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Capitolo nono *Chloe*

La campanella trillò segnando la fine dell'ora di antropologia culturale ed io e Becca ci alzammo in piedi, raccogliendo le nostre cose.

"Ho una fame incredibile, giuro che stavo contando i minuti alla pausa pranzo" esclamò la mia amica.

Risi e la seguii nell'affollato corridoio, dirette alla mensa dell'ateneo.

Già in fila, con il suo vassoio in mano, c'era Glen, che quando ci vide ci fece un segno con la mano affinché lo raggiungessimo.

"Quali prelibatezze ci propongono oggi?" chiesi al mio amico mettendomi in fila dietro di lui.

"Abbiamo spaghetti con un sugo verde di materia probabilmente aliena, pizza che a vederla sembra più gommosa di un chewingum e alle fettine di carne non mi ci avvicinerei nemmeno" rispose il mio amico, facendo scoppiare a ridere me e Becca.

"Meraviglioso!" esclamai ironicamente.

Quando arrivò il mio turno presi solo un piatto di verdure grigliate e, non fidandomi che nient altro fosse davvero commestibile, un pacchetto di patatine al formaggio.

Andammo a sederci al nostro solito tavolo, quando d'improvviso sentii qualcuno sedersi accanto a me.

Dave mi diede un bacio sulla guancia e mi sorrise.

"Ciao" esclamò verso me e i miei amici, poggiando il suo vassoio ricolmo di cibo al mio fianco.

Il mio cuore fece un balzo quando incrociai i suoi luminosi occhi grigi ed ingoiai una grossa dose di senso di colpa prima di riuscire a sorridergli a mia volta.

"Hey" risposi, con più convinzione che riuscii a metterci.

Mi odiavo per quello che avevo fatto la sera prima, ossia baciare Luke, perché Dave mi piaceva sul serio e non se lo meritava. Ma quello sarebbe rimasto un segreto, non lo avrebbero mai saputo nemmeno Becca o Glen.

"La mangi davvero tutta quella roba?" esordì Glen, indicando il vassoio di Dave, che effettivamente straboccava di cibo.

Lui rise con la sua voce profonda ed annuì.

"Con tutti gli allenamenti che mi tocca fare, devo pur carburare in qualche modo, amico" rispose poi.

"La pizza non ha un gran bell'aspetto" intervenni io, fissando la pizza dall'aspetto gommoso che giaceva di fronte a lui.

"In realtà è meno male di quanto sembri. Aspetta, assaggia"

Cogliendomi alla sprovvista mi allungò la fetta davanti al viso e attese finché io non la addentai.

"Effettivamente non è malaccio" constatai alla fine, una volta che ebbi inghiottito.

Lanciai uno sguardo a Glen che fulmineo mi fece un occhiolino, quasi a suggellare un tacito accordo tra noi.

"Mi dispiace dovervi abbandonare, ma devo passare nello studio del professor Graham prima della prossima lezione" disse poi il mio amico, alzandosi in piedi.

Diede una visibile gomitata a Becca che si riscosse all'istante:

"Oh.... ehm, si. Anche io devo fare un salto in biblioteca, quindi devo andare" esclamò lei di scatto.

In quel momento avrei preferito che il suolo si aprisse sotto di me e mi facesse sprofondare per evitare quell'imbarazzo.

I miei amici erano dei pessimi inventa-balle, quello era sicuro.

Ci salutarono entrambi ed in men che non si dica io e Dave ci trovammo soli al tavolo, divisi solo dai nostri vassoi.

"Qualcosa mi dice che hanno voluto lasciarci soli" disse lui con un sorriso.

"Si, beh... scusami, sanno essere davvero... inopportuni se vogliono" balbettai con una risatina.

Lui rise e il pomo d'Adamo sulla sua gola fece su e giù.

"Non scusarti, sono contento di come si è appena trasformata la situazione" disse poi, facendomi arrossire.

Sorrisi e non risposi, cercando di mascherare il mio imbarazzo addentando una patatina.

"Ho ripensato molto alla cena dell'altro giorno, sai?" aggiunse lui, spezzando il silenzio che si era creato.

"Ah si? E su cosa in particolare?" gli chiesi, rigirandomi a guardarlo.

"Ho pensato a quanto sono stato bene. Come da tanto non mi succedeva. Tu mi piaci davvero, Chloe"

Mi sentii il cuore in gola a quelle parole, ma non per le emozioni che avrei voluto provare: dentro di me si agitava un terribile rimorso mentre ripercorrevo le sensazioni delle labbra di Luke premute sulle mie.

