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Capitolo dodicesimo *Luke*

Sentivo il profumo di vaniglia e le sue mani fresche a contatto con la pelle del mio viso, un vero e proprio sollievo.

"Becca, è tutto okay, davvero, andate a casa. Siete qui da ore" la sentii dire.

"Sai che puoi chiamarci in qualsiasi momento della notte, vero?" disse Glen.

"Certo che lo so. Grazie per tutto quello che avete fatto, ragazzi"

"Dovrebbe essere lui a ringraziare" mormorò secca Becca.

Sentii la lieve risatina di Chloe e poi tutti e tre uscirono dalla stanza, immaginai che li stesse accompagnando alla porta.

Qualche istante dopo l'avvertii tornare nella mia camera e sedersi sul letto accanto a me, sospirando.

"Che diavolo stai combinando, Chloe?" mormorò tra sè e sè, convinta che non la sentissi.

Aprii gli occhi e per un attimo la stanza vorticò paurosamente, facendomi avvertire una violenta nausea.

"Hey..." riuscii a mormorare.

Lei fece un balzo sul materasso e si girò di scatto verso di me.

"Ti sei ripreso, finalmente"

Era ancora vestita allo stesso modo della festa, con quel vestito aderente che mi faceva uscire di testa, ma si era legata in uno chignon disordinato i capelli ricci ed il trucco le era lievemente colato sotto gli occhi.

"Sei bellissima" mi uscii di getto, senza che riuscissi a trattenermi.

La ragazza più bella che avessi mai visto.

Lei sobbalzò quasi l'avessi colpita a quelle parole, ma non accennò nessun sorriso.

"Luke io non so che ti sia preso questa sera ma... ci devi dare un taglio. Così non possiamo andare avanti"

Cosa mi era preso? Ero ossessionato da lei, cazzo.

Vederla con un altro era un pugno nello stomaco ed una sofferenza che mi ero scoperto non in grado di gestire.

Mi alzai a sedere sul letto puntandomi con le braccia sul materasso ed appoggiai la schiena contro la testiera.

"Perchè sei qui con me e non con Dave?" le chiesi, forse perchè ero sadico, forse perchè una parte di me aveva troppo bisogno di sentirlo.

Chloe sbuffò esasperata e si alzò dal letto di scatto, camminando su e giù per la stanza:

"Vedi? Ecco quello che fai: tu godi del fatto che ora io sia qui da te, che abbia di nuovo messo in pausa la mia vita per te. Che per quanto io mi sforzi di ignorare questo sentimento, qualcosa mi tenga irrimediabilmente legata. Odio come questa cosa mi faccia sentire debole, Luke e odio che tu te ne approfitti in questo modo" sputò come un fiume in piena, senza mai riuscire a guardarmi.

"Chloe..." sussurrai con il cuore in gola.

"No, Luke, sai che ho ragione. Questo non è voler bene, se tu mi volessi bene vorresti la mia felicità e invece tu continui sempre a cercare di minarla" continuò lei senza fermarsi, la voce leggermente rotta.

"Sei felice con lui?" riuscii ad interromperla, facendole la domanda che fra tutte mi terrorizzava di più.

Lei si bloccò ma non mi guardò.

"Lui mi rende serena"

"Chloe, guardami e rispondimi, per favore"

Visto che non accennava ad alzare gli occhi su di me, mi alzai in piedi e camminai finchè non le fui davanti, poi le presi il viso tra le mani.

Quando i suoi occhi color ghiaccio si incatenarono ai miei, sentii cedermi le gambe. Erano puri come lei, sinceri, bellissimi.

Quell'elettricità statica che scorreva tra di noi quando eravamo così vicini, non potevo sentirla solo io. Era troppo potente, totalizzante, toglieva il fiato.

"La senti questa cosa tra di noi? Dimmi che non la sento solo io. Dimmi che non la senti allo stesso modo con lui, Chloe" sussurrai, a pochi centimetri dal suo viso.

Il suo respiro mi solleticava, eravamo tanto vicini che mi sarebbe bastato piegare la testa per baciarla.

"Non posso perdonarti sempre tutto, Luke. Questa sera hai tirato fuori il peggio di te ed io sono comunque qui. Lo capisci che non è giusto?" sussurrò lei.

Certo che lo capivo, eppure la parte malata e marcia di me non riusciva a non gioirne.

Sospirai e le scostai dal viso un riccio ribelle che le era sfuggito dallo chignon. Appena le mie dita le sfiorarono la guancia, le sue palpebre fremettero.

"Mi sono sbronzato, Chloe, volevo solo smettere di pensare. Non avrei dovuto prendere a pugni Dave, ne sono pienamente consapevole, ma quando lui ha sentito il bisogno di proteggerti da me, sono impazzito. Io non ti sfiorerei mai nemmeno con un dito, preferirei farmi tagliare un braccio piuttosto che farti del male. Te lo giuro, io..."

