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Capitolo secondo *Luke*

Il gazebo dove si svolgeva il ricevimento era illuminato per tutta la superficie, al punto che pareva di essere circondati da milioni di lucciole. Il tutto rendeva l'atmosfera ancora più irreale e magica.

Non che il matrimonio in sè ne avesse bisogno: era il più bello a cui fossi mai andato nella mia vita.

E la ragione non era solo perché a sposarsi era il mio migliore amico, quella coppia aveva semplicemente qualcosa in più. Avevo sempre saputo che Blaire era diversa dalle altre, sin dalla prima volta che l'avevo vista fuori da casa mia. Da come Boyd la guardava e le parlava, da come fosse facile manovrarlo usando solo il nome della sua ragazza, da come la sola separazione da lei era in grado di trasformarlo in un'altra persona.

Blaire era il suo intero mondo ed ora era anche sua moglie.

Ero felice, cazzo. Era una giornata splendida.

"Come faccia a starti così dannatamente bene il vestito da sposa, essendo tu incinta di due gemelli al quarto mese mi è un mistero irrisolvibile, tesoro!" esclamò Selina verso Blaire, che arrossì e sorrise alla sua migliore amica.

"Io la pancia la sento eccome, in realtà! Mi sento un dirigibile pronto alla partenza!" esclamò con le guance rosse dalla serenità.

Tutto il tavolo dei testimoni rise all'affermazione della sposa e Boyd le bació la mano e la guardò adorante.

"Sei la sposa e la donna più bella di tutte ed io il bastardo più fortunato, soprattutto per via della pancia"

Le fece l'occhiolino ed io sghignazzai, sollevando il calice verso il mio migliore amico e la sua novella moglie:

"Allora ammetti di averle donato il fagotto solo per tenertela stretta per il resto della vita, eh, cazzone?" esclamai verso Boyd, che rise e alzò a sua volta il bicchiere verso di me.

"Non esiste legame più eterno di un figlio, no? Figuriamoci due..."

Blaire scosse la testa e alzò gli occhi al cielo ridendo.

"Siete due deficienti, c'è poco da fare" esclamò con un sorriso Chloe, seduta al mio fianco.

Le sue parole furono una scusa sufficiente per lanciarle un'occhiata - l'ennesima quel giorno - per perdermi ancora dietro alla sua bellezza.

Per quanto avessi ormai difficilmente fatto l'abitudine a Chloe Newmann, quel giorno distogliere gli occhi da lei era più difficile del previsto. Non sapevo se fosse colpa del vestito viola chiaro che le fasciava alla perfezione tutte le curve o se fossero i capelli raccolti che le incorniciavano il viso e le lasciavano scoperto il collo bianco a distrarmi in continuazione, sapevo solo che non riuscivo a smettere di sbavarle dietro.

Ma dovevo.

Lei era l'unica donna che non potevo permettermi di guardare in tutta la sala gremita di invitati.

Esclusa la sposa, ovviamente, che era intoccabile a prescindere.

Avevo sempre considerato Chloe come la mia sorellina minore, una bambina indifesa da proteggere, eppure vederla ancora come tale era difficile dopo che lei, crescendo, era diventata l'incarnazione dei desideri di metà dei ragazzi di Annapolis.

Folti capelli ricci color cioccolato, occhi azzurro ghiaccio ed un corpo snello e slanciato racchiudevano il pacchetto completo di ciò che non potevo permettermi di volere.

Non l'avrei mai toccata con un dito, perché ero l'esatta impersonificazione del ragazzo da cui io e Boyd avevamo sempre cercato di proteggerla e lei meritava molto più di un bastardo allergico ai legami duraturi come me. Tuttavia, se Boyd avesse potuto leggermi nel pensiero, ero più che sicuro che mi sarei ritrovato un naso spaccato.

"Ancora ti sorprendi?" le dissi, in risposta alla sua affermazione di poco prima.

Le feci l'occhiolino e la parte delle sue guance coperta di lentiggini si imporporó leggermente.

Sapevo di non esserle indifferente da anni, ma non avrei mai giocato quella cosa a mio vantaggio.

"Allora bimba, ancora non ti scateni in pista?" continuai, giusto per poter proseguire a parlare con lei.

Sembrò stupita dalla mia domanda e un po' dello champagne che stava bevendo le andò di traverso, facendola tossire.

"Ehm... di solito in queste occasioni preferisco starmene seduta, ma prima Dave mi ha chiesto di concedergli un ballo, quindi vedrò di valutare questa sua proposta" mormorò infine, poggiando il bicchiere sul tavolo.

