la cena, andando a sedermi senza scompormi: il bastardo era lì.
Non gli importava veramente nulla di me, dato che da quando mi aveva piantata era rimasto lo stesso.
Io facevo schifo: occhi lucidi, occhiaie e viso funereo. Severus non mostrava nessun segno di tristezza.
Ovviamente non avevo fame e ben presto cominciai a giocare con quello che avevo nel piatto, tagliuzzando la carne e le verdure.
"Dovresti mangiare." Esordì allora Severus.
Non mi parlava da quattro giorni e se ne usciva con questi consigli? Dopo tutto quello che mi aveva detto?
"Stai zitto." Gli risposi allora arrabbiata.
Dovevo andarmene da lì, mi veniva da piangere.
Uscii velocemente e feci un respiro profondo, calmandomi: per rilassarmi totalmente sarei andata in biblioteca, magari un buon libro mi avrebbe distratta un po'.
~☆~
Piton aveva appena finito di cenare e durante la cena aveva avuto la conferma che Keela non voleva più avere a che fare con lui.
Gli aveva risposto con un tono seccato e poi se ne era andata, sulla soglia delle lacrime.
Come se non bastasse Minerva e Pomona si erano girate verso di lui: era da quando avevano litigato che li guardavano con sospetto.
Se ne stava tornando nei sotterranei, quando Minerva lo raggiunse: non aveva assolutamente voglia di parlare, voleva solamente rimanere solo.
"Cos'è successo con Keela?" Disse subito, entrando nel suo laboratorio.
"Prego, accomodati." Fece Piton sarcastico, chiudendo la porta alle sue spalle.
"Vi siete lasciati?"
"Non c'è mai stato nulla fra di noi." Affermò sicuro: più se lo ripeteva e più cercava di farsene una ragione.
"Non mi pareva quando vi ho visti l'altra sera."
"L'ho solamente usata." Disse freddamente, girandosi per versarsi un bicchiere di Whiskey.
Non sentiva risposte, quindi si voltò nuovamente e la vide con un sorriso materno in volto.
"Severus... scusati. Fa sempre bene. Pensaci... buonanotte." Lo salutò infine, andandosene.
Scusarsi... nemmeno fra un secolo lo avrebbe perdonato.
Doveva anche andare a fare le ronde, quindi chiuse il laboratorio e cominciò a girare per i corridoi, magari togliere punti a Grifondoro avrebbe contribuito a sollevare il suo morale.
Due ore dopo
Non c'era anima viva quella sera, nessuno studente fuori dal proprio letto, quindi niente punti da togliere.
Decise di andare in biblioteca, magari qualcuno si era infiltrato nella sezione proibita: entrò senza far rumore e subito vide una luce fioca provenire dall'angolo di lettura dove era sistemata una poltrona.
Si avvicinò silenziosamente e vide Keela addormentata con un libro sulle gambe.
Sembrava distrutta, sciupata e mangiava molto poco da quando avevano avuto quella discussione.
Forse Minerva aveva ragione, in qualche modo doveva riuscire a parlarle.
Però non poteva lasciarla lì, così mise a posto il libro, spense la luce e la prese fra le sue braccia, stando attento a non svegliarla, altrimenti lo avrebbe come minimo ucciso.
Durante il tragitto cercò di non inciampare o fare movimenti bruschi e per un momento temette il peggio: si era mossa leggermente, per poi sospirare e accoccolarsi meglio. Tirò un sospiro di sollievo e infine arrivò nelle sue stanze. Con un incantesimo silenzioso aprì la porta ed entrò, dirigendosi verso il letto. Lo disfece e, mentre la stava posando su di esso, Keela mugugnò qualcosa.
"Severus..."
Per fortuna stava solamente sognando, voleva parlarle, ma non proprio in quel momento.
"Mi manchi..." sospirò poi, abbracciando il cuscino, immaginando probabilmente che fosse lui.
Le lasciò un bacio sulla fronte, rimboccandole le coperte, e prima di tornare nel suo laboratorio, le lasciò qualcosa che le avrebbe fatto capire che voleva chiarire tutto.
~☆~
La mattina seguente mi svegliai rilassata: avevo dormito bene dopo quattro notti insonni.
Ma come ero arrivata in camera? Mi ricordavo di essere andata in biblioteca e di non essermi più mossa da lì, probabilmente mi ero addormentata su quella poltrona comoda.
Mi stiracchiai e lo sguardo mi cadde sul comodino: ora i miei dubbi si erano chiariti. Severus mi aveva messo a letto e poi aveva lasciato un bigliettino con una rosa rossa.
Volevo abbracciarlo, baciarlo, ma non potevo sorvolare su quello che mi aveva detto e su quello che pensava del nostro rapporto.
Devo parlarti. Tuo, Severus.
Presi la rosa e l'annusai, cercando di non piangere. Severus mi faceva stare male, era stato così crudele, ma poi mi rimboccava le coperte e mi regalava una rosa.
Decisi di andarmi a fare una doccia, per schiarirmi le idee, per poi infine andare direttamente a lezione, dato che era tardi.
Che vita complicata: prima ero infelice perché Severus non mi voleva, poi ero felice perché avevo coronato il mio sogno d'amore e infine ero depressa perché mi aveva trattato come spazzatura.
Per fortuna i ragazzi riuscirono a distrarmi, sembrava che fossero tutti più tranquilli da quando avevano visto che non ero proprio al massimo.
"Eric! Sarah! Fermi! È un corso di primo soccorso non di lotta greco-romana!"
Ecco, lasciamo perdere... solo alcuni erano più calmi.
