Gabriel

Mi trovavo al capanno, dove producevamo il nostro miglior vino in circolazione, e non solo quello.

Producevamo anche armi e droga.

Ma il vino era la parte legale del nostro mondo.

Il modo di far soldi puliti, come il progetto che avevo in mente di fare, prima che compiessi ventuno anni, e mio padre mi passasse il trono.

Stavo osservando la piantina fuori dal capanno, mentre i ragazzi e gli operai, stavano facendo il loro lavoro.

Osservavo il progetto del mio ristorante, che in tardo pomeriggio sarei andato a parlare con l'architetto per poter dare il via alla costruzione del ristorante.

Il Paradise.

Appoggiai l'enorme piantina sul cofano della mia macchina, dell'edificio che avrei fatto costruire, ricontrollando che tutto ciò che avevo chiesto, fosse costruito al posto giusto.

-Ehi.-

Mi sentii chiamare, voltandomi verso il mio fidato braccio destro, Thomas.

-Ehi, com'è andata con il cliente?-

Chiesi mentre, tornavo di nuovo con lo sguardo sulla piantina del mio ristorante.

-Bene, ha pagato fino a l'ultimo centesimo, che doveva a tuo padre, quindi non ci sono state ripercussioni per lui.-

-Ottimo, buono a sapersi per lui che farà ritorno tutto intero dalla sua famiglia.-

Dissi, con fare distratto, mentre controllavo ogni punto, ma la mia testa quel pomeriggio  era da tutt'altra parte.

Sbuffai, richiudendo la cartina sentendomi osservato.

Alzai lo sguardo verso Thomas, che si stava accendendo una sigaretta, mentre mi guardava curioso.

-Che succede?-

-Niente.-

Dissi con un tono secco, mentre mi appoggiavo con la schiena contro la mia macchina, afferrando anch'io una sigaretta per fumarmela.

Avevo bisogno di rilassarmi, dalla mia dannazione

Lei, la mia dannazione.

Erano due fottuti giorni, che quella ragazzina mi evitava come la peste, e non riuscivo a capirne il perché.

E la cosa mi stava rendendo instabile.

Non mi piaceva quando si allontanava da me.

No che non l'avesse mai fatto, ma ora che lo stava facendo mi stava facendo impazzire e non mi piaceva affatto.

Tirai una boccata di sigaretta, buttando fuori il fumo, sentendo i miei muscoli in tensione stendersi leggermente, mentre mi passavo distrattamente una mano sul ciuffo, guardando dritto davanti a me.

-Spara.-

Spostai lo sguardo verso mio fratello, mentre tiravo un'altra boccata di sigaretta, mentre cercavo di dire la confusione che aggirava la mia testa.

-La mia eterna dannazione e salvezza mi sta facendo impazzire.-

-Che ha fatto Sel?-

Aveva capito immediatamente che parlavo di lei.

Ghignai divertito, lui mi conosceva molto bene, proprio come io conoscevo lui.

-Sono due giorni che mi evita e non so il perché.

E la cosa mi sta facendo fottutamente impazzire Thom.-

-Avete avuto qualche sorta di litigio?

Anche se mi parrebbe strano, però sai..

Conoscendo il tuo carattere di merda, tutto è possibile anche con quell'esserino dolce.-

Lo sentii dire l'ultima parte con un sorrisetto da stronzo sulle labbra.

-Ma vaffanculo!

No, non è successo niente e questo il problema.-

-Sicuro?-

-Se ti dico di no cazzo è no.

E' strana da sabato sera.-

-Sabato sera?-

-Già.-

Dissi, tirando un altro tiro dalla sigaretta, buttando il fumo nocivo fuori dalle mie labbra, mentre l'immagine della mia dannazione e salvezza invadeva la mia mente, come un veleno nocivo e curativo allo stesso tempo.

-Ma sabato dopo il lavoro, non sei andato a rilassarti?-

-Si, e quando sono tonato a casa, era tutto normale, poi a un certo di punto..

Aspetta un attimo.-

-Cosa?-

-Che avesse sentito l'odore della puttana su i miei vestiti?

Cazzo le avevo detto di non toccarmi, io amo spogliarmi da solo, non amo che mi lasciano tracce del loro profumo scadente su i miei vestiti.

Ma le sue mani andavano da per tutto, pensavo che facendomi una doccia sparisse di dosso, ma forse si era impregnato su i vestiti.-

-Beh, fratello, risolto l'arcano.-

-Tu dici che..?-

-Che fosse quello?

Oh si, sicuro.

Che è gelosa?

Sicuramente.

Ma tu ottusamente, non capisci il modo in cui ti guarda proprio come la guardi tu.