Rise leggermente e mi fissò con quei suoi occhi azzurro ghiaccio, belli da far ammattire anche un prete.

"Dave?" chiesi confuso.

"Dave Peters, il capitano della squadra di football del St. John. L'amico tuo e di Boyd" chiarì lei, come se ce ne fosse stato realmente bisogno.

Il sangue mi affluì al cervello al solo pensiero di loro due avvinghiati in pista e dovetti respirare per darmi una calmata e non sembrare uno psicopatico davanti a Chloe e tutto il tavolo dei miei amici.

Se quel pezzo di imbecille di Dave Peters pensava davvero che l'avrei fatto ballare con la sorellina del mio migliore amico senza protestare, si sbagliava di grosso.

"Non è un gran partito, bimba. Fidati di me, puoi trovare di meglio" dissi, fingendomi rilassato.

Lei rise di gusto e scosse la testa.

"È solo uno stupido ballo, Lu. Mica mi ha chiesto di uscire insieme" esclamò, guardandomi come se fossi improvvisamente impazzito.

Lui però avrà la possibilità di toccarti e starti vicino. Bastardo.

"Fai come vuoi, il mio era solo un consiglio" fui costretto a dire, con un tono più infastidito di quanto volessi.

Lei mi guardò con una strana espressione, però prima che potesse dire qualsiasi cosa, nel gazebo si diffusero le prime note della canzone degli sposi e Boyd prese subito sua moglie trascinandola in pista.

Chloe era completamente incantata dalla coppia di sposi che ballava al centro della sala e li guardava adorante. Teneva la testa appoggiata ad una mano e un sorriso le accennava appena sulle labbra piene e truccate.

"Sono così felice" mormorò ad un certo punto, asciugandosi una lacrima di commozione.

I suoi occhi erano lucidi per le lacrime trattenute, il che li rendeva possibilmente più limpidi e le guance erano arrossate poco sotto la spruzzata di piccole lentiggini.

Era incantevole.

Sorrisi dolcemente a quella visione e annuii anche io.

"Sei più bella quando sei felice" mi uscii di getto e mi resi conto troppo tardi di quanto mi fossi esposto.

Fanculo, era stupenda e non poteva non esserne consapevole.

Lei si girò così velocemente verso di me che alcune ciocche ricce si sciolsero dalla pettinatura e le ricaddero morbide ai lati del viso.

"È il secondo complimento che mi fai in una giornata, se continui così finirò per crederci e mi monterò la testa" scherzò con un sorriso, senza riuscire del tutto a nascondere il rossore che le copriva le guance.

Buttai indietro la testa e risi di gusto:

"Avanti, bimba, te l'ho già detto: sai di essere uno schianto e non hai bisogno che sia un'idiota come me a dirtelo"

Sgranò gli occhi chiarissimi, ma non ebbe il tempo di commentare, perché fummo interrotti da una voce maschile:

"E se per questo nemmeno da un'idiota come me, eppure sarei più che felice di fartelo notare. Il mio ballo promesso, signorina?"

Quello sfigato di Dave Peters.

Chloe spostò subito lo sguardo su di lui e rise per quelle stupide parole, facendomi provare una strana acidità di stomaco.

"Hai ragione, un debito è un debito" rispose, alzandosi e afferrando la mano che lui le porgeva.

Si lasciò portare in pista senza lanciarmi nemmeno uno sguardo ed io digrignai i denti sentendomi impotente di fronte a quella situazione.

"Se continui così te la lascerai scappare, amico" esclamò improvvisamente Jeremy, dall'altro capo del tavolo.

Sobbalzai alle sue parole temendo che qualcuno potesse averlo sentito, ma gli sposi erano in pista, così come lo era Gemma e, mio malgrado, Chloe.

Al tavolo rimanevamo solo io, Jeremy e Selina, che sorrideva sorniona alle parole del suo ragazzo.

Risi e scossi la testa, fingendo un'espressione confusa:

"Ma che cazzo dici, Jer? Sai che è come la mia sorellina minore" esclamai.

"No, è la sorellina minore del tuo migliore amico, ma questo non ti impedisce di sbavarle dietro" interruppe Selina, sorridendo di nuovo nel modo di chi la sapeva lunga.

"Ragazzi, non è come pensate. Non le sbavo dietro, vorrei solo proteggerla dagli sfigati come Dave. Per me è solo amicizia, una grande amicizia" insistetti.

