Capitolo 17 • Tempismo
Cancello con i tuoi occhi le mie fragilità
rivivo nei tuoi sensi le voglie e la paura
l'istinto di chi poi non se lo immagina
la bellezza di chi ride e volta pagina
Io e Nicola facciamo l'amore con gli occhi.
Perché c'è qualcosa di diverso tra noi da quando ci siamo baciati. Da quando mi ha raccontato di sua nonna. Da quando gli ho raccontato la mia vita e lui la sua.
Soltanto un idiota negherebbe che qualcosa di astratto seppur tangibile intesse un filo che ci lega. Le riprese sulla videocamera sono fin troppo nitide sotto questo aspetto.
- È... Wow, è esattamente quello che volevo. - conclude Chiara, perplessa.
Mi guarda come se volesse comunicarmi che non sa se sia un bene oppure un male che l'abbia ottenuto così in fretta.
Ad essere onesta, non saprei dirlo nemmeno io.
- Ottimo. Possiamo candidarci al prossimo videoclip melenso, che dici? - scherzo con Nicola.
Lui apre bocca per replicare, ma viene anticipato da Chiara.
- Non è tutto, però. Questa è una parte. Dovete ancora girare la scena in esterna sul terrazzo e quella in camera da letto. Poi ho bisogno di ciascuno dei due da solo. E poi, forse, avremo finito. - sorride angelicamente.
Quello che abbiamo fatto fino adesso è stato guardarci e basta. Incredibile ma vero, credo che sia anche stata la parte più difficile. È più complicato spiegarsi da fermi che non compiendo grandi gesti.
La mia amica e cantante si rivolge al team che si occupa di preparare il set.
- È pronta la camera da letto? Possiamo fare qualche prova già adesso. - decide in fretta, parlando con gli occhi rivolti all'orologio.
A quanto pare, è tutto pronto. Sembra che la vita mi stia suggerendo di oltrepassare determinati confini con Nicola.
Mi fanno indossare una vestaglia di seta nera, talmente corta e scollata che mi sento nuda a farmi vedere senza il reggiseno sotto. Per Nicola scelgono abilmente un pantalone del pigiama molto scuro e maglietta inesistente.
- Bene, adesso baciatevi.
Suppongo di dover essere io a prendere l'iniziativa, dal momento che la canzone inneggia il desiderio di una donna di essere amata. Prendo perciò il mio compagno per il polso e lo trascino con me sul letto con fare sensuale, lasciandomi trasportare da ciò che mi ispira il suo aspetto ben scolpito.
Mai stata fissata con gli sportivi. Fino ad ora. Insomma, hanno i loro lati positivi... Questa definizione di volumi va premiata senza dubbio.
In sottofondo continua ad esserci la canzone di Chiara, che ormai conosco a memoria, e faccio mia la melodia, lascio che mi scorra nel sangue. Mi possiede, adesso, è il suo turno di parlare.
Non appena scatta il ritornello, Nicola si protende verso di me e mi bacia con lentezza. Siamo ebbri di musica d'amore. O di musica e d'amore.
No, amore no.
Ci stiamo scoprendo piano, carezza dopo carezza, seguendo ciò che comanda l'istinto. La spontaneità è tutto.
Rotoliamo tra le lenzuola e finisco sopra di lui, stendendo un sipario tra i nostri volti e l'esterno grazie ai miei lunghi capelli biondi. Gli occhi di Nicola fissano un punto in particolare.
- Hai un bel capezzolo. - sussurra.
Al riparo da tutti, rido.
È un complimento che non mi ha mai fatto nessuno.
- Taglia! Stop! Ragazzi, venite qui. - ordina Chiara a gran voce.
Mi sposto e tento di sistemare la misera vestaglia che indosso. Raggiungo quindi Nicola al cospetto della dittatrice.
Lei si sistema la frangetta scura e mi inchioda con gli occhioni verde-azzurri da cerbiatta.
- Vi sembra il caso di rotolare come i conigli nell'erba? - si accanisce, senza riuscire a risultare minacciosa, bensì schizzinosa.
