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Capitolo 14 • Punizione

La fantasia della mia amica canterina si limita ai classici film americani in cui i protagonisti devono fare le pulizie insieme come punizione. Naturalmente, Chiara è convinta che io e Nicola ci chiuderemo nello sgabuzzino per saltarci addosso giusto cinque minuti dopo che se ne saranno andati via tutti. L'occhiata che mi lancia appena prima di uscire è a dir poco espressiva.

"Mi raccomando, trombate" sostanzialmente.

Il più confuso è sicuramente Nicola, che tuttavia prende la scopa e inizia a spazzare.

Io mi occupo di mettere a posto gli oggetti di scena, andando un po' per intuizione ad essere sincera. Una sfera viola fatta di un materiale che somiglia al cristallo dove andrà mai messa?

Vago con la sfera tra le mani per dieci minuti buoni per poi leggere la scritta "palle e palline" su uno scatolone piazzato al ripiano più alto di uno scaffale.

Nicola mi aiuta con una scala e la tiene ferma mentre salgo per riporre l'oggetto al suo posto.

- Curioso questo scaffale. - commenta il mio amico.

Scendo di un gradino e leggo le altre scritte: "martelli", "pennarelli e lavagne", "ginnastica artistica" e così via.

- Sì, be', Miley Cyrus ne farebbe buon uso. - ridacchio.

- I came in like a wrecking ball... - intona Nicola, con fare da scemo.

Scuoto la testa tra le risate e appoggio il piede destro sullo scalino inferiore per scendere.

- I never hit so hard in love... - continuo io.

- All I wanted was to break your walls! - si strugge lui.

- All you ever did was... breeeak me! - lo assecondo a mia volta, sporgendomi dalla scala.

La mia posizione si rivela sfortunatamente instabile e rischio di cadere, ma Nicola interrompe il mio infarto con una presa da supereroe.

È stato letteralmente un tuffo tra le sue braccia. E che braccia...

- Yeah, you wreeeck me... - termina il ritornello - Stai bene?

Mi sono sempre sentita attratta dagli occhi chiari come un polo negativo da quello positivo, ma ora che gli occhi castano cioccolato di Nicola sono così vicini non posso fare a meno di gradirne la forma e la dolcezza del colore. Magici.

- S-sì. Grazie. - mormoro.

Lui mi mette giù, ma le mie mani restano allacciate al suo collo. Abbasso lo sguardo, incapace di prendere una decisione. Me ne vado a fingo che non sia successo niente o ne approfitto per creare quell'alchimia che Chiara mi ha tanto pregato di avere da noi?

L'aria si fa elettrostatica fra noi, il mio respiro muto.

Lui si abbassa e mi accarezza lo zigomo con le ciglia, per poi baciarmi. È come un sospiro, tanto agognato quanto benedetto. Le sue labbra sono più carnose di quelle di Alessandro e mantengono l'iniziativa guidando i movimenti delle mie, ammaliate.

Mi avvicino ulteriormente per essere corpo a corpo, i miei gomiti oltre le sue spalle mentre le mie mani modellano la sua chioma e gli accarezzano il capo.

Ci stacchiamo ansimanti.

- È dal primo giorno di lezione che volevo farlo. - confessa a bassa voce, sorridendo.

E sarà da idioti, ma quel sorriso mette di buonumore anche me. Ha una dolcezza e una spontaneità che mi sciolgono dentro.

Ridacchio e riprendo a baciarlo. Forse Chiara non aveva tutti i torti sulla strategia...

Una volta che tutto quanto è lindo e pulito, scrivo un messaggio alla mia amica per informarla che abbiamo finito e che è stato utile.

- Ho la macchina, vuoi un passaggio a casa? - si offre Nicola.

Annuisco.

- Certo! Ti ringrazio.

E la sua auto non è per niente male: una Mini Cooper rosso fiammante, con specchietti e tettuccio decorati a scacchi bianchi e neri.

Mi volto verso di lui, impressionata.

- Che meraviglia! - commento.

Lui sorride, gonfiandosi il petto.

- Grazie, ne vado molto fiero.

Senza protestare, mi lascia totale libertà sulla musica e canticchia con me i ritornelli delle canzoni commerciali più famose degli ultimi tempi. Adoro la libertà che sento in sua compagnia. È come se non dovessi avere paura di essere me stessa, come se non mi dovessi sforzare per essere all'altezza dei suoi occhi verdi o dei suoi ricci scuri. Le sue iridi castane cavalcano la mia stessa onda, mi accompagnano.

- Giro qui? - chiede, nei pressi di casa mia.

- Sì. Gentilissimo. - sorrido, mentre accosta.

Lui ricambia senza sforzo.

- Allora... a domani. - lo saluto.

- A domani. - annuisce.

Eppure, sento che un bacio completerebbe il momento. La suspense nell'abitacolo della macchina è un incentivo potente.

Mi mordo il labbro inferiore per un secondo, poi mi sporgo e lui mi viene incontro. Appoggio le mani sulle sue spalle, lui ne ha una sul mio viso e l'altra sul mio fianco.

Come si spiega l'assenza di aria nell'abitacolo di una macchina quando fino ad un secondo prima sembrava soffocante? Interrompo tutto prima che approfondiamo ulteriormente il bacio ed esco dall'auto. Ho bisogno di respirare.

Gli faccio un ultimo cenno con la mano e varco il portoncino, lui ancora con le labbra socchiuse e il freno a mano tirato.

Ma che mi è successo oggi?

Salgo le scale con lentezza, eppure arrivo in cima senza fiato. Esausta, apro la porta di casa. Sara non è ancora rientrata.

Immagino già la faccia che farà quando le racconterò tutto... È possibile che io non riesca a non complicarmi la vita da sola?

__________

Quante di voi vorrebbero essere messe in punizione con Nicola? Se ciò comportasse baci e quant'altro, ovviamente...

Dal mio angolino narrante oggi è tutto, linea allo studio

Baci ❤

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