Mentre li separavo suonò la campanella, così tutti sgattaiolarono fuori dall'aula e rimasi da sola. Andai a sedermi, sbuffando e passandomi una mano sul viso: avevo bisogno di una vacanza.
"Devo parlarti." Esordì poi Severus, chiudendo la porta.
Non mi ero nemmeno accorta della sua presenza.
"Vattene." Gli dissi solamente, con la voce che tremava, non riuscivo ad affrontarlo.
Non volevo affrontarlo.
"No."
Ma cosa non capiva di Vattene? Che stress.
"Sei stato umano ieri sera... strano che tu non ne abbia approfittato, potevi divertirti."
Aggiunsi allora acidamente, con gli occhi lucidi.
Mi stavo trattenendo per non piangere.
"Non dire sciocchezze. Non avrei mai fatto una cosa del genere."
"Ah no, Severus? Devo per caso ricordarti come mi hai trattata l'altro giorno?"
Mi alzai per andarmene: non volevo restare con lui un momento di più.
Però non riuscii ad uscire dall'aula, perché Severus mi afferrò il braccio, attirandomi contro il suo corpo, per non farmi scappare.
"Lasciami! È finita fra noi! Fattene una ragione!"
Cercai di sfuggire dalla sua presa, dimenandomi e tirandogli dei pugni sul petto.
"Stai ferma." Mi ordinò lui, cercando di bloccarmi i polsi.
Alla fine ci riuscì ed io crollai fra le sue braccia, lasciandomi andare ad un pianto disperato.
"Sei un bastardo! Mi ero fidata di te!" Piagnucolai tra un singhiozzo e l'altro, tremando e aggrappandomi al suo corpo per non cadere.
Severus mi stava sorreggendo e abbracciando allo stesso tempo, carezzandomi la schiena per calmarmi.
~☆~
Keela si stava sfogando nel suo abbraccio, era veramente sconvolta e per la prima volta non sapeva cosa dirle, poteva scatenare un altro litigio.
"Scusa." Disse allora facendo un immenso sforzo: non era abituato a porgere delle scuse.
"Non basta Severus! Un semplice scusa pensi possa risolvere tutto? Tu non mi meriti, mi hai ferito come non aveva mai fatto nessuno!" Sbottò allora, staccandosi immediatamente da lui.
Piton si avvicinò nuovamente, andando a posarle una mano sulla guancia e asciugandole le lacrime.
"Perché?" Gli chiese in un sussurro, piangendo silenziosamente in quel momento.
Lui deglutì, ma doveva darsi una mossa: non poteva perderla per sempre solo perché non voleva mostrarsi debole ai suoi occhi.
"Non volevo che ti succedesse qualcosa durante la missione. Ho ritenuto... opportuno allontanarti per evitare incidenti."
Lei lo guardò dritto negli occhi per un tempo infinito, senza mai distogliere lo sguardo. Non si decideva a parlare, quindi fece una mossa un po' avventata: era da troppi giorni che non la baciava.
Si avvicinò lentamente, posando le labbra sulle sue, dando così il via al bacio. Aveva il solito sapore dolce, questa volta misto a quello salato delle lacrime.
Keela si stava rilassando e si stava facendo trasportare dalla dolcezza del bacio, stranamente non lo aveva respinto.
Si staccò solo quando sentì di non avere più fiato a disposizione, poggiando la fronte sulla sua.
"Perché non me l'hai detto subito?" Fece poi abbracciandolo di sua spontanea volontà, stringendosi al suo corpo.
"Non mi avresti ascoltato."
"E allora fammi stare male per cinque giorni, cretino."
"Non è stata una delle mie mosse migliori, lo ammetto." Aggiunse infine, mentre le carezzava la schiena.
Per fortuna era riuscito a rimediare, altrimenti non si sarebbe mai perdonato per l'errore madornale che aveva commesso.
"Beh, me ne sono accorta."
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Spazio autrice
Ciao a tutte! Come vi avevo promesso eccomi qui con il capitolo XIV. Guardiamo il lato positivo: rottura durata alcuni giorni, anche se concentrata in un capitolo. Mi si spezzava il cuore prolungare la loro separazione...
Vi è piaciuto?
Nel prossimo capitolo si chiariranno meglio, anche se Keela è restia a restare nelle stanze di Severus a dormire, infatti sarà alquanto indecisa se restare o meno.
Detto questo ci sentiamo, commentate, stellinate e alla prossima! 😊
Nel frattempo, ad Hogwarts
"Severus, dai, lasciami finire di leggere il capitolo..."
*Severus sbuffa, continuando a baciarle il collo, mentre la sua mano scende maliziosamente verso il suo basso ventre.*
"È San Valentino, credevo che voi donne apprezzaste l'iniziativa di una serata romantica."
"Sì, ma prima volevo finire il capitolo... sai, ha pubblicato la nostra prima litigata. Quasi quasi ti lascio in bianco stasera, leggere questo litigio mi ha innervosito leggermente. Sei stato un cretino."
"Ti amo anch'io, Keela. Mi fai arrossire con i tuoi complimenti."
*Keela lo guarda divertita, scuotendo la testa, per poi sporgersi e baciarlo. Appoggia il portatile sul comodino e si stringe a Severus, che la abbraccia più forte.*
"Ti amo, Severus. Ripensandoci... festeggiamo San Valentino."
"Ecco, ora si ragiona."
*Presto i vestiti raggiungono il pavimento e Severus e Keela rimangono nudi, i loro corpi intrecciati iniziano a ricoprirsi di un lieve strato di sudore mentre si baciano e si accarezzano a vicenda.*
"Buon San Valentino, Severus."
"Buon San Valentino, amore mio."
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