- Non sono sicura che i conigli rotolino... - la contraddico.
- Non importa! Era una similitudine. - precisa.
Aggrotto la fronte.
- È quello che volevi. - puntualizzo.
Fa una smorfia.
- Finezza. Voglio la finezza, l'eleganza, la leggiadria... Niente Kamasutra o varianti personali, okay? - impone infine.
Nicola non ha proferito parola né aggiunge qualcosa al discorso; si limita ad accettare quanto richiesto.
Devo interpretarlo come un momento in sovrappensiero o come professionalità invidiabile?
Ripetiamo la scena sfiorandoci il viso a vicenda, puntando sul contatto labile e vellutato, talmente leggero che una piuma fa concorrenza.
L'espressione del viso di Chiara mi suggerisce che non abbiamo ancora colto nel segno.
- Siete un po' scialbi, miei cari. Più convinzione, più passione. Su, sono sicura che sapete fare di meglio. - ci esorta.
Mentalmente, cerco di trovare una mediazione. Un po' coniglio e un po' piuma. Ricevuto.
Nicola non pare essere sulla mia stessa lunghezza d'onda, quindi interrompiamo il lavoro per oggi.
- Manca così poco... Siete quasi perfetti, dico davvero. - commenta colei che detta legge.
Io so, come tutti qui dentro sanno, che lei vuole la perfezione. Senza se, senza ma, senza quasi.
Dopo averci dato nuovo appuntamento per lunedì alle cinque, Chiara congeda tutti e mi lancia un'occhiata in particolare. Inarco le sopracciglia, costringendola così ad ammiccare verso Nicola quando lui non può vederla. Ah, mi sarei dovuta aspettare un'allusione da parte sua!
- Sabato sera ci vediamo? - le propongo.
- Ehm... Sì. Sì, direi che si può fare. Controllo solo quando finisco quell'intervista che ti ho detto di avere al pomeriggio, ma dovrei farcela senza problemi. Magari vieni da me. - risponde, soppesando i suoi impegni.
Annuisco.
- Ti scrivo poi in diretta appena ho finito tutto. - ripete.
- Okay, ci vediamo presto.
Nicola naturalmente ha sentito, essendo rimasto ad aspettarmi con infinita gentilezza per darmi un passaggio a casa con la sua auto.
Durante il tragitto che percorriamo fino al parcheggio, continua proprio il discorso sugli impegni.
- Quindi sabato sera sei impegnata. - constata.
- Già. - sorrido io.
- E domani sera, invece? - azzarda.
Mi giro a guardarlo, stupita.
È quello che penso? Vuole chiedermi di uscire insieme? Scommetto che i miei occhi si sono appena illuminati di luce divina, come se stessero vedendo la Madonna.
- Mmh... Non penso di aver organizzato qualcosa per venerdì. - lo informo.
- Potremmo mangiare qualcosa... Insieme. Hai detto che ti piace il sushi, se non sbaglio.
Adoro il suo coraggio nel sovrastare l'incertezza e provarci comunque, come se non avesse un aspetto magnifico a reggerlo a sufficienza. La sua umiltà mi sta conquistando.
- Potremmo. Mi piace cenare con chi ha buona memoria. - sorrido.
Sul suo volto si distende una curva che va da orecchio ad orecchio e io mi sento immediatamente più felice. Rendere contenti gli altri ha effetti terapeutici su di sé.
E poi, il sushi è sempre una buona idea.
Non prendo posizione nella battaglia contro la pizza perché il mio cuore appartiene alla cucina nostrana, essendo nata e cresciuta qui nel Bel Paese, ma so apprezzare anche le doti culinarie orientali.
Cento punti per Nicola che se n'è ricordato.
- Allora io prenoto. - mi richiama lui.
È come se mi stesse lanciando una sfida. Oppure un'ultima occasione per dirgli di no.
Ma, dico io, come si potrebbe dire di no ad uno come lui?
Mi avvicino a lui per sussurrargli all'orecchio.
- Non aspettare troppo...
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Sembra che qualcuno qui abbia rimediato un appuntamento 😇
Che ne pensate?
Baci ❤
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