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Capitolo 5 • Magnetico

La mattina del giorno seguente entro in aula e trovo Alessandro e Nicola seduti esattamente agli stessi posti di ieri, con due quaderni piazzati di fianco.

- Vi abbiamo tenuto i posti. - spiega Nicola.

- Oh, grazie. - rispondo, sicuramente stupita.

Alle mie spalle è comparsa Lisa e lascio che mi passi davanti in modo da essere io quella direttamente a fianco di Nicola.

- A quanto pare, faremo fisica. - osserva la bionda, notando il professore armeggiare con la valigetta sulla cattedra.

- Sarebbe anche l'ora. - borbotto io.

Geometria non mi dispiace, ma mi sono iscritta a questo corso di laurea per un motivo preciso.

Alessandro e Nicola iniziano a parlare della partita di calcio che si terrà nel finesettimana e io mi sporgo per esibire un'espressione piatta.

- Davvero avete la forza di parlare di calcio di prima mattina?

- Voi sareste capaci di parlare del Grande Fratello, quindi...

- Allora, io il Grande Fratello non lo seguo. Uomini e Donne, semmai. - si intromette Lisa.

Nicola scuote la testa.

- E osate dire ancora qualcosa... Io non lo so. E poi, l'arrivo di Ronaldo alla Juve è un evento grandioso. - commenta.

Io e Lisa ci scambiamo uno sguardo che non ha bisogno di parole.

Addominali. Sorriso. Muscoli. Wow. In Italia! Anzi, a Torino!

Ridacchio.

- Che avete da ridere? - domanda Alessandro, assottigliando lo sguardo.

La sua voce si disperde nel caos generale che regna nell'aula prima dell'inizio della lezione. Nonostante in molti sembrino indecisi su dove sedersi o se prendere confidenza o meno con le conoscenze fatte ieri, ci sono diverse persone che si dirigono, risolute, verso una direzione precisa.

Il professore inizia a scrivere delle formule alla lavagna.

- Tu. Seconda fila, maglione blu. - indica - Riconosci questa formula?

Dalla mia posizione, ovvero la penultima fila dall'alto, non riesco a capire chi sia l'interpellato.

Mi sporgo.

- Seconda legge di Newton. - risponde il tizio.

I miei capelli si spostano tutti sulla schiena e alcune ciocche pendono dall'altro lato rispetto a prima. Mi giro e realizzo che è stato Nicola.

- Non vedevo. - si giustifica.

Il suo tocco sui miei capelli è stato molto gentile, quindi non mi offendo. Anzi, l'ho trovato piacevole.

La prossima interrogata è proprio Lisa, al mio fianco. Individua con un po' di difficoltà l'equazione d'onda e poi sospira di sollievo, grata per non aver fatto una figuraccia davanti all'intero corso.

- Questo professore già non mi piace. - afferma.

E non si può darle torto.

Com'è possibile pretendere che uno studente riconosca a freddo una formula presa da una parte qualsiasi dell'intero programma? Il secondo giorno di lezione del primo anno, poi!

Lisa perde il buon proposito di seguire la lezione dopo un quarto d'ora circa e mi coinvolge a giocare a nomi, cose e città.

- Ehi, anch'io voglio giocare! - sussurra Nicola, spiandoci.

Gli allunghiamo un foglio, dal momento che non ne ha.

Alzo gli occhi su Alessandro.

- Tu giochi?

Per un lungo istante, non riesco a fare altro che osservare il colore luminoso delle sue iridi. Credo che risalti in parte grazie alle lunghe ciglia scure che fanno da cornice.

- Va bene. - acconsente.

È così che ha inizio la nostra mattinata disimpegnata, in cui gli intervalli sono solo momenti in cui possiamo urlare "Palermo" o "chiavistello" invece che sussurrarlo e le voci dei professori passano in secondo piano.

All'ora di pranzo ci salutiamo e Lisa coglie l'occasione per prendermi da parte e parlarmi in privato.

- Senti, ma... a te piace Nicola? - domanda, schietta.

Aggrotto la fronte, non capendo che risposta si aspetti che io le dia.

- È un bel ragazzo. Simpatico, divertente... - generalizzo.

- Sì, ma... ti piace? Perché a me interessa Alessandro. - mi confessa.

Spalanco gli occhi.

- Come?

- Be', ha quegli occhi magnetici... È proprio bello. E sembra misterioso... mi intriga. - continua Lisa.

