Mamma rimase a fissarmi

con le labbra dischiuse dalla sorpresa,

pallida

sulla soglia della mia stanza,

inorridita.

Mi osservò in silenzio,

buttare già 

ogni singolo oggetto

che occupava gli scaffali

della mia libreria,

la superficie della mia scrivania,

del comodino,

della cassapanca accostata alla finestra.

Al piano di sotto

mio padre aveva lasciato la televisione accesa,

sintonizzata sul canale dello sport.

Non mi erano mai piaciute

le partite di football americano,

così non mi preoccupai

di star coprendo la telecronaca

col forte clangore

delle mie cose

che cadevano a terra.

"Dove l'hai messo?

L'hai spostato!

Perché l'hai spostato?

Mi serve!

Ho capito,

forse ho capito".

Mamma non si muoveva,

così avevo cominciato ad urlare.

Le andai contro un paio di volte,

solo per poi bloccarmi

e tornare indietro.

Il mixtape non c'era più,

non sulla scrivania

dove mamma lo sistemava ogni giorno.

"Non l'ho mai voluto

è vero,

però adesso mi serve!

Tu non capisci, mamma

mi serve!".

Pensai stesse piovendo,

quindi mi coprii la testa con le braccia

e continuai a cercare.

Mamma mi chiese cosa stessi facendo,

adesso sembrava terrorizzata.

Stava piovendo,

ecco cosa succedeva,

glielo spiegai

gentilmente

più e più volte,

fin quando non le urlai contro

e alzando il viso verso il soffitto

mi accorsi di essere all'asciutto.

E io ero zuppo.

Stavo piangendo.

La guardai per un istante,

poi ripresi a cercare.

Lo trovò lei,

lo estrasse

dal mucchio di libri e DVD

che avevo creato

sul pavimento della stanza.

Me lo porse

con cautela

evitando di guardarmi negli occhi,

mormorando di dover andare in cucina

e di stare attento.

Rimasi a guardare l'uscio

vuoto

della porta

con il CD stretto tra le mani.

Poi issai sul letto il mio stereo,

caduto a terra anche quello

ora decisamente malmesso,

e ci infilai il CD.

Poi aspettai

e aspettai

e continuai ad aspettare che accadesse qualcosa

per qualche ora.

Quando il cielo si fece scuro

e la mia camera buia,

collegai la spina

alla presa

e ricominciai a piangere.

-Sempre tuo, Michael.