Cercai di sembrare convincente in primis a me stesso, sforzandomi di ricordare che Chloe era mia amica da tutta la vita e che tale doveva restare. Poco importava se la maggior parte del tempo morivo dalla voglia di sapere com'era sotto ai vestiti attillati che indossava.

Il mio amico scosse la testa e ridacchió, continuando:

"D'altronde, non ti si può biasimare. Lo vede anche un cieco che non è più la ragazzina con il pigiama dei coniglietti che eravamo abituati a vedere a casa di Boyd. È cresciuta bene ed è uno schianto. Tutte quelle curve al punto giusto e..."

"Sta zitto, coglione" ringhiai interrompendo il mio amico, colto da un improvviso scatto d'ira per le sue parole.

Sapevo che aveva ragione, ma mi faceva infuriare il fatto che non fossi l'unico a notarlo.

"Cosa hai detto che era? Una grande amicizia?" rincarò Jeremy, con un sorriso da schiaffi.

Selina scoppiò a ridere ed io feci il terzo dito ad entrambi.

"Lo vedono tutti come la guardi, bello mio. Datti una svegliata" cantilenò ancora Selina.

Tutti?

Mi auguravo con tutto il cuore che fra quei "tutti" non ci fosse Boyd, anche se ripensandoci potevo stare tranquillo su quel fronte perché in caso affermativo avrei già avuto il naso spaccato.

Sbuffai e decisi di non rispondere, ma mi alzai dal tavolo per cercare qualcosa, o meglio qualcuno con cui ingannare il tempo.

Non dovetti camminare a lungo per il gazebo prima che una biondina stretta in un vestito rosa di pailettes, mi si avvicinasse con un sorriso.

"Come mai il testimone dello sposo girovaga tutto solo?" iniziò, con una voce fin troppo miagolante.

Mi cadde lo sguardo sulla scollatura abbondante del suo vestito ed improvvisamente dimenticai il fastidio che il suo tono di voce mi aveva provocato, così la guardai con un sorriso.

Quello era il mio posto. Quello era ciò che sapevo fare.

'Fanculo a Chloe e Dave che ancora ballavano.

"Forse aspettavo una bionda mozzafiato come te per scendere a scatenarmi in pista" mormorai suadente verso la ragazza pailettes.

Lei rise e mi tese la mano.

"Sono Daya ed ero in classe con Blaire all'accademia di danza" si presentó, guardandomi da sotto in su e facendomi notare le sue ciglia lunghissime e ben poco naturali.

Mi presentai a mia volta e le feci il baciamano.

Questa roba della cavalleria con le donne funzionava a meraviglia.

La portai in pista e lei mi si appoggiò immediatamente contro, mentre ballavamo molto più vicini di quanto fosse necessario. Aveva un profumo dolce, anche se troppo intenso e dovetti allontanarmi leggermente.

Lo sguardo mi cadde inevitabilmente verso la testa riccioluta di Chloe a pochi metri di distanza, che si piegava mentre lei scoppiava a ridere ad una battuta, sicuramente squallida, di Dave.

Lui le teneva la mano fin troppo vicina al sedere, ma lei non sembrava affatto infastidita dalla situazione.

Con lo stomaco stretto in una morsa di tensione, guardai Boyd e lo vidi concentrato a ballare con la madre di Blaire. Lui la reggeva poiché la signora Cannon era malferma sulle gambe, essendo solitamente abituata alla sedia a rotelle.

In un attimo capii che toccava a me intervenire prima che lo stronzo le mettesse le mani in punti dove non batteva il sole.

"Dina, ti dispiace se andiamo più verso il centro?" dissi di scatto alla ragazza pailettes, che per tutta risposta mi guardò storto.

"Il mio nome è Daya" esclamò scocciata.

Le sorrisi in segno di scuse, ma la realtà era che volevo solo arrivare il prima possibile da Chloe.

Ci spostammo, dunque, tra le persone che si agitavano in pista e quando fummo praticamente a pochi centimetri da Chloe e Dave, ripresi Daya tra le braccia e riniziai a ballare, mantenendo il contatto visivo.

Ero infastidito dal fatto che Chloe non si fosse ancora accorta di me, ma che continuasse a ridere e a tenersi alle spalle muscolose di Dave, allora allungai una mano e le tirai una ciocca di capelli ricci.

Lei si girò di scatto e sorrise quando mi vide, salutandomi ma rigirandosi subito verso il suo accompagnatore.

Cosa?

Sbuffai e Daya mi guardò confusa.

"Scusa, ti sto annoiando?" mi chiese, alzando la voce sopra la musica.

