Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo terzo *Chloe*

"Per me francamente, è una stronzata" disse scuotendo la testa e addentando una patatina il mio amico Glen.

"Come puoi dire questo? È una cosa di fondamentale importanza!" sbottò invece infastidita Becca.

Io risi e mi limitai a masticare la mia insalata, avvolta dal familiare brusio della mensa del college. I miei due migliori amici stavano discutendo da almeno mezz'ora su come il giusto tipo di cereali a colazione potesse condizionare l'umore di una persona per l'intera giornata.

"Scusami, eh... ascolta qua: io mi sveglio, trovo sul tavolo le barchette Coco Pops, proprio le mie preferite, mi abbuffo e sono contenta per tutto il giorno. Immagina invece se, al contrario, vedo sul tavolo quello schifo di Cheerios al miele... è più che ovvio che dopo io sia incazzata tutta la giornata!" continuò con enfasi Becca, cercando di illustrare ciò che aveva appena detto con un disegno immaginario sul tavolo su cui eravamo seduti.

Glen scoppiò a ridere e alzò le mani in segno di resa:

"Va bene, Becca, mi arrendo. È una causa persa in partenza discutere con te"

Lei addentò un pezzo di pizza e gongolò felice.

"Parlando di cose più serie... Chloe deve ancora raccontarci tutto del matrimonio di sabato!" esclamò poi e Glen annuì con decisione.

Subito mi illuminai.

"Ragazzi, è stato bellissimo! Veramente, avreste dovuto esserci. È stato magico, mio fratello e Blaire sono la coppia più bella del mondo" raccontai, ancora con voce sognante.

"Hai fatto conoscenza di qualche bel manzo?" chiese Glen malizioso, guardandomi da sotto le ciglia.

"Beh... non direi. Ho ballato un po' con Dave ma non è andata molto bene" mormorai senza entusiasmo, giocando con una foglia di insalata.

Senza che lo volessi la faccia di Luke mi si riaffacciò in mente, accompagnata da un'onda di irritazione.

No, non mi era passata e non l'avevo perdonato, nonostante le sue numerose chiamate nei giorni precedenti. Si era comportato come uno stupido gorilla nel dover segnare il territorio ed ero più che intenzionata a fargliela pagare lasciandolo cuocere un paio di giorni nel suo brodo.

"Ha fatto lo stronzo?" sbottò subito Becca, con fare guerrigliero negli occhi nocciola.

"No, no niente del genere. Non so cosa sia successo... stavamo ballando, lui era divertente ed io ero a mio agio, ma poi è arrivato Luke ed ha rovinato tutto. Dave mi ha piantata d'improvviso in asso in mezzo alla pista. Non penso di essere mai stata più in imbarazzo, ve lo giuro" spiegai ai miei due amici.

Rubai una patatina dal piatto di Glen e l'addentai mentre ripensavo a quell'imbarazzante momento.

Glen sgranò gli occhi e si scambiò uno sguardo con Becca prima di esordire:

"Frena, frena, frena, pasticcino. Ho capito bene? Luke? Quel figo dell'amico di tuo fratello è venuto a toglierti dalle braccia di un altro mentre stavi ballando? Ma è la cosa più sexy che ho sentito negli ultimi tempi!" esclamò il mio amico a voce fin troppo alta, mentre Becca annuiva vigorosamente.

Decisi di frenare immediatamente i loro spiriti prima che partissero per la tangente. Non era nulla di così emozionante né tantomeno sexy.

Proprio per niente.

"No, ragazzi, avete assolutamente stra capito. Sapete com'è fatto Luke: è convinto di essere il mio secondo fratello maggiore e per questo cerca di tenermi sotto una campana di vetro. Altro che sexy, mi sono incazzata come una iena" esclamai.

Becca e Glen si scambiarono l'ennesima occhiata eloquente, poi fu il turno della mia amica di parlare:

"Secondo me ha smesso di vederti come una sorellina minore da anni, tesoro. Quel ragazzo ti porterebbe a fare una vacanza turistica molto volentieri. In camera sua, però" disse, facendomi l'occhiolino.

Le lanciai una foglia di lattuga e Glen scoppiò a ridere.

"D'accordissimo con sorella Becca. Mi dispiace, pasticcino" aggiunse poi, con un'alzata di spalle.

Stavo per replicare per dimostrare ai miei amici quanto si sbagliassero, quando fummo interrotti da una voce maschile alle mie spalle:

"Lanciare insalata per la mensa potrebbe crearti non pochi problemi con la signora Pointwood e non consiglierei a nessuno di farsela come nemica"

Mi girai immediatamente e vidi Dave che mi sorrideva in modo leggermente imbarazzato. Aveva i capelli neri tenuti indietro da un cappellino da baseball e indossava ancora la divisa da quaterback del college.

Scoppiai a ridere alle sue parole e diedi un occhiata alla terribile signora della mensa, che proprio in quell'istante stava sfogando la sua frustrazione su un poveretto che aveva fatto cadere il suo vassoio a terra.

"Grazie per il prezioso consiglio, lo terrò sicuramente a mente per le prossime volte. Ciao, a proposito" risposi a Dave con un sorriso.

Non ero arrabbiata con lui per quello che era successo al matrimonio, forse leggermente offesa, ma sapevo fin troppo bene che la colpa non era la sua.

Però ero sorpresa che fosse tornato a parlarmi.

