Mi sembra di affogare.

Questa vita senza te è un continuo emergere per pochi secondi ed essere spinti giù dal dolore.

Giovedì io, Mike e Cal siamo stati incastrati nell'aula di musica per tutto il pomeriggio.

Non mi è dispiaciuto.

Segretamente speravo che uno di loro vedesse il loro strumento,

che ricordasse quanto bene ci si sentiva con le corde a scorrere sotto le dita.

Non è successo.

Calum era ancor più arrabbiato del solito.

Michael ha pianto a dirotto per tutto il tempo.

Si sono tenuti a distanza dalla chitarra che suonavi tu.

È toccato a me ripulirla ed accordarla.

Non c'era bisogno che l'accordassi.

Ma l'ho fatto lo stesso.

Moody è uno di quei pochi oggetti che mi restano di te.

Quando l'ho presa tra le mani mi sono sentita tirare dietro dai ricordi.

Se mi concentro su questo silenzio d'inferno mi sento bruciare.

E riesco ancora a vederti.

Seduto sulla sedia accanto alla lavagna ingessata, che pizzichi le corde della tua Moody.

Sento Calum che batte le dita scure sui bonghi del professor Monroe.

Michael che rappa Eminem con una mano sulla bocca.

Il tuo sorriso che si apre come le pagine del libro che leggevo al tuo fianco.

La matita spuntata infilata dietro un orecchio.

Ho chiuso gli occhi per qualche secondo.

Mike puliva il pavimento con lo strofinaccio.

Passava il moccio due volte sullo stesso punto perché le lacrime finivano sempre sul pavimento blu.

Calum era impegnato a rollare una sigaretta.

Seduto sulla cattedra.

La luce del pomeriggio colpisce le tende della 142 in modo strano.

La stoffa polverosa viene tagliata in due da un raggio talmente tanto aranciato da sembrare rosso.

Della stessa intensità del sangue.

Quello che ti colò sul mento a gocce quando l'ago ti bucò il labbro.

Mi chiedo se il cerchietto di metallo nero del piercing sia ancora al lato della tua bocca.

Mi chiedo se ancora lo tiri con i denti quando sei nervoso.

Ho pizzicato una corda.

Calum si è alzato e mi ha dato uno schiaffo.

Non mi sono arrabbiata con lui.

Non avrei dovuto prendere Moody.

"Smettila Calum"

Michael ci ha guardati e ha ripreso a singhiozzare più forte.

Io e Calum ci siamo guardati.

Entrambi pensavamo la stessa cosa.

"Scusa"

"Mi dispiace"

Ma uscendo dalla 142 è come se nulla fosse mai successo.

Lui vuole che io stia bene.

Vuole che Mike ed io ci dimentichiamo di come ci si sentiva quando tu eri con noi.

So che anche Cal ci pensa.

So che anche lui piange la notte.

Ogni notte.

So che le sigarette che dice di fumare quando è solo non sono così tante.

So che i pacchetti sgualciti nel cestino della sua stanza sono ancora tutti pieni.

So che fuma solo quando ci siamo noi intorno.

So che vuole farci vedere com'è riuscito a dimenticarti.

So anche che non lo ha fatto.

-Sempre tua, Jodie.