"Ma certo che no, tesoro. Solo che fa veramente caldo qua dentro" risposi, appigliandomi alla prima scusa che mi era venuta in mente.

Lei cambiò improvvisamente atteggiamento alle mie parole e assunse uno sguardo malizioso. Mi passò un dito fra i bottoni della camicia, toccandomi direttamente il petto.

"Potremmo andare fuori a prendere una boccata d'aria, se ti va" miagolò in tono suadente.

In un'altra occasione l'avrei già portata in bagno per una sveltina, ma in quel momento non riuscivo a staccare gli occhi da Chloe ancora avvinghiata a Dave.

Non era gelosia, volevo solo proteggerla.

"Certo, è una buona idea, ma prima voglio salutare un'amica" le risposi.

La portai verso di loro e Daya mi seguì scocciata.

Mi chinai sui ricci raccolti di Chloe e il suo profumo di shampoo alla vaniglia mi investí.

"Bimba, non pensi che faccia troppo caldo per ballare così a lungo senza pause?" esclamai nel suo orecchio, facendola sobbalzare.

Chloe si girò verso di me, staccandosi appena da Dave, che però le si mise alle spalle con fare... protettivo?

Quello sfigato aveva bisogno di una svegliata, cazzo.

"Si, hai ragione, ma il tempo mi è davvero volato!" rispose lei, con un sorriso a illuminarle il viso angelico.

"Concedi un ballo anche a me?" mi decisi a chiederle finalmente, ma Daya interruppe quel momento prendendomi per un braccio e iniziando ad appoggiarsi con la testa sulla mia spalla.

Chloe seguì quel gesto con lo sguardo prima di rispondermi:

"Perché invece non mi presenti la tua amica?" disse, con un tono che mi parve infastidito.

"Non è una mia amica, l'ho appena conosciuta" dissi d'impulso e giustamente Daya si incazzò.

"Ma vaffanculo, me ne vado che ho già perso abbastanza tempo. Divertitevi voi due" sbottò la ragazza pailettes, lasciando il mio braccio.

Giró sui tacchi infuriata e sparì tra la folla che si dimenava in pista senza degnarmi più di uno sguardo.

Me lo meritavo perché ero uno stronzo, ma non riuscivo a far sì che mi importasse in quel momento. Tutta la mia attenzione era focalizzata sul viso di Chloe, corrucciato in una smorfia di fastidio.

"Non la segui?" chiese stupita, seguendola con lo sguardo.

"No" risposi subito e senza esitare.

Pensai di fare una buona impressione su di lei con quella risposta, invece Chloe scosse la testa e scoppiò a ridere, dandomi una risposta che mi raggelò:

"Sei sempre il solito, non cambierai mai"

Era vero, ma detto da lei mi fece stranamente male.

Fece per rigirarsi verso Dave, ma io incrociai lo sguardo del mio amico e lui in un attimo capì:

"Oh cazzo, Lu, non ne avevo idea. Scusami"

Si staccò da lei e battè velocemente in ritirata, con Chloe che lo guardava a bocca aperta.

"Ma che cavolo... che cazzo gli hai detto?" sbottò verso di me ed io non riuscii a trattenermi e sghignazzai.

"Non gli ho detto nulla, bimba"

"Invece si! Un attimo fa ballavamo insieme e ora se ne va senza degnarmi di uno sguardo!" esclamò ad alta voce.

"Non ci hai perso nulla, credimi" le dissi, senza riuscire del tutto a nascondere la mia soddisfazione.

Non so se fu il mio tono tranquillo e noncurante o fu qualcosa d'altro nel mio atteggiamento, ma dal rossore che le stava risalendo dal collo al viso, capii che l'avevo fatta infuriare.

"Questo dovevi farlo decidere a me! Pensi ancora che sia una bambina che non sa cavarsela da sola?!" sbottò con il viso arrossato dalla rabbia.

"Non ho detto quest... hey!"

Non riuscii a finire la frase che lei mi girò le spalle infuriata e se ne andò a grandi passi da me.

Pur indossando dei tacchi vertiginosi, era sorprendentemente veloce ed io non ci pensai un attimo a correrle dietro, sgomitando tra la gente che rideva e ballava per passare.

La seguii fino all'esterno del gazebo, dove la vidi aprire con rabbia la pochette viola scuro che teneva in mano, tirare fuori il pacchetto di sigarette e accendersene una in maniera nervosa.

Ne presi anche io una dal pacchetto che tenevo in tasca e tirai una prima, lunga boccata di tabacco prima di parlare:

"Quanto sei incazzata da uno a dieci?" iniziai, tanto per tastare il terreno.

