Capitolo 26.
Harry venne svegliato da Louis che, entrato in stanza da letto dopo un'oretta totalmente pulito e con un asciugamano alla vita, lo aveva trovato addormentato sul letto, ancora nudo.
"Lou? Mi sono addormentato di nuovo? Ora é tardi, lo scommetto. Merda."
"Calmati, sono le 12:30." Disse allora Louis, ridacchiando per l'atteggiamento di Harry che non riusciva proprio a capire.
"Vestiti subito, ce la facciamo."
"A fare cosa?" Chiese Louis, confuso e alzandosi dal letto per seguire l'altro ragazzo che aveva preso un paio di boxer dal cassetto dell'altro ragazzo e si stava dirigendo in bagno, probabilmente per farsi una doccia.
"Tu vestiti e basta, arrivo tra un secondo. E voglio trovarti pronto." Gli raccomandó Harry, entrando in bagno e chiudendosi la porta alle spalle senza che Louis potesse replicare di nuovo.
Aprí subito l'acqua calda e si infiló sotto la doccia, insaponandosi velocemente il corpo e stando attento a non bagnarsi i capelli, non c'era tempo.
Dopo una quindicina di minuti uscí dalla doccia e, dopo essersi asciugato, si mise il paio di boxer di Louis che aveva preso cominciando ad avanzare verso la stanza.
Quando entró si sentí sollevato a vedere Louis vestito e seduto sul letto a giocare al telefono.
La veritá é che, mentre Louis era sotto la doccia, aveva chiamato a un ristorante prenotando un tavolo per le 13:30.
Una specie di appuntamento, sí e Harry era ansioso soprattutto perché il ristorante era almeno a 30 minuti da lí e dovevano muoversi.
"Mi metto i vestiti e usciamo."
"Sí, ma dove andiamo?" Insistette Louis, sperando che Harry si lasciasse scappare qualcosa.
Questo peró, non rispose neanche, si vestí come se Louis non gli avesse chiesto niente e, appena finito, prese le chiavi della macchina prendendo Louis per una mano.
"Muoviamoci."
***
"Non dovevi." Sorrise Louis, una volta che si erano ritrovati fuori dal locale dove avevano mangiato da dio.
Davvero, forse Louis non aveva mai mangiato bene in quel modo e un pó si sentiva in colpa, per non aver contribuito neanche un pó al pagamento, costretto da Harry a starsene con le mani a posto.
"Come non dovevo? Sei un ragazzo fantastico, andresti portato in ristoranti costosi cosí tutti i giorni." Gli sorrise Harry. Louis scrolló le spalle.
"Non saprei, penso di non essere cosí fantastico. Me l'ha detto il mio capo stamattina, si é incazzato a morte per il fatto che mi sono preso la mattina libera." Ridacchió Louis.
"Mh, mi dispiace. Se avessi saputo, non sarei rimasto."
"Non preoccuparti, ci vado alle 17, faccio solo il pomeriggio per oggi. E mi fa piacere." Rispose.
Harry portó un braccio intorno le spalle di Louis, stringendolo a sé.
"Che ore sono?" Chiese a Louis che, guardando l'orologio, gli rispose con un "Sono le 15:23, abbiamo un'ora e mezza per tornare a casa e fare sesso. Andiamo!"
Harry rise, seguendo Louis che era scampato alla sua presa ferrea e stava camminando velocemente verso la macchina.
"Te lo ripeto: sei incorreggibile."
"Non mi piacciono le persone ripetitive, Harold." Sussurró Louis, con un sorrisetto furbo sul viso mentre saliva in macchina.
"Non chiamarmi Harold."
"Va bene, daddy."
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