Non ci vuole un genio Gabriel.

Amico, davvero, credo che lo abbiamo capito tutti, compreso tuo padre, che secondo me, fa finta di non capire, per non creare una sorta di qualche stupido imbarazzo fra te e la piccola Sel.

E se non ti dai una mossa, la perdi Gabriel.-

Lo guardai allucinato.

Che mio padre avesse capito?

Merda!

Eppure ero bravo a nascondere ciò che provavo, ma forse con lui era diverso.

Forse, perché lui provava quello che provo io per la mamma, e sa leggermi meglio forse di me stesso.

E forse non mi stupisce poi che lo avesse capito come sicuramente mia madre.

Si loro lo avevano capito, e che alle volte non volevo ammetterlo nemmeno con me stesso.

-No, non può essere quello.

Non credo che Selene..

Insomma non credo che..-

-Oh si, solo che tu ti vuoi convincere del contrario.

Ascoltami, un consiglio fratello, se la vuoi preditela.

Perché prima o poi te la porterà via qualche altro ragazzo e a quel punto, tu non potrai far più nulla.-

-Nessuno me la porterà via.-

Dissi, quasi ringhiando ogni singola parola infastidito.

-Succederà.

Non ora, ma potrebbe succedere.

E a quel punto, non potrai far più nulla.-

Sospirai infastidito, mentre buttavo la sigaretta ormai finita per terra, spegnendola sotto la sua della mia scarpa, vedendo Thomas far lo stesso.

Che fosse vero?

Che lei provava quello che provo io, solo che non riuscivo a vederlo.

Cazzo, se fosse così, devo prendermela, non posso più aspettare.

La mia eterna salvezza e dannazione, il mio raggio di sole, la mia linfa vitale, che infesta i miei sogni in ogni momento della notte, e la mia mente in ogni momento del giorno.

Mi rendeva folle quella ragazzina, ma non avrei mai potuto fare qualcosa, che andasse contro il suo volere.

Ma forse stavo sbagliando tutto, ciò che vedevano altri occhi, vedevano meglio del sottoscritto.

E l'idea che qualcuno me la potesse soffiare da sotto il naso, mi faceva perdere il controllo.

Nessuno doveva osare portarmi via, la mia eterna salvezza.

Nessuno.

Sono egoista è vero, ma non farei mai, qualcosa che andrebbe contro il volere della mia piccola donna, ma il solo pensiero che qualcuno la porti via da me, mi rende folle.

Cazzo!

Mi passai distrattamente una mano fra i capelli, mentre vedevo Thomas, allontanarsi in direzione del capannone, mentre io mi rendevo sempre più conto che forse, non avevo capito, ciò che avevo sempre avuto davanti a gli occhi.

Dovevo rimediare.

Dovevo chiarire quella cosa, prima che tutto andasse in frantumi e non potevo più recuperare.

Perché anche se sono un uomo che prende tutto ciò che vuole, non ero egoista a tal punto, da far qualcosa contro il volere della mia piccola regina.

Ma dovevamo parlare, dovevamo chiarirci, prima di perdere tutto come in un soffio di vento.

Dovevo assolutamente sapere se lei mi sarebbe appartenuta per sempre anima e corpo, oppure, avrei dovuto rinunciare alla cosa più essenziale della mia vita, lei.

Lo so, uno come me, poteva risultare strano che provasse tutto questo, ma era la pura realtà.

Il mio angelo, aveva sedotto un diavolo come me, e mi aveva attratta a lei, come una calamita, con la sua luce pura e piena di vita.

Era difficile da spiegare, il nostro legame si era creato pian, piano, con calma, come i passi di un uccellino.

Fino ad arrivare a dove siamo ora.

E se lei prova almeno una parte di ciò che provo io, dovevo assolutamente saperlo, prima che sia troppo tardi.

Ma prima, sarei andato al mio fottuto appuntamento, per avviare il mio progetto e poi sarei tornato da lei, e li non mi sarebbe più sfuggita.

Sorrisi maliziosamente, mentre afferravo la piantina poggiata sul cofano, ripiegata, per poi entrare in macchina e partire in direzione del mio appuntamento, per poi concludere la serata, speravo nei migliori dei modi possibile.

Continua

Cuoricini ci becchiamo nei prossimi giorni con un'altro capitolo🤗💛😘!

Grazie immensamente  di cuore per tutti i bellissimi commenti, le stelline, la messa nell'elenco lettura e le visualizzazioni💓.

Buonanotte🌙⭐️ meraviglie,
alla prossima💛!

Vi adoro
💛💛💛💛💛