"Lo so" mi interruppe lei prima che potessi finire "Ti conosco e so che non mi metteresti mai in pericolo volontariamente, ma non capisco perchè tu debba comportarti così. Dave non è qualcuno dal quale proteggermi, mi tratta benissimo ed è davvero un bravo ragazzo. Eppure a te non sta bene ed ho bisogno che una volta per tutte tu mi dica perchè"

I suoi occhi mi fissavano caparbi e luminosi nell'attesa di una risposta.

Non potevo più scappare, forse non volevo più farlo: l'ipotesi di perderla davvero non era mai stata tanto vicina e ne ero terrorizzato.

Le ripresi il viso tra le mani e mi presi qualche altro secondo per guardarla: il visetto tondo incorniciato da quei folti capelli ricci, le labbra carnose e del colore di una fragola, la spruzzata di lentiggini sopra il naso all'insù.

"Perchè, bimba..." mi fermai, per prendere un sospiro "...non riesco a vederti insieme a qualcun altro"

"Dimmi perchè" chiese lei in un sussurro.

"Perchè non ho mai provato questa attrazione per nessuna tranne che per te" dissi infine.

Lei sembrò sciogliersi a quelle parole, come se qualcuno le avesse improvvisamente levato un peso dalle spalle.

"Ma tu non sei fatto per le relazioni..." obiettò poi, in tono lieve.

Non perchè lo voglia, ma perchè non ne sono più capace.

"E' vero" fui costretto a rispondere, nonostante fu come incidersi la carne con un coltello.

Con te la vorrei, se solo ne fossi ancora in grado.

"Sono consumata da anni da questa attrazione per te, Luke. Vorrei farla passare una volta per tutte, ma ormai penso ci sia solo un modo" disse e vidi nei suoi occhi una luce diversa, quasi animalesca.

"Insegnalo anche a me" mormorai.

"Questo è l'unico modo..."

In un attimo incollò le labbra alle mie con forza, avvolgendo tutti i miei sensi in pochi istanti.

L'afferrai per i fianchi e lasciai che si saziasse di me, come io lo feci di lei: fu irruento, disperato, violento.

Le nostre lingue danzavano insieme, ma fu quando lei gemette contro le mie labbra che temetti di perdere il controllo.

"Cristo, Chloe..." sussurrai, staccandomi l'istante che serviva a riprendere fiato.

"Shh..." rispose lei, mettendo le mani sull'orlo della mia maglietta e cominciando a sollevarmela.

"Che stai facendo?" ansimai, riscuotendomi per un momento, anche se mantenere la concentrazione era difficile mentre la sua bocca era sul mio collo.

"Magari così ci passerà una volta per tutte e riusciremo ad andare avanti"

Le afferrai all'istante i polsi per fermarla e la guardai negli occhi trasparenti come il cristallo.

"Non possiamo, bimba"

"Non mi vuoi?" chiese lei, le guance arrossate e gli occhi sgranati.

Mi lasciai andare ad una risatina a quelle parole, tanto erano assurde.

Le passai due dita sulla guancia e lei appoggiò il viso contro la mia mano.

"Dio, non hai idea di quanto io ti desideri" mormorai.

"E allora qual'è il problema, Luke? Non è la mia prima volta"

"Non è giusto, bimba. Non meriti questo"

Lei sbuffò e mi spinse sul petto fin quando non inciampai contro il materasso e ci finii seduto. Poi mi salì cavalcioni e appoggiò di nuovo le labbra sulle mie, mandandomi in cortocircuito qualsiasi pensiero razionale.

Mi imponevo l'autocontrollo, ma non ero di certo un santo ed avere addosso la ragazza che più desideravo al mondo e sforzarmi di non toccarla era una tortura vera a propria.

"Smettila di decidere per me. Ti voglio, Luke, voglio che mi passi questa attrazione così forte per te"

Quelle parole furono come una liberazione, una detonazione dentro di me.

Magari aveva ragione lei, magari averci per una notte avrebbe liberato entrambi dalla soffocante attrazione che ci univa. Magari così lei avrebbe potuto andare avanti ed io sarei riuscito a lasciarla in pace.

"Smettila di pensare..." sussurrò lei nel mio orecchio, prendendo poi il mio lobo tra i denti.

Afferrai il suo viso tra le mani e la baciai con forza, lasciandomi finalmente andare.

La presi in braccio, mi alzai in piedi e la lasciai cadere contro il materasso, per poi distendermi subito sopra di lei.

Sentivo aderire i nostri corpi, ma non era ancora abbastanza: avevo bisogno di sentire la sua pelle, di respirare fino in fondo quel profumo di vaniglia.

"Girati" sussurrai.

Lei lo fece ed io le abbassai piano la zip del vestito, godendomi ogni secondo della sua pelle nuda che si apriva sotto i miei occhi.

Non appena glielo ebbi sfilato, la ripresi per i fianchi e la voltai di nuovo sotto di me, affinchè potessi guardarla negli occhi.

