eighth
L'ink bar ha chiuso.
Il proprietario, Chris, ci ha detto che gli affari non filavano liscio da cinque mesi a questa parte.
Che gli dispiace.
Ma che non ha potuto evitare la chiusura.
"Non rischio il fallimento. Ai giovani non piacciono più i libri"
Ma Jodie gli ha subito detto che lei ama i libri.
Che anche a noi altri piacciono.
Sai com'è fatta.
Geeky non sa star zitta.
Gli ha detto che non avrebbe dovuto mollare tanto facilmente.
Che era delusa.
Chris sembrava mortificato.
Da un altro punto di vista però, la guardava irritato.
Non aveva potuto evitare il calo dei clienti e il conseguente ammontare di debiti.
L'affitto di un locale come quello dell'Ink dev'essere piuttosto impegnativo.
"Ho due figli, ragazzi. Non rischio il fallimento, non voglio che la mia famiglia finisca in mezzo ad una strada"
Non ha detto altro.
Ha girato le spalle e si è incamminato lungo il marciapiede.
Non ho parlato per il resto del pomeriggio.
So come ci si sente.
Calum era rimasto a casa.
Io e Mike cercavamo un bar in cui fermarci per bere una cioccolata calda.
Jodie una libreria per prendere in prestito qualche libro da leggere.
L'unica cosa che riusciamo a fare, ormai, è cercare una via d'uscita.
Qualunque cosa sia utile per distogliere i nostri pensieri da te.
Libri di Charles Simic per Mike.
Romanzi per Jodie.
Fumo per Calum.
Musica per me.
Non impazzisco per la lettura.
Non mi sono mai sentito molto legato ad un pezzo di carta.
Piuttosto riempio i miei scatoloni con pile di CD e vecchi vinili da collezione.
Calum non vuole che usi il suo stereo.
Io mi chiedo perché ne abbia uno se non mi permette di usarlo.
Non vuole che ci sia musica per l'appartamento.
I muri sono troppo sottili.
Quanto carta.
Ogni suono filtra da una stanza all'altra.
Non gli piace più la musica.
Sostiene lui.
"Non dirgli che te l'ho detto, ma a Calum manca tanto Luke"
Nei nostri pensieri tu sei musica.
Capisco perché la eviti.
A Mike piace ancora suonare.
Ma ha paura della reazione che istigherebbe in Cal.
Non vuole che si senta peggio di come si sente ora.
Michael appare così ingenuo.
La sensazione che i suoi occhi trasparenti mi trasmettono è la stessa che se mi trovassi davanti ad un bambino perso in un parco.
Tenta di allungare un braccino sottile verso la mia figura.
Ma non appena tento di afferrare le sue dita pallide con le mie, la mia pelle tocca solo aria.
Il vuoto è la materia di cui sono fatte le sue emozioni.
Siamo fantasmi.
Non mi piace pensarla così, ma è inevitabile.
-Sempre tuo, Ashton
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