"Sono stata molto bene anche io, davvero" risposi.

Ed era la verità. Dave era semplice, in lui non c'era nulla che potesse ferirmi, confondermi o tenermi lontana. Lui semplicemente era un bravo ragazzo che faceva esattamente al caso mio.

Il suo viso si aprì in un sorriso luminoso che gli fece socchiudere leggermente gli occhi grigi.

"Allora non resta che ripeterla. Che ne dici di stasera? Troppo poco preavviso?"

Decisi di scacciare dalla mia mente una volta per tutte il viso di Luke. Non avrei lasciato che mi tormentasse un minuto di più, così annuii verso Dave.

"Stasera è perfetto. Cosa avevi in mente?"

"C'è una festa alla confraternita, nulla di speciale ma sono ben organizzate e farci un salto ne vale la pena. Se invece non ti va di andarci possiamo andare al cinema o..."

"La festa va benissimo" lo interruppi.

"Fantastico, passo a prenderti alle nove"

"Cosa devo mettermi?" gli chiesi ancora, sentendomi leggermente stupida.

Non ero esattamente quello che si definiva un animale da festa, raramente, anzi, partecipavo a quelli che a tutti gli effetti erano i rituali sociali del college.

Dave mi sorrise e si chinò a darmi un altro bacio sulla guancia.

"Non importa, sarai uno schianto con qualsiasi cosa addosso"

Sentii le mie guance immediatamente più calde davanti al suo sguardo.

Quel ragazzo era davvero un tesoro.

"Sai indubbiamente come corteggiare una ragazza, eh?" mormorai per mascherare il mio imbarazzo.

"Con te ci provo" rispose lui alzando le spalle.

La campanella ci avvisò entrambi dell'inizio delle successive lezioni e ci alzammo dal tavolo.

"Ci vediamo stasera, allora" disse Dave.

"Si, certo"

"Non vedo l'ora" aggiunse poi facendomi l'occhiolino, prima di girarsi e sparire nel corridoio.

Stavolta non fare stupidaggini, Chloe.

Mi riscossi dai miei pensieri e con un sospiro mi incamminai anche io verso la mia successiva lezione.

*

"La mia sorellina va ad una festa della confraternita senza di me?" tuonò dall'altro capo della linea la voce di mio fratello.

Alzai gli occhi al cielo e incastrai il telefono tra l'orecchio e la spalla, mentre cercavo disperatamente nell'armadio qualcosa da mettermi.

"Boyd, quante volte te lo devo dire che ho superato da un po' i dieci anni?" esclamai a mia volta e sentii in sottofondo la risata di Blaire.

"Ben detto, Chloe. Digliene quattro" esclamò poi mia cognata.

Risi e sentii Boyd sbuffare sonoramente.

"Sai quanto me ne importa. Tu sarai sempre la mia sorellina. Vai con Becca e Glen?"

Ecco d'improvviso la domanda che più temevo mi facesse.

Mio fratello aveva un'innata capacità di capire quando mentivo, quindi provarci sapevo già che era inutile.

"Non proprio... o meglio, loro penso ci saranno in ogni caso..." glissai, sperando che gli fosse sufficiente come risposta.

Afferrai una gruccia dall'armadio con un vestito nero aderente e me lo accostai al corpo davanti allo specchio.

Carino, ma forse troppo pretenzioso.

"Non proprio cosa dovrebbe dire? Con chi vai?" insistette mio fratello, che ovviamente non si accontentava di mezze risposte.

Sbuffai e lanciai il vestito nero sul letto, esasperata sia dall'insistenza di Boyd che dalla carenza del mio guardaroba.

"Con un ragazzo, d'accordo?" mi arresi, pronta alle reazioni che si sarebbero scatenate.

"Cosa? E chi è? Lo conosco? Frequenta il St. John's?" partì infatti a raffica.

"Boyd, non pensi che io abbia anche diritto alla mia privacy?" risposi, a metà tra l'esasperazione e il divertimento.

"Stronzate! Quando mai tra noi è esistita la privacy?" sbottò subito lui.

Afferrai dall'armadio un altro vestito, questa volta in seta viola, lungo fino a poco sopra il ginocchio e con uno spacco su un lato.

Oh, finalmente!

Quello sì che era perfetto: elegante ma al contempo adatto ad una serata come quella che mi attendeva.

"È Dave" mi arresi alla fine.

"Dave Matthews? Davvero?"

"Si, Boyd, davvero"

Seguirono alcuni secondi di silenzio dall'altra parte della linea, necessari a far metabolizzare a mio fratello che la sua sorellina usciva con uno dei suoi amici.

