Tenth
Lunedì è il nostro giorno di lavoro.
Michael è sceso dal letto.
Ha rifiutato i biscotti.
Quelli al cioccolato che tu e Jodie cucinavate a casa di Karen.
Tutti i martedì.
Mentre Mike guardava Frozen in sala.
E io imparavo a suonare la chitarra con Calum.
Gli sorrido.
Cerco di non fissare troppo a lungo i suoi grandi occhi chiari.
Sono vuoti.
Vorrei che potesse svegliarsi dal lungo sonno in cui l'hai lentamente trascinato.
Mi rendo conto di ciò che accadrà.
Un giorno dovrà superare tutto questo.
Dimenticarsi di te.
E del modo in cui la tua presenza ci condizionava.
Dovrà pur sentirsi stordito nel sentire il tuo nome.
E non riuscire a ricordare di che colore erano i tuoi occhi.
Ci vorranno anni.
Forse non accadrà mai,
ma lui dimenticherà,
di come ci si sentiva quando l'aria profumava del tuo dopobarba preferito.
Dovrà pur dimenticarti.
E quando accadrà,
gli sembrerà di aver dormito per tutto questo tempo.
Si accorgerà di aver perso un anno della sua vita,
uno dei migliori,
a correre dietro al fantasma della tua giovinezza.
Credo che anche per Calum sarà difficile.
Forse anche più.
Già ti vedo sbiadire.
Nei miei pensieri.
Ma ciò che non cambierà mai, è che tu sei vissuto per davvero.
Ti ricorderemo come il diciottenne che sei stato.
E non riusciremo mai ad immaginare la tua barba prendere il sopravvento sulle guance rosse.
O i tuoi capelli perdere lucentezza e colore attraverso il tempo.
Avrai sempre un sorrisetto timido a far capolino dove il piercing ti decorava il labbro.
E le gambe lunghe e magre fasciate dai soliti Jeans stretti.
Mi fa male pensarti così.
Immutabile.
Ma mi rende anche felice.
Perché sono certo che nei miei ricordi non sparirai mai.
-Sempre tuo, Ashton
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