Una parte di me urla che la nostra amicizia è finita. Un'altra parte di me sussurra, subdola, che io non ho fatto parola con lei del mio passato con Alessandro, quindi non ho alcun diritto di prendermela adesso.

- È... sì, insomma, carino. C'è di meglio, no? - tento di deviarla.

- Emma, è ovvio che se mi trovo davanti Brad Pitt sbavo, ma se siamo realistiche Alessandro è proprio bello. Diciamo che potrei avere qualche chance, se l'interesse fosse ricambiato... - ipotizza.

Il suo tono di voce fatica a svuotarsi di entusiasmo, uccidendo il mio.

Sarei troppo stronza se le raccontassi che ieri l'ho baciato in un'aula a caso di questa facoltà. Eppure, non posso restare impassibile.

- Mi sembra un tipo difficile. - butto lì.

- Meglio! Che noia i soliti sempliciotti! Basta con questi maschietti prevedibili dal cervellino di uno zigote sottosviluppato. Fanno solo venire i nervi. - replica lei, inaspettatamente.

Cavolo, non molla l'osso.

- Forse è solo apparenza. In fondo, sono tutti uguali. Voglio dire, fa tanto il misterioso e poi è la solita testa di cazzo. - insisto.

Lisa sembra finalmente accusare il colpo, almeno in minima parte.

Raddrizza, tuttavia, la smorfia appena comparsa sul suo visetto in pochi secondi.

- Comunque, se non ci provo non lo scoprirò mai. Mi devi aiutare a fare colpo su di lui. - decide.

Non ci posso credere. Fra tutte le ragazze con cui potevo fare amicizia in un'aula da duecento persone, dovevo beccare quella single attratta da uno come Alessandro, quello che interessa a me?!

Ma dico, una fidanzata da anni e intenzionata a rimanere tale, no? Pure bruttina, magari, ma non troppo perché le foto di gruppo devono pur avere una dignità.

Torno a casa un po' mogia a bordo del bus e una bimba, notandolo, viene da me e mi sorride. Nel momento in cui ricambio il sorriso, apre le braccine e io mi abbasso alla sua statura per farmi avvolgere dalla sua innocenza.

La madre si scusa per il disturbo, mentre io non posso fare a meno di ringraziare la piccola per avermi migliorato la giornata.

Arrivo a casa e poso la borsa sulla scarpiera accanto all'appendiabiti, poi mi libero del giacchetto ed estraggo il telefono dalla tasca.

Due chiamate perse di Chiara.

La mia amica è un tipetto particolare, eclettico e sofisticato nei gusti, con talento nel canto e passione nella fotografia e filmografia. Credo che sia capace di sposare il suo computer, visto il rapporto di amore e odio che ha con lui: è grata di tutte le funzioni in più che le permette di avere, producendo lavori di qualità superiore, ma ci litiga quando è sovraccarico o surriscaldato e deve interrompere un processo creativo. Non la biasimo, ma quell'insieme di fili elettrici e tasti di plastica non può farcela da solo per molto tempo ancora.

Pigio il dito sull'area verde dello schermo.

- Ah, finalmente ti sei degnata di rispondermi. Grazie, Emma, le tue attenzioni mi lasciano sempre estasiata. - si lamenta da subito.

Alzo gli occhi al cielo.

- Non ho visto le chiamate e sai che tengo il silenzioso. Io, a differenza tua, ho lezione. - sottolineo.

- Sì, vabbe', non importa. Sai qual'è la grande notizia di oggi? - replica lei, ignorando quel che è diventato scomodo.

- Qual'è? - domando.

Prende fiato e lo butta fuori rumorosamente.

- HO INCISO AMAMI E GIREREMO UN VIDEO MUSICALE! - annuncia a gran voce.

Rimango a bocca aperta.

- Wow! Ma è meraviglioso! Sono così felice per te, Chiara! Ero sicura che avresti fatto strada. - mi complimento, sincera.

La mia amica si fa trasportare dall'entusiasmo e inizia a parlarmi di com'è stato emozionante vedere il lavoro di un mese intero trasformarsi in canzone vera e propria, una melodia che canticchierà la gente passeggiando per strada o facendo la spesa al supermercato. Mi racconta tutti i dettagli, più allegra che mai.

Intanto, mi arriva sul cellulare il file della canzone.

__________

Ebbene sì, è alla canzone che dobbiamo il titolo, ma non è partito esattamente da lì.

Diamo il benvenuto anche a Chiara! Di Lisa cosa pensate?

Baci ❤

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