"Ciao e ciao anche a voi ragazzi" rispose, rivolto a Becca e Glen, che gli sorrisero di rimando.

"Come stai?" continuai io, curiosa di indagare sul perché della sua visita.

"Sono stanco, oggi il coach ci ha sfiancati all'allenamento. Senti, avresti per caso un minuto per scambiare due parole? Giuro che non ruberò molto tempo alla tua pausa pranzo"

Rimasi un po' sorpresa dalla richiesta, ma annuii e mi alzai in piedi. Lui salutò di nuovo Becca e Glen e poi mi seguì.

Lanciai un'occhiata ai miei amici mentre mi allontanavo e loro mi fecero enormi sorrisi con i pollici alzati.

Dave mi portò verso un punto appartato della mensa e poi si mise davanti a me togliendosi il cappellino e passandoselo tra le mani. Sembrava nervoso e qualsiasi tipo di risentimento potessi avere nei suoi confronti sfumò all'istante.

"Ci tenevo a scusarmi per il comportamento che ho avuto sabato. Sono stato veramente un coglione a lasciarti lì di punto in bianco e non vorrei che tu ce l'avessi con me" iniziò.

"Non ce l'ho con te, puoi stare tranquillo. So che sei stato, come dire... forzato" lo rassicurai subito.

Gli sorrisi per dare più forza alle mie parole e anche lui mi sorrise di rimando.

"Non importa. Avevo capito male una situazione e ho agito d'impulso, ma ripensandoci poi mi sono reso conto di che figura devo aver fatto"

"Che situazione avevi capito male?" gli chiesi confusa.

Maledetti ragazzi, non si capiva mai cosa elucubravano dentro le loro teste.

"Io, ecco... pensavo che tra te e Luke ci fosse qualcosa visto come lui mi aveva squadrato, ma quando poi stamattina gli ho parlato e mi ha spiegato che sei solo la sua migliore amica... non penso di essermi mai sentito così stupido"

Rise e si grattò la testa con fare imbarazzato.

Sei solo la sua migliore amica. Certo.

Sapevo che era così, non mi spiegavo perché avessi avuto una fitta al petto.

"Siamo in due allora e sono contenta che ora sia tutto sistemato" risposi, nascondendo l'irritazione dietro ad un sorriso.

"In realtà... non ti volevo parlare solo per scusarmi. Mi chiedevo se ti andasse di venire a cena con me una di queste sere. Insomma, se vuoi concedermi un'altra possibilità nonostante le premesse non siano state delle migliori" mormorò.

Dave era un bel ragazzo, mi superava di almeno venti centimetri in altezza, aveva capelli neri lasciati corti ai lati della testa e più lunghi superiormente, occhi grigi e doveva ringraziare gli allenamenti di football per il fisico muscoloso che si ritrovava.

Certo, con lui non erano farfalle nello stomaco e detonazioni di emozioni come con qualcun altro di mia conoscenza, però era cortese e simpatico, quindi non vedevo un motivo per rifiutare la sua offerta.

"Certo, molto volentieri" risposi, sorridendogli.

Un grande sorriso gli illuminò il volto e gli occhi grigi, poi si calcò di nuovo il cappellino sulla testa.

"Giovedì ti andrebbe bene? Passo a prenderti alle sette?"

"Perfetto" accettai.

Lui mi sorrise ancora e si chinò a darmi un bacio sulla guancia.

"Ottimo, allora ci si vede giovedì. Non vedo l'ora"

"A giovedì" confermai io, ridendo.

Mi fece l'occhiolino e sparì verso il tavolo della squadra di football.

Ancora leggermente scombussolata, tornai al tavolo dei miei amici.

"Allora?!" mi assalirono entrambi in coro, prima ancora che avessi il tempo di sedermi.

"Mi ha chiesto di uscire. Giovedì alle sette" dissi con un vago sorriso, pronta alle reazioni che si stavano per scatenare.

Glen fece un fischio d'approvazione e Becca cominciò subito a straparlare:

"Lo sapevo! Mi piace lui, mi sa proprio di bravo ragazzo! Vengo io ad aiutarti a scegliere cosa metterti! Anzi, porto anche Glen che forse è meglio, visto che ha più gusto di me in fatto di vestiti"

"Ben detto di nuovo, sorella!" esclamò lui.

"Dio, Chloe, ti rendi conto che uno dei sette dell'Olimpo ti ha chiesto di uscire?" continuò Becca in tono sognante.

"I sette dell'Olimpo" era un epiteto coniato proprio dalla mia amica, che stava a rappresentare quelli che secondo lei, e secondo molte altre ragazze del college, erano i ragazzi più ambiti all'interno dell'ateneo.

Inutile precisare che fra i sette, che inizialmente erano otto quando ancora mio fratello Boyd frequentava il college, c'era anche Luke Walker.

Io risi dell'esuberanza dei miei amici e finii di mangiare, improvvisamente di umore più roseo rispetto a quella mattina.

"Me ne rendo conto eccome, amica mia. Infatti la mia giornata ha appena svoltato nel verso giusto" esclamai gongolante.

Non avevo bisogno di Luke Walker nella mia vita, non avevo bisogno di straziarmi per due occhi blu che non mi avrebbero mai guardata allo stesso modo in cui li vedevo io.

Ero decisa a dare una svolta alla mia vita e ad inseguire finalmente ciò che poteva rendermi felice.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro