Michael mi ha vomitato addosso.

La professoressa di storia ci ha mandati entrambi in bagno.

Noi però abbiamo recuperato Calum dal cortile e ci siamo diretti in palestra.

Aprire il tuo armadietto è stato doloroso.

Ci sono ancora i tappi delle penne masticati sul fondo e puntine di matite aguzze agli angoli.

Un foglio bianco giace sopra a una pila di vestiti.

Ho preso una maglia.

È gialla e blu.

I tuoi colori preferiti.

Michael e Calum se ne sono andati.

Camminano sulla pista di atletica.

Mi sono tolta la canottiera e sono rimasta in reggiseno per qualche minuto.

Il silenzio degli spogliatoi prima dell'ora di pranzo è assordante.

Mi manchi.

Non c'è l'eco delle tue risate a infastidirmi

ora è questo dannato silenzio a farlo.

Senza di te è tutto un grande e schifoso vuoto.

La maglia che ho preso profuma ancora di te.

C'è il sentore di sudore stantio sul bordo del colletto e sulla cucitura delle maniche.

Neanche quello riesce a schifarmi.

Pensare che i tuoi capelli biondi si sono posati sulla stoffa,

bagnandola,

mi fa rabbrividire.

Immagino le tue lunghe dita pallide che si piegano per stringere il tessuto e spiegare le cuciture.

È bello tenere tra le mani qualcosa che riesce ancora a parlarmi di te.

Calum è tornato.

Imbronciato

mi ha detto di muovermi.

Non gli sto addosso.

Lo faccio e basta.

Non ci sei più.

La sua rabbia non riesce a controllarla più nessuno.

I suoi occhi scuri non sono più miti.

Mi parlano solo dell'enorme mancanza che gli hai lasciato dentro.

Non mi piace guardarli.

Ma li preferisco alle gemme chiare e lucide di Michael.

Guardare nei suoi,

di occhi,

è come farsi un viaggio tra mille sfumature di te.

Ora che di tuoi oggetti non ne son rimasti molti

ho solo anime a metà e cuori infranti in cui cercare.

E fa male.

Il campo di atletica è ancora vuoto.

Le piste sono comunque polverose.

La tua corsia consumata, come sempre.

Quando una persona se ne va, tutti si aspettano che il mondo in cui vivono cambi all'improvviso.

Non è così.

È mille volte peggio.

Tutto resta immobile.

Fermo

al momento in cui quella persona se n'è andata.

Il tempo scorre indifferente.

Tu rimani lo stesso.

Sonio sempre la ragazzina a cui rimproveravi le sigarette incastrate tra l'elastico delle mutandine e i jeans scuri.

Calum fuma ancor più di prima.

Io gli nascondo il tabacco, ma lui mi sgrida sempre.

Sempre più duramente.

"Chi sei tu per prendere il suo posto?"

Mike è seduto sul numero due della tua corsia.

Accarezza la linea di partenza con due dita.

Si è imbiancato i polpastrelli.

Glieli pulisco con un fazzoletto e lui mi guarda.

Ha gli occhi vacui e le pupille grandi uno spillo.

Mi scosta e continua a grattare la pelle sulla terra rossa.

Calum si è acceso la seconda sigaretta.

Ha imparato a fare i cerchi con il fumo.

Quando mi giro,

a Michael sanguinano le dita.

Gliele pulisco.

"Non lo trattare come se avesse cinque anni"

Calum sbuffa e offre un bastoncino di tabacco.

Ti ricordi le sigarette proibite?

-Sempre tua, Jodie