Capitolo 4 • Partita da giocare
Onde cristalline si infrangono sulla battigia candida, i nostri piedi franano nei granelli di sabbia mentre camminiamo. Una passeggiata al chiaro di luna, ecco cos'ha proposto Alessandro.
Si siede su un tronco abbandonato e batte le mani sulle cosce per invitarmi a fare altrettanto. Appoggio con delicatezza il mio sedere sulle sue gambe e lui mi cinge la vita con le braccia.
- Mmh... Hai questo profumo di mare addosso che mi fa impazzire. - commenta piano, sfregando il naso tra i miei capelli.
Sorrido e mi lascio accarezzare le guance dalla brezza notturna, fresca abbastanza da essere piacevole.
Cerco di non pensare al fatto che non ho un filo di trucco sul viso a mascherare le mie imperfezioni. Tanto non lo rivedrò più, posso permettermi di presentarmi in qualunque stato.
- E la tua pelle sa di buono... - mormora, con le labbra contro il mio collo.
Ha spostato i miei capelli biondi all'indietro per avere un accesso migliore e ora bacia con dedizione la mia pelle sensibile. Mi sento coccolata, desiderata, bramata dalle sue labbra vellutate che operano una dolcissima tortura.
In un qualche strano modo, la sensibilità che mi accende appena sotto la mascella si riverbera giù, nelle parti basse, e brucia come un focolare.
Le nostre labbra si scontrano e se inizialmente lui mi regge la schiena, man mano che approfondisce il bacio con l'umida lingua mi adagia sul tronco e mi sovrasta col corpo. Dietro i suoi capelli scuri vedo la pallida luna brillare fioca.
Spingo giù Alessandro, dietro il tronco, e riprendo a baciarlo dalla zona intorno all'ombelico, con calma estenuante. Risalgo senza fretta, accompagnando ai baci le mani che tastano e stringono senza pudore, gli occhi che inchiodano senza pietà. Predatrice.
Alessandro non resiste più: inverte le posizioni con l'agilità di un ghepardo e tutto il suo corpo sfrega contro di me come su di giri, partito per la tangente del sesso. In particolare, le sue parti basse bussano alle porte delle mie.
- Come sei impaziente... - commento divertita ed eccitata a mia volta, andando a sfiorargli l'orecchio intenzionalmente.
- Mi fai impazzire. Te l'ho già detto? - ansima lui.
Sento che maneggia qualcosa di plastico e capisco che è un profilattico quando si leva la maglia con un gesto secco e si accinge a fare lo stesso con i pantaloni. Lo fermo.
- Se permetti, qui tocca a me. - sussurro, sensuale.
Non appena metto le mani sulla cinta dei suoi pantaloni, alza gli occhi verso il cielo e inspira. Il mio sorrisetto dev'essere una pugnalata nei testicoli per lui, considerando la calma con cui mi muovo e la pressione sfiancante che esercito sul tessuto. Mi assicuro di toccare il più possibile per esasperarlo.
Lui mi sfila in fretta il top leggero che indosso e i pantaloncini abbinati, poi disfa il nodo del reggiseno con abilità sorprendente. Chissà se con un reggiseno normale e non del costume da bagno avrebbe impiegato lo stesso tempo.
Palpa avidamente i miei seni, poi infila il profilattico alla velocità della luce ed entra in me, potente. Si susseguono spinte piuttosto forti, intervallate da gemiti ed esclamazioni sottovoce soprattutto sue.
- Ale... Ah. Ecco, così. - lo guido.
Adeguo il movimento dei miei fianchi a quello dei suoi ed è così che le stelle che vedo in cielo sembrano moltiplicarsi, di punto in bianco vicinissime. Mi rilasso sulla sabbia morbida e avverto il peso di Alessandro spalmarsi gradualmente su di me.
Un amplesso a dir poco stellare.
- SCUSAAAAAA?! COSA VORREBBE DIRE CHE VI SIETE BACIATI? E PERCHÉ IO VENGO A SAPERLO SOLO ADESSO?!
Le urla di Sara mi perforano i timpani. Forse dovrei farle seguire un corso intensivo di controllo della rabbia.
Sono le sei e diciotto minuti, il sole sta iniziando a tramontare e io sto bevendo una tazza di té. L'ultima prima di venire brutalmente assassinata, a giudicare dalla reazione esplosiva della mia migliore amica.
- Ho solo detto che ci siamo baciati, niente di che... - mi stringo nelle spalle.
Sara è quel tipo di persona che riesce ad incarnare un angioletto fatto e finito quando sorride, ma che sa farti rimpiangere l'inferno dantesco non appena va un po' fuori dai gangheri. E va fuori dai gangheri solo quando le interessa particolarmente di qualcosa o qualcuno, quindi dovrei essere contenta di rivestire un ruolo così importante per lei. Eppure, la sua espressione incazzata proprio non mi ispira gioia.
Si toglie gli occhiali, li appoggia sul tavolo e si siede per massaggiarsi le tempie. Interrompe l'operazione per infilare le dita tra i capelli ricci e voluminosi, poi continua per un minuto buono.
- Sai che ho preparato i muffin? Sono meravigliosi, stavolta sono persino instagrammabili! - tento di cambiare discorso.