Mi dava le spalle e non la vedevo in viso, ma solo il suo tono mi diede la risposta:

"Undici" sbottò, glaciale.

"Oh, avanti, bimba. Che ho fatto di così terribile? Ti sei innamorata di quello sfigato in mezz'ora?" risposi, tenendo un tono leggero per cercare di sdrammatizzare.

Fu una pessima idea.

Lei si girò di scatto verso di me e la sua espressione era possibilmente ancora più nera, anche se dannatamente carina.

"Non è questo il punto, Luke! Sono mai venuta ad interromperti mentre eri con una delle tue tante, troppe, ragazze senza nome? Te lo dico io, MAI. E sai perché? Perché io ti rispetto, rispetto le tue idee e le tue convinzioni. Ti tratto come una persona, non come un cazzo di bambino da proteggere e imboccare!" sbroccò lei a voce alta, facendomi di colpo passare il ghigno dalla faccia.

Aveva completamente stracapito il mio comportamento.

"Chloe, non è come pensi. Io ti rispetto come persona" mormorai, sinceramente dispiaciuto che avesse potuto pensare il contrario.

Lei si girò nuovamente dandomi le spalle e la vidi stringersi le braccia intorno al corpo mentre tremava leggermente. Mi avvicinai ed inalai un po' del suo profumo irresistibile, dovendo resistere all'impulso di stringerla a me.

"Chloe..." la richiamai, visto che non mi guardava nemmeno più in faccia.

"Vattene via, per favore" mormorò.

"Non me ne vado finché non so che abbiamo chiarito le cose tra noi, sai quanto tengo a te" esclamai, cercando di farla girare verso di me.

Lei si girò e piantò gli occhi di ghiaccio nei miei, incollandomi al mio posto.

"Tieni a me? Come una sorellina minore da proteggere? In tal caso non ne ho bisogno, ho già un fratello maggiore e ti assicuro che mi va benissimo" sbottò, con un sorriso amaro in viso.

La guardai confuso, però il cuore aveva improvvisamente iniziato a battermi più forte.

Guardai il suo viso delicato, le lentiggini spruzzate ad arte, le lunghe ciglia nere che le delineavano occhi capaci di illuminare il buio e i folti capelli scuri e ricci che la incorniciavano tutta.

Era stupenda, era davvero solo istinto di protezione quello che provavo per lei?

Sapevo che non era più così da anni, ma non avrei mai potuto permettermi di fare nulla. Non a lei. Non alla ragazza a cui tenevo così tanto da tutta la vita.

"Non sono il ragazzo per te, Chloe. Meriti molto, molto di più" mormorai e, quasi d'istinto, allungai una mano per sfiorarle una guancia morbida.

Lei si lasciò toccare, ma appena le mie dita la sfiorarono, si risvegliò come da uno stato di trance e si allontanò in fretta da me.

"Lo so, infatti non ho mai detto di volerti"

Avrei dovuto essere felice per quelle parole, sollevato perlomeno. Invece mi raggelarono.

A Chloe non ero mai piaciuto? Erano sempre state solo fisse mie le vibrazioni che avevo avvertito tra di noi, gli sguardi che lei mi lanciava?

"Sei una ragazza sveglia, allora" riuscii solo a mormorare, con l'amaro in bocca.

"È un piacere sentirtelo dire" disse, prima di spegnere la sigaretta a terra e superarmi a grandi passi per rientrare nel gazebo.

Per tutto il resto della cerimonia, il clima fra noi fu di una freddezza glaciale. Lei mi rivolgeva la parola soltanto se era strettamente necessario e fui sicuro che tutti i nostri amici seduti al tavolo ebbero modo di accorgersene, eccetto gli sposi che erano troppo assorti dal contesto e uno dall'altra.

Quella sera infine mi addormentai vicino alla bionda della festa, di cui di nuovo mi ero scordato il nome.

Fissando come il vestito rosa di pailettes giacesse abbandonato su quello sporco pavimento di motel e con la testa ancora alle parole gelide di Chloe, per la prima volta nella mia vita mi sentii incompleto.

***
AMICI ECCOCI DI NUOVO
Che ne pensate di questo nuovo capitolo?
Fatemi sapere i vostri pensierini e le vostre opinioni, perché leggervi mi aiuta sempre a migliorarmi.

Un bacino e ci rivediamo alle 50 letture su questo per il prossimo capitolo!

Vi voglio bene✨♥️

-B

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