Le ultime tre settimane sono state un vero e proprio inferno.

Traslocare è il mio nuovo incubo, dato che il mio vecchio appartamento è costantemente occupato da lei.

È difficile evitarla, fingere di non sentire il bisogno di vederla, trovare qualcosa di lei in ogni oggetto e ignorare che abbia mai avuto un significato.

Ancor di più lo è stato convincere Ashton che andarmene fosse la scelta giusta.

"Lo hai fatto anche tu".

Alla fine l'ho persuaso, ma non voleva che la evitassi.

Entrambi percepivamo già l'ondata di tristezza che l'avrebbe pervasa, tornando in una casa vuota.

Perché lei avrebbe notato le mie cose sparire, una dopo l'altra e l'avrebbe ferita profondamente anche solo pensare che a me non importava più.

Sentì anche io quel tipo di dolore, ma solo per un po', poi mi abituai a convivere con quel nuovo peso poggiato sul petto.

Adesso il nostro vecchio soggiorno è sgombro dalla maggior parte dei miei scatoloni e non la vedo da quasi un mese.

Ogni volta che la penso mi bruciano gli occhi.

Il ché vuol dire che sono più i momenti in cui mi costringo a non battere le palpebre, che quelli in cui le lacrime non mi offuscano la vista.

Però è quello che mi merito, per averla abbandonata come tutti gli altri.

-Sempre tuo, Calum

My Space: 

Hello! Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto (votate e commentate se ne avete voglia)!

Il vero annuncio è che, visto che sono ufficialmente in vacanza, aggiornerò tre volte a settimana!

(O almeno ci proverò)

-Sara