Twenty-nineth
Calum è arrabbiato.
Prende una sigaretta
da un pacchetto sgualcito che aveva in tasca
e cerca l'accendino
furiosamente
all'interno della borsa di Jodie.
Li ho sentiti litigare.
Un paio di volte.
A Jodie non è mai piaciuto
che Calum fumasse.
Lo rimprovera sempre
e poi lascia stare,
quando gli vede gli occhi
sommersi di lacrime.
Gli porge l'accendino
e guarda fuori dalla finestra del van.
Sento l'odore del tabacco
impregnare l'aria
così giro la manovella
e apro il finestrino.
Vorrei chiedere scusa.
L'ho fatto innervosire,
chiedendo di darmi il testo
della tua canzone.
Jodie si rannicchia sul sedile
accanto a Calum.
Lo guarda con gli occhi grandi
da bambina
e piange in silenzio.
"Non voglio vederti morire"
gli sussurra
spezzata da un singhiozzo.
Calum scuote la testa,
deglutisce e
butta la cenere della sigaretta
fuori dal van.
"Non mi piace"
ribadisce,
ma anche se non lo guarda più
non si sposta dal suo fianco.
Jodie non lo lascerebbe mai.
Sono rimasti solo loro due.
Adesso che Michael non c'è più.
Mi sorprendo spesso
a pensare a lui.
Tu lo hai fatto mai?
Continui a pensarlo?
Ho paura.
Non so dove sia.
Non so come stia.
Era così piccolo
l'hai reso così debole,
contro una realtà
che non lo è.
Continuo a guardare la tua grafia.
Penso che tu abbia pianificato tutto.
È passato un anno
e sette mesi.
Non sei mai tornato.
Ho trovato il collegamento
che Calum non ha mai afferrato.
Tra le tue parole
e
le tue canzoni.
C'è n'è una.
Le stesse quattro lettere,
di una canzone
di una frase
di un motivo.
Over.
L'ho trovata un po' ovunque.
Nei miei ricordi,
nel tuo diario
e infine
in quella tua ultima canzone.
Ho controllato la data.
Sul tuo diario.
27 Agosto 2015.
Sei andato via
2 Settembre 2015.
L'ultima canzone che tu abbia scritto.
Ho riletto il biglietto,
due parole
"It's Over".
Non avevo mai notato
che avessi scritto
quella seconda parola con la maiuscola.
Non mi sono mai chiesto il perché.
Dopo aver letto l'elenco delle canzoni
ho capito.
Over and Over.
Non era un avvertimento,
non era un messaggio,
non era un ultimatum.
Era il titolo di una canzone.
Così l'ho letta.
Ho provato a canticchiarla.
Non ho trovato una melodia
adatta.
Ho aperto
e chiuso
quella pagina di diario
fino a consumarne le estremità.
Mentre Calum
guida verso casa.
È stato faticoso
convincerlo.
Non voleva deluderla.
Ma Jodie è stata la prima
a pregarlo.
Ha detto che aveva sbagliato.
Che era stata troppo affrettata,
che il suo cuore dolelva troppo
che aveva solo cercato il modo
per farlo smettere
di lancinare
ad ogni battito.
Jodie odia la mancanza.
Jodie odia l'abbandono.
Credo che le ricordi la sua famiglia.
Sua madre Lauren.
Dopo averla cacciata di casa,
non ha mai provato a contattarla.
L'ha lasciata
come hai fatto tu
come ho fatto io
e come ha fatto Michael.
Nei tre mesi che ho passato
in salotto
a dormire con lei
sullo stesso divano,
l'ho sentita piangere
e parlare da sola
cercando di dormire,
pregando che Calum non la lasciasse mai andare.
Li guardo adesso.
Calum ha spento la sigaretta
a metà
e ha preso Jodie
tra le sue braccia.
Sorride flebile
e si appoggia contro la sua spalla.
Ho continuato a leggere.
L'ho imparata a memoria.
Ho notato una parola.
L'hai sottolineata.
Ripassata con la penna blu
un paio di volte.
L'hai cancellata
riscritta
e cancellata di nuovo.
Hide.
So che vuol dire qualcosa.
Ma non so cosa.
"You say it's no concern
And everything's alright
Sometimes we all get burnt
And then we try to Hide HIDE."
-Sempre tuo, Ashton.
Mi permetto una nota velocissima qui sotto. Mi scuso per aver lasciato questa storia in pausa per quasi un mese e mezzo, ma i'm back. La vera notizia è che __tom___ mi ha aiutata a tradurre il primo libro "Always Yours, Geeky" in inglese e quindi se volete leggerlo, lo trovate sul mio profilo!
Approfitto per ringraziare chiunque sia arrivato fino a qui, chi ha votato e commentato soprattutto e chi si è emozionato leggendo. Vi mando un abbraccio forte.
-Gil
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