Pregai tra me e me che non desse di matto, più che per me, per sua moglie Blaire, visto che non pensavo che mia cognata avesse voglia di subirsi i suoi nervosismi durante la luna di miele.

"Okay" disse infine, cogliendomi alla sprovvista.

"Solo... okay?"

"Si. Lui è un tipo apposto, un bravo ragazzo"

Già lo sapevo, ma sentirmelo dire da mio fratello fu un quid in più.

"Wow, quindi lo approvi?" esclamai stupita che fosse stato così semplice.

"Approvarlo è ancora una parola grossa. Dovrò prima parlargli e fargli capire che..."

"Boyd, ti prego, usciamo insieme da pochissimo. Potresti aspettare un altro po' prima di decidere di mettermi mortalmente in imbarazzo?" lo interruppi subito.

Lo sentii sospirare prima di rispondermi.

"D'accordo, concesso"

Parlammo ancora un po' di come stesse procedendo la luna di miele, mi descrissero gli incredibili paesaggi della Polinesia e poi ci salutammo.

Una volta che ebbi chiuso la chiamata, indossai il vestito prescelto e poi passai al trucco, che si limitò ad una passata di mascara ed un gloss color mattone sulla labbra. I capelli mi limitai a spazzolarli, preferendo, per quella sera, tenerli nei miei ricci naturali.

Qualche minuto prima delle nove ero già pronta, così ne approfittai per scendere ad aspettare Dave in strada.

Lasciai la mia stanza al dormitorio deserta, ma la cosa non mi colpì: da quando era tornata insieme a Mike, vedevo assai di rado la mia coinquilina Clarisse.

Quando aprii il portone del dormitorio trovai Dave ad aspettarmi appoggiato alla fiancata della sua macchina, anche lui in anticipo.

Indossava una camicia verde scuro in lino e dei pantaloni larghi color cachi. 

Stava davvero bene.

"Non avevo sbagliato a dire che qualsiasi cosa ti saresti messa saresti stata uno schianto" esordì lui sorridendomi.

Io arrossii e lo raggiunsi.

"Anche tu stai molto bene"

Lui mi sorrise ancora e mi aprì la portiera dell'auto.

"Mi permetta di scortarla alla nostra meta" esclamò in tono enfatico.

Risi e salii a bordo dell'auto.

Il tragitto verso la confraternita fu breve ed avvertii le vibrazioni della musica ancora prima che arrivassimo.

Quando girammo l'angolo e Dave parcheggiò fuori dalla confraternita, capii che "festa niente di che" era senz'altro un eufemismo: l'edificio brulicava di gente già dall'esterno, non volevo nemmeno pensare alla calca che avremmo trovato all'interno.

Scendemmo dalla macchina e Dave girò per raggiungermi, intrecciando le dita di una mano alle mie.

Per un attimo quel gesto mi paralizzò, ma mi riscossi quasi subito e decisi che andava bene. Se avevo deciso di dargli un'occasione, dovevo dargliela fino in fondo.

Gli sorrisi e lui ricambiò, chiedendomi:

"Sei pronta?"

Annuii e lui mi portò verso l'ingresso della festa, dove fummo costretti a sgomitare per passare tra masse di studenti alticci.

Dave si fermò un paio di volte a salutare, ma non lasciò mai la mia mano ma anzi, si occupò di presentarmi a chiunque incontrassimo.

Mentre era impegnato a parlare con un compagno di squadra, avvertii d'improvviso una sorta di elettricità che mi percorse la nuca e la spina dorsale. Mi venne la pelle d'oca sulle braccia e capii prima ancora di alzare lo sguardo a chi era dovuta quella scarica elettrica.

Luke era a qualche metro di distanza, teneva in mano un bicchiere di plastica ed indossava una t shirt nera e dei jeans chiari.

I capelli biondo cenere, più corti ai lati e più lunghi superiormente, erano scompigliati ad arte ed i suoi occhi blu erano fissi su di me.

Era bellissimo come sempre e la gola mi divenne secca, ma fu la sua reazione quando provai a salutarlo che mi impietrii: non ricambiò il mio cenno, ma anzi puntò lo sguardo sulla mia mano intrecciata a quella di Dave e rimase immobile.

Il mio cuore aveva già raggiunto, in maniera stupida ed ingiustificata, il record di battiti per minuto, ma ebbe ancora un'impennata quando vidi Luke muoversi  e venire con passo deciso nella mia direzione.


***

Amiciii,

Nuovo giovedì = nuovo capitolo!!!

Che ne pensate?

Bacini!!

-B

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