Non portava il reggiseno e il suo braccio andò subito a coprirla, mentre il suo viso si tingeva di rosso.

"Non coprirti: mi togli il fiato" sussurrai, incantato da tutta quella bellezza.

Mi abbassai a baciarla sul viso e sul collo e lei sospirò.

"Sei ancora troppo vestito" disse poi, mettendo di nuovo le mani sull'orlo della mia maglietta.

L'aiutai a togliermela alzando le braccia e lei passò le dita delicate sul mio petto nudo e l'addome, riempiendomi di scariche elettriche il corpo.

"Toccami ancora" ansimai.

Nessuna era in grado di darmi quelle sensazioni con così poco, ero ancora per metà vestito eppure ero già al limite.

Chloe mi tirò verso di sè facendo aderire i nostri toraci ed entrambi sospirammo quando fummo a contatto diretto.

"E' incredibile" le sussurrai nell'orecchio, per poi scendere a baciare tutta la pelle d'oca che le si era formata sulle braccia.

La baciai su tutto il corpo, non tralasciando nemmeno un punto ed i suoi ansimi ed i suoi gemiti erano la migliore ricompensa che potessi desiderare.

Quando si inarcò tremante sotto di me, mi tolsi quel che ancora avevo addosso e mi ridistesi sopra di lei, finalmente pelle contro pelle e nulla a dividerci.

"Sei sicura, bimba? Non deve succedere per forza stanotte" mormorai guardandola nel viso adorabilmente arrossato e spostandole alcune ciocche ribelli dal viso.

"Se me lo chiedi ancora una volta giuro che mi metto ad urlare" rispose lei, facendoci ridere.

Ma la risata si spense in entrambi quando fui di nuovo sospeso sopra di lei, bloccato dal suo sguardo ardente.

"Fallo, Luke, ti prego, fallo" sussurrò lei e per me fu abbastanza.

In un attimo eravamo una cosa sola e non avrei saputo descrivere nemmeno provandoci le sensazioni che mi invasero: ero improvvisamente nel mio posto nel mondo.

Lei urlò ed io la baciai finchè non riuscii a spegnere almeno in parte il fuoco che mi ardeva dentro, continuando a muovermi senza sosta. Ancora ed ancora.

"Luke..."

Sentirla pronunciare il mio nome fu sufficiente e mi accasciai su di lei svuotato di tutte le mie forze, ancora con le sue gambe strette sui miei fianchi.

"Dio, Chloe..." ansimai sul suo collo.

Restammo in silenzio per un tempo indefinibile, ancora intrecciati e con il respiro corto.

Ora che avevo capito che cos'era, come potevo accontentarmi di una volta sola?

Non ne avrei mai avuto abbastanza.

"Penso di essere morta..." mi raggiunse la flebile voce di Chloe da sotto di me.

Risi e rotolai in modo da finire al suo fianco sul materasso, ma non ero ancora pronto a staccarmi da lei, così la tirai per i fianchi affinchè i nostri visi non fossero che a pochi centimetri.

"Apri gli occhi bimba" mormorai, poichè continuava a tenerli serrati.

Lei lo fece e mi ritrovai davanti quelle iridi tanto trasparenti da potermici quasi specchiare.

"Non so che dire, Luke" sussurrò lei, spegnendomi improvvisamente il sorriso che avevo stampato in faccia.

"Chloe, ti ho fatto male per caso? Ti sei pentita?" le chiesi subito, il cuore in gola.

"NO! No, non intendevo assolutamente questo. E' che è stato incredibile, ha superato ogni mia aspettativa, ecco" mormorò timida, mentre distoglieva lo sguardo.

Il sollievo si aprii in me in modo violento.

Incredibile lo aveva definito.

Lei era incredibile, dannazione.

"Lo è stato anche per me. Meglio di qualsiasi aspettativa" risposi, con un sorriso.

Mi gettò le braccia al collo e mi abbracciò senza dire nulla ed io ricambiai la stretta, affondando il viso nel suo collo e inspirandone l'odore, che era un misto del mio e del suo.

La tenni stretta fin quando sentii il suo respiro regolare, così mi staccai leggermente per guardarla: Chloe si era addormentata, con le labbra leggermente dischiuse e riccioli di capelli ribelli sparsi sul viso.

Sorrisi a quella visione e tirai su il piumone fino a coprirci entrambi, poi la ritirai ancora più vicina a me e reinserii il viso nella piega del suo collo.

Cullato dal ritmo del suo respiro e dal calore confortante della sua pelle, mi sentii sereno come mai prima nella mia vita: come se fossimo solo io e lei, qualsiasi altro problema fosse chiuso fuori dalla porta della mia stanza.

Senza accorgermene scivolai presto anche io nel sonno, tenendo stretta a me l'unica ragazza che mi avesse mai dato quella pace.

***

Amici, buon giovedì!!

Che suuuuper capitolo questo, eh?

Non dico nulla, lascio a voi i commenti...

Vi voglio bene!!!

-B

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