So che non funzionerà perché usa la tattica in prima persona, quindi la conosce alla perfezione, ma ci provo ugualmente.
Mi guarda con i suoi occhi scuri privi di trucco. Ancora devo capire come fa ad essere così bella al naturale.
- Non me ne frega un cazzo dei muffin, Emma. L'unica cosa a cui riesco a pensare è che tu l'abbia baciato e poi mi abbia fatto mille paranoie per telefono! Non ti è passato per l'anticamera del cervello che se vi siete baciati allora gli interessi? Credo che non baci persone a caso lui, per quanto idiota sia a girare in moto senza un pezzo di casco sulla zucca. - espira.
Sicura che debba aggiungere dell'altro, resto in attesa.
Lei guarda il tavolo per un istante, poi si rivolge a me.
- Mi fai assaggiare i muffin? - domanda.
Sul mio volto si apre un gigantesco sorriso e mi affretto a portarle le mie creature. Sono bellissime.
- Ne hai già mangiati due. Fai schifo. - commenta Sara, scuotendo la testa.
Alzo gli occhi al cielo, senza smettere di sorridere.
- Il punto è che mi fai stare in pensiero per ore quando hai la soluzione sotto le narici. Vi siete baciati: secondo te che vuol dire? - spiega, con ritrovata calma. Se si rimettesse gli occhiali, assumerebbe in tutto e per tutto le vesti di una psicologa.
- Ah, io non lo so. È lui che ha iniziato e poi si è giustificato con un "non sono riuscito a resistere". - alzo le mani, innocente.
Sara solleva le sopracciglia, sorpresa.
- E tu?
- E io niente, gli ho detto di non preoccuparsi... Mica mi è dispiaciuto. - ridacchio.
Lei scuote la testa, esasperata.
- Sempre la solita... Ora non abbandonare il gioco, però. Se non ricordo male, ti piaceva un sacco questo Alessandro. È una bella opportunità quella che avete adesso. - mi consiglia.
Annuisco, poco convinta in cuor mio. Il mio sesto senso mi dice di stare attenta.
- Nicola ha iniziato a seguirmi su Instagram. - aggiungo.
- E chi sarebbe Nicola?
Prima ancora di descriverlo, prendo il cellulare e vado sul suo profilo, così inizia a farsi esteticamente un'idea.
Sara osserva attentamente.
- Figo è figo, non c'è che dire. - commenta.
- Sì, ed è amico di Alessandro. È stato lui a sedersi vicino a me a lezione, trascinando così anche Alessandro, per l'appunto. - spiego.
Sara scorre un bel po' di fotografie e assimila le mie parole al contempo.
- È andato a Rodi dopo la maturità. Come mai non era con Alessandro ad Ibiza? - domanda.
Anche Sara ha fatto il viaggio di maturità separata da me: è stata in Croazia con le sue compagne di classe, mentre io sono partita con alcune delle mie.
- Forse neanche loro, come noi, erano compagni di classe alle superiori. - ipotizzo.
- Sì, probabile. - concorda la mia amica, restituendomi il telefono - Comunque, la prossima volta evita di andare nel panico. Ormai vi conoscete nell'intimo e, se non riesce a resisterti, be'... gli piaci davvero.
Mordo uno dei miei muffin e continuo a riflettere, dubbiosa.
- La tua giornata? - cambio discorso, indagando sulla mia amica.
Lei mi fa un sorrisino dei suoi, con un "preparati" stampato sopra.
Si rimette gli occhiali.
- Tommy vuole rompere con me. Mi ha chiesto se sono d'accordo.
Oh-oh.
- Giornata leggera quella di oggi, eh? Non è successo assolutamente nulla, direi. - ironizzo.
- "Tu sei lì e io sono qui, mi manchi troppo. Non ce la faccio. Se dobbiamo andare avanti così, preferisco troncare." - cita il suo fidanzato.
- Certo, ora che capisce come stanno le cose opta per la soluzione più semplice. Quando eri tu a dirgli che sarebbe stato meglio allontanarsi e rompere prima, ci teneva troppo per farlo. - commento.
Sara non abbandona il sorrisino.
- Col cazzo che tronchiamo adesso. Troncheremo quando vorrò io, non quando fa comodo a lui. - chiarisce, severa.
Esternamente, sembra che lo voglia fare per ripicca. Io che la conosco, posso dire che la ripicca c'entra in minima parte. Lei stava iniziando ad abituarsi all'idea che la loro relazione avrebbe affrontato nuovi ostacoli e che il modo di restare integra c'era, con lo sforzo reciproco. Vedersi distruggere certezze che stavano solidificando, indebolisce le basi. Sgretola qualcosa dentro. E lei che è forte odia subirlo.
Tommy ha sempre convenuto che le sue soluzioni erano migliori, che lei sapeva essere davvero geniale quando necessario, motivo per cui litigavano di rado su questioni serie. E lei si era talmente abituata a stare con lui, ai suoi modi di fare e tutto il resto che soltanto nei momenti critici vedeva quanto ci tenesse. Di lui le importava davvero. E nessuno abbandona una partita del genere senza giocare.
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La foto rappresenta una probabile Sara, ma potete immaginarla come volete.
Vi è piaciuto il capitolo? Ogni tanto torna qualche flashback 🙈
Baci ❤
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